Mi sono innamorata di una donna.
Buongiorno,
vi scrivo perché son un po' turbata. Sono sempre stata etero, ho avuto storie, ora sono single da tre anni. Ho un lavoro che mi appaga e una famiglia alle spalle che mi ama e sostiene, un gruppo di amici valido. Circa un anno e mezzo fa ho conosciuto tramite degli amici, una ragazza più giovane di me di 8 anni (io ne ho 38).
Simpatica, spiritosa, ironica, dichiaratamente lesbica. Ha mostrato fin dal primo incontro interesse per me, ha chiesto il numero dopo un po' di tempo e con garbo, pian piano si è insinuata (gliel'ho permesso volentieri) nella mia vita. Ora siamo amiche, passiamo parecchio tempo insieme. Ci sentiamo ogni giorno, andiamo a correre, ceniamo insieme.
A lei piaccio. Me l'ha detto esplicitamente tempo fa. Io ho glissato.
Ho detto che mi piacevano gli uomini, ma non perché non volessi provare, solo per paura di darle il là. Gli uomini mi piacciono, ma mi piace anche lei, ora.
Solo che, ogni volta che lei butta l'amo, io la raffreddo.
Ma, in realtà, voglio. Vedo che lei ci resta un po' male.
Poi, passa un periodo in cui non fa neanche una battuta per provarci, ci riassestiamo, il rapporto si rinsalda, lei rigetta l'amo e io, da copione, un po' raffreddo.
Io non ho il coraggio di provare, ma voglio. Ho paura che lei si stufi di provarci.
Ho paura che si allontani da me.
Penso solo a lei. Se qualcuno immaginasse, mi sotterrerei. E non per lei, che è meravigliosa, ma perché ho sempre dato un'immagine di me come "incorruttibile/integra/rigida"..Ora arriva la lesbica simpatica-intelligente e mi scardina. Sono banale. Eppure.
E' da un anno e mezzo che la raffreddo. Lei è pur sempre una donna, davanti ad un freno, mica spinge.
E ora, mi trovo a piangere di rabbia (ho pianto per un uomo solo intorno ai 20 anni, il mio primo"amore", poi, mai!) per come mi ha incasinato questa cretina, che io non riesco a "lasciare". Ho provato a chiudere due volte il rapporto, sparendo. Comportandomi da str****. Mi ha perdonato e riaccolta, ma so di averla ferita. Son sparita dall'oggi al domani, senza più rispondere al telefono.
Mi mancava parecchio.
Io so già cosa voglio fare. Solo mi odio perché so che con la mia rigidità glielo impedirò.
Ho inoltre molta paura che lo dica a qualcuno. Racconta tantissime sue cose ai suoi amici, e questo non mi andrebbe, ma so che è fatta così.
vi scrivo perché son un po' turbata. Sono sempre stata etero, ho avuto storie, ora sono single da tre anni. Ho un lavoro che mi appaga e una famiglia alle spalle che mi ama e sostiene, un gruppo di amici valido. Circa un anno e mezzo fa ho conosciuto tramite degli amici, una ragazza più giovane di me di 8 anni (io ne ho 38).
Simpatica, spiritosa, ironica, dichiaratamente lesbica. Ha mostrato fin dal primo incontro interesse per me, ha chiesto il numero dopo un po' di tempo e con garbo, pian piano si è insinuata (gliel'ho permesso volentieri) nella mia vita. Ora siamo amiche, passiamo parecchio tempo insieme. Ci sentiamo ogni giorno, andiamo a correre, ceniamo insieme.
A lei piaccio. Me l'ha detto esplicitamente tempo fa. Io ho glissato.
Ho detto che mi piacevano gli uomini, ma non perché non volessi provare, solo per paura di darle il là. Gli uomini mi piacciono, ma mi piace anche lei, ora.
Solo che, ogni volta che lei butta l'amo, io la raffreddo.
Ma, in realtà, voglio. Vedo che lei ci resta un po' male.
Poi, passa un periodo in cui non fa neanche una battuta per provarci, ci riassestiamo, il rapporto si rinsalda, lei rigetta l'amo e io, da copione, un po' raffreddo.
Io non ho il coraggio di provare, ma voglio. Ho paura che lei si stufi di provarci.
Ho paura che si allontani da me.
Penso solo a lei. Se qualcuno immaginasse, mi sotterrerei. E non per lei, che è meravigliosa, ma perché ho sempre dato un'immagine di me come "incorruttibile/integra/rigida"..Ora arriva la lesbica simpatica-intelligente e mi scardina. Sono banale. Eppure.
E' da un anno e mezzo che la raffreddo. Lei è pur sempre una donna, davanti ad un freno, mica spinge.
E ora, mi trovo a piangere di rabbia (ho pianto per un uomo solo intorno ai 20 anni, il mio primo"amore", poi, mai!) per come mi ha incasinato questa cretina, che io non riesco a "lasciare". Ho provato a chiudere due volte il rapporto, sparendo. Comportandomi da str****. Mi ha perdonato e riaccolta, ma so di averla ferita. Son sparita dall'oggi al domani, senza più rispondere al telefono.
Mi mancava parecchio.
Io so già cosa voglio fare. Solo mi odio perché so che con la mia rigidità glielo impedirò.
Ho inoltre molta paura che lo dica a qualcuno. Racconta tantissime sue cose ai suoi amici, e questo non mi andrebbe, ma so che è fatta così.
[#1]
Gentile Utente,
Dovrebbe interrogarsi, unitamente ad un nostro collega, sulle dinamiche della sua coppia, su quelle della coppia " altra " e comprendere cosa le manca e cosa la emoziona da questo legame.
Le allego una lettura che tratta proprio questi tipi di innamoramento
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3943-quando-lei-ama-lei-psiche-e-sessualita.html
Dovrebbe interrogarsi, unitamente ad un nostro collega, sulle dinamiche della sua coppia, su quelle della coppia " altra " e comprendere cosa le manca e cosa la emoziona da questo legame.
Le allego una lettura che tratta proprio questi tipi di innamoramento
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3943-quando-lei-ama-lei-psiche-e-sessualita.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile ragazza,
Lei accenna ripetutamente alla propria rigidità e integrità, ma anche alla paura che la sua amica racconti ai propri amici.
Quindi da una parte Lei prova difficoltà con se stessa in relazione all'immagine cha ha di sè, dall'altra una difficoltà sociale dovuta al fatto che romperà l'immagine che gli altri hanno di Lei.
Per quanti riguarda la seconda, la mentalità sta rapidamente cambiando
( i dati in https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3480-gay-e-lesbiche-curarli-per-normalizzarli.html ?); per i rapporti con sè il confronto con uno/a psicologo/a sessuologo/a potrà certamente aiutarLa ad accettere certe Sue parti, a negoziare con sè, a scendere a patti con la sua rigidità se sarà il caso.
Saluti cordiali.
Lei accenna ripetutamente alla propria rigidità e integrità, ma anche alla paura che la sua amica racconti ai propri amici.
Quindi da una parte Lei prova difficoltà con se stessa in relazione all'immagine cha ha di sè, dall'altra una difficoltà sociale dovuta al fatto che romperà l'immagine che gli altri hanno di Lei.
Per quanti riguarda la seconda, la mentalità sta rapidamente cambiando
( i dati in https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3480-gay-e-lesbiche-curarli-per-normalizzarli.html ?); per i rapporti con sè il confronto con uno/a psicologo/a sessuologo/a potrà certamente aiutarLa ad accettere certe Sue parti, a negoziare con sè, a scendere a patti con la sua rigidità se sarà il caso.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Salve,
mi chiedo, nel frattempo le sue relazioni con gli uomini come vanno? Le ha messe da parte? Continua a frequentare amici, ad uscire con qualche uomo o frequenta solo il "mondo" della sua amica o peggio, solo la sua amica?
Mi sento di sottolineare l'importanza, per comprendersi meglio, di continuare a frequentare entrambe le due realtà, la etero e l'omosessuale.
Poi che ne direbbe di "confessare" quel che prova alla sua amica? Crede che lei non si sia già fatta un'idea della sua difficoltà, del suo essere combattuta tra la spinta ad osare e il freno della "sua rigidità"?
Magari le scriva, chiedendole di non parlarne esplicitamente, almeno in un primo momento, sono sicura che la sua amica avrà la sensibilità di aspettare il momento opportuno del confronto che a quel punto inevitabilmente arriverà, con le parole e/o con i fatti.
Potrebbe così gradualmente "sperimentarsi" in una nuova relazione che evolverà naturalmente, in un senso o nell'altro.
A quel punto potrebbe rivolgersi ad un collega psicologo/sessuologo per esplorare questa nuova dimensione della sua sessualità che sta sperimentando.
Cordiali saluti
mi chiedo, nel frattempo le sue relazioni con gli uomini come vanno? Le ha messe da parte? Continua a frequentare amici, ad uscire con qualche uomo o frequenta solo il "mondo" della sua amica o peggio, solo la sua amica?
Mi sento di sottolineare l'importanza, per comprendersi meglio, di continuare a frequentare entrambe le due realtà, la etero e l'omosessuale.
Poi che ne direbbe di "confessare" quel che prova alla sua amica? Crede che lei non si sia già fatta un'idea della sua difficoltà, del suo essere combattuta tra la spinta ad osare e il freno della "sua rigidità"?
Magari le scriva, chiedendole di non parlarne esplicitamente, almeno in un primo momento, sono sicura che la sua amica avrà la sensibilità di aspettare il momento opportuno del confronto che a quel punto inevitabilmente arriverà, con le parole e/o con i fatti.
Potrebbe così gradualmente "sperimentarsi" in una nuova relazione che evolverà naturalmente, in un senso o nell'altro.
A quel punto potrebbe rivolgersi ad un collega psicologo/sessuologo per esplorare questa nuova dimensione della sua sessualità che sta sperimentando.
Cordiali saluti
Dr.ssa Laura Termini
Psicologa - Psicoterapeuta
[#4]
Ex utente
Grazie per le risposte.
@dott. Brunialti..Sì, ma io ho molti amici gay. Sono una persona gay-friendly, apertissima, vado in discoteche gay, parrucchiere-amico gay, quindi, l'articolo letto è proprio "obsoleto" per me ( nel senso che il link omosessualità-malattia credo venga fatto, ad oggi, solo da poche persone, che, personalmente, giudico poco degne del mio interesse).
Il mio problema è un altro: fino a quando non ne son sicura, non voglio che altri lo sappiano. Non voglio farmi né vedere né etichettare mentre sperimento.
Mentre vacillo, non voglio mi si veda. Non voglio mi si dia un'etichetta (che magari, poi, tra tre anni mi apparterrà, ma, perché definirsi mentre sperimento?).
Ma la ragazza che mi piace condivide con i suoi amici quasi tutti gli aspetti della sua vita, e sono sicurissima che glielo direbbe. Questo suo modo di fare mi fa arrabbiare. Mi delude, anche, un po'. Perché non sa risolversi le cose tra sé e sé. Io sono qua che non posso confrontarmi con nessuno, e lei, ci scommetto, è a casa con 4 o 5 amici a cui racconta tutto, e con cui può essere se stessa al 100%. (Beata lei, forse un po' la invidio)
@Termini..Non ho abbandonato il mondo etero..Solo che non sono inciampata in uomini interessanti in questi ultimi anni.
Frequento anche degli amici etero, ma lei mi assorbe molto. Cioè, per scelta mia.
Io cerco lei. Io voglio stare con lei. Io sono (forse) innamorata di lei.
Ho solo paura di non riuscire a lasciarmi andare.
Divento antipatica quando mi fa qualche battuta. Cioè, le rispondo cose tipo " Ti piacerebbe", oppure " Non credo proprio che mi bacerai". E lei sorride, ma non so se prima o poi si stuferà.
Ho pensato di scriverle, farebbe sicuramente leggere a qualche suo amico.
Terrebbe il segreto per un mese. A qualcuno lo direbbe, non per altro per "gasarsi" della conquista e raccontare quanto ne è contenta. A volte mi dice: " Il giorno che ci stai, pago da bere a tutti"..Cioè, io come mi affido ad una persona così "esuberante"?
@dott. Brunialti..Sì, ma io ho molti amici gay. Sono una persona gay-friendly, apertissima, vado in discoteche gay, parrucchiere-amico gay, quindi, l'articolo letto è proprio "obsoleto" per me ( nel senso che il link omosessualità-malattia credo venga fatto, ad oggi, solo da poche persone, che, personalmente, giudico poco degne del mio interesse).
Il mio problema è un altro: fino a quando non ne son sicura, non voglio che altri lo sappiano. Non voglio farmi né vedere né etichettare mentre sperimento.
Mentre vacillo, non voglio mi si veda. Non voglio mi si dia un'etichetta (che magari, poi, tra tre anni mi apparterrà, ma, perché definirsi mentre sperimento?).
Ma la ragazza che mi piace condivide con i suoi amici quasi tutti gli aspetti della sua vita, e sono sicurissima che glielo direbbe. Questo suo modo di fare mi fa arrabbiare. Mi delude, anche, un po'. Perché non sa risolversi le cose tra sé e sé. Io sono qua che non posso confrontarmi con nessuno, e lei, ci scommetto, è a casa con 4 o 5 amici a cui racconta tutto, e con cui può essere se stessa al 100%. (Beata lei, forse un po' la invidio)
@Termini..Non ho abbandonato il mondo etero..Solo che non sono inciampata in uomini interessanti in questi ultimi anni.
Frequento anche degli amici etero, ma lei mi assorbe molto. Cioè, per scelta mia.
Io cerco lei. Io voglio stare con lei. Io sono (forse) innamorata di lei.
Ho solo paura di non riuscire a lasciarmi andare.
Divento antipatica quando mi fa qualche battuta. Cioè, le rispondo cose tipo " Ti piacerebbe", oppure " Non credo proprio che mi bacerai". E lei sorride, ma non so se prima o poi si stuferà.
Ho pensato di scriverle, farebbe sicuramente leggere a qualche suo amico.
Terrebbe il segreto per un mese. A qualcuno lo direbbe, non per altro per "gasarsi" della conquista e raccontare quanto ne è contenta. A volte mi dice: " Il giorno che ci stai, pago da bere a tutti"..Cioè, io come mi affido ad una persona così "esuberante"?
[#5]
Cara utente,
a parte il timore che si sappia in giro del "suo esperimento", mi sembra che nutra qualche dubbio su questo rapporto e sull'affidabilità della sua amica, mi sbaglio?
Se le cose stessero così c'è un vizio di fondo nel rapporto che sarebbe problematico a prescindere dalla natura etero/omosessuale.
Se così non fosse, ogni rapporto d'amore richiede una buona dose di "rischio".
La sua confusione tocca diversi livelli di problematiche, forse consultare un collega potrebbe aiutarla a fare chiarezza su se stessa e i suoi sentimenti.
Saluti
a parte il timore che si sappia in giro del "suo esperimento", mi sembra che nutra qualche dubbio su questo rapporto e sull'affidabilità della sua amica, mi sbaglio?
Se le cose stessero così c'è un vizio di fondo nel rapporto che sarebbe problematico a prescindere dalla natura etero/omosessuale.
Se così non fosse, ogni rapporto d'amore richiede una buona dose di "rischio".
La sua confusione tocca diversi livelli di problematiche, forse consultare un collega potrebbe aiutarla a fare chiarezza su se stessa e i suoi sentimenti.
Saluti
[#6]
Gentile utente,
se una persona aperta come lei dice di essere, non vuole "farsi né vedere né etichettare mentre sperimenta" significa che il condizionamento e giudizio sociale è ancora forte e giudicante, o almeno così Lei lo percepisce.
Ma anche la riservatezza della "lei" viene messa in dubbio. "Terrebbe il segreto per un mese. A qualcuno lo direbbe, non per altro per "gasarsi" della conquista e raccontare quanto ne è contenta. A volte mi dice: " Il giorno che ci stai, pago da bere a tutti"..Cioè, io come mi affido ad una persona così "esuberante"?" E infatti non si affida. Ma non sa cosa fare.
se una persona aperta come lei dice di essere, non vuole "farsi né vedere né etichettare mentre sperimenta" significa che il condizionamento e giudizio sociale è ancora forte e giudicante, o almeno così Lei lo percepisce.
Ma anche la riservatezza della "lei" viene messa in dubbio. "Terrebbe il segreto per un mese. A qualcuno lo direbbe, non per altro per "gasarsi" della conquista e raccontare quanto ne è contenta. A volte mi dice: " Il giorno che ci stai, pago da bere a tutti"..Cioè, io come mi affido ad una persona così "esuberante"?" E infatti non si affida. Ma non sa cosa fare.
[#7]
Ex utente
Sì, lo so. In pratica sto chiedendo ad altri di prevedere il futuro per sapere come ne uscirò.
Non so se voglio farmi scardinare la vita, non so se ho la leggerezza necessaria per fare questa cosa e poi tornare senza pensieri alla vita di tutti i giorni.
Le cose a metà non mi riescono. Ho paura di rinunciare a qualcosa se non vivo questa cosa con lei, ma ho anche paura di uscirne per sempre cambiata se mi lascio andare.
Dallo psicologo non riesco ad andare, mi vergogno a parlare face-to-face di questo.
Non ce la faccio proprio.
Per questo ho scritto qui. Spero di trovare il coraggio o di viverla, o di accantonarla, perché così non si può andare avanti da 1 anno e mezzo. Mi sento in tensione e frustrata.
Non so se voglio farmi scardinare la vita, non so se ho la leggerezza necessaria per fare questa cosa e poi tornare senza pensieri alla vita di tutti i giorni.
Le cose a metà non mi riescono. Ho paura di rinunciare a qualcosa se non vivo questa cosa con lei, ma ho anche paura di uscirne per sempre cambiata se mi lascio andare.
Dallo psicologo non riesco ad andare, mi vergogno a parlare face-to-face di questo.
Non ce la faccio proprio.
Per questo ho scritto qui. Spero di trovare il coraggio o di viverla, o di accantonarla, perché così non si può andare avanti da 1 anno e mezzo. Mi sento in tensione e frustrata.
[#8]
Vergogna dello psicologo? Non sa quante di queste situazioni ogni mese vediamo, e le riteniamo del tutto "normali" (l'identità può essere liquida).
Non se ne faccia un alibi della Sua vergogna, se si confronta sarà un po' più certa di aver fatto la scelta giusta. I rimpianti sono molto pesanti, specie se immotivati.
Buona notte.
Non se ne faccia un alibi della Sua vergogna, se si confronta sarà un po' più certa di aver fatto la scelta giusta. I rimpianti sono molto pesanti, specie se immotivati.
Buona notte.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 53.9k visite dal 04/06/2014.
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