Mia madre è depressa?

Gentilissimi,

sono un ragazzo di 22 anni, studente fuori sede.
Scrivo per la situazione psicologica di mia madre.
Cercherò di farla breve: circa un anno e mezzo fa ho incrociato
mia madre per strada mentre tornava a piedi a casa da sola, in un mare di lacrime. Dopo averla fatta salire in macchina con me le ho chiesto cosa non andasse e mi ha confessato che mio padre le aveva detto, che non l'amava più e che l'avrebbe lasciata non appena anche mia sorella avrebbe iniziato l'università.
Per mia madre è stata una notizia terribile ed assolutamente inaspettata.
Sono l'unica persona ad essere al corrente di questa situazione (all'insaputa di mio padre) e sono sicuro che nessuno sospetti nulla: i miei genitori non si sono mai
abbracciati o baciati in pubblico, neanche quando si amavano.
Mio padre è stato trasferito a 300 km di distanza dall'inizio dell'anno e dorme a casa solo per 3 giorni a settimana, mia sorella sta finendo in questi giorni le superiori e a settembre mi raggiungerà per iniziare l'università.
Mia madre, purtroppo, non ha tanti amici, un solo fratello maggiore con il quale non ha mai avuto un ottimo rapporto e una madre molto anziana, lavora
da settembre/ottobre a maggio/giugno, poi per un paio di settimane durante luglio e passa il resto dell'estate in vacanza al mare, in un'altra casa. Il suo non è un lavoro
dipendente, quindi decide lei quando lavorare.
La mia paura più grande è che possa cadere in depressione perché è stata sempre dipendente da mio padre: l'ha sempre aiutata (e lo fa ancora, ma meno di prima) nel suo lavoro, è stato il suo unico confidente per quasi 25 anni di matrimonio e ha sempre avuto solo amicizie in comune con lei.

Ultimamente, quando ci sentiamo al telefono, la sento sempre più giù di morale (cosa che in 20 anni, non esagero, non era mai successa) e sta iniziando a dire di essere depressa. Ora, so che non si può parlare di depressione solo se una persona si sente giù di corda e non le va di fare nulla ma temo che possa essere un inizio e il fatto
che stia iniziando a pensare di esserlo, temo sia un'aggravante.
Ho davvero paura perché se mia madre dovesse effettivamente cadere in depressione non saprei come gestire la situazione sia perché io non ho un carattere
forte (rischierei di finire in depressione anche io), sia perché non penso che il mio futuro sarà nel mio paese d'origine e quindi non potrei neanche starle vicino,
sia perché mia sorella è un po' più "egoista" di me e non penso che prenderebbe la situazione tanto "a cuore" come me, sia perché non so che intenzioni abbia mio padre, sia perché mia madre effettivamente rimarrebbe sola (perché mi ha anche confessato che eventualmente non si risposerebbe), eccecc
Data questa situazione, cosa posso fare per evitare che mia madre cada in depressione? Come tirarla su di morale? Dovrei parlare
con uno psicologo? Dovrei sentirla il più spesso possibile o fare il contrario? Dovrei consolarla o dirle di non piangersi addosso?

Grazie mille in anticipo.
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Pur immaginando il suo sconforto ed il suo dolore, lei non può fare nulla affinché sua madre non viva la sua depressione, soltanto uno psicologo può farlo.
È indispensabile che sua madre sia consapevole di vivere una problematica e quindi valuti la possibilità di chiedere aiuto.
Il rischio nel quale può incorrere lei, è quello di fungere da "partner sostitutivo" essendo figlio maschio, non aiutando nessuno di voi.
Inviti sua madre a rivolgersi ad una struttura pubblica dove un nostro collega l' aiuterà ad elaborare il dolore per questa possibile frattura

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro Utente,

mi sembra che lei si senta responsabile del benessere di sua madre e che stia considerando il problema come se fosse un suo problema.
E' bello che voglia aiutarla e starle vicino, ma deve stare attento a non identificarsi eccessivamente con lei (tanto da pensare di poter cadere in depressione allo stesso modo) se le vuole essere d'aiuto.
Allo stesso tempo non deve pensare di essere l'unico che la può aiutare: anche se ha fatto affidamento per molti anni essenzialmente sul marito si tratta di una donna che lavora e che quindi ha una sua attività, degli interessi, dei contatti sociali, e non di una persona priva di risorse.

Chiaramente la prospettiva che il marito la voglia lasciare non può che rattristarla, soprattutto se non sospettava nulla, ma lei sembra sicuro del fatto che non ci sia la possibilità di una ricomposizione: come mai? Secondo lei non è possibile che si facciano aiutare da uno psicologo a superare i problemi che li dividono?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
Dr.ssa Nunzia Spiezio Psicologo 531 20
Caro ragazzo,
mi associo alle risposte dei colleghi.
Lei, purtroppo, non può prendersi carico di un qualcosa che, tra l'altro, non riuscirebbe neanche a gestire facendo lei stesso parte del "problema".
L'istanza di aiuto deve partire o dalla coppia genitoriale o da sua madre in prima persona nel caso in cui lo ritenga necessario. Al limite lei la potrebbe lanciare come prospettiva.
Detto questo non è cosa certa che le cose non possano ricomporsi. Dopo tutto i suoi genitori stanno attraversando un momento di coppia molto difficile che, precedentemente, forse non avevano mai avuto modo di affrontare: l'amore a distanza. Questa cosa, anche nelle coppie più collaudate ha bisogno di rodaggio.Se poi mamma è così dipendente da papà come racconta allora è comprensibile che la cosa diventa ancora più difficile da tabulare. Dopotutto, se ho compreso bene, è da solo sei mesi che mamma e papà sono distanti 300 km? Io darei loro del tempo per assestarsi. Con l'aiuto di un terapeuta di coppia, chiaramente, sarebbe tutto più facile.
Tanti auguri.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino