Non so se continuare l'università

salve,ho 20anni e sono al 2anno di economia e commercio.

fin'ora ho dato 7 esami (su un totale di ben 14 esami,che avrei dovuto dare 1+2 anno) e non so se continuare,mi sono impegnato veramente tantissimo,ho passato periodi di ansia e di depressione a causa degli esami,arrivando al punto di dover prendere xanax per dormire,Io sinceramente non so se ne vale la pena.
ho un diploma di perito industriale,quindi,forse un lavoro potrei anche trovarmelo.

Io mi sono sempre impegnato al massimo e da questo punto di vista ho il cuore in pace,Ma non so come reagiranno i miei genitori a ciò.Il diloma l'ho preso a 18anni e se mollassi ora è come se in due anni non avessi fatto nulla.

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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile ragazzo,
vede, l'università può essere fonte di stress e non è raro, durante il percorso pensare di mollare. In ogni modo, noi non possiamo scegliere per lei, tenendo presente che è proprio lei ad avere il "polso della situazione".
In ogni caso, qualsiasi cosa decida, è importante che si concentri su ciò che crede essere meglio per lei e non meglio rispetto a ciò che ritiene pensino i suoi genitori. Perché non prova a parlargli dei suoi dubbi?

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Stella Di Giorgio Psicologo 34 2
Caro studente, immagino come sia difficile proseguire l'università con questo senso di frustrazione, quando dovrebbe prevalere un senso di gratificazione. Comunque, aver fatto 7 esami, impegnativi, in una facoltà altrettanto impegnativa, nei primi 2 anni che sono quelli più duri, di passaggio da un metodo di studio ad un altro, sono comunque un risultato e indicano che hai tutte le potenzialità e le risorse per affrontare un percorso universitario.

Le università consentono anche di sospendere per qualche mese o per anni il proprio percorso, senza perdere esami, per poi riprenderlo quando uno se la sente di più oppure prevedono formule part-time per conciliare studio e lavoro. Quindi prima di abbandonare totalmente questa impresa, forse è preferibile optare per soluzioni meno "cruente", che rendano anche giustizia alle tue capacità e potenzialità.

I 2 anni non saranno comunque mai stati vani, ti hanno aiutato a focalizzare meglio i tuoi obiettivi e ti hanno fatto vivere un'esperienza, quella universitaria, che non è soltanto un'esperienza di appredimento, ma di crescita a 360°.

Se però questo percorso non ti convince, non ti soddisfa, ti pesa, puoi rielaborarlo con un opsicologo specializzato nell'orientamento universitario e professionale. Esistono dei servizi di "ri-orientamento" per chi magari ha compiuto una scelta ma si accorge che non era quella che faceva per lui. Puoi ripercorrere le motivazion di questa scelta, perchè spesso contengono la spiegazione dell'insoddisfazione attuale.

Se ad esempio hai scelto l'università e in particolare questa facoltà non in modo autonomo, ma per aspettative o desideri dei genitori, questo tuo momento può essere un'occasione per rifocalizzare ora i tuoi interessi, per conoscerti meglio, ora che, grazie anche a questa esperienza, sei ulteriormente cresciuto.

Il problema di deludere i genitori, di fare qualcosa per soddisfare le loro aspettative, per non sentirsi in colpa dato i sacrifici che fanno, ecc, sono occasioni di riflessione su se stessi, su una nuova identità adulta che si sta formando, su una nuova modalità di relazionarsi con i genitori.

Aiutano nel percorso di autonomia che porterà all'età adulta e che soddisferà i genitori stessi, i quali fanno sacrifici proprio in funzione di una futura autonomia dei figli. Una scelta autonoma compiuta da un figlio, maturata anche dopo 2 anni (in fondo le scelte importanti richiedono il giusto tempo), è proprio ciò che i genitori desiderano ed è un segno del loro successo come educatori.

Puoi quindi valutare cose effettivamente preferisci fare in questo momento, chiarendo i tuoi interessi, obiettivi, potenzialità. Ci sono tante opzioni, anzi puoi pensare ad elencare tutte queste alternative, poiché non c'è soltanto la via dello studio o la via del lavoro, come se fosse un bivio: ci sono tante possibilità intermedie.

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazzo,
oltre alle risposte ricevute da qui in precedenza e ora, potrebbe considerare l'opportunità di rivolgersi allo sportello di ascolto della sua facoltà se presente.

L'incertezza che lei sente è ancora più comprensibile rileggendo il suo post precedente, sentirsi pressato, preoccupazioni per il futuro, gratificazioni da dare ai genitori possono aumentare il carico di stress e renderle difficoltoso uscire dai suoi dubbi e perplessità.
I sacrifici fatti finora sono stati molti, l'impegno anche, i risultati ci sono stati. Non si sottovaluti.

Si riferisca alllo sportello di ascolto per avere un supporto diretto.

Un grande in bocca al lupo.

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
Utente
Utente
grazie gentili medici.

Si è vero, avevo postato anche un altro consulto poco tempo fa'.

Ho avuto modo di parlare con i genitori comunque, mi hanno detto di fare cio' che ritengo più opportuno.

Probabilmente, ci metterò ancora un po' di tempo per decidere e intanto andrò a fare un esame, però sento che l'università mi mette una pressione assurda addosso.l'ansia di passare l'esame, l'ansia di capire ogni singolo concetto della materia e nonostante ciò metà esami mi mancano. In passato ho preso antidepressivi, il periodo più cupo della mia vita, la fonte di ansia era soprattutto dovuta al fatto di convivere con studenti che tornavano tardissimo alla sera e non mi lasciavano dormire. Il medico però non escludeva il fatto che l'università potesse crearmi altro stress aggiuntivo.comunque da marzo non prendo più nulla. Ma in alcuni momenti (come questo) ho tanta paura di ricascarci dentro.

Oggi, se guardo in faccia la realtà posso dire che il medico forse aveva ragione.

però io c'è l'ho messa tutta fino adesso e questo almeno mi gratifica un po'