Depressione e attacchi di panico
Salve, sono uno studente di psicologia di 21 anni. Dopo una forte dipendenza da cannabis durata quasi 4 anni, mi sono trovato a far fronte inizialmente a degli attacchi di panico. Il mio problema ha inizio circa un mese fa, e ho avuto circa 5 attacchi di forte intensità con sintomatologie diverse (ho creduto di essermi creato una patologia mentale da solo, oppure problemi cardiaci) a seguito dei quali ho avuto un forte crollo motivazionale. Sono stato un brillante studente, ma ora tutto perde di senso. Sono già in cura da uno psicologo (consultorio, gratuitamente... purtroppo non posso permettermi di meglio anche per via dello scetticismo dei miei genitori, che dicono mi stia semplicemente fissando). Il problema più grosso non sono gli attacchi di panico in sè, ma i pensieri suicidi molto frequenti e la tendenza ad essere di cattivo umore. Questo mi preoccupa sempre più. Ho iniziato a scrivere su un quadernetto tutti i cattivi pensieri per liberare un po' la mente e ad essere onesti ha la sua utilità. Ma tutto perde di senso, penso alla morte e all'utilità che possa avere far tutto quando un giorno dovrò andarmene. Nonostante ciò mi appiglio sempre ad un qualcosa, come la possibilità di trovare una partner e di avere dei figli, se non le ambizioni che coltivavo fino ad un mese fa.
Ho la tendenza a documentarmi sulla qualsiasi cosa possa accadermi, nonostante il mio psicologo dica di non farlo... è difficile resistere, più che altro per la mia forte paura.
Poco fa, tra l'altro, ho letto da nuove ricerche che l'uso di cannabis può provocare, a livello cerebrale, danni irreversibili a livello della produzione di serotonina... Mi preoccupa troppo il fatto di continuare a vivere una vita in cui il mio umore è instabile. Non riesco ad accettarlo... E se mi fossi provocato seriamente un danno cerebrale? sarebbe curabile?
Non riesco a capacitarmene, e non riesco a vivere come facevo prima. Ho passato tutta l'ultima settimana in attesa della prossima seduta (mercoledì), ma nel frattempo convivo con forti sbalzi d'umore. La mattina tendo a star malissimo, con difficoltà ad alzarmi dal letto, il primo pomeriggio non lo vivo gran chè, e poi arrivo alla sera stando decentemente.
Se avessi avuto un danno cerebrale questo sarebbe stato possibile? E' possibile, tra l'altro, uscirne fuori?
Ciò che mi salva è credere fortemente nella psicologia, ma ciò che mi butta a terra in questo momento è pensare all'eventualità in cui questa si riveli inefficacie a fronte di un danno di natura organica.
Grazie in anticipo per le risposte...
Ho la tendenza a documentarmi sulla qualsiasi cosa possa accadermi, nonostante il mio psicologo dica di non farlo... è difficile resistere, più che altro per la mia forte paura.
Poco fa, tra l'altro, ho letto da nuove ricerche che l'uso di cannabis può provocare, a livello cerebrale, danni irreversibili a livello della produzione di serotonina... Mi preoccupa troppo il fatto di continuare a vivere una vita in cui il mio umore è instabile. Non riesco ad accettarlo... E se mi fossi provocato seriamente un danno cerebrale? sarebbe curabile?
Non riesco a capacitarmene, e non riesco a vivere come facevo prima. Ho passato tutta l'ultima settimana in attesa della prossima seduta (mercoledì), ma nel frattempo convivo con forti sbalzi d'umore. La mattina tendo a star malissimo, con difficoltà ad alzarmi dal letto, il primo pomeriggio non lo vivo gran chè, e poi arrivo alla sera stando decentemente.
Se avessi avuto un danno cerebrale questo sarebbe stato possibile? E' possibile, tra l'altro, uscirne fuori?
Ciò che mi salva è credere fortemente nella psicologia, ma ciò che mi butta a terra in questo momento è pensare all'eventualità in cui questa si riveli inefficacie a fronte di un danno di natura organica.
Grazie in anticipo per le risposte...
[#1]
Gentile Utente,
Quale diagnosi è stata fatta dal collega che la segue?
Come si chiama il suo disagio?
Assume anche farmaco terapia ?
A volte un percorso combinato rende la strada da percorrere più agevole.
Se è seguito presso una struttura pubblica, dovrebbe trovare uno psichiatra al un neurologo per un approfondimento del quadro clinico
Quale diagnosi è stata fatta dal collega che la segue?
Come si chiama il suo disagio?
Assume anche farmaco terapia ?
A volte un percorso combinato rende la strada da percorrere più agevole.
Se è seguito presso una struttura pubblica, dovrebbe trovare uno psichiatra al un neurologo per un approfondimento del quadro clinico
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
Ad essere onesto nessuno mi ha fatto una diagnosi. Quel che posso dirle è che dal decorso dei miei disagi un medico mi ha prescritto lo xanax da 0.5 a rilascio prolungato associato a 10 gocce quotidiane di levopraid. Ho fatto la suddetta cura per 2 giorni, ignorando che tipo di farmaco fosse lo xanax. Quando mi sono reso conto, leggendo il libretto illustrativo, ho smesso di prenderli entrambi e questo ha fomentato i pensieri suicidari.
Adesso ho avuto una settimana di tempo datami dal suo (e spero mio futuro) collega per riflettere sulla farmaco terapia e se voglio o meno intraprenderla. Onestamente ho un po' di paura nell'intraprendere una nuova dipendenza, anche se d'altra parte mi rendo conto del fatto che questa potrebbe essere d'aiuto per migliorare la qualità della mia vita, che al momento precipita a picco.
Mercoledì dovrebbe essere ancora la seconda seduta, sebbene io mi sia presentato come affetto da DAP. Insomma, è tutto un po' strano. Da una parte credo possa essere semplice ipocondria, anche se convivo con aritmie cardiache quotidianamente e sono senza dubbio causate da uno stato ansioso (Lunedì scorso, dopo l'ultimo attacco di panico ho fatto un elettrocardiogramma e il mio cuore va bene), mentre dall'altra il disagio non mi permette di essere creativo e prestante come prima, dunque è reale.
Non so più dove andare a parare, le autodiagnosi fanno male, ma nonostante smetta si presenta sempre un problema nuovo.
In conclusione, come dicevo, tendo a star meglio la sera, anche se il troppo riflettere sulla vita mi fa star male e tutto ciò che faccio (perchè la difficoltà nel tenermi attivo l'ho superata) perde molto di senso.
La ringrazio per la risposta.
Adesso ho avuto una settimana di tempo datami dal suo (e spero mio futuro) collega per riflettere sulla farmaco terapia e se voglio o meno intraprenderla. Onestamente ho un po' di paura nell'intraprendere una nuova dipendenza, anche se d'altra parte mi rendo conto del fatto che questa potrebbe essere d'aiuto per migliorare la qualità della mia vita, che al momento precipita a picco.
Mercoledì dovrebbe essere ancora la seconda seduta, sebbene io mi sia presentato come affetto da DAP. Insomma, è tutto un po' strano. Da una parte credo possa essere semplice ipocondria, anche se convivo con aritmie cardiache quotidianamente e sono senza dubbio causate da uno stato ansioso (Lunedì scorso, dopo l'ultimo attacco di panico ho fatto un elettrocardiogramma e il mio cuore va bene), mentre dall'altra il disagio non mi permette di essere creativo e prestante come prima, dunque è reale.
Non so più dove andare a parare, le autodiagnosi fanno male, ma nonostante smetta si presenta sempre un problema nuovo.
In conclusione, come dicevo, tendo a star meglio la sera, anche se il troppo riflettere sulla vita mi fa star male e tutto ciò che faccio (perchè la difficoltà nel tenermi attivo l'ho superata) perde molto di senso.
La ringrazio per la risposta.
[#3]
Lei ha già intrapreso un percorso di cura quindi dovrebbe rivolgere i suoi dubbi al Collega che la sta seguendo. Se iniziare a prendere farmaci o meno dipende da lei, ma se decide di farlo dovrebbe attenersi alla prescrizione del medico/psichiatra altrimenti continuerà ad alimentare timori dal nulla, come ha fatto per lo xanax.
Non vede pensare a se stesso in termini psicopatologici o nosografici, perché non l'aiuta, così come dovrebbe smettere di informarsi. Le sue ricerche sono mediate da uno stato ansioso, quindi difficilmente troverà le risposte che cerca, al contrario non farà altro che alimentare la sua ansia, i suoi dubbi e i suoi timori.
>>Sono già in cura da uno psicologo (consultorio, gratuitamente.. purtroppo non posso permettermi di meglio.<<
cosa intende con "di meglio"?
Questo è già abbastanza, inoltre non ci sono differenze prestazionali tra un servizio pubblico e uno privato. La questione fondamentale è sempre la stessa, la motivazione al cambiamento.
Non vede pensare a se stesso in termini psicopatologici o nosografici, perché non l'aiuta, così come dovrebbe smettere di informarsi. Le sue ricerche sono mediate da uno stato ansioso, quindi difficilmente troverà le risposte che cerca, al contrario non farà altro che alimentare la sua ansia, i suoi dubbi e i suoi timori.
>>Sono già in cura da uno psicologo (consultorio, gratuitamente.. purtroppo non posso permettermi di meglio.<<
cosa intende con "di meglio"?
Questo è già abbastanza, inoltre non ci sono differenze prestazionali tra un servizio pubblico e uno privato. La questione fondamentale è sempre la stessa, la motivazione al cambiamento.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#5]
Ex utente
Con "di meglio" intendevo dire che la mia preferenza verte su un approccio cognitivo-comportamentale, che purtroppo non posso permettermi. Tuttavia credo che questa stessa preferenza possa esser dettata dalle numerose ricerche fatte sulla DAP.
Oggi, purtroppo mi sono trovato nuovamente a fronteggiare un bruttissimo stato umorale (i pensieri suicidi sono stati forti e per un attimo ho creduto di poterlo fare... poi mi sono messo a scrivere e sono riuscito a tranquillizzarmi) che mi ha successivamente portato a ricercare le correlazioni tra l'umore e l'uso di cannabis. Trovatomi di fronte alla possibilità di danni cerebrali irreversibili mi sono visto letteralmente senza speranze ed ho deciso di scrivervi forse per sentirmi rassicurato riguardo le possibilità di guarigione.
Nonostante ciò ho fiducia nella persona che mi ha in cura, anche se ho passato questa settimana nella trepidante attesa di tornare, Mercoledì, perchè i pensieri di cui vi ho parlato si sono fatti forti, a tratti incessanti, e sebbene sia al corrente del fatto che siano dettati dal mio stato umorale ho paura che possano prendere il controllo totale della mia persona. Ho anche avuto paura di essere colto da un improvviso sonnambulismo durante il quale avrei potuto fare chissà che.
In genere a quest'ora riesco a trovare un po' di pace, oggi mi sento ancora un po' scosso.
Vi ringrazio di cuore per le subitanee risposte.
Oggi, purtroppo mi sono trovato nuovamente a fronteggiare un bruttissimo stato umorale (i pensieri suicidi sono stati forti e per un attimo ho creduto di poterlo fare... poi mi sono messo a scrivere e sono riuscito a tranquillizzarmi) che mi ha successivamente portato a ricercare le correlazioni tra l'umore e l'uso di cannabis. Trovatomi di fronte alla possibilità di danni cerebrali irreversibili mi sono visto letteralmente senza speranze ed ho deciso di scrivervi forse per sentirmi rassicurato riguardo le possibilità di guarigione.
Nonostante ciò ho fiducia nella persona che mi ha in cura, anche se ho passato questa settimana nella trepidante attesa di tornare, Mercoledì, perchè i pensieri di cui vi ho parlato si sono fatti forti, a tratti incessanti, e sebbene sia al corrente del fatto che siano dettati dal mio stato umorale ho paura che possano prendere il controllo totale della mia persona. Ho anche avuto paura di essere colto da un improvviso sonnambulismo durante il quale avrei potuto fare chissà che.
In genere a quest'ora riesco a trovare un po' di pace, oggi mi sento ancora un po' scosso.
Vi ringrazio di cuore per le subitanee risposte.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.6k visite dal 02/06/2014.
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