Non si vuole più sposare dopo 22 anni di fidanzamento

Salve, ho 39 anni sono fidanzata dal 1992 con il mio primo amore, con lui ho condiviso tante cose compresa l'idea del matrimonio (io sono cattolica e ho sempre rifiutato la convivenza a cui non dò nessun valore), nel 2006 decidiamo di costruire casa e sposarci; tra vari disguidi la costruzione si protrae e arriviamo al 2011 con la casa quasi pronta e finalmente decidiamo di andare a fissare la data del matrimonio in chiesa a natale. A dicembre 2011 il mio fidanzato si sente male, la diagnosi è terribile "tumore neuroendocrino ben differenziato del pancreas con trombosi del sistema portale", non operabile per via della trombosi che lo metterebbe troppo a rischio; inizia il nostro calvario: 8 sedute di chemioterapia e attualmente in terapia radiometabolica con la prospettiva di una termoablazione. Lui non è più lo stesso ha preteso di andare a "convivere" in casa pur conoscendo le mie idee, vede tutto a modo suo, è diventato egoista e non ascolta nessuno, sposarsi non se ne parla nemmeno, dice che lui ha bisogno di tempo ma non dice di quanto tempo.....le liti in casa sono continue per ogni sciocchezza, dice che io sono cambiata.....ma in realtà io non sono cambiata sono solo infelice, della convivenza, che io odio, del suo comportamento, (si rifiuta da 2 anni di tagliarsi i capelli, pur sapendo che a me non piacciono gli uomini con i capelli lunghi o disordinati) e della casa che è gigantesca e non riesco a seguire visto che anch'io lavoro e viaggio per recarmi a lavoro.
Perché è successo tutto questo, io non credo che sia la malattia, mi potete aiutare a capire?
Grazie
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..) io non credo che sia la malattia,(...)
gentile ragazza invece una diagnosi grave può determinare uno sconvolgimento di tutte le certezze i valori e le aspettative di un individuo e questo può portare a reazioni psicopatologiche.
(...) tumore neuroendocrino(...)8 sedute di chemioterapia e attualmente in terapia radiometabolica con la prospettiva di una termoablazione (...)
non capisco come può chiamare egoista un uomo che subisce questo, probabilmente lei che sta vedendo venir meno le sue prospettive dettate dai suoi valori
(...)(io sono cattolica e ho sempre rifiutato la convivenza (..) sta sottovalutando le condizioni psicofisiche del suo fidanzato.
una consulenza psicologica ad entrambi sarebbe auspicabile!!!

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Utente
Utente
Gentile Dottore, la sua risposta è un po' troppo sulla riga delle mie domande, sarebbe gentile da parte sua una spiegazione più chiara.
Sottolineo il fatto che io da diverso tempo ho sollecitato il mio fidanzato a rivolgersi a uno specialista ma lui rifiuta qualsiasi aiuto dice che se và (o se andiamo) da uno psicologo "lo psicoanalizza lui", riferisce di non aver bisogno di nessuno che lui è perfettamente lucido! Le do un elemento in più: parliamo di una persona che di lavoro fa l'infermiere professionale, quindi anche con una cultura professionale.
Mentre io riconosco che un aiuto ci sarebbe utile lui assolutamente lo esclude, io vedo in lui non solo un problema psicofisico ma un vero e proprio cambio di personalità, mi corregga se sbaglio........io ho bisogno di capire anche come comportarmi.
Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"io ho bisogno di capire anche come comportarmi."

Gentile signora,

per questo motivo può essere molto utile a Lei una consulenza psicologica, soprattutto se adesso il Suo compagno non vuole saperne per ragioni sue.
Uno psicologo può aiutarLa a vedere la situazione in modo più lucido e decentrando la visione che ha del problema, oltre ad aiutarLa a relazionarsi in maniera più funzionale.

Cordiali saluti,