Troppa e ansia e respirazione soffocata
salve. prima di scrivere sul mio problema ho letto qualche articolo qui dentro per capire in quale specializzazione avrei dovuto scrivere, quindi non è che sia proprio così sicuro che nell'area della psicologia sia giusto...nel caso mi correggerete.
il mio problema consiste (ed è una vita che l'ho a mio avviso circa 20 anni, ora ne ho 40!) nell'essere troppo ansioso e con il bisogno costante di dover respirare o sbadigliare profondamente per potermi distendere se no è un problema...il tutto si percuote sulla voce la quale esce tremolante! il malessere come detto vi è sempre, a volte molto lieve altre molto forte da non chiudere addirittura occhio (malgrado sia molto stanco) quando è ora di dormire!
mi sono stancato!!! cosa posso fare!? potete aiutarmi?
il mio problema consiste (ed è una vita che l'ho a mio avviso circa 20 anni, ora ne ho 40!) nell'essere troppo ansioso e con il bisogno costante di dover respirare o sbadigliare profondamente per potermi distendere se no è un problema...il tutto si percuote sulla voce la quale esce tremolante! il malessere come detto vi è sempre, a volte molto lieve altre molto forte da non chiudere addirittura occhio (malgrado sia molto stanco) quando è ora di dormire!
mi sono stancato!!! cosa posso fare!? potete aiutarmi?
[#1]
Gentile Utente,
è possibile che il suo malessere sia effettivamente di natura ansiosa, come lei suggerisce, ma sarebbe opportuno che lei ne parlasse prima di tutto al suo medico curante per escludere la compresenza di altre cause: l'ha già fatto?
Nel caso in cui si tratti di una sindrome ansiosa sarebbe necessario che lei si rivolgesse di persona ad uno psicologo per chiedere una valutazione del suo quadro clinico e un intervento volto a permetterle di superare il disagio che prova.
Non ci ha mai pensato?
Ci dice che il suo problema dura da 20 anni e penso che sia presente almeno in via parziale (se non esclusiva) una componente ansiosa, quindi le chiedo di dirci se ha già fatto qualcosa per occuparsene oppure ha semplicemente convissuto con l'ansia nella speranza che prima o poi sarebbe passata.
è possibile che il suo malessere sia effettivamente di natura ansiosa, come lei suggerisce, ma sarebbe opportuno che lei ne parlasse prima di tutto al suo medico curante per escludere la compresenza di altre cause: l'ha già fatto?
Nel caso in cui si tratti di una sindrome ansiosa sarebbe necessario che lei si rivolgesse di persona ad uno psicologo per chiedere una valutazione del suo quadro clinico e un intervento volto a permetterle di superare il disagio che prova.
Non ci ha mai pensato?
Ci dice che il suo problema dura da 20 anni e penso che sia presente almeno in via parziale (se non esclusiva) una componente ansiosa, quindi le chiedo di dirci se ha già fatto qualcosa per occuparsene oppure ha semplicemente convissuto con l'ansia nella speranza che prima o poi sarebbe passata.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
salve. no non ho mai fatto niente e non ne ho mai parlato con nessuno , tantomeno col medico curante...infatti preferirei quasi evitare questo passaggio e passare direttamente da uno psicologo...
grazie per l'interesse.
ora però posso provare a parlarne un'attimo con lei, e chiederle se il mio malessere possa essere dovuto ad un passaggio della mia vita (i tempi grosso modo coincidono) e cioè: sintetizzando, nell'estate del 95 ho avuto un rapporto occasionale completo non protetto con una prostituta, dà li ho subito avuto una tremenda paura di aver contattato il virus dell'hiv...beh ho convissuto con quell'incubo per ben 3 anni, fino a quando nell'estate del 98 sono esploso e solo allora mi son deciso di fare il test (fortunatamente risultato negativo), ricordo ancora le tremende angoscie che mi venivano in quei tre anni!
può essere stato per quello mi chiedo? o semplicemente perché sono una persona più predisposta all'ansia?
premetto che faccio una regolare attività fisica, non mi drogo, non fumo, bevo solo ai pasti. e come detto precedentemente i miei "attacchi" contornati appunto da questi respiri non completi e affanati (è difficile spiegarli) sono di diverse intensità...per esempio in questi ultimi due giorni (oggi compreso) sono assai frequenti e questo senza nessun motivo!! inoltre, tengo anche a dire che non sono una persona depressa, anzi...e quindi voglio liberarmene se è possibile!!
lei pensa che possa essere possibile? in quale maniera? anche dopo così tanti anni?? (devo anche dire comunque nei primi 5-6 anni era molto peggio)
grazie ancora!
grazie per l'interesse.
ora però posso provare a parlarne un'attimo con lei, e chiederle se il mio malessere possa essere dovuto ad un passaggio della mia vita (i tempi grosso modo coincidono) e cioè: sintetizzando, nell'estate del 95 ho avuto un rapporto occasionale completo non protetto con una prostituta, dà li ho subito avuto una tremenda paura di aver contattato il virus dell'hiv...beh ho convissuto con quell'incubo per ben 3 anni, fino a quando nell'estate del 98 sono esploso e solo allora mi son deciso di fare il test (fortunatamente risultato negativo), ricordo ancora le tremende angoscie che mi venivano in quei tre anni!
può essere stato per quello mi chiedo? o semplicemente perché sono una persona più predisposta all'ansia?
premetto che faccio una regolare attività fisica, non mi drogo, non fumo, bevo solo ai pasti. e come detto precedentemente i miei "attacchi" contornati appunto da questi respiri non completi e affanati (è difficile spiegarli) sono di diverse intensità...per esempio in questi ultimi due giorni (oggi compreso) sono assai frequenti e questo senza nessun motivo!! inoltre, tengo anche a dire che non sono una persona depressa, anzi...e quindi voglio liberarmene se è possibile!!
lei pensa che possa essere possibile? in quale maniera? anche dopo così tanti anni?? (devo anche dire comunque nei primi 5-6 anni era molto peggio)
grazie ancora!
[#3]
"può essere stato per quello mi chiedo? o semplicemente perché sono una persona più predisposta all'ansia?"
Entrambe le ipotesi possono essere verosimili, ma forse anche altro.
La cosa importante in una psicoterapia è comprendere e cambiare, cioè imparare ad ascoltare le proprie emozioni e il proprio corpo, cosa che in genere un ansioso non sa fare, e poi saper modulare queste emozioni.
Certamente aver vissuto un'esperienza così spaventosa per Lei non dev'essere stato facile, ma posso chiederLe come mai non vuole parlarne col medico di base?
Entrambe le ipotesi possono essere verosimili, ma forse anche altro.
La cosa importante in una psicoterapia è comprendere e cambiare, cioè imparare ad ascoltare le proprie emozioni e il proprio corpo, cosa che in genere un ansioso non sa fare, e poi saper modulare queste emozioni.
Certamente aver vissuto un'esperienza così spaventosa per Lei non dev'essere stato facile, ma posso chiederLe come mai non vuole parlarne col medico di base?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
E' possibile che quell'esperienza (e ben 3 anni di successiva angoscia) abbiano generato in lei uno stato di ansia che non è più passato.
Come mai ha aspettato 3 anni per fare il test? Aveva paura di scoprire di aver contratto il virus?
In precedenza era sempre stato bene o aveva già avuto dei sintomi o malesseri di presumibile origine ansiosa?
Come mai ha aspettato 3 anni per fare il test? Aveva paura di scoprire di aver contratto il virus?
In precedenza era sempre stato bene o aveva già avuto dei sintomi o malesseri di presumibile origine ansiosa?
[#5]
Utente
grazie per le risposte!
fino ai 21 anni (estate 95 appunto) non mi sembrava d'essere particolarmente ansioso e certamente non a questi livelli! perchè aspettai così tanto?....allora poi! sicuramente la paura del referto, il dover parlarne con miei ed il dottore...mah, tante cose...
quindi, vorrei porvi delle domande:
- è possibile debellare la mia ansia in maniera definitiva anche dopo così tanto tempo? o si è cronicizzata? tengo a precisare che comunque in tutti questi anni è migliorata, i primi anni era veramente mostruosa!
- dovrei prendere dei farmaci? nel caso per tutta la vita o solo per un determinato periodo di cura? ci sarebbero delle controindicazioni? mi stordirebbero?
come ho già detto nei post precedenti, non sono una persona depressa, ma ho questi spasimi continui soprattutto quando devo relazionarmi con la gente...a volte è veramente imbarazzante...il tono di voce diventa "soffocato" e noti che la gente se ne accorge del tuo malessere! (si chiederanno: ma questo com'è messo!?). in questi giorni, non so perchè, ma è tornata in maniera importante, alla fine si dorme anche male, non si fa altro che cercare di controllare il respiro...ma è troppo dura! voglio sconfiggerla per sempre!
aiutatemi, datemi delle dritte per favore. grazie
fino ai 21 anni (estate 95 appunto) non mi sembrava d'essere particolarmente ansioso e certamente non a questi livelli! perchè aspettai così tanto?....allora poi! sicuramente la paura del referto, il dover parlarne con miei ed il dottore...mah, tante cose...
quindi, vorrei porvi delle domande:
- è possibile debellare la mia ansia in maniera definitiva anche dopo così tanto tempo? o si è cronicizzata? tengo a precisare che comunque in tutti questi anni è migliorata, i primi anni era veramente mostruosa!
- dovrei prendere dei farmaci? nel caso per tutta la vita o solo per un determinato periodo di cura? ci sarebbero delle controindicazioni? mi stordirebbero?
come ho già detto nei post precedenti, non sono una persona depressa, ma ho questi spasimi continui soprattutto quando devo relazionarmi con la gente...a volte è veramente imbarazzante...il tono di voce diventa "soffocato" e noti che la gente se ne accorge del tuo malessere! (si chiederanno: ma questo com'è messo!?). in questi giorni, non so perchè, ma è tornata in maniera importante, alla fine si dorme anche male, non si fa altro che cercare di controllare il respiro...ma è troppo dura! voglio sconfiggerla per sempre!
aiutatemi, datemi delle dritte per favore. grazie
[#6]
E' sempre possibile effettuare una psicoterapia, anche se sono passati tanti anni da quando il disturbo ha avuto esordio.
Quando una persona aspetta tanto tempo prima di chiedere aiuto può trovarsi ad affrontare un percorso un po' più lungo, se il problema è ormai radicato, ma non è neanche detto che sia così.
Legga questo articolo sull'argomento:
http://www.serviziodipsicologia.it/quanto-dura-una-psicoterapia-la-sua-durata-e-prevedibile/
La necessità di assumere dei farmaci di solito è legata all'impossibilità del paziente di condurre una vita normale: in tal caso diventa necessario avvalersi non solo della psicoterapia, ma anche di un supporto farmacologico.
La valutazione dell'opportunità che lei prenda dei farmaci potrà essere effettuata da un medico psichiatra se lei riterrà di consultarlo in quanto impossibilitato a condurre le normali attività quotidiane, ma non mi sembra che questo sia il suo caso.
Quando una persona aspetta tanto tempo prima di chiedere aiuto può trovarsi ad affrontare un percorso un po' più lungo, se il problema è ormai radicato, ma non è neanche detto che sia così.
Legga questo articolo sull'argomento:
http://www.serviziodipsicologia.it/quanto-dura-una-psicoterapia-la-sua-durata-e-prevedibile/
La necessità di assumere dei farmaci di solito è legata all'impossibilità del paziente di condurre una vita normale: in tal caso diventa necessario avvalersi non solo della psicoterapia, ma anche di un supporto farmacologico.
La valutazione dell'opportunità che lei prenda dei farmaci potrà essere effettuata da un medico psichiatra se lei riterrà di consultarlo in quanto impossibilitato a condurre le normali attività quotidiane, ma non mi sembra che questo sia il suo caso.
[#11]
Gentile Utente,
Lei scrive: "ho questi spasimi continui soprattutto quando devo relazionarmi con la gente...a volte è veramente imbarazzante...il tono di voce diventa "soffocato" e noti che la gente se ne accorge del tuo malessere!"
e anche: "...non si fa altro che cercare di controllare il respiro...ma è troppo dura!
Qui descrive bene il meccanismo e soprattutto la Sua idea, ovvero il costante monitoraggio sia sul corpo, sia sugli altri, aspetti che mantengono in piedi il problema.
Inoltre, per quanto riguarda il controllo del respiro, è vero che più si impegna a controllare il respiro, più rischia di andare nel panico, in quanto spesso -almeno da un punto di vista della terapia di tipo cognitivo-comportamentale- il problema si accentua proprio attraverso le strategie disfunzionali che il pz. tende a mettere in atto. Focalizzarsi così tanto sul respiro, su ciò che stanno pensando gli altri, sugli spasmi, ecc... alimenta il problema.
E' importante allora allenarsi a riconoscere ed etichettare tutto ciò e questo è il primo step di una psicoterapia.
Legga qui per approfondimenti sui disturbi d'ansia:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1633-asportazione-chirurgica-dello-stato-ansioso.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3607-e-la-lotta-contro-l-ansia-che-crea-ansia.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Cordiali saluti,
Lei scrive: "ho questi spasimi continui soprattutto quando devo relazionarmi con la gente...a volte è veramente imbarazzante...il tono di voce diventa "soffocato" e noti che la gente se ne accorge del tuo malessere!"
e anche: "...non si fa altro che cercare di controllare il respiro...ma è troppo dura!
Qui descrive bene il meccanismo e soprattutto la Sua idea, ovvero il costante monitoraggio sia sul corpo, sia sugli altri, aspetti che mantengono in piedi il problema.
Inoltre, per quanto riguarda il controllo del respiro, è vero che più si impegna a controllare il respiro, più rischia di andare nel panico, in quanto spesso -almeno da un punto di vista della terapia di tipo cognitivo-comportamentale- il problema si accentua proprio attraverso le strategie disfunzionali che il pz. tende a mettere in atto. Focalizzarsi così tanto sul respiro, su ciò che stanno pensando gli altri, sugli spasmi, ecc... alimenta il problema.
E' importante allora allenarsi a riconoscere ed etichettare tutto ciò e questo è il primo step di una psicoterapia.
Legga qui per approfondimenti sui disturbi d'ansia:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1633-asportazione-chirurgica-dello-stato-ansioso.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3607-e-la-lotta-contro-l-ansia-che-crea-ansia.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 1.9k visite dal 17/06/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.