Comportamento
Buongiorno, sono una mamma di due bambine di 15 anni e 11 anni; vi scrivo per un problema con la piccola.
Ieri con mio marito siamo andati a ritirare la pagella scolastica (5 elementare) e abbiamo fatto una bruttissima scoperta: la bambina in una delle ultime verifiche di italiano aveva cambiato il voto, un 6 (che era scritto a lapis), datole dall'insegnante con un 7!
Noi siamo rimasti attoniti perchè non sapevamo cosa dire.
La maestra, che logicamente se ne è accorta, ci ha detto che quando ne ha parlato con la bambina, fuori dalla classe, questa ha negato, negato e negato con forza (alzando quasi la voce) fino a dire alla maestra che era lei che si sbagliava. Poi quando la maestra ha, giustamente, insistito che il voto era il 6 e non 7, la bambina si è messa ha piangere, ha chiesto scusa alla maestra chiedodole di non dire niente al padre.
Premetto che sia io che mio marito abbiamo sempre detto, ad entrambe, che ci saremmo arrabbiati di più se ci avessero detto una bugia, anzichè la verità, bella o brutta e visto il reale voto non ci saremmo certo arrabbiati.
Devo dire che questo suo atteggiamento è successo qualche volta con degli episodi che coinvolgeva anche la sorella, ma in quei casi, non sependo come erano andate effettivamete le cose, sono state riprese entrambe.
A questo punto chiedo come ci dobbiamo comportare? La maestra, che aveva promesso alla bimba di non dirci niente, ci consigliato di non dirle niente e di stare a vedere come si comporta. Ma come faccio a farle capire che quello che ha fatto è sbagliato? E se continua a farlo in altre situazioni che sul momento non ce ne accorgiamo predendoci "per il naso"? Sono molto preoccupata perchè mi sento persa...nei momenti liberi cerco di stare con le bambine dividendomi (perchè le esigenze vista l'età sono diverse), parliamo, giochiamo, andiamo fuori ....credevo di conoscerla.....
Mi potreste dare un mano? Grazie mille.
Ieri con mio marito siamo andati a ritirare la pagella scolastica (5 elementare) e abbiamo fatto una bruttissima scoperta: la bambina in una delle ultime verifiche di italiano aveva cambiato il voto, un 6 (che era scritto a lapis), datole dall'insegnante con un 7!
Noi siamo rimasti attoniti perchè non sapevamo cosa dire.
La maestra, che logicamente se ne è accorta, ci ha detto che quando ne ha parlato con la bambina, fuori dalla classe, questa ha negato, negato e negato con forza (alzando quasi la voce) fino a dire alla maestra che era lei che si sbagliava. Poi quando la maestra ha, giustamente, insistito che il voto era il 6 e non 7, la bambina si è messa ha piangere, ha chiesto scusa alla maestra chiedodole di non dire niente al padre.
Premetto che sia io che mio marito abbiamo sempre detto, ad entrambe, che ci saremmo arrabbiati di più se ci avessero detto una bugia, anzichè la verità, bella o brutta e visto il reale voto non ci saremmo certo arrabbiati.
Devo dire che questo suo atteggiamento è successo qualche volta con degli episodi che coinvolgeva anche la sorella, ma in quei casi, non sependo come erano andate effettivamete le cose, sono state riprese entrambe.
A questo punto chiedo come ci dobbiamo comportare? La maestra, che aveva promesso alla bimba di non dirci niente, ci consigliato di non dirle niente e di stare a vedere come si comporta. Ma come faccio a farle capire che quello che ha fatto è sbagliato? E se continua a farlo in altre situazioni che sul momento non ce ne accorgiamo predendoci "per il naso"? Sono molto preoccupata perchè mi sento persa...nei momenti liberi cerco di stare con le bambine dividendomi (perchè le esigenze vista l'età sono diverse), parliamo, giochiamo, andiamo fuori ....credevo di conoscerla.....
Mi potreste dare un mano? Grazie mille.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora, comprendo che vi sentiate in difficoltà. Ma la invito a riflettere su tre questioni.
La prima riguarda il comportamento della bambina. Quali motivazioni l'hanno spinta? Cosa desiderava? Ad esempio, voleva compiacervi? Era delusa dal voto? Si vergognava di aver preso 6?
La seconda questione riguarda le vostre aspettative nei suoi confronti. Forse immaginavate un rapporto un pò idilliaco, in cui la vostra bambina mai e poi mai vi avrebbe mentito... ma è irrealistico.
Tutti noi mentiamo, anche parecchie volte al giorno. Mentiamo a noi stessi, mentiamo agli altri, accampiamo scuse.
Che valore state dando a questa piccola bugia? Ne state facendo una questione generale di fiducia?
La terza questione, per me molto importante, riguarda il modo in cui state gestendo questo piccolo momento di crisi. Cioè, se ci riflette, mentendo.
La maestra ha mentito a sua figlia, dicendo che non vi avrebbe detto nulla. Voi state, se non mentendo, almeno omettendo, fingendo di non sapere. Ci aveva pensato?
La prima riguarda il comportamento della bambina. Quali motivazioni l'hanno spinta? Cosa desiderava? Ad esempio, voleva compiacervi? Era delusa dal voto? Si vergognava di aver preso 6?
La seconda questione riguarda le vostre aspettative nei suoi confronti. Forse immaginavate un rapporto un pò idilliaco, in cui la vostra bambina mai e poi mai vi avrebbe mentito... ma è irrealistico.
Tutti noi mentiamo, anche parecchie volte al giorno. Mentiamo a noi stessi, mentiamo agli altri, accampiamo scuse.
Che valore state dando a questa piccola bugia? Ne state facendo una questione generale di fiducia?
La terza questione, per me molto importante, riguarda il modo in cui state gestendo questo piccolo momento di crisi. Cioè, se ci riflette, mentendo.
La maestra ha mentito a sua figlia, dicendo che non vi avrebbe detto nulla. Voi state, se non mentendo, almeno omettendo, fingendo di non sapere. Ci aveva pensato?
[#2]
Utente
Ho riflettuto e Le dico:
- Riguardo alla prima questione: non ha dato nessuna motivazione alla maestra e tanto meno a noi visto che ancora non ci siamo sbilanciati.
- Sulla seconda questione, le chiedo: le sembra una piccola bugia quella di non dire che ha provato a "falsificare" la valutazione della maestra? Io per piccola bugia intendo per esempio dire di aver fatto tutti i compiti ed invece non è vero. Ma questa a parer mio è una grave bugia.
- Sulla terza questione: 1) L'insegnante deve o non deve interagire con i genitori per il bene dell'alunno e con lo stesso per correggerlo negli attegiamenti/comportamenti sbagliati? 2) non ci siamo pronunciati con la bimba (che è al mare con la nonna) perchè non sappiamo come comportarci ecco perchè ho chiesto un consulto!
Grazie comunque per la sua disponibilità.
- Riguardo alla prima questione: non ha dato nessuna motivazione alla maestra e tanto meno a noi visto che ancora non ci siamo sbilanciati.
- Sulla seconda questione, le chiedo: le sembra una piccola bugia quella di non dire che ha provato a "falsificare" la valutazione della maestra? Io per piccola bugia intendo per esempio dire di aver fatto tutti i compiti ed invece non è vero. Ma questa a parer mio è una grave bugia.
- Sulla terza questione: 1) L'insegnante deve o non deve interagire con i genitori per il bene dell'alunno e con lo stesso per correggerlo negli attegiamenti/comportamenti sbagliati? 2) non ci siamo pronunciati con la bimba (che è al mare con la nonna) perchè non sappiamo come comportarci ecco perchè ho chiesto un consulto!
Grazie comunque per la sua disponibilità.
[#3]
Gentile Signora,
Comprendo che possa sentirsi disorientata e sorpresa rispetto al comportamento di sua figlia, e forse anche delusa rispetto all'aspettativa di conoscerla bene. Il fatto che la bimba abbia mentito sembra avere messo in discussione l'immagine che lei aveva della bambina. E' apprezzabile che lei cerchi di comprendere che cosa l'abbia portata ad agire con l'inganno, anche per dare un significato al fatto e trovare un modo di rapportarsi alla bambina.
Come scrive il Dott. Cali', e' cosa comune il mentire, non solo nei bambini, ma in tutti noi. Per bugia, intendo dire anche una distorsione di un avvenimento, amplificato o modificato, l'invenzione di sana pianta, persino le omissioni. Ovviamente, ci sono bugie innocenti e bugie tese a ledere gli altri. Lo scopo della bugia, comunque, e' spesso la difesa della propria immagine e della propria condotta di fronte a se stessi, a volte, e di fronte agli altri. La bugia, vista in questo senso, ha anche il valore di protezione di un se' fragile, vulnerabile, non del tutto definito. Forse la bambina ha timore di non essere apprezzata o accettata incondizionatamente ma solo sulla base di alcuni risultati?
Ad ogni modo, e qui riprendo l'acuta riflessione del mio Collega, la invito a riconsiderare il comportamento, anch'esso menzognero, dell'insegnante, non perché non dovesse avvisare voi genitori, ma perché avrebbe potuto dire alla bambina che vi avrebbe avvisati. In questo caso, sarebbe stata trasparente e credibile, pur se severa. A proposito di questa insegnante, che rapporto ha o aveva sua figlia con lei in passato? Ci sono stati altri episodi che le sono stati riportati?
Un cordiale saluto
Comprendo che possa sentirsi disorientata e sorpresa rispetto al comportamento di sua figlia, e forse anche delusa rispetto all'aspettativa di conoscerla bene. Il fatto che la bimba abbia mentito sembra avere messo in discussione l'immagine che lei aveva della bambina. E' apprezzabile che lei cerchi di comprendere che cosa l'abbia portata ad agire con l'inganno, anche per dare un significato al fatto e trovare un modo di rapportarsi alla bambina.
Come scrive il Dott. Cali', e' cosa comune il mentire, non solo nei bambini, ma in tutti noi. Per bugia, intendo dire anche una distorsione di un avvenimento, amplificato o modificato, l'invenzione di sana pianta, persino le omissioni. Ovviamente, ci sono bugie innocenti e bugie tese a ledere gli altri. Lo scopo della bugia, comunque, e' spesso la difesa della propria immagine e della propria condotta di fronte a se stessi, a volte, e di fronte agli altri. La bugia, vista in questo senso, ha anche il valore di protezione di un se' fragile, vulnerabile, non del tutto definito. Forse la bambina ha timore di non essere apprezzata o accettata incondizionatamente ma solo sulla base di alcuni risultati?
Ad ogni modo, e qui riprendo l'acuta riflessione del mio Collega, la invito a riconsiderare il comportamento, anch'esso menzognero, dell'insegnante, non perché non dovesse avvisare voi genitori, ma perché avrebbe potuto dire alla bambina che vi avrebbe avvisati. In questo caso, sarebbe stata trasparente e credibile, pur se severa. A proposito di questa insegnante, che rapporto ha o aveva sua figlia con lei in passato? Ci sono stati altri episodi che le sono stati riportati?
Un cordiale saluto
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora, procedo con ordine.
Prima questione: il fatto che non vi siate sbilanciati finora è comprensibile, ma, se ci pensa, anche condizionato. La scelta della maestra, di dire alla bimba che non vi avrebbe detto nulla e poi di fatto fare diversamente, vi mette in difficoltà, anche se magari fatta con le migliori intenzioni. Questo ha reso per voi più difficile sbilanciarvi.
Seconda questione: non so se questa sia una piccola o grande bugia. In sè, è una bugia. Le sue dimensioni sono ben lungi dall'essere oggettive: dipendono, in sostanza, da come voi genitori la valutate e giudicate. Come giudica la bugia della maestra? Piccola o grande? E perchè?
Attenzione: non sto giudicando negativamente la maestra di vostra figlia. Ha agito secondo una sua personale prospettiva, e non è mio compito mettermi qui a sindacare. Ma dire una cosa falsa è una definizione abbastanza semplice di mentire, non trova?
Terza questione: quello che l'insegnante deve o non deve fare attiene al suo specifico professionale, ed al modo in cui incarna nel suo agire i suoi valori personali e professionali. Come le ha fatto notare la collega dott.ssa Scolamacchia, aveva altre alternative possibili, come ad esempio avvisarla lealmente che vi avrebbe riferito dell'accaduto, dandole così un esempio concreto di come un adulto può comportarsi nei momenti difficili.
Comprendo benissimo come vogliate aiutare la vostra bambina a trarre un insegnamento da tutto questo, e magari migliorare il suo comportamento futuro.
Fate allora attenzione alle vostre emozioni, ed al modo in cui si traducono in interazioni con la piccola. Le faccio un esempio concreto.
Ipotizziamo che voi giudichiate molto severamente non solo il comportamento specifico, ma che estendiate la vostra valutazione alla bambina stessa (è la differenza, per essere più specifico, tra dire "hai detto una bugia" e "sei una bugiarda"). Può sembrare solo una sfumatura linguistica, ma cela una differente valenza emotiva, per chi lo dice e per chi lo sente.
Se questo accadesse, e se cioè la vostra bambina si sentisse "etichettata", potrebbe provare molta vergogna, imbarazzo, ansia, rabbia, tristezza, o un mix di queste emozioni.
I bambini (ma anche noi adulti, molto spesso) possono avere difficoltà a gestire vissuti emotivi molto dolorosi. Quello che fanno, in questi casi, è provare a gestire il dolore emotivo, con modalità loro. Un esempio lo avete avuto con i tentativi di negare l'accaduto, anche molto veementi, che vostra figlia ha messo in atto di fronte alle rimostranze della maestra. Leggendo, ho avuto l'impressione che fosse un comportamento molto "emotivo", dettato magari da paura o vergogna.
La difficoltà che vi trovate ad affrontare, gentile signora, accomuna tutti i genitori: come fare ad aiutare mia figlia a cambiare un comportamento, in modo autorevole ma allo stesso tempo non aggressivo?
La vostra sfida, ora, sarà quella di mostrare a vostra figlia un modello cui ispirarsi, adulto, credibile, coerente, autorevole ma allo stesso tempo amorevole. Parlare con la piccola in modo chiaro, leale ed aperto, aiutandola ad aprirsi, esprimendo il vostro dissenso sul comportamento ed allo stesso tempo comprensione per il suo stato d'animo.
Datele spazio e modo per esporvi la sua versione, senza imbastire un processo, ascoltandola, ed esprimendo in modo diretto, chiaro e commisurato il vostro dispiacere ed il vostro dissenso. Così, al di là di quello che dite, il "modo" in cui lo dite sarà una bella lezione per vostra figlia, che potrà ispirarsi a voi, e magari, la prossima volta, comportarsi in modo più sincero e leale.
Se proprio volete uscire dall'impasse, potreste proporre alla maestra di dire sinceramente alla bambina che, malgrado si fosse impegnata a non dir nulla, ha cambiato idea, ed ha scelto di riferirvi l'accaduto, perchè non voleva nascondere a voi genitori una cosa importante che la riguardava.
Che ne pensa?
Prima questione: il fatto che non vi siate sbilanciati finora è comprensibile, ma, se ci pensa, anche condizionato. La scelta della maestra, di dire alla bimba che non vi avrebbe detto nulla e poi di fatto fare diversamente, vi mette in difficoltà, anche se magari fatta con le migliori intenzioni. Questo ha reso per voi più difficile sbilanciarvi.
Seconda questione: non so se questa sia una piccola o grande bugia. In sè, è una bugia. Le sue dimensioni sono ben lungi dall'essere oggettive: dipendono, in sostanza, da come voi genitori la valutate e giudicate. Come giudica la bugia della maestra? Piccola o grande? E perchè?
Attenzione: non sto giudicando negativamente la maestra di vostra figlia. Ha agito secondo una sua personale prospettiva, e non è mio compito mettermi qui a sindacare. Ma dire una cosa falsa è una definizione abbastanza semplice di mentire, non trova?
Terza questione: quello che l'insegnante deve o non deve fare attiene al suo specifico professionale, ed al modo in cui incarna nel suo agire i suoi valori personali e professionali. Come le ha fatto notare la collega dott.ssa Scolamacchia, aveva altre alternative possibili, come ad esempio avvisarla lealmente che vi avrebbe riferito dell'accaduto, dandole così un esempio concreto di come un adulto può comportarsi nei momenti difficili.
Comprendo benissimo come vogliate aiutare la vostra bambina a trarre un insegnamento da tutto questo, e magari migliorare il suo comportamento futuro.
Fate allora attenzione alle vostre emozioni, ed al modo in cui si traducono in interazioni con la piccola. Le faccio un esempio concreto.
Ipotizziamo che voi giudichiate molto severamente non solo il comportamento specifico, ma che estendiate la vostra valutazione alla bambina stessa (è la differenza, per essere più specifico, tra dire "hai detto una bugia" e "sei una bugiarda"). Può sembrare solo una sfumatura linguistica, ma cela una differente valenza emotiva, per chi lo dice e per chi lo sente.
Se questo accadesse, e se cioè la vostra bambina si sentisse "etichettata", potrebbe provare molta vergogna, imbarazzo, ansia, rabbia, tristezza, o un mix di queste emozioni.
I bambini (ma anche noi adulti, molto spesso) possono avere difficoltà a gestire vissuti emotivi molto dolorosi. Quello che fanno, in questi casi, è provare a gestire il dolore emotivo, con modalità loro. Un esempio lo avete avuto con i tentativi di negare l'accaduto, anche molto veementi, che vostra figlia ha messo in atto di fronte alle rimostranze della maestra. Leggendo, ho avuto l'impressione che fosse un comportamento molto "emotivo", dettato magari da paura o vergogna.
La difficoltà che vi trovate ad affrontare, gentile signora, accomuna tutti i genitori: come fare ad aiutare mia figlia a cambiare un comportamento, in modo autorevole ma allo stesso tempo non aggressivo?
La vostra sfida, ora, sarà quella di mostrare a vostra figlia un modello cui ispirarsi, adulto, credibile, coerente, autorevole ma allo stesso tempo amorevole. Parlare con la piccola in modo chiaro, leale ed aperto, aiutandola ad aprirsi, esprimendo il vostro dissenso sul comportamento ed allo stesso tempo comprensione per il suo stato d'animo.
Datele spazio e modo per esporvi la sua versione, senza imbastire un processo, ascoltandola, ed esprimendo in modo diretto, chiaro e commisurato il vostro dispiacere ed il vostro dissenso. Così, al di là di quello che dite, il "modo" in cui lo dite sarà una bella lezione per vostra figlia, che potrà ispirarsi a voi, e magari, la prossima volta, comportarsi in modo più sincero e leale.
Se proprio volete uscire dall'impasse, potreste proporre alla maestra di dire sinceramente alla bambina che, malgrado si fosse impegnata a non dir nulla, ha cambiato idea, ed ha scelto di riferirvi l'accaduto, perchè non voleva nascondere a voi genitori una cosa importante che la riguardava.
Che ne pensa?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 19/06/2014.
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