Fobia sociale, isolamento, odio me stessa e la mia vita
Gentili dottori, mi scuso ancor prima di scrivere per il disturbo, so che probabilmente avrei bisogno di un consulto psicologico diretto ma ho tra i tanti difetti anche quello di non riuscire a fidarmi di nessuno ed ho una gran paura di essere usata come scopo di lucro e non si interessino davvero a me e ai miei problemi.Così per aprirmi a qualcuno (cosa che non faccio mai) ho deciso di chiedere un parere a voi che mi sembrate molto gentili ed esaurienti nelle risposte. Qualcosa dentro di me è cambiato in questi ultimi tre anni è come se avessi preso coscienza della mia vera vita, coscienza che prima era falsata dal mio cervello forse per non pensare alle cose brutte di essa e pensavo quindi che fosse una bella vita,ero abbastanza felice anche se il disagio e un'insoddisfazione di base li ho sempre percepiti. Tuttavia essendo fin troppo chiusa in me stessa ho deciso da sola di provare a capire i motivi del mio malessere facendo un excursus del mio passato fin dall'infanzia. Infanzia per niente felice ma che fino a tre anni fa ritenevo "normale" non avendo altri termini di paragone, fino a quando non ho iniziato a fare la babysitter e ho capito quali dovrebbero davvero essere le dinamiche di una famiglia normale. Sono cresciuta travolta dalle guerre che si facevano i miei genitori troppo presi dai loro litigi per far giocare la loro figlia farla sentire apprezzata o brava in qualcosa, di farla disegnare o portarla al parco invece di piazzarla davanti alla tv per chiudersi nell'ingresso a litigare e ad urlare mentre io sentivo tutto. Come paralizzata ascoltavo ma non mi facevo toccare dal dolore che quello che sentivo mi provocava, come se rimandassi quel dolore, come se gli avessi detto: "dolore ora sono troppo piccola,stai buono lì ci rivediamo tra dieci anni". Già a 11 anni ero a conoscenza di vari tradimenti e altri problemi intimi dei miei genitori ma appunto per non sentire dolore li reputavo "normali", come normale reputavo il rapporto di terrore con mio padre.Rapporto che non è mai esistito se non quando mia madre lo chiamava per farsi dare man forte quando doveva sgridarmi per qualcosa ed io avevo così tanta paura di lui che mi facevo la pipì sotto. Il nostro rapporto non è mai andato oltre,mai una gratificazione mai un complimento o un gesto di affetto e apprezzamento, ma solo un "sei proprio cattiva" quando da bimba sbagliavo.A 14 anni i miei si sono finalmente separati,ma continuano a farsi la guerra. L'adolescenza travagliata ma comunque socievole e aperta ad un certo punto si è bloccata come se avessi acquisito coscienza di me.Ho iniziato a ripensare a cose negative che avevo rimosso ma non solo in famiglia anche fuori,essendo brutta ricevevo varie prese in giro che rimuovevo,credevo anzi di essere carina.adesso mi sono totalmente isolata,soffro d'ansia e non riesco a stare con le persone non so parlare,sono brutta e goffa,mi odio,a volte vorrei morire.Quando sono con qualcuno mi blocco non so più parlare,ho paura. Che posso fare?
[#1]
Gentile Ragazza,
la sua storia familiare così difficile, dolorosa e complessa ha certamente un ruolo importante nella sofferenza che si porta dentro da troppo tempo e che durante la sua crescita ha cercato di negare, di tenere a bada, ma comunque viva e presente tanto è vero che <L'adolescenza travagliata ma comunque socievole e aperta ad un certo punto si è bloccata ....Ho iniziato a ripensare a cose negative che avevo rimosso> essendo appunto questa delicata fase di crescita un momento evolutivo in cui "i nodi vengono al pettine".
Ci chiede cosa potrebbe fare per risolvere le difficoltà che incontra con se stessa e nel relazionarsi con gli altri che sembrerebbero avere a che fare anche con un'immagine di sé negativa, di una persona che non ha ricevuto amore e conferme affettive e che di conseguenza sembra non riesca a stimarsi, a volersi bene e ad avere fiducia negli altri.
< ho una gran paura di essere usata come scopo di lucro e non si interessino davvero a me e ai miei problem> Questa è appunto una sua paura, una sua costruzione, una difesa, ma non la realtà dei fatti.
Rivolgersi a uno specialista potrebbe essere invece l'occasione per sperimentare quella calda accoglienza empatica, quell'ascolto senza giudizio, quella validazione di sé e dei suoi vissuti emotivi che sembrano esserle mancati.
E sarebbe il modo necessario per affrontare il dolore che da troppo tempo abita in lei e le sue difficoltà in modo proprio, per imparare a volersi più bene, a ritrovare risorse e potenzialità smarrite e un miglior benessere personale e nelle relazioni.
Può anche rivolgersi al servizio pubblico presso le strutture ASL del suo territorio deputate, come ad esempio il Consultorio Familiare.
Legga questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Restiamo in ascolto
la sua storia familiare così difficile, dolorosa e complessa ha certamente un ruolo importante nella sofferenza che si porta dentro da troppo tempo e che durante la sua crescita ha cercato di negare, di tenere a bada, ma comunque viva e presente tanto è vero che <L'adolescenza travagliata ma comunque socievole e aperta ad un certo punto si è bloccata ....Ho iniziato a ripensare a cose negative che avevo rimosso> essendo appunto questa delicata fase di crescita un momento evolutivo in cui "i nodi vengono al pettine".
Ci chiede cosa potrebbe fare per risolvere le difficoltà che incontra con se stessa e nel relazionarsi con gli altri che sembrerebbero avere a che fare anche con un'immagine di sé negativa, di una persona che non ha ricevuto amore e conferme affettive e che di conseguenza sembra non riesca a stimarsi, a volersi bene e ad avere fiducia negli altri.
< ho una gran paura di essere usata come scopo di lucro e non si interessino davvero a me e ai miei problem> Questa è appunto una sua paura, una sua costruzione, una difesa, ma non la realtà dei fatti.
Rivolgersi a uno specialista potrebbe essere invece l'occasione per sperimentare quella calda accoglienza empatica, quell'ascolto senza giudizio, quella validazione di sé e dei suoi vissuti emotivi che sembrano esserle mancati.
E sarebbe il modo necessario per affrontare il dolore che da troppo tempo abita in lei e le sue difficoltà in modo proprio, per imparare a volersi più bene, a ritrovare risorse e potenzialità smarrite e un miglior benessere personale e nelle relazioni.
Può anche rivolgersi al servizio pubblico presso le strutture ASL del suo territorio deputate, come ad esempio il Consultorio Familiare.
Legga questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Restiamo in ascolto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Ex utente
Gentile Dr.ssa Laura Rinella, la ringazio per la sua risposta così veloce ed esauriente, per me è molto importante, ha capito bene qual'è il mio problema, credo che dovrò riuscire a trovare la forza per farmi aiutare da qualcuno perchè questa situazione sta diventanto invalidante per la mia vita. Non esco più di casa ormai e i miei rapporti con le persone sono pochissimi e per me diventano sempre più scogli insormontabili, tanto che non so più chi sono cosa voglio non riesco a prendere alcun tipo di decisone, dalla più banale alla più complessa. Ho una continua ansia e un disagio interiore mi sento sempre inadeguata e fuori luogo, ho inoltre uan forte empatia e soffro per i mali di tutti oltre che per i miei, ho anche continui sensi di colpa e sono entrata in un circolo vizioso dove mi piango addosso e la situazione peggiora e basta. Mi sentivo anche inadeguata a scrivere qui su questo sito, pensando che i miei problemi sono inutili io sono inutile e c'è chi sta molto peggio di me e non dovrei farvi perdere tempo con queste sciocchezze. La sua risposta mi ha ridato un pò di coraggio, la ringrazio molto. Spero di trovare uno specialista altrettanto sensibile e competente. Buona giornata.
[#3]
Cara Ragazza,
concordo a pieno con le indicazioni della collega.
è evidente la sua difficoltà a fidarsi e ne ha ben donde.
credo però che si arrivi a un punto (il suo fra 10 anni nel messaggio, forse) in cui la parte di noi più adulta può andare a prendere per mano quella bambina terrorizzata e sola davanti alla TV per accompagnarla verso una vita più serena.
è comprensibile il desiderio di trovare qualcuno che la veda, che si interessi, che si occupi di lei, qualcuno per cui lei sia abbastanza importante da.. questo sembra dire quando parla dei litigi dei suoi mentre lei era messa davanti alla tv "non ero abbastanza importante da evitare scene di questo tipo, da pensare che per me non era adeguato etc..".. vede, però, forse rivolgendosi a uno psicoterapeuta che possa aiutarla e che possa condividere con lei il dolore dei suoi ricordi e dell'insoddisfazione dell'oggi, affidandosi (provando a farlo e riuscendoci piano piano) e pagando un ticket del ssn o in privato sarà lei a potersi finalmente iniziare a occupare di sé, a dire a sé adulta e bambina quel "Tu sei abbastanza da, sei abbastanza importante da investire in questa terapia, per iniziare a stare meglio e non sentirti più così sola".
il fatto che si paghi un professionista non vuole dire che questi non abbia interesse reale e sincero. ma questo suo timore di essere "fonte di lucro" senza reale interesse è già un ottimo punto da cui poter partire.
buona strada.
ci faccia sapere, se crede. a me, farebbe piacere sapere di lei.
concordo a pieno con le indicazioni della collega.
è evidente la sua difficoltà a fidarsi e ne ha ben donde.
credo però che si arrivi a un punto (il suo fra 10 anni nel messaggio, forse) in cui la parte di noi più adulta può andare a prendere per mano quella bambina terrorizzata e sola davanti alla TV per accompagnarla verso una vita più serena.
è comprensibile il desiderio di trovare qualcuno che la veda, che si interessi, che si occupi di lei, qualcuno per cui lei sia abbastanza importante da.. questo sembra dire quando parla dei litigi dei suoi mentre lei era messa davanti alla tv "non ero abbastanza importante da evitare scene di questo tipo, da pensare che per me non era adeguato etc..".. vede, però, forse rivolgendosi a uno psicoterapeuta che possa aiutarla e che possa condividere con lei il dolore dei suoi ricordi e dell'insoddisfazione dell'oggi, affidandosi (provando a farlo e riuscendoci piano piano) e pagando un ticket del ssn o in privato sarà lei a potersi finalmente iniziare a occupare di sé, a dire a sé adulta e bambina quel "Tu sei abbastanza da, sei abbastanza importante da investire in questa terapia, per iniziare a stare meglio e non sentirti più così sola".
il fatto che si paghi un professionista non vuole dire che questi non abbia interesse reale e sincero. ma questo suo timore di essere "fonte di lucro" senza reale interesse è già un ottimo punto da cui poter partire.
buona strada.
ci faccia sapere, se crede. a me, farebbe piacere sapere di lei.
Dr.ssa Giovanna Tatti
psicologa-psicoterapeuta-terapeuta EMDR-milano
giovannatatti@gmail.com
www.psicologamilano.net
[#4]
Ex utente
Cara Dr.ssa Giovanna Tatti, ringrazio molto anche lei per la sua risposta. Spero di farcela a trovare il coraggio per farmi aiutare da qualcuno, ne ho un reale bisogno, mi frena solo la paura, ma ormai ho paura anche per andare fare la spesa, paura di essere giudicata, credo, paura del fallimento, devo ancora capirlo. Tento ad analizzarmi molto ma non sempre capisco bene me stessa. Lei pensa che la mia difficoltà a relazionarmi con le persone sia dovuta alla mia infanzia o alle prese in giro ricevute dai miei coetanei durante l'adolescienza? Ho bisogno di capire tutte queste cose perchè il dare un senso al mio disagio e alla mia sofferenza mi da sollievo.
Che tipo di terapia mi consiglia di seguire? Perchè ho problemi di diversa natura (ad esempio non so parlare a voce, problemi di relazione, trascorsi negativi infantili, ansia, fobie), mi consiglia uno psicologo oppure psicoterapeuta, psicoanalista etc? Vi ringrazio moltissimo per l'aiuto, ripeto per me è importante. Le farò sapere come va. Buona giornata anche a lei.
Che tipo di terapia mi consiglia di seguire? Perchè ho problemi di diversa natura (ad esempio non so parlare a voce, problemi di relazione, trascorsi negativi infantili, ansia, fobie), mi consiglia uno psicologo oppure psicoterapeuta, psicoanalista etc? Vi ringrazio moltissimo per l'aiuto, ripeto per me è importante. Le farò sapere come va. Buona giornata anche a lei.
[#5]
Carissima Ragazza,
come le ho detto in precedenza la sua storia di vita personale e familiare (trascorsa e presente) racchiude ogni elemento per comprendere i suoi disagi.
Lei ha bisogno di volersi bene, al di là dei rimandi relazionali ricevuti finora che non hanno certamente contribuito al suo benessere e alla costruzione di una buona immagine di sé.
Credo che più di un approccio terapeutico, previa valutazione, possa essere indicato al suo caso, considerando poi che il fine ultimo di un percorso terapeutico è quello di accompagnare la persona a conquistare un miglior benessere psicologico.
Date le difficoltà esposte in cui le difficoltà relazionali e le problematiche familiari sembrano avere un ruolo importante, potrei indicarle l'approccio sistemico-relazionale.
A questi link può comunque approfondire i vari approcci per meglio orientarsi nella scelta.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Lieta di averla ascoltata, la ringrazio per il cortese riscontro e la riascolteremo volentieri quando ci vorrà riaggiornare o chiederci altre informazioni.
Cari saluti e molti auguri
come le ho detto in precedenza la sua storia di vita personale e familiare (trascorsa e presente) racchiude ogni elemento per comprendere i suoi disagi.
Lei ha bisogno di volersi bene, al di là dei rimandi relazionali ricevuti finora che non hanno certamente contribuito al suo benessere e alla costruzione di una buona immagine di sé.
Credo che più di un approccio terapeutico, previa valutazione, possa essere indicato al suo caso, considerando poi che il fine ultimo di un percorso terapeutico è quello di accompagnare la persona a conquistare un miglior benessere psicologico.
Date le difficoltà esposte in cui le difficoltà relazionali e le problematiche familiari sembrano avere un ruolo importante, potrei indicarle l'approccio sistemico-relazionale.
A questi link può comunque approfondire i vari approcci per meglio orientarsi nella scelta.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Lieta di averla ascoltata, la ringrazio per il cortese riscontro e la riascolteremo volentieri quando ci vorrà riaggiornare o chiederci altre informazioni.
Cari saluti e molti auguri
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non si faccia ancor troppe domande.
le suggerirei uno psicoterapeuta, uomo o donna a secondo di come si sente maggiormente a suo agio, se per lei fa differenza. non mi preoccuperei troppo degli orientamenti (leggere le indicazioni che le ha fornito la collega le sarà di certo utile). è di certo più importante che lei e il suo terapeuta abbiate un buon incontro. se ha fiducia del suo medico di famiglia, può chiedere a lui un'indicazione. ma davvero, non si preoccupi troppo di questo.
cari saluti
le suggerirei uno psicoterapeuta, uomo o donna a secondo di come si sente maggiormente a suo agio, se per lei fa differenza. non mi preoccuperei troppo degli orientamenti (leggere le indicazioni che le ha fornito la collega le sarà di certo utile). è di certo più importante che lei e il suo terapeuta abbiate un buon incontro. se ha fiducia del suo medico di famiglia, può chiedere a lui un'indicazione. ma davvero, non si preoccupi troppo di questo.
cari saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 18k visite dal 05/06/2014.
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Approfondimento su Ansia
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