Nausea, ansia e trasferimento

Buongiorno,
ho 27 anni ed ho iniziato a soffrire di attacchi di panico circa 6 anni fa. Sono stata in cura per circa 4 anni con Sereupin e Gabapentin, più Tavor oro da assumere al bisogno. Nel periodo più buio avevo molta nausea, non riuscivo a mangiare, ad uscire di casa e avevo una fortissima ipocondria (in particolare verso malattie cardiache).
Da due anni a questa parte ho smesso di assumere, di comune accordo con la mia psichiatra, tutti i farmaci, dal momento che stavo molto molto meglio e avevo ripreso la mia vita normale. Se molto raramente si ripresentava un attacco di panico assumevo semplicemente un Tavor Oro, ma ciò non succedeva più di una volta ogni 3/4 mesi.

Il mese prossimo mi sposerò e mi trasferirò a vivere negli Stati Uniti (per lavoro) con il mio attuale ragazzo, con cui sono fidanzata da 4 anni e che ha conosciuto e vissuto in prima persona tutta la mia storia (sì, è un santo).
Il problema è che adesso, da circa un mese, si sta ripresentando la mia ansia, con i soliti dolori al petto e soprattutto una fortissima nausea. E' una nausea strana, non è la solita nausea che viene quando si ha mangiato male. E' come se avessi un blocco alla bocca dello stomaco, che mi fa venire conati di vomito.
Sono felicissima di sposare la persona che amo, ma ho il terrore di vivere in luogo del tutto nuovo, dove non conosco nessuno e soprattutto dove non so a chi rivolgermi in caso di bisogno. Ma al tempo stesso credo sia finalmente giunta l'ora per me di diventare finalmente adulta ed indipendente, senza dovermi ritrovare ancora a chiamare mia mamma alle due di notte con la paura di morire di infarto.
So che il tempo è poco, ma come posso risolvere e superare questa situazione? Ovviamente non voglio più ricorrere ai farmaci, mai più. Mi sono stati molto utili in passato, ma oggi voglio farcela da sola.
Credevo di esserne uscita del tutto, per me è quasi una sconfitta. Credevo di essere finalmente forte, e soprattutto vorrei farmi vedere forte dal mio fidanzato e mia mamma, che mi hanno sopportato tutto questo tempo.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
è possibile che i suoi disagi pregressi non siano stati del tutto risolti e che ora, nell'imminenza di un cambiamento importante di vita, si slatentizzino/amplifichino e che dunque la sintomatologia esposta sia appunto riferibile a questo.
D'altra parte ci dice che gli attacchi di panico non sono mai del tutto scomparsi, ma ciclicamente si ripresentavano.

Non le è mai stato proposto un percorso psicologico da affiancare alla farmacoterapia?

Il tempo è poco, ma fa ancora in tempo a sentire il parere diretto di un nostro collega che alla luce di ogni elemento utile possa darle indicazioni opportune.
Si potrebbe ad esempio rivolgere ad un terapeuta specializzato in TBS (t. breve strategica), uno degli approcci terapeutici particolarmente indicati in disturbi quali quelli che ha esposto.

Legga qui
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html

Le suggerirei comunque anche una visita presso il medico di base.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Attivo dal 2008 al 2018
Ex utente
Gentile dott.ssa Rinella,
la ringrazio per la sua veloce risposta.

Sì, in passato ho fatto un percorso di psicoterapia di circa un anno, a cadenza inizialmente settimanale e poi mensile. Ma se le devo dire la verità, non ne ho trovato molto giovamento.
Avevo continuo bisogno di attenzioni, conferme e rassicurazioni. Le terapia mi aiutava sì, ma non funzionava quanto i farmaci... a cui però come le ho detto non voglio tornare.

Mi suggerisce di passare dal medico di base per quanto riguarda la nausea? C'ero stata circa un mese fa per una sospetta appendicite, ma dopo un'ecografia di controllo è risultato tutto nella norma. Solo molto gas presente nell'intestino, per cui sto prendendo dei fermenti lattici.
[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Certamente può riferirsi al medico di base, ma necessario che si rivolga a un nostro collega.

L'approccio che le ho suggerito prevede tempi brevi, forse non proprio quelli che ha a disposizione, ma a parer mio sarebbe comunque opportuno che prendesse informazioni dirette e si attivasse in merito.

Non ci dice quale sia stato l'approccio/orientamento terapeutico precedente; in ogni caso le rassicurazioni sono tipiche degli ansiosi, ma di certo non aiutano a risolvere i disagi, anzi producono l'effetto di amplificarli.
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