Problemi relazionali

Salve a Voi tutti,
scrivo questo messaggio per chiederVi alcune delucidazioni su di un problema che da un po' di tempo mi tormenta.
Io sono uno studente universitario di 24 anni. Mi occupo di lingue straniere, traduzioni ed interpretazioni. Per deformazione professionale tendo ad essere molto comunicativo: mi piace parlare, discutere con gli altri, condividere idee ed emozioni, adoro il confronto e così via.
La settimana scorsa ho consegnato la mia tesi e tra circa un mese mi laureerò. Pertanto Vi lascio immaginare un po' lo stress che sto accumulando in questo periodo.
Il problema che mi fa tribolare alquanto, è proprio la comunicazione. Da diverso tempo ormai, quando parlo con i miei coetanei, non riesco a controllare quello che dico. Molti miei discorsi sono dettati dall'impulsività o dalla foga del momento: dico cose che effettivamente non penso; a volte non riesco a capire in maniera istantanea quello che mi vien detto; mi sento a disagio quando si fanno discorsi banali o ironici fra amici, cui puntualmente non trovo una risposta coerente (probabilmente perché non riesco a lasciarmi andare); a volte faccio delle domande e poi non ascolto le risposte; qualche volta mi sembra anche di esagerare, come se stessi offendendo qualcuno (mi ritrovo in seguito a porgere delle scuse, per cui il destinatario non ricorda minimamente il motivo); infine mi succede perfino di essere completamente a corto di argomenti di conversazione, anche quelli più semplici.
Tutto questo inizialmente mi succedeva in prevalenza con le persone che erano in qualche modo legate a me (campo lavorativo, universitario, volontariato, ecc.), ma adesso mi succede sempre più spesso ed in qualsiasi situazione mi trovi. Tante volte mi ritrovo istintivamente ad adottare questi comportamenti pure con le persone che ho appena conosciuto, quelle con cui interagisco per la prima volta. Voi specialisti cosa ne pensate?

Io ho sempre dato la colpa al mio "complesso di inferiorità".
Purtroppo ho sviluppato questo complesso quando molti dei miei amici più cari, hanno cominciato ad avere dei risultati nei loro percorsi formativi e professionali: alcuni hanno intrapreso la carriera militare ed hanno una loro indipendenza economica. Ai miei occhi vivono felicemente, si divertono, fanno quello che vogliono; altri, dopo la laurea, hanno avviato la loro carriera (avvocati, ingegneri, interpreti presso istituzioni europee), staccandosi dalle loro famiglie. Io, invece, ci ho messo più tempo a completare i miei studi e non ho ancora raggiunto nulla di concreto a livello professionale. Dipendo prevalentemente dalla mia famiglia (sebbene faccia di tutto per non farlo, svolgendo mille lavori che hanno rallentato notevolmente i miei studi).
Quando incontro le persone di cui sopra, mi succedono tutte le cose che vi ho appena elencato. Cosa posso fare in merito? Come potrei intervenire? C'è un esercizio che potrei fare per essere meno impulsivo? Come potrei abbattere il mio complesso di inferiorità?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
ci parla di complesso di inferiorità, probabilmente sente di non aver sufficiente stima di se stesso e questo potrebbe essere uno dei motivi che concorre alle difficoltà che riscontra nelle relazioni.
Potrebbe essere che partendo da questa percezione di se stesso nel rapporto con gli altri e temendo il loro giudizio scaturiscano le reazioni che ci ha descritto. Tra il desiderio di comunicare, la scarsa autostima, il desiderio di controllo finisce per uscirne confuso e frustrato.

Certamente il periodo impegnativo che sta affrontando può contribuire ad amplificare le difficoltà descritte. Si approssima alla laurea, la fine di un ciclo e l'inizio di un altro con tutte le eventuali preoccupazioni che ciò può comportare.

I paragoni con gli altri non la aiutano, anzi contribuiscono ad affossare la sua autostima. Probabilmente non hanno dovuto sostenere i suoi stessi sacrifici mentre studiavano, ne tenga conto. Veda anche il positivo in lei, si renda merita per i risultati finora ottenuti. E si concentri su quanto sta facendo e sui suoi progetti.

In ogni caso potrebbe ad esempio accedere allo sportello di ascolto della sua facoltà per avere un parere diretto, da qui possiamo solo formulare ipotesi che non conoscendola possono essere anche fallibili.Inoltre non abbiamo la possibilità di fare interventi diretti.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Gentilissima Dott.ssa Rinella,

Io parlo di complesso di inferiorità perché dal confronto con le persone di cui le ho brevemente parlato ne esco spesso sconfitto. Probabilmente la maggiore sicurezza dei miei coetanei, i loro risultati professionali, forse anche gli atteggiamenti un po' "presuntuosi" di alcuni di loro, mi fanno sentire una "persona di serie B".
Quando sono da solo e rifletto, sono tuttavia consapevole di essere uguale a chiunque altro, di non avere nulla in più o in meno degli altri, di avere in mano gli stessi strumenti di ogni individuo.
Non capisco il motivo per cui davanti alle altre persone la ragione si spegne e questa consapevolezza svanisce. Vorrei davvero capire quale sia la causa scatenante e trovare una soluzione.
Senza dubbio l'autostima gioca un ruolo fondamentale e pertanto accolgo il suo consiglio. Andrò allo sportello di ascolto della mia facoltà, sperando di migliorare queste mie debolezze.

La ringrazio tanto.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Bene per la sua decisione.
Se crede ci potrà riaggiornare.

Lieta di averla ascoltata, i miei migliori auguri