Comincio ad essere stanca...

buongiorno.
premetto che so di non poter sperare che nessuno abbia la bacchetta magica e tantomeno posso pretendere da Voi la soluzione dei miei "problemi".
detto questo, mi rivolgo a Voi solo perche' ora comincio davvero ad essere stanca di me stessa.
la faccio piu' breve possibile: a 17 anni ho iniziato una innocua dieta con una mia amica. niente di che. siccome all'epoca mi ingozzavo ai limiti del possibile, ho semplicemente smesso di mangiare intere confezioni di cioccolato per merenda, pane a tutte le ore e la pizza a colazione. altezza 1e68 e 65 kg iniziali. in pochi mesi i kg scendono: sono molto soddisfatta di me stessa e tutti mi fanno i complimenti, quindi arriva l'estate e io non ci penso piu'.
poi inizia l'ultimo anno scolastico e decido di fare ancora un passo avanti, aumentano le restrizioni e diminuendo il peso. ma ormai non commenta piu' nessuno ed ero ancora la bellezza di 55 kg. un altro passo avanti e inizio ad indulgere in pratiche autolesioniste, dapprima leggere e via via sempre piu' pesanti. questo fino ai 20 anni, senza che nessuno si accorga di niente faccio devasto delle mie braccia e talvolta mi accanisco sul viso. il peso non importa piu' di tanto, forse all'epoca ero 53 kg.
a questo punto vengo mandata (letteralemente: sotto minaccia del mio ragazzo di lasciarmi se non l'avessi fatto) da uno psicoterapeuta: 50 min. a settimana per quasi 2 anni. non sarei in grado di entrare nel merito della terapia, in quanto totalmente a digiuno di qualunque nozione a riguardo, a me sembrava solo di parlare, di raccontare cosa mi era successo durante la settimana e di rispondere ad alcune domande. passati i due anni, decido di abbandonare la terapia: in ogni caso ormai da molto tempo non tocco piu' una lama con scopi perversi ed economicamente non potevo comunque piu' sostenerla.
ora che di anni ne ho 23, mi rendo conto di aver ricominciato il solito tran tran: restrizione ed eliminazione, ma nei momenti in cui non sono troppo euforica per i traguardi che raggiungo (attualmente sono 48 kg), come adesso, durante la crisi ipoglicemica delle 16:00, mi rendo conto che sono davvero stanca e che tutto si sta facendo sempre piu' difficile. queste le regole attuali: meno di 800 kcal/giorno, ricavate solo da frutta e verdura, lassativo tutte le sere, sessioni di palestra fino a sentire formicolare il viso e stringere i denti, cosi' prima o poi stringero' anche la cintura.
ovviamente non sono una macchina e da mesi ormai ogni 3 o 4 giorni di restrizione seguono abbuffate spropositate, da stare male, in cui mangio di tutto, tutto mescolato, tutto quello che la mia bocca riesce a contenere.
per questo non riesco a scendere oltre di peso e a vedermi sembro una persona "normale" (se mai questa parola significa qualcosa). apparenza che io provvedo a consolidare con tutta me stessa: non ho mai parlato di tutto questo con nessuno e, se lo facessi ora, probabilmente nessuno ci crederebbe.
ma sono stanca davvero.
non cerco la soluzione di tutto, lo ripeto. ma uno spunto di riflessione, un suggerimento, per trovare un'appiglio per un cambiamento si', mi farebbe comodo.
ringrazio e chiedo scusa per la lungaggine.
[#1]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile ragazza,
vediamo se riesco a darti un piccolo spunto di riflessione, che se non sbaglio è l'oggetto della tua richiesta

Parto dalla fine della tua mail: "non ho mai parlato di tutto questo con nessuno". Solo questo "piccolo" particolare può averti reso difficili gli ultimi 5 anni della tua vita.

Forse nemmeno in psicoterapia sei riuscita ad aprirti completamente (da notare che uso il termine "riuscita"), forse non è stata la terapia giusta per questo problema, anche se suppongo che rimanere 2 anni in terapia a qualcosa ti sarà servito, altrimenti te ne saresti andata dopo due sedute...

Così, a grandi linee, mi verrebbe da consigliarti di cambiare il tuo percorso terapeutico. Probabilmente, oltre ad un problema alimentare (che tu conosci perfettamente perchè la tua descrizione dei sintomi è da manuale) hai qualche difficoltà a controllare i tuoi "impulsi" (probabilmente questo ti ha aiutata a tagliarti ed a farti del male), e pertanto sarebbe necessaria una valutazione psichiatrica. Inoltre immagino che tu ti senta giù per la maggiorparte della giornata, la felicità (quella vera) forse è diventata un ricordo.

Anche per questo motivo (tono dell'umore) ti consiglierei una valutazione psichiatrica: perchè umore e discontrollo degli impulsi vanno attentamente monitorati, con queste cose non si scherza.

In secondo luogo ti consiglio di riprovare con la psicoterapia, questa volta però prenderei in considerazione la terapia cognitivo-comportamentale, visto che vi sono dei problemi appunto in alcuni tuoi comportamenti, tra cui l'alimentazione

Potresti unire le due cose contattando un centro specializzato nella cura di questi disturbi. A Milano, per esempio, c'è l'Istituto Auxologico Italiano

L'alternativa? Aspettare come hai fatto fin'ora, rischiando però che i tuoi sintomi possano peggiorare. Non dimenticare che hai un corpo che sta soffrendo, pure lui tra l'altro...

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#2]
Dr.ssa Lara Catanese Psicologo, Psicoterapeuta 97 5
Cara utente, convivere con un disturbo del comportamento alimentare è un fardello logorante e comprendo quando sostiene di essere stanca.
Le indicazioni del Dr. Bulla sono preziose e ritengo anch'io che una terapia mirata al distrubo alimentare potrebbe aiutarla.
In particolare la terapia cognitivo-comportamentale focalizzata prevede da protocollo terapeutico anche una parte sull'intolleranza alle emozioni (riferita al controllo degli impulsi, per capirci), che mi sembra indicata alla sua situazione.L'approccio è multidisciplinare: con una dietista-nutrizionista che segue la parte alimentare, uno psicoterapeuta per la parte riferita a pensieri ed emozioni, un medico e/o psichiatra per la valutazione clinica e i farmaci. L'equipe lavora con lo stesso modello terapeutico (quello cognitivo-comportamentale)e offre ai pazienti un programma preciso (dopo un'attenta analisi iniziale della situazione), che di solito prevede 2 sedute settimanali.
In questo caso la terapia è fortemente interattiva, guidata dal terapeuta, con l'ausilio di "compiti da fare a casa" e focalizzata al disturbo.
A Milano ci molti terapeuti dell'AIDAP (Associazione Italiana Disturbi Alimentari e del Peso) che seguono questo tipo di intervento terapeutico.
Le ho illustrato questo approccio perchè è quello che conosco meglio, in quanto l'ho studiato e lo utilizzo personalmente nella mia attività professionale.
Tuttavia ci sono altri modelli terapeutici e altre associazioni, come l'ABA (Associazione Bulimia Nervosa e Anoressia Nervosa), che svolgono interventi altrettanto mirati.
Non perda la fiducia di poter affrontare questo problema, molte ragazze riescono ad uscire da questo circolo vizioso che è il distrubo alimentare.

Dr.ssa Lara Catanese
Psicologa-Psicoterapeuta
https://www.centro-io.it/ https://www.loanopsicologia.it/

[#3]
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
buongiorno...
anche se un po' in ritardo, vi ringrazio molto per le vostre cortesi risposte.
ho iniziato a pensare seriamente di ricominciare a seguire una terapia in un centro specializzato ma, nonostante io sappia che sarebbe la cosa giusta da fare, alcune pensieri mi bloccano completamente: sono ancora troppo grossa per essere presa sul serio? mi faranno mangiare fino a farmi diventare ancora piu' grossa? io non voglio, quindi faro' resistenza alla terapia e mandero' tutto in fumo o la interrompero'? oppure finiro' per seguire una dieta "sana" solo per fare contento qualcun altro, mentre dentro di me urlero' di rabbia e frustrazione? non saro' mai in grado di aprirmi davvero, e allora cosa ci vado a fare? e poi prendere cosi' sul serio questo problema, lo fara' davvero diventare un problema.
immagino che siano pensieri apparentemente illogici ed irrazionali, ma mi paralizzano nonostante tutto.
[#4]
Dr.ssa Lara Catanese Psicologo, Psicoterapeuta 97 5
Credo che ciò su cui focalizzarsi è il fatto che stai male, che c'è una sofferenza e hai il diritto di star bene. La terapia non valuta se sei "grassa" o "magra"e in base a questo "pesa" la tua sofferenza. Non è mettere "all'ingrasso", ma occuparsi sul piano comportamentale delle modalità alimentari e l'approccio al cibo e sul piano emotivo-cognitivo sui pensieri ed emozioni che spingono ad alcuni comportamenti disfunzionale (dannosi, distruttivi, non funzionali...). Prima di farti travolgere dai mille pensieri che ti bloccano, chiedi un aiuto e vedrai che il percorso si fa un passo alla volta.
Buona fortuna di cuore.
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