Blocco mentale
In questo momento sto vivenvo un blocco mentale. E' come se non fossi in grado di fare più niente. Per gran parte della mia vita quel che è stato al centro sono stati i miei risultati scolastici, da una parte perché i miei genitori mi desistevano nel fare cose che mi "distraevano" dallo studio (avere hobby fuori casa, fare sport, uscire o fare attività con i miei amici), da una parte perché io ero convinta che era l'unica cosa che riuscissi a fare bene. Tutto è iniziato dalle elementari, in classe i miei compagni mi detestavano per il mio carattere e venivano da me solo nel caso avessero bisogno di qualcosa visto che ero tra i più bravi in classe. Inoltre lo studio era anche il modo per cui sia la mia famiglia, sia le mie maestre (poi i professori) mi apprezzavano. Così per anni ho sempre studiato prima per soddisfazione personale e poi, soprattutto alle superiori, per entrare a medicina, mentre in classe quelle poche persone con cui andavo d'accordo, non riuscivo mai ad entrare in confidenza a causa della diffidenza dei miei genitori. In nome dello studio ho sacrificato gran parte dei miei altri desideri, soprattutto quest'anno, ho perso quei pochi "amici" che avevo, ho quasi abbandonato la scuola e la maturità per prepararmi al test di medicina dello scorso aprile. Non sono entrata, non ho avuto nemmeno il punteggio minimo per entrare in graduatoria, a scuola ho iniziato ad andare male, visto che dopo il risultato del test la mia mente è come si fosse "offuscata". Non riuscivo fare più niente. Ero frustrata, stavo male a scuola, perché i pochi rapporti che avevo in classe si sono rovinati e perché l'unica cosa a cui mi era aggrappata non c'era più, non mi rimane più niente, mi sembra di essere in grado di fare più nulla. Il test di medicina era l'unica possibilità di liberarmi dalle mie catene.
Sono terrorizzata del mio futuro, non sembra esserci più certezze nella mia vita. Incolpo anche la mia famiglia per aver fatto pressioni sul fatto di avere medie più alte, mettermi in condizione di lasciare tutto ciò che non è inerente alla scuola, lasciandomi solo questo. Ho 19 e ho paura di chiedere ai miei di uscire con un amico. Dall'altra parte incolpo me stessa per non essere stata forte abbastanza per fermare tutto questo. La mia mente oltre ad essere paralizzata è spaesata. Non ho amici, non ho certezze sul mio futuro, non sono in grado di fare niente, non ho mai avuto un ragazzo (e ho spesso complessi sul fatto di poterne avere uno davvero). Dopo i risultati del test, soffro d'insonnia, sono agitata, nevosa, non riesco a concentrarmi, sono triste, spesso apatica, vado spesso in panico e ho sempre il mal di testa. Sono frustrata sulla mia vita in generale e non so come migliorarla, se sono in grado di riuscirci. Agli scritti della maturità nonostante il mio impegno non sono state delle mie aspettative, non riuscirò ad uscire con un voto alto e questo mi frusta ulteriolmente, poteva essere l'unica cosa positiva in tutto questo.
Sono terrorizzata del mio futuro, non sembra esserci più certezze nella mia vita. Incolpo anche la mia famiglia per aver fatto pressioni sul fatto di avere medie più alte, mettermi in condizione di lasciare tutto ciò che non è inerente alla scuola, lasciandomi solo questo. Ho 19 e ho paura di chiedere ai miei di uscire con un amico. Dall'altra parte incolpo me stessa per non essere stata forte abbastanza per fermare tutto questo. La mia mente oltre ad essere paralizzata è spaesata. Non ho amici, non ho certezze sul mio futuro, non sono in grado di fare niente, non ho mai avuto un ragazzo (e ho spesso complessi sul fatto di poterne avere uno davvero). Dopo i risultati del test, soffro d'insonnia, sono agitata, nevosa, non riesco a concentrarmi, sono triste, spesso apatica, vado spesso in panico e ho sempre il mal di testa. Sono frustrata sulla mia vita in generale e non so come migliorarla, se sono in grado di riuscirci. Agli scritti della maturità nonostante il mio impegno non sono state delle mie aspettative, non riuscirò ad uscire con un voto alto e questo mi frusta ulteriolmente, poteva essere l'unica cosa positiva in tutto questo.
[#1]
Gentile utente,
si è informato se può ripetere il test di ingresso in altre università, anche private, per non perdere l'anno?
In ogni caso potrebbe riprovarci l'anno prossimo.
Ciò che appare comunque dalla sua richiesta, al di là del non superamento dei test, è un rapporto con i suoi genitori un po' difficile, con caratteristiche di rigidità e che le fa rimpiangere occasioni di vita non colte.
Sarebbe opportuno pertanto, anche solo per quest'ultimo aspetto consultare uno psicologo/a.
La relazione con i genitori infatti è la prima base da cui partire per proiettarsi nella vita, sia nel mondo lavorativo che in quello relazionale e sessuale. Lei sta in un periodo delicatissimo che è quello delle scelte che condizioneranno tutta la sua vita successiva e se perciò sente il bisogno di un sostegno lo cerchi qualificato. Coraggio e auguri!
Cordiali saluti
si è informato se può ripetere il test di ingresso in altre università, anche private, per non perdere l'anno?
In ogni caso potrebbe riprovarci l'anno prossimo.
Ciò che appare comunque dalla sua richiesta, al di là del non superamento dei test, è un rapporto con i suoi genitori un po' difficile, con caratteristiche di rigidità e che le fa rimpiangere occasioni di vita non colte.
Sarebbe opportuno pertanto, anche solo per quest'ultimo aspetto consultare uno psicologo/a.
La relazione con i genitori infatti è la prima base da cui partire per proiettarsi nella vita, sia nel mondo lavorativo che in quello relazionale e sessuale. Lei sta in un periodo delicatissimo che è quello delle scelte che condizioneranno tutta la sua vita successiva e se perciò sente il bisogno di un sostegno lo cerchi qualificato. Coraggio e auguri!
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Gentile ragazza,
Lei scrive: "Ho 19 e ho paura di chiedere ai miei di uscire con un amico. Dall'altra parte incolpo me stessa per non essere stata forte abbastanza per fermare tutto questo."
Forse i Suoi genitori Le hanno chiesto troppo.
Oppure Lei, come inizia a riconoscere, non è abbastanza assertiva per dire loro tutto ciò che ha scritto qui.
Posso chiedere come mai ha paura di chiedere ai Suoi genitori di poter uscire?
Teme un no? Altro?
Per essere sufficientemente forti per fermare qualcosa che ci sta facendo male, dobbiamo in prima battuta esserne consapevoli. Quindi La invito ad essere più gentile e comprensiva con se stessa. Lei è un adolescente, con mille idee in testa e in tutto questo è riuscita in molte cose. Ora sta anche cercando di mettere ordine e priorità nella Sua vita. Si sta staccando gradualmente dai Suoi genitori, iniziando a diventare più consapevole delle dinamiche famigliari.
Poichè è giovane, è importante che Lei continui con questo processo di crescita, nel quale imparerà che Lei NON corrisponde al voto di maturità e che un fallimento nella vita è possibile e può anche essere -se noi lo permettiamo- il motivo di crescita.
Cordiali saluti,
Lei scrive: "Ho 19 e ho paura di chiedere ai miei di uscire con un amico. Dall'altra parte incolpo me stessa per non essere stata forte abbastanza per fermare tutto questo."
Forse i Suoi genitori Le hanno chiesto troppo.
Oppure Lei, come inizia a riconoscere, non è abbastanza assertiva per dire loro tutto ciò che ha scritto qui.
Posso chiedere come mai ha paura di chiedere ai Suoi genitori di poter uscire?
Teme un no? Altro?
Per essere sufficientemente forti per fermare qualcosa che ci sta facendo male, dobbiamo in prima battuta esserne consapevoli. Quindi La invito ad essere più gentile e comprensiva con se stessa. Lei è un adolescente, con mille idee in testa e in tutto questo è riuscita in molte cose. Ora sta anche cercando di mettere ordine e priorità nella Sua vita. Si sta staccando gradualmente dai Suoi genitori, iniziando a diventare più consapevole delle dinamiche famigliari.
Poichè è giovane, è importante che Lei continui con questo processo di crescita, nel quale imparerà che Lei NON corrisponde al voto di maturità e che un fallimento nella vita è possibile e può anche essere -se noi lo permettiamo- il motivo di crescita.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Vorrei riportarle due aneddoti.
Ho sempre frequentato catechismo fino alla cresima. Dopo questa, sono iniziati i problemi. Innanzitutto l'orario che era sempre verso sera e facevamo spesso attività fuori dall'oratorio. Erano sempre motivi di forti litigi in casa. Dopo due anni ho rinunciato al catechismo perché il rapporto con i miei era sempre teso e non ero mai serena, seppur fosse una delle cose che desideravo tanto fare, avevo anche degli amici là con cui ho perso i contatti. Dopo ci sono ritornata perché il parroco ha saputo del mio problema e ha fatto pressione ai miei sul tornarci dopo quattro anni. Non riesco più ad integrarmi nel gruppo di catechismo e nonostante questo i miei sembrano contrariati a mandarmi là anche se non me lo dicono. Lo stesso vale per le mie uscite con gli amici e le altre attività, perché prima ero troppo piccola (se succedeva qualcosa la colpa ricadeva sui miei), poi diventata maggiorenne perché ero una ragazza (se mi succedeva qualcosa ne portavo le conseguenza per tutta la mia vita) su altre uscite. Se inistevo i miei si arrabbiavano e inasprivano la loro decisione, negandomi altre cose.
Un altro esempio è stato due anni fa quando volevo iscrivermi alla Croce Rossa. Per alcune attività usavo la scusa dei crediti scolastici per mandarmi a farli. Inizialmente hanno acconsentito, fino a che hanno iniziato a cambiare idea. Non ricordo più per quale motivo, se è stato qualcosa che ho detto o fatto, durante un litigo, mio padre ha detto di no e mi ha detto di stare a casa, rifiutandosi di accompagnarmi. Mia madre vedendomi che stavo male, mi ha accompagnata, anziché mio papà. Dopo il primo incontro ha desistito nel non andarci ancora, perché troppo impegnativo e mi portava via troppo tempo dallo studio.
Quando cerco di dire quanto sia insoddisfatta di alcuni aspetti della mia vita e dei miei bisogni mi fanno sempre: "ti abbiamo dato tutto quello che hai bisogno, non ti basta?" oppure "quello che conta più per te sono lo studio e la famiglia, il resto è superfluo".
Ero consapevole della mia condizione, se ci combattevo il rapporto già complicato con i miei si inaspriva e ne sono terrorizzata, oltre ad diventare più infelice di quanto lo sia ora. Sapevo che la situazione non andava bene per me, ma per timore di peggiorare le cose preferivo obbedire e non fare nulla. Tutte le mie frustrazione si accumulavano sempre di più negli anni. Voglio staccarmi da tutto questo, ma mi sempre impossibile, non so come fare.
Ho sempre frequentato catechismo fino alla cresima. Dopo questa, sono iniziati i problemi. Innanzitutto l'orario che era sempre verso sera e facevamo spesso attività fuori dall'oratorio. Erano sempre motivi di forti litigi in casa. Dopo due anni ho rinunciato al catechismo perché il rapporto con i miei era sempre teso e non ero mai serena, seppur fosse una delle cose che desideravo tanto fare, avevo anche degli amici là con cui ho perso i contatti. Dopo ci sono ritornata perché il parroco ha saputo del mio problema e ha fatto pressione ai miei sul tornarci dopo quattro anni. Non riesco più ad integrarmi nel gruppo di catechismo e nonostante questo i miei sembrano contrariati a mandarmi là anche se non me lo dicono. Lo stesso vale per le mie uscite con gli amici e le altre attività, perché prima ero troppo piccola (se succedeva qualcosa la colpa ricadeva sui miei), poi diventata maggiorenne perché ero una ragazza (se mi succedeva qualcosa ne portavo le conseguenza per tutta la mia vita) su altre uscite. Se inistevo i miei si arrabbiavano e inasprivano la loro decisione, negandomi altre cose.
Un altro esempio è stato due anni fa quando volevo iscrivermi alla Croce Rossa. Per alcune attività usavo la scusa dei crediti scolastici per mandarmi a farli. Inizialmente hanno acconsentito, fino a che hanno iniziato a cambiare idea. Non ricordo più per quale motivo, se è stato qualcosa che ho detto o fatto, durante un litigo, mio padre ha detto di no e mi ha detto di stare a casa, rifiutandosi di accompagnarmi. Mia madre vedendomi che stavo male, mi ha accompagnata, anziché mio papà. Dopo il primo incontro ha desistito nel non andarci ancora, perché troppo impegnativo e mi portava via troppo tempo dallo studio.
Quando cerco di dire quanto sia insoddisfatta di alcuni aspetti della mia vita e dei miei bisogni mi fanno sempre: "ti abbiamo dato tutto quello che hai bisogno, non ti basta?" oppure "quello che conta più per te sono lo studio e la famiglia, il resto è superfluo".
Ero consapevole della mia condizione, se ci combattevo il rapporto già complicato con i miei si inaspriva e ne sono terrorizzata, oltre ad diventare più infelice di quanto lo sia ora. Sapevo che la situazione non andava bene per me, ma per timore di peggiorare le cose preferivo obbedire e non fare nulla. Tutte le mie frustrazione si accumulavano sempre di più negli anni. Voglio staccarmi da tutto questo, ma mi sempre impossibile, non so come fare.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.4k visite dal 25/06/2014.
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