Dubbi sulla sessualità
Gentili dottori,
sono una ragazza di 24 anni e vi scrivo perché sono spaventata. Sono da quasi tre anni in terapia con una psicologa molto brava, che ho iniziato a vedere assieme a una psichiatra per attacchi di panico. Poi in pochi mesi la cosa si è risolta, ma la psicologa e io abbiamo continuato a lavorare. La terapia procede "bene" e si fa sempre più dura. In questo periodo sono molto in difficoltà e lei lo sa e mi sostiene come può. Io mi fido molto di lei e so che le cose che sto per scrivere dovrei condividerle con lei e non qui, ma al momento non riesco a farlo. Non riesco a farlo quando sono li e io sono sempre stata contraria a chiamarla al di fuori dall'orario della seduta. Quello che succede è che, nel riaccedere alle mie emozioni, mi sono venuti in mente molti ricordi. Tutti legati a relazioni, non nel senso amoroso, ma amicizie molto strette con donne, del cui allontanamento io ho sofferto molto. Erano amicizie che mi avevano concesso molto spazio e di avvicinarmi e che poi sono terminate in modo brusco. Al tempo non ci feci molto caso. Pensavo a loro con molta ammirazione, avrei voluto essere sempre con loro, quasi "come" loro. Mi sembravano perfette. Nel frattempo ho avuto relazioni con dei ragazzi, senza mai essere innamorata. Facendo l'amore una volta sola a 15 anni senza provare niente, se non un gran fastidio psicologico. Pensai che fosse solo troppo presto. Dopo il liceo non ho più avuto storie amorose durature. Al limite un mese e senza rapporti. Ora sto con un ragazzo. Abbiamo provato a fare l'amore, ma non ci siamo riusciti per problemi suoi. E io ho tirato un sospiro di sollievo. Sono stata malissimo nei giorni successivi. Mi sono spinta così tanto perché ho capito che di fronte all'intimità (relazionale e fisica) tendo a ritrarmi, pensavo che andare a letto con lui, che giustamente me lo sta chiedendo, sarebbe stato...terapeutico. Che dopo sarebbe stato tutto più semplice.
Ora mi ritrovo con una grande paura dentro e non ci capisco più niente. Da un lato la psicologa insiste sull'intimità e sulla vicinanza. Mi ripete sempre che "lei c'è" e mi dice che questo a me fa paura. Dall'altro un risveglio emotivo pazzesco che mi porta a pensare che forse sto sbagliando qualcosa. Che forse ho dato per scontato cose che scontate non sono. Che forse c'è un motivo per cui non mi viene voglia di fare l'amore con un uomo. A ben vedere, nemmeno con una donna. Ma ecco, lì l'idea dell'intimità mi fa meno ribrezzo. A volte le donne mi fermo a guardarle e penso che son belle. Le fisso e ne sento il bisogno. Gli uomini no.
Ovviamente non vi sto chiedendo di risolvermi il problema. Ma solo se potete metterci una parola. Almeno finché non avrò il coraggio di parlarne con la psicologa. Sento che sto andando alla deriva. Ho paura che tutto questo possa venir fuori in seduta e so che succederà. Ho paura che potrei non reagire bene. Ma poi è possibile che i dubbi sulla sessualità mi vengano a 24 anni?
sono una ragazza di 24 anni e vi scrivo perché sono spaventata. Sono da quasi tre anni in terapia con una psicologa molto brava, che ho iniziato a vedere assieme a una psichiatra per attacchi di panico. Poi in pochi mesi la cosa si è risolta, ma la psicologa e io abbiamo continuato a lavorare. La terapia procede "bene" e si fa sempre più dura. In questo periodo sono molto in difficoltà e lei lo sa e mi sostiene come può. Io mi fido molto di lei e so che le cose che sto per scrivere dovrei condividerle con lei e non qui, ma al momento non riesco a farlo. Non riesco a farlo quando sono li e io sono sempre stata contraria a chiamarla al di fuori dall'orario della seduta. Quello che succede è che, nel riaccedere alle mie emozioni, mi sono venuti in mente molti ricordi. Tutti legati a relazioni, non nel senso amoroso, ma amicizie molto strette con donne, del cui allontanamento io ho sofferto molto. Erano amicizie che mi avevano concesso molto spazio e di avvicinarmi e che poi sono terminate in modo brusco. Al tempo non ci feci molto caso. Pensavo a loro con molta ammirazione, avrei voluto essere sempre con loro, quasi "come" loro. Mi sembravano perfette. Nel frattempo ho avuto relazioni con dei ragazzi, senza mai essere innamorata. Facendo l'amore una volta sola a 15 anni senza provare niente, se non un gran fastidio psicologico. Pensai che fosse solo troppo presto. Dopo il liceo non ho più avuto storie amorose durature. Al limite un mese e senza rapporti. Ora sto con un ragazzo. Abbiamo provato a fare l'amore, ma non ci siamo riusciti per problemi suoi. E io ho tirato un sospiro di sollievo. Sono stata malissimo nei giorni successivi. Mi sono spinta così tanto perché ho capito che di fronte all'intimità (relazionale e fisica) tendo a ritrarmi, pensavo che andare a letto con lui, che giustamente me lo sta chiedendo, sarebbe stato...terapeutico. Che dopo sarebbe stato tutto più semplice.
Ora mi ritrovo con una grande paura dentro e non ci capisco più niente. Da un lato la psicologa insiste sull'intimità e sulla vicinanza. Mi ripete sempre che "lei c'è" e mi dice che questo a me fa paura. Dall'altro un risveglio emotivo pazzesco che mi porta a pensare che forse sto sbagliando qualcosa. Che forse ho dato per scontato cose che scontate non sono. Che forse c'è un motivo per cui non mi viene voglia di fare l'amore con un uomo. A ben vedere, nemmeno con una donna. Ma ecco, lì l'idea dell'intimità mi fa meno ribrezzo. A volte le donne mi fermo a guardarle e penso che son belle. Le fisso e ne sento il bisogno. Gli uomini no.
Ovviamente non vi sto chiedendo di risolvermi il problema. Ma solo se potete metterci una parola. Almeno finché non avrò il coraggio di parlarne con la psicologa. Sento che sto andando alla deriva. Ho paura che tutto questo possa venir fuori in seduta e so che succederà. Ho paura che potrei non reagire bene. Ma poi è possibile che i dubbi sulla sessualità mi vengano a 24 anni?
[#1]
Gentile ragazza,
davvero è importante che lei condivida questo con la sua terapeuta. Noi non la conosciamo "davvero" come la sua terapeuta. Ogni tentativo interpretativo da qui sarebbe controproducente.
Da quanto scrive sembra che abbia paura ad affrontare l'argomento. Mi creda, l'unico modo per superare le paure è affrontarle, altrimenti l' "evitamento" non fa altro che ingigantirle.
Restiamo in ascolto
davvero è importante che lei condivida questo con la sua terapeuta. Noi non la conosciamo "davvero" come la sua terapeuta. Ogni tentativo interpretativo da qui sarebbe controproducente.
Da quanto scrive sembra che abbia paura ad affrontare l'argomento. Mi creda, l'unico modo per superare le paure è affrontarle, altrimenti l' "evitamento" non fa altro che ingigantirle.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#3]
Gentile Ragazza,
Anche io, come il dr. Morì, le suggerisco di condividere con chi ha il piacere di seguirla le sue perplessità ...avrà sicuramente più elementi di noi.
Quando la vita sessuale è difficoltosa, abitata dalla paura, non conoscenza, retaggi culturali e religiosi....può capitare di immaginare di poter fare l' amore con un partner dello stesso sesso, diventa una sessualità " familiare"
Ci dia notizie in seguito, se crede.
Anche io, come il dr. Morì, le suggerisco di condividere con chi ha il piacere di seguirla le sue perplessità ...avrà sicuramente più elementi di noi.
Quando la vita sessuale è difficoltosa, abitata dalla paura, non conoscenza, retaggi culturali e religiosi....può capitare di immaginare di poter fare l' amore con un partner dello stesso sesso, diventa una sessualità " familiare"
Ci dia notizie in seguito, se crede.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Gentile Utente,
Lei scrive: "Mi sono spinta così tanto perché ho capito che di fronte all'intimità (relazionale e fisica) tendo a ritrarmi, pensavo che andare a letto con lui, che giustamente me lo sta chiedendo, sarebbe stato...terapeutico. Che dopo sarebbe stato tutto più semplice. "
A me non pare che il problema sia solo l'ansia/ossessività che La porta ad essere confusa su un tema (sessualità, chi Le piace, ecc...) e questa sembra essere una problematica ossessiva e non sessuale.
Mi pare che il problema sia anche legato alle distanze fisiche e relazionali. Il problema della vicinanza e dell'intimità certamente può spaventare. Nessuno di noi permette all'altro di avvicinarsi troppo fisicamente se non c'è anche molta fiducia, perché se l'altro si avvicina molto diventiamo vulnerabili. Questo è lo spazio che concediamo nelle relazioni più intime.
Ora, colpisce che Lei abbia fatto -dopo tre anni di terapia- questa scelta, ovvero un test per verificare se ha superato il problema oppure no, o meglio un test per dimostrare a se stessa di essere capace di non ritrarsi. Non è questa la soluzione più efficace, ma in terapia bisogna capire il senso e il significato di questa Sua modalità relazionale, a che cosa Le serve, da che cosa La protegge, ecc...
Poi è anche possibile che, poiché Lei sembra una persona un po' ansiosa, una défaillance sia sufficientemente potente per scatenare tutti questi dubbi.
Quali sono i problemi che Lei definisce del Suo ragazzo e che hanno impedito il rapporto sessuale?
Che cosa significa che ha provato un gran fastidio psicologico nel fare l'amore la prima volta?
Infine, mi perdoni per la franchezza, ma credo ci sia un dato molto dissonante nella Sua narrativa: Lei asserisce di trovarsi molto bene con la terapeuta, ma a distanza di tre anni incontra la stessa difficoltà relazionale che incontra anche fuori dalla stanza della terapia, ovvero non riesce ad avvicinarsi troppo dicendole quello che trova difficile e problematico e probabilmente teme che la terapeuta possa avvicinarsi troppo a Lei.
Prenda questa difficoltà ad aprirsi come una grande opportunità per parlare direttamente con la terapeuta, altrimenti rischia di arenarsi su un punto cruciale della Sua terapia. Ci pensi ;-)
Un cordiale saluto,
Lei scrive: "Mi sono spinta così tanto perché ho capito che di fronte all'intimità (relazionale e fisica) tendo a ritrarmi, pensavo che andare a letto con lui, che giustamente me lo sta chiedendo, sarebbe stato...terapeutico. Che dopo sarebbe stato tutto più semplice. "
A me non pare che il problema sia solo l'ansia/ossessività che La porta ad essere confusa su un tema (sessualità, chi Le piace, ecc...) e questa sembra essere una problematica ossessiva e non sessuale.
Mi pare che il problema sia anche legato alle distanze fisiche e relazionali. Il problema della vicinanza e dell'intimità certamente può spaventare. Nessuno di noi permette all'altro di avvicinarsi troppo fisicamente se non c'è anche molta fiducia, perché se l'altro si avvicina molto diventiamo vulnerabili. Questo è lo spazio che concediamo nelle relazioni più intime.
Ora, colpisce che Lei abbia fatto -dopo tre anni di terapia- questa scelta, ovvero un test per verificare se ha superato il problema oppure no, o meglio un test per dimostrare a se stessa di essere capace di non ritrarsi. Non è questa la soluzione più efficace, ma in terapia bisogna capire il senso e il significato di questa Sua modalità relazionale, a che cosa Le serve, da che cosa La protegge, ecc...
Poi è anche possibile che, poiché Lei sembra una persona un po' ansiosa, una défaillance sia sufficientemente potente per scatenare tutti questi dubbi.
Quali sono i problemi che Lei definisce del Suo ragazzo e che hanno impedito il rapporto sessuale?
Che cosa significa che ha provato un gran fastidio psicologico nel fare l'amore la prima volta?
Infine, mi perdoni per la franchezza, ma credo ci sia un dato molto dissonante nella Sua narrativa: Lei asserisce di trovarsi molto bene con la terapeuta, ma a distanza di tre anni incontra la stessa difficoltà relazionale che incontra anche fuori dalla stanza della terapia, ovvero non riesce ad avvicinarsi troppo dicendole quello che trova difficile e problematico e probabilmente teme che la terapeuta possa avvicinarsi troppo a Lei.
Prenda questa difficoltà ad aprirsi come una grande opportunità per parlare direttamente con la terapeuta, altrimenti rischia di arenarsi su un punto cruciale della Sua terapia. Ci pensi ;-)
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2k visite dal 15/06/2014.
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