Paura del fallimento.
Buongiorno.
Sono una ragazza di 21 anni e da due anni a questa parte sto attraversando periodi di alti e bassi che sono sfociati negli ultimi mesi in attacchi d'ansia e totale sfiducia nelle mie capacità.
Ho finito il liceo sostenendo un esame di maturità in preda al terrore puro, con continui attacchi d'ansia e crisi di pianto. Consapevole della mia paura eccessiva, non riuscivo tuttavia a razionalizzare la cosa. Era come se mi trovassi di fronte a qualcosa decisamente più grande di me e fuori dalla mia portata. Nonostante ciò, sono riuscita ad ottenere un ottimo risultato.
Una volta finito il liceo ho dovuto scegliere che facoltà iniziare ed ho optato per beni culturali, ancora spaventata da come avevo reagito alla maturità e impaurita dall'affrontare un percorso più impegnativo. Solo che non appena ho iniziato a frequentare mi sono sentita un pesce fuor d'acqua e quasi "defraudata" dell'immagine di brava studentessa che mi ero creata al liceo. Mi sentivo circondata da gente a mia vista "inferiore".. E ho abbandonato questo corso di studi. Ho trascorso i successivi mesi chiusa in casa, vergognandomi di confrontarmi con chiunque.. Invidiosa della serenità con cui gli altri avevano affrontato il percorso universitario. Decisa a rimediare a quest'errore di percorso, ho passato i successivi mesi a preparare il test di ingresso per medicina.. Nonostante io stessa l'avessi scartata proprio perché consapevole delle mie ansie e paure. Sono riuscita ad entrare, ma dopo qualche settimana di tranquillità, è tornata l'ansia... La paura di non farcela ad affrontare un percorso così mi ha gettato a terra, costringendomi a stare a letto per una settimana a causa dei continui attacchi d'ansia. Sono consapevole di essermi illusa di poter compensare la mancanza di autostima affrontando un percorso che, dal mio punto di vista, avrebbe potuto farmi guadagnare la stima degli altri. Solo che adesso sono sprofondata nello sconforto più totale, l'ansia ha preso diverse forme, passando da derealizzazione, depersonalizzazione a continui mal di testa e mal di pancia. Mi sento angosciata e non riesco più a darmi fiducia.. Non riesco a trovare la forza di provare, almeno, ad andare avanti con questa università perché non mi sento all'altezza.. Mi sento "immatura" e inferiore agli altri, che non faccio che guardare con invidia.
In questo periodo, inoltre, l'ansia si è acutizzata, facendomi avere paure che prima non avevo.. Come quella di essere una persona orribile capace di fare del male agli altri. Premetto che non sono mai stata sicura di me e che ho sempre avuto il difetto di guardare gli altri con un misto di ammirazione e invidia. Ho cercato di compensare questo creandomi un'immagine di brava studentessa, pretendendo sempre il massimo da me.
Ciò che vorrei chiedervi è: da cosa dovrei partire per uscire da questo periodo? Dal concentrarmi sulla mia ansia o sulla mancanza di autostima?
Mi sono rivolta anche ad uno psicoterapeuta per fare un po' di chiarezza.
Grazie
Sono una ragazza di 21 anni e da due anni a questa parte sto attraversando periodi di alti e bassi che sono sfociati negli ultimi mesi in attacchi d'ansia e totale sfiducia nelle mie capacità.
Ho finito il liceo sostenendo un esame di maturità in preda al terrore puro, con continui attacchi d'ansia e crisi di pianto. Consapevole della mia paura eccessiva, non riuscivo tuttavia a razionalizzare la cosa. Era come se mi trovassi di fronte a qualcosa decisamente più grande di me e fuori dalla mia portata. Nonostante ciò, sono riuscita ad ottenere un ottimo risultato.
Una volta finito il liceo ho dovuto scegliere che facoltà iniziare ed ho optato per beni culturali, ancora spaventata da come avevo reagito alla maturità e impaurita dall'affrontare un percorso più impegnativo. Solo che non appena ho iniziato a frequentare mi sono sentita un pesce fuor d'acqua e quasi "defraudata" dell'immagine di brava studentessa che mi ero creata al liceo. Mi sentivo circondata da gente a mia vista "inferiore".. E ho abbandonato questo corso di studi. Ho trascorso i successivi mesi chiusa in casa, vergognandomi di confrontarmi con chiunque.. Invidiosa della serenità con cui gli altri avevano affrontato il percorso universitario. Decisa a rimediare a quest'errore di percorso, ho passato i successivi mesi a preparare il test di ingresso per medicina.. Nonostante io stessa l'avessi scartata proprio perché consapevole delle mie ansie e paure. Sono riuscita ad entrare, ma dopo qualche settimana di tranquillità, è tornata l'ansia... La paura di non farcela ad affrontare un percorso così mi ha gettato a terra, costringendomi a stare a letto per una settimana a causa dei continui attacchi d'ansia. Sono consapevole di essermi illusa di poter compensare la mancanza di autostima affrontando un percorso che, dal mio punto di vista, avrebbe potuto farmi guadagnare la stima degli altri. Solo che adesso sono sprofondata nello sconforto più totale, l'ansia ha preso diverse forme, passando da derealizzazione, depersonalizzazione a continui mal di testa e mal di pancia. Mi sento angosciata e non riesco più a darmi fiducia.. Non riesco a trovare la forza di provare, almeno, ad andare avanti con questa università perché non mi sento all'altezza.. Mi sento "immatura" e inferiore agli altri, che non faccio che guardare con invidia.
In questo periodo, inoltre, l'ansia si è acutizzata, facendomi avere paure che prima non avevo.. Come quella di essere una persona orribile capace di fare del male agli altri. Premetto che non sono mai stata sicura di me e che ho sempre avuto il difetto di guardare gli altri con un misto di ammirazione e invidia. Ho cercato di compensare questo creandomi un'immagine di brava studentessa, pretendendo sempre il massimo da me.
Ciò che vorrei chiedervi è: da cosa dovrei partire per uscire da questo periodo? Dal concentrarmi sulla mia ansia o sulla mancanza di autostima?
Mi sono rivolta anche ad uno psicoterapeuta per fare un po' di chiarezza.
Grazie
[#1]
Cara signorina,
L;autostima sara' un parametro che si spostera' quando sara' migliorata la sua rappresentazione di se'.
Ci dice di essersi rivolta ad uno psicoterapeuta e mi sembra un gesto di cura verso di se'.
Piuz' affettuoso che non mettersi sulle montagne russe delle prove ed errori.
Il test di accesso a medicina e' un lancio di dadi che non dovrebbe essere neanche considerato un vero test, tanto che e' stato soppresso dal prossimo anno per la sua indeguatezzza. Ma lei ha scelto di mettersi alla prova con esso..
Ne parli con il suo terepeuta perche' mi sembra indicativo.
L;autostima sara' un parametro che si spostera' quando sara' migliorata la sua rappresentazione di se'.
Ci dice di essersi rivolta ad uno psicoterapeuta e mi sembra un gesto di cura verso di se'.
Piuz' affettuoso che non mettersi sulle montagne russe delle prove ed errori.
Il test di accesso a medicina e' un lancio di dadi che non dovrebbe essere neanche considerato un vero test, tanto che e' stato soppresso dal prossimo anno per la sua indeguatezzza. Ma lei ha scelto di mettersi alla prova con esso..
Ne parli con il suo terepeuta perche' mi sembra indicativo.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Utente
Sì, ammetto di aver tentato questo test più come sfida con me stessa che altro..
Solo che adesso ho perso ogni fiducia in me stessa, soprattutto perché mi rendo conto di quanto mi sia autoingannata con le scelte che ho fatto..
Mi sento così diversa dagli altri, non riesco proprio a capire come la maggior parte dei miei coetanei riesca ad affrontare l'Università senza ansie e troppa paura del futuro. Forse pretendo troppo da me stessa.. È come se non sapessi quali sono le mie vere capacità.
Grazie per avermi risposto.
Solo che adesso ho perso ogni fiducia in me stessa, soprattutto perché mi rendo conto di quanto mi sia autoingannata con le scelte che ho fatto..
Mi sento così diversa dagli altri, non riesco proprio a capire come la maggior parte dei miei coetanei riesca ad affrontare l'Università senza ansie e troppa paura del futuro. Forse pretendo troppo da me stessa.. È come se non sapessi quali sono le mie vere capacità.
Grazie per avermi risposto.
[#3]
Perche' non prova a parlare con questi coetanei e a capire il loro modo di affrontare le difficolta'?
Quelli che ce la fanno non sfidano nulla e nessuno. Ci ha mai pensato?
Procedono con umilta', speranze, fatica, qualche gioia...
Ci parli, vedra' che l'aiutera'..
Quelli che ce la fanno non sfidano nulla e nessuno. Ci ha mai pensato?
Procedono con umilta', speranze, fatica, qualche gioia...
Ci parli, vedra' che l'aiutera'..
[#4]
"Mi sono rivolta anche ad uno psicoterapeuta per fare un po' di chiarezza."
Gentile ragazza,
vuole dirci qualcosa di più su questo percorso?
Quante sedute ha fatto fin qui? Come si trova?
Gentile ragazza,
vuole dirci qualcosa di più su questo percorso?
Quante sedute ha fatto fin qui? Come si trova?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Utente
Ho frequentato uno psicoterapeuta per tre mesi, ma vedendo che non si era creata la giusta intesa ho deciso di rivolgermi ad un altro psicoterapeuta di orientamento cognitivo comportamentale.
Se dovessi spiegare con un'immagine quello che provo, è come se di fronte al dover affrontare la vita mi sentissi impotente come un astronauta che si perde nello spazio. Non riesco più a vivere con spensieratezza il presente perché è come se fossi già proiettata all'ansia e paura che potrebbe provocarmi un futuro fallimento.. Quest'ansia potrebbe essere il risultato di uno stato depressivo che si trascina da molto tempo? Oppure si potrebbe trattare di un'ansia generalizzata? Il problema è che in passato non ho mai sofferto d'ansia se non per la scuola, mentre in quest'ultimo periodo la avverto come costante, con continue palpitazioni..
Grazie.
Se dovessi spiegare con un'immagine quello che provo, è come se di fronte al dover affrontare la vita mi sentissi impotente come un astronauta che si perde nello spazio. Non riesco più a vivere con spensieratezza il presente perché è come se fossi già proiettata all'ansia e paura che potrebbe provocarmi un futuro fallimento.. Quest'ansia potrebbe essere il risultato di uno stato depressivo che si trascina da molto tempo? Oppure si potrebbe trattare di un'ansia generalizzata? Il problema è che in passato non ho mai sofferto d'ansia se non per la scuola, mentre in quest'ultimo periodo la avverto come costante, con continue palpitazioni..
Grazie.
[#6]
"Non riesco più a vivere con spensieratezza il presente perché è come se fossi già proiettata all'ansia e paura che potrebbe provocarmi un futuro fallimento.. "
Questa si chiama ansia e non è da escludere che talvolta ci siano stati depressivi ad accompagnarla, proprio perchè il pz. fa fatica a vedere via d'uscita.
E' anche vero che più tempo trascorre in questa condizione, più si cronicizza il problema e si generalizzano gli apprendimenti: per questa ragione è importante spezzare questi automatismi che, ormai in modo inconsapevole e appunto automatico, mette in atto.
C'è poi un bel problema di insicurezza e bassa autostima, ma tenga presente che Lei è molto giovane e quindi è probabile che possa uscire molto bene e facilmente da questa crisi che si è aperta con l'inizio dell'università. Si tratta di un passaggio molto importante, quello dalle superiori all'università, e che probabilmente ha fatto da catalizzatore per fare emergere paure che erano già presenti.
Posso chiederLe come mai ritiene di voler avere un secondo parere se è già in terapia? Adesso come si trova col terapeuta?
Questa si chiama ansia e non è da escludere che talvolta ci siano stati depressivi ad accompagnarla, proprio perchè il pz. fa fatica a vedere via d'uscita.
E' anche vero che più tempo trascorre in questa condizione, più si cronicizza il problema e si generalizzano gli apprendimenti: per questa ragione è importante spezzare questi automatismi che, ormai in modo inconsapevole e appunto automatico, mette in atto.
C'è poi un bel problema di insicurezza e bassa autostima, ma tenga presente che Lei è molto giovane e quindi è probabile che possa uscire molto bene e facilmente da questa crisi che si è aperta con l'inizio dell'università. Si tratta di un passaggio molto importante, quello dalle superiori all'università, e che probabilmente ha fatto da catalizzatore per fare emergere paure che erano già presenti.
Posso chiederLe come mai ritiene di voler avere un secondo parere se è già in terapia? Adesso come si trova col terapeuta?
[#7]
Utente
Mi sono rivolta a voi perché ho iniziato a frequentare da poco questo nuovo psicoterapeuta e, intanto, volevo sentire il parere di qualcun'altro.
In quest'ultimo periodo mi sembra di precipitare sempre più in un abisso di domande e pensieri.. Non riesco a trovare una via di uscita e non faccio altro che smontare e rimontare gli stessi pensiero facendomi logorare sempre di più. So che le mie reazioni sono esagerate, ma non riesco a trovare il giusto distacco.. Di fronte alle avversità della vita, mi sembra sempre di partire già sconfitta in partenza e questo mi distrugge e mi fa sprofondare in uno stato di tristezza indescrivibile..
In quest'ultimo periodo mi sembra di precipitare sempre più in un abisso di domande e pensieri.. Non riesco a trovare una via di uscita e non faccio altro che smontare e rimontare gli stessi pensiero facendomi logorare sempre di più. So che le mie reazioni sono esagerate, ma non riesco a trovare il giusto distacco.. Di fronte alle avversità della vita, mi sembra sempre di partire già sconfitta in partenza e questo mi distrugge e mi fa sprofondare in uno stato di tristezza indescrivibile..
[#8]
Gentile ragazza,
il mio suggerimento è di affidarsi completamente al terapeuta che attualmente La segue: è probabile che all'inizio della terapia ci sia molta carne al fuoco e quindi la percezione di una certa confusione ci sta.
Tuttavia, per evitare di aggiungere confusione, è meglio se continua a rivolgersi al terapeuta che La segue.
Cordiali saluti,
il mio suggerimento è di affidarsi completamente al terapeuta che attualmente La segue: è probabile che all'inizio della terapia ci sia molta carne al fuoco e quindi la percezione di una certa confusione ci sta.
Tuttavia, per evitare di aggiungere confusione, è meglio se continua a rivolgersi al terapeuta che La segue.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 3k visite dal 28/06/2014.
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