Peggioramento
salve dopo aver cominciato una psicoanalisi a gennaio, per ansia e scoraggiamento ( sia chiaro che svolgevo la vita bene come prima) ho deciso di mollare perché sto male. Anzi sto peggio di prima. Continuo ovviamente le mie attività ma ho il terrore di essermi distrutto la psiche, ovvero di non esistere più . Mi spiego meglio , è chiaro, anzi è ovvio che sono io, lo stesso da venti anni a questa parte ma ho la sensazione di non essere più la stessa persona. A me per esempio piaceva il tennis, facevo un corso per diventare arbitro perché vedevo il tennis come una parte di me. Dopo la terapia non più. Non mi piace più. Peccato, peccato visto che era per me una grande felicità. Inoltre la mia sfera sociale che prima era abbastanza buona è spenta. Non ho più lo stesso modo di pensare che avevo prima di entrare in terapia. Prima ero si scoraggiato per la mia ansia ma ero convinto che con l'aiuto giusto il mio mondo lo sarei riuscito a vedere e viverlo finalmente. E' come se mi fossi distrutto . I miei pensieri non esistono più. Sono come intrappolato nel "qui ed ora". Vivo, per carità ma non bene come prima. E' come se in terapia avessi capito di essere difettoso e quindi adesso agisco con gli schemi della società. L'ansia non c'è più ma non c'è più quel mio centro che mi permetteva di godermi una passeggiata per la strada o una partita di tennis. E' come se pensassi che ogni mia associazione di pensiero sia una conflitto inconscio o disturbo mentale. Prima di entrare in terapia non c'erano di questi problemi. C'è da dire che la mia suggestione è davvero potente e che se uno mi dice di essere depresso penso di esserlo e agisco di conseguenza.Come si chiama in psicologia questo atteggiamento? Ma come è possibile che io pensi di essermi rovinato la psiche. Prima suonavo al conservatorio come pianista, era una emozione grandissima,ma lo era perché avevo un flusso di pensieri fantastico, legato con le bellezze della vita. E la musica mi faceva sognare ; per esempio, mi immaginavo arbitro di tennis. Fantastico che dire. Ora, da quando sono entrato in terapia l'ho associato a un disturbo per non so quali motivi. Adesso non riesco piu' a suonare perchè non ho piu' quei pensieri. Ma la psicoterapia puo' fare questi danni?
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
Lei riferisce di una psicoanalisi che avrebbe iniziato e poi la definisce "psicoterapia"; in realtà si tratta di due cose differenti, quindi questo sarebbe un primo punto da chiarire nel Suo quesito.
Detto questo, è possibile che nel corso di uno o dell'altro percorso di cura riemergano conflitti non risolti che erano "archiviati" e che ora tornano in primo piano.
Ciò fa parte del processo di cambiamento, del quale non bisogna avere paura ma che bisogna perseguire fino al suo intero completamento, per il quale ci vorrà un po' di tempo.
Non è chiaro cosa intende con <<E' come se in terapia avessi capito di essere difettoso e quindi adesso agisco con gli schemi della società.>>
Lavorare di fantasia non è necessariamente un disturbo; in certi casi può essere espressione di grande creatività.
Comunque è fondamentale chiarisca queste cose col Suo terapeuta.
Lei riferisce di una psicoanalisi che avrebbe iniziato e poi la definisce "psicoterapia"; in realtà si tratta di due cose differenti, quindi questo sarebbe un primo punto da chiarire nel Suo quesito.
Detto questo, è possibile che nel corso di uno o dell'altro percorso di cura riemergano conflitti non risolti che erano "archiviati" e che ora tornano in primo piano.
Ciò fa parte del processo di cambiamento, del quale non bisogna avere paura ma che bisogna perseguire fino al suo intero completamento, per il quale ci vorrà un po' di tempo.
Non è chiaro cosa intende con <<E' come se in terapia avessi capito di essere difettoso e quindi adesso agisco con gli schemi della società.>>
Lavorare di fantasia non è necessariamente un disturbo; in certi casi può essere espressione di grande creatività.
Comunque è fondamentale chiarisca queste cose col Suo terapeuta.
[#2]
Gentile Utente,
Mi colpisce, da quello che scrive, soprattutto il suo atteggiamento, ovvero quello di ' mollare' la terapia o psicoanalisi senza aver parlato con il suo specialista delle sue paure e del suo malessere, che sembrerebbe essere aumentato. Come mai non ha affrontato direttamente con lui/lei questa problematica? Come mai non ha fatto presente che sentiva di stare peggiorando? Forse non si fidava del suo analista o aveva aspettative sulla terapia che sono andate deluse?
Un percorso terapeutico non ' toglie' energia ed entusiasmo, anche se può capitare che vi siano momenti di apparente stallo in cui la sensazione e' di essersi fermati o, addirittura, essere tornati indietro. Ma appunto in tali momenti, e' necessario parlarne con il terapeuta il quale può aiutarla a dare un significato alle sue paure. Credo che bisogna anche darsi del tempo per verificare i progressi. Lei, che e' musicista, immagino che, per arrivare a suonare con 'grande emozione' abbia faticato molto, si sia impegnato altrettanto e, presumo, abbia avuto momenti di scoraggiamento e di frustrazione, superandoli. Non è' diverso da quello che accade in un percorso terapeutico!
Naturalmente, se, invece, dovesse prendere atto che le manca la sintonia per lavorare con quel terapeuta, dopo essersi chiarito con lo stesso, può rivolgersi ad un altro con maggiore consapevolezza di quello che le serve davvero.
Un cordiale saluto
Mi colpisce, da quello che scrive, soprattutto il suo atteggiamento, ovvero quello di ' mollare' la terapia o psicoanalisi senza aver parlato con il suo specialista delle sue paure e del suo malessere, che sembrerebbe essere aumentato. Come mai non ha affrontato direttamente con lui/lei questa problematica? Come mai non ha fatto presente che sentiva di stare peggiorando? Forse non si fidava del suo analista o aveva aspettative sulla terapia che sono andate deluse?
Un percorso terapeutico non ' toglie' energia ed entusiasmo, anche se può capitare che vi siano momenti di apparente stallo in cui la sensazione e' di essersi fermati o, addirittura, essere tornati indietro. Ma appunto in tali momenti, e' necessario parlarne con il terapeuta il quale può aiutarla a dare un significato alle sue paure. Credo che bisogna anche darsi del tempo per verificare i progressi. Lei, che e' musicista, immagino che, per arrivare a suonare con 'grande emozione' abbia faticato molto, si sia impegnato altrettanto e, presumo, abbia avuto momenti di scoraggiamento e di frustrazione, superandoli. Non è' diverso da quello che accade in un percorso terapeutico!
Naturalmente, se, invece, dovesse prendere atto che le manca la sintonia per lavorare con quel terapeuta, dopo essersi chiarito con lo stesso, può rivolgersi ad un altro con maggiore consapevolezza di quello che le serve davvero.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#3]
Gentile Utente,
comprendo la confusione, ma per alcuni aspetti è legata proprio al tipo di problema che L'ha portata in terapia.
Ad esempio isolarsi dagli altri potrebbe essere una strategia disfunzionale che le persone ansiose mettono in atto per tentare di risolvere il problema, generando però maggiori difficoltà col tempo.
Inoltre non è detto che in una psicoterapia si debba analizzare tutto, e non è detto che tutto abbia un significato rilevante da portare in terapia
("E' come se pensassi che ogni mia associazione di pensiero sia una conflitto inconscio o disturbo mentale").
Dal Suo racconto non mi è molto chiaro in che modo si è svolta questa terapia, ma ci sono anche tipi di psicoterapia, maggiormente indicate per i disturbi d'ansia, che non prevedono di analizzare alcunché, proprio per non generare questi ulteriori dubbi nel pz (che sono altri sintomi d'ansia), ma agendo di più sul comportamento.
Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
In ogni caso, se sta così male, dubito che la psicoterapia possa essere terminata, ma La invito a contattare uno psicologo psicoterapeuta per continuare il lavoro cominciato. Se con questo Collega non si è trovato bene, può sceglierne un altro.
Per approfondimenti legga qui:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2106-ansia-quale-psicoanalisi-un-libro-per-capire.html
Cordiali saluti,
comprendo la confusione, ma per alcuni aspetti è legata proprio al tipo di problema che L'ha portata in terapia.
Ad esempio isolarsi dagli altri potrebbe essere una strategia disfunzionale che le persone ansiose mettono in atto per tentare di risolvere il problema, generando però maggiori difficoltà col tempo.
Inoltre non è detto che in una psicoterapia si debba analizzare tutto, e non è detto che tutto abbia un significato rilevante da portare in terapia
("E' come se pensassi che ogni mia associazione di pensiero sia una conflitto inconscio o disturbo mentale").
Dal Suo racconto non mi è molto chiaro in che modo si è svolta questa terapia, ma ci sono anche tipi di psicoterapia, maggiormente indicate per i disturbi d'ansia, che non prevedono di analizzare alcunché, proprio per non generare questi ulteriori dubbi nel pz (che sono altri sintomi d'ansia), ma agendo di più sul comportamento.
Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
In ogni caso, se sta così male, dubito che la psicoterapia possa essere terminata, ma La invito a contattare uno psicologo psicoterapeuta per continuare il lavoro cominciato. Se con questo Collega non si è trovato bene, può sceglierne un altro.
Per approfondimenti legga qui:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2106-ansia-quale-psicoanalisi-un-libro-per-capire.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Gentile utente a differenza di quanto specificato nel parere della collega, devo dirle che non esiste una psicoterapia maggiormente indicata di altre per il singolo disturbo. Non esistono prove di queste affermazioni in letteratura scientifica, mentre è unanime la possibilità che sia esattamente il contrario: ovvero l'efficacia della terapia dipende più da fattori non specifici.
Detto questo, ciò che lei riferisce di esserle capitato probabilmente le sarebbe capitato ugualmente qualunque percorso lei avesse deciso di intraprendere. E' parimenti possibile anche che l'entità del suo disturbo si sia manifestata in modo attenuato proprio grazie alla terapia in corso. E' infatti molto improbabile che un sintomo come quello descritto si sia manifestato improvvisamente a "causa" di una qualunque terapia. Direi forse anche impossibile. Il suo problema era certamente già presente anche se non manifesto. In fondo l'ansia è proprio questo: un sintomo il più delle volte secondario, associato alla maggior parte dei disturbi psicologici, che spesso li copre o addirittura li nasconde.
Se poi è vero che lei ha fatto una psicoanalisi, questa non si incentra quasi mai sui "pensieri" come lei descrive e nemmeno sulla risoluzione dei sintomi. Credo che al di là delle parole e dei nomi tecnici, forse vada approfondito un po' che cosa stesse facendo effettivamente in terapia e magari varrebbe la pena, su questo concordo con la collega, di chiedere un parere anche a un altro psicoterapeuta.
Detto questo, ciò che lei riferisce di esserle capitato probabilmente le sarebbe capitato ugualmente qualunque percorso lei avesse deciso di intraprendere. E' parimenti possibile anche che l'entità del suo disturbo si sia manifestata in modo attenuato proprio grazie alla terapia in corso. E' infatti molto improbabile che un sintomo come quello descritto si sia manifestato improvvisamente a "causa" di una qualunque terapia. Direi forse anche impossibile. Il suo problema era certamente già presente anche se non manifesto. In fondo l'ansia è proprio questo: un sintomo il più delle volte secondario, associato alla maggior parte dei disturbi psicologici, che spesso li copre o addirittura li nasconde.
Se poi è vero che lei ha fatto una psicoanalisi, questa non si incentra quasi mai sui "pensieri" come lei descrive e nemmeno sulla risoluzione dei sintomi. Credo che al di là delle parole e dei nomi tecnici, forse vada approfondito un po' che cosa stesse facendo effettivamente in terapia e magari varrebbe la pena, su questo concordo con la collega, di chiedere un parere anche a un altro psicoterapeuta.
Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it
[#5]
Ex utente
vedete cari medici, io vi posso dire di non AVER MAI SOFFERTO COSI' TANTO IN VITA MIA QUANTO IN TERAPIA. A che pro'? gentilmente me lo potete spiegare? Lavoravo mentre studiavo, mi pagavo da solo la terapia per farmi del male. La terapeuta inoltre mi invitava ad andare dicendomi che altrimenti sarei diventato depresso.A parer mio = plagio. Ma io fino a prima di entrare in terapia a parte qualche associazione di pensiero e ansia stavo no bene, benissimo. Anzi questa estate mentre camminavo da solo (2013) mi ero fatto i complimenti per esser diventato piu' flessibile su certi comportamenti. E' importante saper scindere infatti il problema dal resto della vita. Il fatto che io soffra magari per l'ansia non vuole dire necessariamente che sia psicopatologico. Vedete, bastava uscire con gli amici e tutto piano piano si risolveva. Non ho mai pensato al suicidio in vita mia. Adesso mi è passato per la mente. Certo, se non riesco ad affrontare la terapia con le mie doti. Se me le ha tolte... L'ossessione per esempio, visto che a volte mi venivano in mente (prima della terapia) le avevo trasformate in un metodo di studio. E vi posso dire che a volte ero riuscito a farmele amiche e giocarci.
L'affetto che per me è stata la cosa importantissima sulla quale avevo basato la mia felicità me lo ha cambiato. MA PERCHE'. ME LO VOLETE SPIEGARE. Diceva che ero troppo bambino. Beh infondo grazie a questo comportamento ho ottenuto grandi risultati a scuola ,nello sport nella mia visione della vita. La terapeuta diceva che era sbagliato avere questo atteggiamento. Beh la mia libertà inizia dove finisce la vostra e se questo è il tipo di felicità che voglio ho il diritto di non perderlo. La creatività cosa pensate che sia se non un collegamento con il nostro "io bambino"? Io mi sto isolando perchè la realtà con gli amici non è piu' la stessa. Non mi diverto piu'. Spesso la vita mette a posto con il tempo molte cose. E la mia esperienza per quanto breve visto che ho poco piu' di vent'anni è stata dalla mia parte. Molte paure le ho superate da solo.Signori , vi chiedo una rassicurazione,saro' sincero perchè non riesco piu' a vivere. La terapia mi puo' aver tolto tutta la creatività e il modo di vedere le cose che mi ero guadagnato? Insomma se tornassi indietro da voi i il piede non lo metterei mai visto che adesso ho difficoltà persino ad alzarmi dal letto. Era meglio una passeggiata con il nonno sui colli a raccogliere l'uva. Ultima cosa: si soffre per stare meglio... Ma DOVE STA SCRITTO? Io sinceramente non ce la faccio proprio a mettere piede di nuovo in psicoterapia che mi puo' succedere?
L'affetto che per me è stata la cosa importantissima sulla quale avevo basato la mia felicità me lo ha cambiato. MA PERCHE'. ME LO VOLETE SPIEGARE. Diceva che ero troppo bambino. Beh infondo grazie a questo comportamento ho ottenuto grandi risultati a scuola ,nello sport nella mia visione della vita. La terapeuta diceva che era sbagliato avere questo atteggiamento. Beh la mia libertà inizia dove finisce la vostra e se questo è il tipo di felicità che voglio ho il diritto di non perderlo. La creatività cosa pensate che sia se non un collegamento con il nostro "io bambino"? Io mi sto isolando perchè la realtà con gli amici non è piu' la stessa. Non mi diverto piu'. Spesso la vita mette a posto con il tempo molte cose. E la mia esperienza per quanto breve visto che ho poco piu' di vent'anni è stata dalla mia parte. Molte paure le ho superate da solo.Signori , vi chiedo una rassicurazione,saro' sincero perchè non riesco piu' a vivere. La terapia mi puo' aver tolto tutta la creatività e il modo di vedere le cose che mi ero guadagnato? Insomma se tornassi indietro da voi i il piede non lo metterei mai visto che adesso ho difficoltà persino ad alzarmi dal letto. Era meglio una passeggiata con il nonno sui colli a raccogliere l'uva. Ultima cosa: si soffre per stare meglio... Ma DOVE STA SCRITTO? Io sinceramente non ce la faccio proprio a mettere piede di nuovo in psicoterapia che mi puo' succedere?
[#6]
Gentile Utente,
per prima cosa vorrei sottolineare un aspetto molto importante, in seguito a questo ultimo Suo intervento. Uno psicologo psicoterapeuta NON ha il potere di cambiare nessuno, soprattutto in modo così repentino come Lei asserisce. Il terapeuta può essere un catalizzatore, pone le domande giuste, facilita, mostra, ma non prende decisioni per conto del pz.
Dal post precedente, mi sembrava che potessero esserci degli errori tecnici da parte del terapeuta (evento non raro a verificarsi che comunque il terapeuta può certamente riprendere).
Lei afferma nel primo post di essersi rivolto allo psicoterapeuta perché aveva un problema d'ansia, dico bene? Che tipo di intervento è stato proposto? Quali erano gli obiettivi terapeutici?
Lei invece qui dice di esser stato plagiato dal terapeuta. Quando il terapeuta Le ha detto di andare comunque in terapia altrimenti Le sarebbe venuta la depressione, Lei che cosa ha risposto al professionista?
Quando Le ha detto che avrebbe dovuto soffrire per poi stare bene, Lei non ha chiesto lumi o contestato tale affermazione, tanto più se consideriamo che i miglioramenti in una psicoterapia si hanno soprattutto all'inizio?
Quando Le ha detto che era troppo bambino, Lei non ha chiesto delucidazioni e spiegazioni? Non ha sollevato alcun tipo di obiezioni?
Inoltre Lei scrive: "Non ho mai pensato al suicidio in vita mia. Adesso mi è passato per la mente."
Scusi, ma questo non è un problema in sé... è un problema d'ansia perché è l'ansioso che si preoccupa di aver pensato a qualcosa. Allora è sull'ansia e sulle ossessioni che bisogna lavorare in terapia.
Per questa ragione non Le forniremo rassicurazioni, perché le rassicurazioni apparentemente risolvono il problema, permettendo all'ansia di scendere un pochino, per poi aumentare nuovamente e più di prima.
Lei dice di essere molto scettico rispetto le psicoterapie e La capisco, ma per problemi d' ansia e ossessioni sono particolarmente indicate le psicoterapie attive e prescrittive, che permettono al pz. di comprendere il proprio disturbo e soprattutto capire cosa fare per spezzare la sequenza disfunzionale che tiene in piedi il problema. Parlare senza avere precise indicazioni su come trattare il disturbo non fa altro che alimentare le ossessioni. Tuttavia, non mi spaventerei se Le passa per la testa un pensiero brutto. Si tratta solo di un pensiero e deve imparare a lasciarlo andare e vederlo per quello che, cioè un pensiero che può passare per la testa di chiunque e non un desiderio di farsi fuori (dubbio ossessivo).
Cordiali saluti,
per prima cosa vorrei sottolineare un aspetto molto importante, in seguito a questo ultimo Suo intervento. Uno psicologo psicoterapeuta NON ha il potere di cambiare nessuno, soprattutto in modo così repentino come Lei asserisce. Il terapeuta può essere un catalizzatore, pone le domande giuste, facilita, mostra, ma non prende decisioni per conto del pz.
Dal post precedente, mi sembrava che potessero esserci degli errori tecnici da parte del terapeuta (evento non raro a verificarsi che comunque il terapeuta può certamente riprendere).
Lei afferma nel primo post di essersi rivolto allo psicoterapeuta perché aveva un problema d'ansia, dico bene? Che tipo di intervento è stato proposto? Quali erano gli obiettivi terapeutici?
Lei invece qui dice di esser stato plagiato dal terapeuta. Quando il terapeuta Le ha detto di andare comunque in terapia altrimenti Le sarebbe venuta la depressione, Lei che cosa ha risposto al professionista?
Quando Le ha detto che avrebbe dovuto soffrire per poi stare bene, Lei non ha chiesto lumi o contestato tale affermazione, tanto più se consideriamo che i miglioramenti in una psicoterapia si hanno soprattutto all'inizio?
Quando Le ha detto che era troppo bambino, Lei non ha chiesto delucidazioni e spiegazioni? Non ha sollevato alcun tipo di obiezioni?
Inoltre Lei scrive: "Non ho mai pensato al suicidio in vita mia. Adesso mi è passato per la mente."
Scusi, ma questo non è un problema in sé... è un problema d'ansia perché è l'ansioso che si preoccupa di aver pensato a qualcosa. Allora è sull'ansia e sulle ossessioni che bisogna lavorare in terapia.
Per questa ragione non Le forniremo rassicurazioni, perché le rassicurazioni apparentemente risolvono il problema, permettendo all'ansia di scendere un pochino, per poi aumentare nuovamente e più di prima.
Lei dice di essere molto scettico rispetto le psicoterapie e La capisco, ma per problemi d' ansia e ossessioni sono particolarmente indicate le psicoterapie attive e prescrittive, che permettono al pz. di comprendere il proprio disturbo e soprattutto capire cosa fare per spezzare la sequenza disfunzionale che tiene in piedi il problema. Parlare senza avere precise indicazioni su come trattare il disturbo non fa altro che alimentare le ossessioni. Tuttavia, non mi spaventerei se Le passa per la testa un pensiero brutto. Si tratta solo di un pensiero e deve imparare a lasciarlo andare e vederlo per quello che, cioè un pensiero che può passare per la testa di chiunque e non un desiderio di farsi fuori (dubbio ossessivo).
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 7.4k visite dal 02/06/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.