Difficoltà di attenzione
Salve dottori.
Illustrerò il mio problema in breve: trovo difficoltà a prestare attenzione per lungo tempo. Frequento il terzo anno di liceo scientifico ed ho la media del 9.5. A scuola, quindi, non ho problemi finché si tratta di svolgere un problema impossibile di matematica o un esercizio universitario di fisica e neanche quando devo scrivere temi ecc..il problema nasce invece nello studio delle materie in cui si deve prestare attenzione al libro. Quando le cose sono spiegate dai professori tutto bene, quando devo apprenderle dal libro diventa solo un inutile sforzo mnemomico e frustrante. Il problema non si presenta per l'interpretazione di regolamenti, bandi di concorso, cose tecniche, insomma documenti o testi in cui vi siano frasi brevi. È invece problematico studiare cinque pagine di storia o filosofia, studiare biologia senza aver sentito la spiegazione o leggere un libro: l'effetto diretto è un gran sonno per cui abbandono i libri e mi dedico ad altro. Il problema di prestare attenzione a volte mi si presenta anche quando guardo film o sento discorsi lunghi. I miei familiari che sono relativamente esperti nel settore (insegnanti, professionisti in scienze dell'educazione) dicono semplicemente che è una mia indifferenza all'argomento trattato, ma io non penso sia proprio così: anche se qualcosa mi piace, se devo leggerla autonomamente o ascoltarla troppo a lungo, finirà per non piacermi. Io vorrei frequentare l'università e questo fattore potrebbe causarmi non pochi problemi. Cosa potrei fare?
Illustrerò il mio problema in breve: trovo difficoltà a prestare attenzione per lungo tempo. Frequento il terzo anno di liceo scientifico ed ho la media del 9.5. A scuola, quindi, non ho problemi finché si tratta di svolgere un problema impossibile di matematica o un esercizio universitario di fisica e neanche quando devo scrivere temi ecc..il problema nasce invece nello studio delle materie in cui si deve prestare attenzione al libro. Quando le cose sono spiegate dai professori tutto bene, quando devo apprenderle dal libro diventa solo un inutile sforzo mnemomico e frustrante. Il problema non si presenta per l'interpretazione di regolamenti, bandi di concorso, cose tecniche, insomma documenti o testi in cui vi siano frasi brevi. È invece problematico studiare cinque pagine di storia o filosofia, studiare biologia senza aver sentito la spiegazione o leggere un libro: l'effetto diretto è un gran sonno per cui abbandono i libri e mi dedico ad altro. Il problema di prestare attenzione a volte mi si presenta anche quando guardo film o sento discorsi lunghi. I miei familiari che sono relativamente esperti nel settore (insegnanti, professionisti in scienze dell'educazione) dicono semplicemente che è una mia indifferenza all'argomento trattato, ma io non penso sia proprio così: anche se qualcosa mi piace, se devo leggerla autonomamente o ascoltarla troppo a lungo, finirà per non piacermi. Io vorrei frequentare l'università e questo fattore potrebbe causarmi non pochi problemi. Cosa potrei fare?
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Se risponde meglio alla voce che alla lettura, potrebbe registrare le parti salienti che deve imparare e riascoltarle. Magari anche in momenti in cui fa altro, come guidare ecc.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile Ragazza,
ciascuno di noi ha uno stile cognitivo di apprendimento prevalente, che può poi combinarsi con altri. Si tratta di una specifica modalità di elaborazione delle informazioni (visiva, orale, scritta...) e della tendenza costante ad usare una determinata classe di strategie nell’affrontare un compito.
Una volta riconosciuto il proprio stile, come nel suo caso, non va visto come un problema, ma vanno appunto cercate le modalità più efficaci per sfruttarlo.
D'altro canto, la maggior parte dei testi scolastici oramai sono arricchiti da contenuti multimediali e da materiali che rispecchiano tali diversità, proprio per agevolare l'apprendimento di tutti.
Da quanto descrive, ad esempio, penso che potrebbe esserle anche molto utile l'utilizzo di mappe concettuali sia in fase di studio e memorizzazione, sia in fase di ripasso o interrogazione: può "costruirle" autonomamente o trovarne già pronte su miriadi di argomenti sul web.
Se vuole approfondire la tematica, può chiedere ai suoi famigliari (senz'altro ne conosceranno, viste le loro professioni) di indicarle delle letture di Gardner, Sternberg e del gruppo del prof. Cornoldi dell'Università di Padova.
Buono studio.
ciascuno di noi ha uno stile cognitivo di apprendimento prevalente, che può poi combinarsi con altri. Si tratta di una specifica modalità di elaborazione delle informazioni (visiva, orale, scritta...) e della tendenza costante ad usare una determinata classe di strategie nell’affrontare un compito.
Una volta riconosciuto il proprio stile, come nel suo caso, non va visto come un problema, ma vanno appunto cercate le modalità più efficaci per sfruttarlo.
D'altro canto, la maggior parte dei testi scolastici oramai sono arricchiti da contenuti multimediali e da materiali che rispecchiano tali diversità, proprio per agevolare l'apprendimento di tutti.
Da quanto descrive, ad esempio, penso che potrebbe esserle anche molto utile l'utilizzo di mappe concettuali sia in fase di studio e memorizzazione, sia in fase di ripasso o interrogazione: può "costruirle" autonomamente o trovarne già pronte su miriadi di argomenti sul web.
Se vuole approfondire la tematica, può chiedere ai suoi famigliari (senz'altro ne conosceranno, viste le loro professioni) di indicarle delle letture di Gardner, Sternberg e del gruppo del prof. Cornoldi dell'Università di Padova.
Buono studio.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 26/06/2014.
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