Depressione si-no !?
Salve dottori, dal mese di febbraio ho iniziato un percorso terapeutico con uno psicologo (una visita a settimana) sono giunto a tale decisione dopo quasi dieci anni di sofferenze.
Il sintomo principale, detto in soldoni è la paura di uscire di casa, cosa che ancora oggi persiste, condizione che mi ha oltremodo alienato dal resto del mondo facendomi troncare ogni contatto con gli altri e con l'esterno. Ora dopo dodici incontri, e dopo aver esposto tutti quelli che sono i miei "sintomi" il dottore mi dice che la mia non è una depressione,non dando però nessuna definizione alla mia condizione ma dicendomi molto chiaramente che non sono un depresso. Ovviamente io non sono d'accordo, ma al momento non ho avuto la lucidità per farlo presente, la mia intenzione è quella di chiedere chiarimenti, perché se non sono un depresso, se non ho alcun tipo di problema psichico (a suo dire), perché mai un bel giorno di quasi dieci anni fa la mia vita è diventata un inferno?
Al mio terapeuta ho detto quasi tutto di me, dalle paure, ai pensieri sul suicidio, al fatto di sentirmi annientato moralmente e fisicamente, esponendo tutti quelli che sono i miei disturbi, dall'irregolarità del sonno, ai diversi disturbi di alimentazione (tipo fissarmi per lunghi periodi su un alimento specifico), al non sopportare la luce del sole e quindi a preferire le ore notturne per vivere se pur rinchiuso in casa. Non riesco a comprendere come faccia a escludere nettamente uno stato depressivo, in verità in questi mesi mi ha fatto capire che la mia situazione non è affatto facile e che ci vorrà tempo per riuscire a migliorare la mia situazione.
Ora vorrei chiedere a voi: come si riconosce una persona che soffre di depressione? e i miei sintomi possono essere quelli di un depresso?
P.S. Faccio presente che qualche mese fa già scrissi ma con altro account
Saluti
Il sintomo principale, detto in soldoni è la paura di uscire di casa, cosa che ancora oggi persiste, condizione che mi ha oltremodo alienato dal resto del mondo facendomi troncare ogni contatto con gli altri e con l'esterno. Ora dopo dodici incontri, e dopo aver esposto tutti quelli che sono i miei "sintomi" il dottore mi dice che la mia non è una depressione,non dando però nessuna definizione alla mia condizione ma dicendomi molto chiaramente che non sono un depresso. Ovviamente io non sono d'accordo, ma al momento non ho avuto la lucidità per farlo presente, la mia intenzione è quella di chiedere chiarimenti, perché se non sono un depresso, se non ho alcun tipo di problema psichico (a suo dire), perché mai un bel giorno di quasi dieci anni fa la mia vita è diventata un inferno?
Al mio terapeuta ho detto quasi tutto di me, dalle paure, ai pensieri sul suicidio, al fatto di sentirmi annientato moralmente e fisicamente, esponendo tutti quelli che sono i miei disturbi, dall'irregolarità del sonno, ai diversi disturbi di alimentazione (tipo fissarmi per lunghi periodi su un alimento specifico), al non sopportare la luce del sole e quindi a preferire le ore notturne per vivere se pur rinchiuso in casa. Non riesco a comprendere come faccia a escludere nettamente uno stato depressivo, in verità in questi mesi mi ha fatto capire che la mia situazione non è affatto facile e che ci vorrà tempo per riuscire a migliorare la mia situazione.
Ora vorrei chiedere a voi: come si riconosce una persona che soffre di depressione? e i miei sintomi possono essere quelli di un depresso?
P.S. Faccio presente che qualche mese fa già scrissi ma con altro account
Saluti
[#1]
G.le utente, considerando il suo sintomo principale da cui è ingenerato il resto delle sue sofferenze:"paura di uscire di casa", non penso personalmente che possa trattarsi di una depressione, ma tale atteggiamento fobico ha potuto innescare tutto il repertorio di sintomi da evitamento di cui parla.
Le potrei chiedere come mai vorrebbe per lei una diagnosi di depressione e perchè si identifica in tale quadro?
Le potrei chiedere come mai vorrebbe per lei una diagnosi di depressione e perchè si identifica in tale quadro?
Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta
[#2]
>>dopo aver esposto tutti quelli che sono i miei "sintomi" il dottore mi dice che la mia non è una depressione..<<
se il Collega che la sta curando sostiene che non si tratta di "depressione", significa che probabilmente si tratta di qualcos'altro, magari di un disturbo d'ansia oppure di umore deflesso che non arriva ad una condizione tale da permettere una diagnosi precisa. Fermo restando che ansia e depressione sono strettamente legate e non mutuamente escludenti.
Come mai non è d'accordo con il Collega?
Non sempre il disagio psichico e la sofferenza possono rientrare in definizione nosografiche precise.
Come mai sente il bisogno di avere una diagnosi?
>>come si riconosce una persona che soffre di depressione? e i miei sintomi possono essere quelli di un depresso?<<
l'unico modo è quello di una valutazione diretta; on-line non si può fare diagnosi. Se ha dei dubbi può sempre chiedere un secondo parere.
se il Collega che la sta curando sostiene che non si tratta di "depressione", significa che probabilmente si tratta di qualcos'altro, magari di un disturbo d'ansia oppure di umore deflesso che non arriva ad una condizione tale da permettere una diagnosi precisa. Fermo restando che ansia e depressione sono strettamente legate e non mutuamente escludenti.
Come mai non è d'accordo con il Collega?
Non sempre il disagio psichico e la sofferenza possono rientrare in definizione nosografiche precise.
Come mai sente il bisogno di avere una diagnosi?
>>come si riconosce una persona che soffre di depressione? e i miei sintomi possono essere quelli di un depresso?<<
l'unico modo è quello di una valutazione diretta; on-line non si può fare diagnosi. Se ha dei dubbi può sempre chiedere un secondo parere.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#3]
Ex utente
Cari dottori vi ringrazio per le vostre risposte, perché sento il bisogno di una diagnosi?
Per sapere cosa 'sto combattendo, dare un nome a i mostri che mi tengono imprigionato da anni. Forse è un atteggiamento banale e poco rilevante ai fini della "guarigione" ma mi darebbe più fiducia. Il poter dire ho questo o quest'altro credo sia importante.
Non sono d'accordo con il mio analista, ovviamente non per competenze ma per quelle che sono le mie sensazioni, certamente non voglio che per forza mi dica che sono depresso, ma credo di esserlo, anzi sento di esserlo. Mi identifico nella condizione di depresso, per quello che è il mio vivere quotidiano, la totale assenza di emozionalità positiva, il vivere in maniera apatica ogni giorno e ogni situazione, la persistente sfiducia verso me stesso.
Nel salutarvi, ancora vi ringrazio per il vostro interessamento che spero continui.
Per sapere cosa 'sto combattendo, dare un nome a i mostri che mi tengono imprigionato da anni. Forse è un atteggiamento banale e poco rilevante ai fini della "guarigione" ma mi darebbe più fiducia. Il poter dire ho questo o quest'altro credo sia importante.
Non sono d'accordo con il mio analista, ovviamente non per competenze ma per quelle che sono le mie sensazioni, certamente non voglio che per forza mi dica che sono depresso, ma credo di esserlo, anzi sento di esserlo. Mi identifico nella condizione di depresso, per quello che è il mio vivere quotidiano, la totale assenza di emozionalità positiva, il vivere in maniera apatica ogni giorno e ogni situazione, la persistente sfiducia verso me stesso.
Nel salutarvi, ancora vi ringrazio per il vostro interessamento che spero continui.
[#4]
>>cosa 'sto combattendo, dare un nome a i mostri che mi tengono imprigionato da anni.<<
comprendo il suo bisogno di fare chiarezza, ma credo sia utile mettere da parte questo modo di pensare, soprattutto se la sua condizione non rientra nei criteri minimi per essere considerata "psicopatologica", il che non significa che il disagio non esiste vuol dire che non c'è motivo di mettere un'etichetta (che poi forse è difficile da togliere).
Lei è come se dovesse dare un volto al suo nemico, ma comprenderà bene che è un po' come combattere contro se stessi o creare un mostro che non esiste.
Dodici incontri sono pochi per avere dei risultati apprezzabili, soprattutto se il suo malessere dura da così tanti anni.
comprendo il suo bisogno di fare chiarezza, ma credo sia utile mettere da parte questo modo di pensare, soprattutto se la sua condizione non rientra nei criteri minimi per essere considerata "psicopatologica", il che non significa che il disagio non esiste vuol dire che non c'è motivo di mettere un'etichetta (che poi forse è difficile da togliere).
Lei è come se dovesse dare un volto al suo nemico, ma comprenderà bene che è un po' come combattere contro se stessi o creare un mostro che non esiste.
Dodici incontri sono pochi per avere dei risultati apprezzabili, soprattutto se il suo malessere dura da così tanti anni.
[#5]
G.le utente, certo che la diagnosi è importante per il trattamento. Anche i sintomi che lamenta farebbero pensare ad un umore depresso ma bisognerebbe approfondire se sia primario o secondario ad eventi negativi o ad altre sintomatologie ansiose. Per saperlo sarebbe importante che ne parli con il suo psicoterapeuta.
[#6]
Ex utente
Ringrazio per le risposte, devo ammettere che il mio bisogno di dare una "etichetta" alla mia condizione è forse proprio la prima cosa che dovrei mettere da parte. Continuerò questo mio percorso, anche se mi spaventano molto i tempi lunghi. Chiederò comunque al mio analista di "farmi un quadro" di quelle che sono le sue valutazioni, anche perché da qualche settimana affronto la terapia in modo molto svogliato, anzi rassegnato, e questo certo non è l'atteggiamento giusto.
Ancora grazie.
Ancora grazie.
[#7]
>>anche se mi spaventano molto i tempi lunghi..<<
in psicoterapia è possibile fissare obiettivi a breve e medio termine, ossia verificare l'efficacia della stessa a 3 o 6 mesi valutando appunto gli obiettivi raggiunti. Gli obiettivi ragionevoli devono però essere compatibili con la sua situazione globale.
Questo chiaramente è collegato alla motivazione di base e alla relazione psicoterapeutica.
>>affronto la terapia in modo molto svogliato, anzi rassegnato, e questo certo non è l'atteggiamento giusto.<<
esatto, ha perfettamente ragione. Ne parli con il Collega è molto utile.
in psicoterapia è possibile fissare obiettivi a breve e medio termine, ossia verificare l'efficacia della stessa a 3 o 6 mesi valutando appunto gli obiettivi raggiunti. Gli obiettivi ragionevoli devono però essere compatibili con la sua situazione globale.
Questo chiaramente è collegato alla motivazione di base e alla relazione psicoterapeutica.
>>affronto la terapia in modo molto svogliato, anzi rassegnato, e questo certo non è l'atteggiamento giusto.<<
esatto, ha perfettamente ragione. Ne parli con il Collega è molto utile.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.2k visite dal 26/05/2014.
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