Ansiosa sensazione di essere privi di identità
Gentili dottori,
Sono uno studente di 25 anni e vi scrivo perché inizio a riuscire a delineare con chiarezza le sensazioni di malessere che mi accompagnano già da molto tempo, ma su cui non mi ero mai fermato a riflettere.
In questo periodo avverto una sensazione molto strana, si tratta di una specie di ansia intermittente, accompagnata da una paura costante molto vaga, generica, una vera e propria ossessione di non avere un'identità. Lo so che sembra assurdo, ma è proprio quello che sento: mi sento una persona completamente vuota, completamente priva di significato, non riesco a sentirmi "consistente". E' come se non ci fosse nulla di interessante o di rilevante in me, mi sento una persona assolutamente anonima e vuota, senza nessuna caratteristica. Mi sembra di essere un contenitore di plastica vuoto. Tutto ciò mi provoca molta angoscia, soprattutto nelle relazioni sociali ed affettive. Tendo a non sentirmi mai all'altezza di nessuno, e a volte percepisco con fastidio il mio volto allo specchio e sento come sbagliati e inappropriati la mia faccia e i miei lineamenti.
E' sufficiente un piccolo dettaglio casuale nel comportamento altrui o nella realtà esterna per gettarmi nel terrore di essere sbagliato, o di aver fatto qualcosa di sbagliato. Mi sento come se non avessi un passato, come se fossi privo di esperienze e di conoscenze.
E' un po' come se mi fossi svegliato da un lungo coma, e mentre tutti vanno avanti io resto sempre ed inesorabilmente indietro. Come se fossi chiuso in una bolla, non riesco ad interagire con gli altri, e anche quando lo faccio sento sempre come un vetro che mi separa da tutti e mi impedisce di capire le relazioni sociali.
Scusate la confusione del discorso, spero possiate aiutarmi a capire di cosa si tratta perché non saprei proprio dove sbattere la testa.
Ho cercato di non pensarci per tanto tempo distraendomi con lo studio universitario, ma ora sto per finire e forse questo mio problema si aggraverà, come inizio a percepire già da ora.
Grazie per la disponibilità
Sono uno studente di 25 anni e vi scrivo perché inizio a riuscire a delineare con chiarezza le sensazioni di malessere che mi accompagnano già da molto tempo, ma su cui non mi ero mai fermato a riflettere.
In questo periodo avverto una sensazione molto strana, si tratta di una specie di ansia intermittente, accompagnata da una paura costante molto vaga, generica, una vera e propria ossessione di non avere un'identità. Lo so che sembra assurdo, ma è proprio quello che sento: mi sento una persona completamente vuota, completamente priva di significato, non riesco a sentirmi "consistente". E' come se non ci fosse nulla di interessante o di rilevante in me, mi sento una persona assolutamente anonima e vuota, senza nessuna caratteristica. Mi sembra di essere un contenitore di plastica vuoto. Tutto ciò mi provoca molta angoscia, soprattutto nelle relazioni sociali ed affettive. Tendo a non sentirmi mai all'altezza di nessuno, e a volte percepisco con fastidio il mio volto allo specchio e sento come sbagliati e inappropriati la mia faccia e i miei lineamenti.
E' sufficiente un piccolo dettaglio casuale nel comportamento altrui o nella realtà esterna per gettarmi nel terrore di essere sbagliato, o di aver fatto qualcosa di sbagliato. Mi sento come se non avessi un passato, come se fossi privo di esperienze e di conoscenze.
E' un po' come se mi fossi svegliato da un lungo coma, e mentre tutti vanno avanti io resto sempre ed inesorabilmente indietro. Come se fossi chiuso in una bolla, non riesco ad interagire con gli altri, e anche quando lo faccio sento sempre come un vetro che mi separa da tutti e mi impedisce di capire le relazioni sociali.
Scusate la confusione del discorso, spero possiate aiutarmi a capire di cosa si tratta perché non saprei proprio dove sbattere la testa.
Ho cercato di non pensarci per tanto tempo distraendomi con lo studio universitario, ma ora sto per finire e forse questo mio problema si aggraverà, come inizio a percepire già da ora.
Grazie per la disponibilità
[#2]
Ex utente
No, non ne ho ancora parlato con nessuno perché solo in questi ultimi giorni ho iniziato a focalizzare meglio questa situazione.
Una situazione in cui mi sento come se non esistessi, come se fossi un'ombra e la mia vita e le cose che ho fatto e che farò siano prive di significato. Come se fossi privo di "contenuti", un robot dalla vita artificiale, privo di interessi concreti, e quindi non interessante per nessuno.
Una situazione in cui mi sento come se non esistessi, come se fossi un'ombra e la mia vita e le cose che ho fatto e che farò siano prive di significato. Come se fossi privo di "contenuti", un robot dalla vita artificiale, privo di interessi concreti, e quindi non interessante per nessuno.
[#3]
Gentile ragazzo,
la sua sofferenza psichica è riconducibile a forme psicopatologiche molto comuni nel pratica clinica con gli adolescenti. Infatti, l’adolescenza riveste dal punto di vista psichico un periodo estremamente complesso per la definizione dell’identità personale che è essenziale nel determinare il ruolo all’interno della società. La psicologia ci mostra come questo processo non è sempre lineare negli individui e per via di una serie di vicissitudini personali, probabilmente legate all’infanzia, l’adolescente si trova, a volte, a lottare per sapere chi è esattamente e che farà della sua vita, sprecando energie personali e il proprio tempo. La mancata definizione dell’identità, inoltre, rende l’individuo “fragile” nelle relazioni con gli altri, con tutte le conseguenze che questo comporta.
Spero, pertanto, di averle dato degli spunti interessanti su cui riflettere, al fine di intraprendere un percorso psicologico che potrà aiutarla a superare le sue difficoltà ed esprimere così tutte le potenzialità insite nella sua personalità.
la sua sofferenza psichica è riconducibile a forme psicopatologiche molto comuni nel pratica clinica con gli adolescenti. Infatti, l’adolescenza riveste dal punto di vista psichico un periodo estremamente complesso per la definizione dell’identità personale che è essenziale nel determinare il ruolo all’interno della società. La psicologia ci mostra come questo processo non è sempre lineare negli individui e per via di una serie di vicissitudini personali, probabilmente legate all’infanzia, l’adolescente si trova, a volte, a lottare per sapere chi è esattamente e che farà della sua vita, sprecando energie personali e il proprio tempo. La mancata definizione dell’identità, inoltre, rende l’individuo “fragile” nelle relazioni con gli altri, con tutte le conseguenze che questo comporta.
Spero, pertanto, di averle dato degli spunti interessanti su cui riflettere, al fine di intraprendere un percorso psicologico che potrà aiutarla a superare le sue difficoltà ed esprimere così tutte le potenzialità insite nella sua personalità.
Cordiali Saluti
Dr. Stefano Maranto - Psicologo
Consulenze e formazione on-line
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.9k visite dal 05/06/2014.
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