Oncofobia

Ho 26 anni. Da gennaio di quest'anno, anzi, forse in parte anche qualche mese prima, sto avendo continui attacchi d'ansia scatenati dalla più piccola imperfezione e asimmetria che noto nel mio corpo...sono arrivata addirittura ad essere assalita dal terrore del linfoma toccandomi l'ultima vertebra dietro la nuca!!! So benissimo che sono timori irrazionali, ma il terrore mi assale lo stesso. Spesso mi viene la tentazione di spremermi i capezzoli o farmi autopalpazioni che sicuramente, nel mio stato provocano terrori ingiustificati, ma non mi sento in pace finchè non li ho fatti. Sto rovinando la mia vita e quella dei miei cari, che hanno bisogno di serenità soprattutto in questo momento. Sto seguendo la psicologa, sto seguendo i suoi consigli, sto cercando di stare più possibile fuori casa ma non serve a nulla, appena torno il terrore mi riassale, non posso parlarne nè al mio ragazzo nè a nessuno perché provocherei solo ansia anche in loro e non servirebbe a niente, niente di quello che ho tentato finora serve. Sono distrutta e non c'è niente che mi distrugge, nessun motivo per piangere disperata come sto facendo ora, eppure non riesco a smettere. Vorrei non esistere più in questi momenti, mi sento male e umiliata nello stesso tempo da questo male inesistente. Tra poco la terapista andrà in vacanza tutto agosto e sono terrorizzata dal fatto che questo unico sostegno se ne andrà. Non ho preso psicofarmaci perché finora non ne ho voluti: voglio sapere cosa mi succede, non annientarmi per un periodo, tra l'altro, limitato di tempo. Non ce la faccio più.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile ragazza,
ho letto questa tua mail ed anche le altre richieste fatte presso il nostro sito: è comprensibile che tu ti senta angosciata, chiunque di noi si sentirebbe così se sentisse il proprio corpo "andarsene un po' per i fatti suoi"

Se tutti gli accertamenti che hai fatto hanno avuto esito negativo, può darsi che tu soffra d'ansia. In questi casi il trattamento migliore è rappresentato dall'associazione tra psicoterapia cognitivo-comportamentale e farmacoterapia (prescritta dallo psichiatra dopo attenta valutazione)

Ora, mi sembra di capire che parzialmente qualcosa stai facendo: non credo dal tuo racconto che la tua psicologa sia di orientamento cogn-comp, se ti consiglia di uscire per distrarti, anche perchè facendo così rischi di continuare ad evitare le situazioni temute (= rimanere in casa a pensare che sei malata, ad es), ma se ti fidi di lei è già qualcosa. Anche se la tua mail mi dice che forse, sotto sotto, non è che ti fidi ciecamente di lei...

Inoltre affermi di voler evitare i farmaci. Messa così, quindi, stai seguendo un percorso "parziale": senza farmaci e con una psicologa non cogn-comp potresti risolvere il problema ma ci potrebbe volere molto tempo. Per cui dipende da te capire quanto tempo sei disposta ad aspettare.

Prendere farmaci fà paura, lo so, ma ricorda che per arrivare a Roma si possono fare molte strade (tutte come dice il detto...), c'è chi sceglie l'autostrada, c'è chi va attraverso i campi

l'importante, però, è che continui a curarti. Vedrai che prima o poi all'orizzonte spunterà il colosseo
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