Prendere, lasciare o accettare?

Ultimamente vivo un disagio interiore, pensavo di poterlo superare, o meglio, accettarlo col tempo ma ogni giorno che passa diventa un'ossessione. Spiego la mia situazione, forse comune ma con qualche carattere più forte. Ho 19 anni, sono nata in Italia, ma da settembre abito nella terra nativa della mia famiglia, in Argentina. A 18 anni ho dovuto lasciare tutto e sono partita, dopo diversi mesi ho trovato un ragazzo di 24anni, che in quei periodi di sconforto per me è stato come una salvezza, ora stiamo vivendo una storia d'amore bellissima, c'è solo un problema, lui ha una figlia. Ha una convivenza alle spalle ed una figlia che sta per compiere 3 anni. La figlia non la vede da un anno perchè abita in Bolivia con la madre. Da un paio di mesi ho ricevuta la notizia che a Dicembre entrambe verranno in Argentina, mi è crollato il mondo addosso. È un qualcosa che non accetto, non sò come reagire. A lui ho risposto che ero contentai, ma in realtà ero pietrificata. A casa sua le prime settimane mi sentivo a disagio, perchè tutti parlavano della figlia, ma la cosa che mi da più fastidio è che tutti mantengono rapporti con la madre perchè altrimenti li minaccia di non fargli vedere più la bambina, e questo mi fa sentire male. Con il mio ragazzo ho avuto una forte discussione, perchè non riusciva a capire che piangevo e stavo male, lui con il suo egocentrismo mi ha risposto che anche lui sta male e se gli do meno problemi è meglio, quindi alzando il tono di voce gli ho fatto capire che i miei problemi sono il suo malestare che manifesta. Mi ha spiegato che non abbandonerà mai sua figlia per nessuno. Poi mi ha fatto sentire in colpa dicendomi che sono cattiva perchè in me vede odio quando lui mi parla della figlia, quindi lui evita di farlo. Ho risposto che deve integrarmi di più e che me ne parli, perchè voglio provare ad accettarlo. Ha parlato un'intera notte di lei. Mi sono sentita male. È un qualcosa che non accetto, ma a lui tengo tanto. Il problema non è la bambina, ma la madre, il fatto che tutti devono mantenere rapporti con lei sotto minaccia, che a Dicembre verrà, che lui a volte deve rinunciare a noi per mandare il mantenimento alla figlia, il suo malestare perchè non ha potuto completare gli studi, passare i fine settimana e sentire che il telefono che squilla ed è la ex, che non posso esporre la mia tristezza e mancanza per le mie amiche che subito tira in ballo la figlia. Sono situazioni che feriscono, in più qui non ho nessun punto di riferimento, le mie amiche sono lontane e pur parlando a loro di questo non mi sono di grande aiuto. La mia paura più grande è lasciarlo. Ho paura che si faccia del male, ho già vissuto due episodi in cui si è puntato un coltello alla gola e voleva farla finita. Sono confusa e sopratutto triste. Spero di esser stata chiara, attendo una vostra risposta. Grazie per l'attenzione!
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Dr.ssa Giovanna Tatti Psicologo, Psicoterapeuta 41
buongiorno.
a 19 anni non è una situazione semplice, lo capisco.
nel racconto mi colpiscono due aspetti: il primo è che lei si trova a convivere con un uomo più maturo (non ci dice l'età, ma se ha una bimba di 3 anni, immagino sia più grande di lei) con il quale fa fatica a condividere questa paternità. mi spiego: è intuibile che qualunque genitore separato avrà sempre -si spera, per il bambino- a che fare con l'ex compagno, questo però non deve essere fonte di grande angoscia se la relazione attuale è percepita come solida. ma forse così non è.
il secondo punto sta nelle ultime righe del suo racconto, cito:"La mia paura più grande è lasciarlo. Ho paura che si faccia del male, ho già vissuto due episodi in cui si è puntato un coltello alla gola e voleva farla finita."
di nuovo, mi sembra complicato alla sua giovane età avere a che fare con situazioni tanto faticose. ora, io non so quale dinamica abbia mosso queste manifestazioni aggressive del suo compagno per cui non ho modo di esprimere pareri in merito, colgo però il rischio che lei attribuisca alla figlia (attraverso anche la ex) il ruolo di chi vi divide, ma lei sembra fare intendere che lei stessa ha avuto desiderio / pensiero di interrompere la vostra relazione. forse una volta che passato il momento di crisi acuta per il trasferimento (di cui intuisco l'entità del trauma) ha capito di potercela fare anche senza di lui.
la gratitudine è una grande cosa, ma non può essere l'unica ragione di legame.
cerchi di fare chiarezza dentro di sé, rispetto ai suoi sentimenti per quest'uomo, e rispetto ai suoi progetti di vita e si interroghi anche sul ruolo del ricatto sulla sua scelta.
da sola è davvero molto difficile, lo capisco.
forse però anche in argentina può trovare un/una collega che possa aiutarla in questo momento difficile.
i miei migliori auguri

Dr.ssa Giovanna Tatti
psicologa-psicoterapeuta-terapeuta EMDR-milano
giovannatatti@gmail.com
www.psicologamilano.net

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile ragazza,
Non è mai facile amare una persona che, pur essendo anche lui ancora un ragazzo, ha già avuto un legame (importante?) ed una figlia con cui intende mantenere i rapporti.
Le dinamiche che si intuiscono in atto tra lui e la madre della bimba, sono destinate a permanere nel tempo, considerato che "per sempre" avranno questa figlia "insieme".
E dunque è da riflettere seriamente se Lei può farcela, oppure se si sta invischiando in una situazione troppo pesante per essere caricata sulle proprie spalle.
il sentimento che la lega al ragazzo si è nutrito forse anche dello sradicamento dalla sua "patria" Italia?
Ormai è trascorso un anno che Lei è là. Si è fatta delle amicizie? sta cercando lavoro?
Investendo anche su altri fronti, integrandosi maggiormente, forse sarà meglio in grado di vedere dentro di sè con chiarezza la portata di questa relazione.
Noi ci siamo.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/