Depressione e solitudine nella coppia
Cari dottori, sono di nuovo qui perché solo le vostre risposte riescono a darmi una marcia più. Purtroppo non posso permettermi sedute con uno psicologo magari di zona e voi siete gli unici a cui voglio affidarei miei disagi.
Io e il mio ragazzo (31 anni entrambe) siamo entrati in depressione, per motivi di lavoro, per problemi familiari, per problemi di coppia dovuti alla distanza. Ho cominciato io con il sentirmi sempre più bisognosa di attenzioni da parte sua e piu ne crcavo, più lui era distante ed io impulsiva come sono glielo sottolineavo in continuazione. Ho provato a spiegargli che io sono una ragazza solare, tranquilla, fiduciosa, gelosa al punto giusto, sono quella che ha conosciuto, ma in questo momento cominciavo a percepire i primi sintomi di depressione ed avevo bisogno di qualcosa in più da parte sua e che tutto sarebbe passato. Gli ho chiesto aiuto, lo stesso aiuto che io ho dato a lui quando aveva bisogno di me. Lui mi ha risposto che era in depressione pure lui per questo era cosi freddo e distante e ha cominciato ad insultarrmi a dirmi che io sono una persona che non capisce, che pretende, che rompo le scatole, che non mi fido, che ho ansie, che é da matti stare con una persona come me, che sono una bambina, che lui ha paura di vivere una vita con una persona che se non ha tutto sotto controllo si arrabbia. Mi ha fatto sentire per due mesi come la persona piu sbagliata di questo mondo. Ho provato a spiegargli nuovamente il perché di tutto questo ma niente lui é concentrato solo su se stesso, fa tanti bei discorsi sul come dover stare tranquilli e poi i suoi problemi e i suoi malesseri sono gli unici ad essere importanti. Tutto quello che erano i miei problemi o i miei stati d animo negativi venivano sminuiti. Ho cercato di farmi forza per entrambi per quanto lo amo ma non ce l ho fatta forse quella brutta bestia chiamata depressione mi stava devastando sempre di più.Ho cercato di parlare ancora, di dirgli facciamo un viaggio, riavviciniamoci, cerchiamo un punto d incontro, magari svagarci ci farà bene e la sua unica risposta é stata "non mi frega niente del viaggio, voglio stare tranquillo e voglio che non mi rompi le scatole con le tue ansie e i tuoi isterismi"..nonostante io stessi a pezzi ho cercato di tendergli la mano cosa che lui ha fatto solo a parole. Sono finita in ospedale e a lui non è importato é importato solo continuare a parlare di lui e del fatto che per colpa mia é ridotto uno straccio e ha cominciato ad andare dallo psicologo che gli ha detto "beh questa tua ragazza non ti sta mica tanto vicino, non ti aiuta comportandosi cosi", non so cosa abbia raccontato, so solo che pensavo di potermi fidare di lui e invece la prima volta che io sono caduta lui mi ha voltato le spalle. Come posso risolvere i problemi con una persona che non mi ascolta, non vuole capire i messaggi che cerco di inviargli quotidianamente?Io ho sbagliato si ma non sono in me e lui mi ha aiutato solo a farmi sentire una nullità. Grazie
Io e il mio ragazzo (31 anni entrambe) siamo entrati in depressione, per motivi di lavoro, per problemi familiari, per problemi di coppia dovuti alla distanza. Ho cominciato io con il sentirmi sempre più bisognosa di attenzioni da parte sua e piu ne crcavo, più lui era distante ed io impulsiva come sono glielo sottolineavo in continuazione. Ho provato a spiegargli che io sono una ragazza solare, tranquilla, fiduciosa, gelosa al punto giusto, sono quella che ha conosciuto, ma in questo momento cominciavo a percepire i primi sintomi di depressione ed avevo bisogno di qualcosa in più da parte sua e che tutto sarebbe passato. Gli ho chiesto aiuto, lo stesso aiuto che io ho dato a lui quando aveva bisogno di me. Lui mi ha risposto che era in depressione pure lui per questo era cosi freddo e distante e ha cominciato ad insultarrmi a dirmi che io sono una persona che non capisce, che pretende, che rompo le scatole, che non mi fido, che ho ansie, che é da matti stare con una persona come me, che sono una bambina, che lui ha paura di vivere una vita con una persona che se non ha tutto sotto controllo si arrabbia. Mi ha fatto sentire per due mesi come la persona piu sbagliata di questo mondo. Ho provato a spiegargli nuovamente il perché di tutto questo ma niente lui é concentrato solo su se stesso, fa tanti bei discorsi sul come dover stare tranquilli e poi i suoi problemi e i suoi malesseri sono gli unici ad essere importanti. Tutto quello che erano i miei problemi o i miei stati d animo negativi venivano sminuiti. Ho cercato di farmi forza per entrambi per quanto lo amo ma non ce l ho fatta forse quella brutta bestia chiamata depressione mi stava devastando sempre di più.Ho cercato di parlare ancora, di dirgli facciamo un viaggio, riavviciniamoci, cerchiamo un punto d incontro, magari svagarci ci farà bene e la sua unica risposta é stata "non mi frega niente del viaggio, voglio stare tranquillo e voglio che non mi rompi le scatole con le tue ansie e i tuoi isterismi"..nonostante io stessi a pezzi ho cercato di tendergli la mano cosa che lui ha fatto solo a parole. Sono finita in ospedale e a lui non è importato é importato solo continuare a parlare di lui e del fatto che per colpa mia é ridotto uno straccio e ha cominciato ad andare dallo psicologo che gli ha detto "beh questa tua ragazza non ti sta mica tanto vicino, non ti aiuta comportandosi cosi", non so cosa abbia raccontato, so solo che pensavo di potermi fidare di lui e invece la prima volta che io sono caduta lui mi ha voltato le spalle. Come posso risolvere i problemi con una persona che non mi ascolta, non vuole capire i messaggi che cerco di inviargli quotidianamente?Io ho sbagliato si ma non sono in me e lui mi ha aiutato solo a farmi sentire una nullità. Grazie
[#1]
Cara ragazza,
leggendo gli altri consulti che ci ha richiesto pare che i suoi problemi, di coppia soprattutto, non siano migliorati quindi questa marcia in più di cui parla non è proprio riuscita ad innestarla.
Qui, ancor prima della depressione (che comunque, per lei in particolare, dovrebbe essere diagnosticata da un collega dal vivo e non frutto di autodiagnosi)credo che producano danno le collusioni della vostra coppia. Vede, le dinamiche che si attuano nelle coppie sono frutto di due retroterra psicologici che, se già compromessi, si amplificano a vicenda in circoli distruttivi.
" Ho cominciato io con il sentirmi sempre più bisognosa di attenzioni da parte sua e piu ne crcavo, più lui era distante ed io impulsiva come sono glielo sottolineavo in continuazione"
Io mi sentirei di consigliarle dei consulti dal vivo con uno specialista della sua ASL per esplorare insieme come concepisce la relazione, il suo passato familiare, l'accudimento che ha ricevuto, cosa è riuscita a capitalizzare delle esperienze passate, cosa no. Essendo servizio in convenzione la spesa non sarà eccessiva.
Le faccio tanti auguri.
leggendo gli altri consulti che ci ha richiesto pare che i suoi problemi, di coppia soprattutto, non siano migliorati quindi questa marcia in più di cui parla non è proprio riuscita ad innestarla.
Qui, ancor prima della depressione (che comunque, per lei in particolare, dovrebbe essere diagnosticata da un collega dal vivo e non frutto di autodiagnosi)credo che producano danno le collusioni della vostra coppia. Vede, le dinamiche che si attuano nelle coppie sono frutto di due retroterra psicologici che, se già compromessi, si amplificano a vicenda in circoli distruttivi.
" Ho cominciato io con il sentirmi sempre più bisognosa di attenzioni da parte sua e piu ne crcavo, più lui era distante ed io impulsiva come sono glielo sottolineavo in continuazione"
Io mi sentirei di consigliarle dei consulti dal vivo con uno specialista della sua ASL per esplorare insieme come concepisce la relazione, il suo passato familiare, l'accudimento che ha ricevuto, cosa è riuscita a capitalizzare delle esperienze passate, cosa no. Essendo servizio in convenzione la spesa non sarà eccessiva.
Le faccio tanti auguri.
Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino
[#2]
Utente
Grazie per la risposta. Io credo che in un rapporto di coppia entrambe debbano sostenersi durante i periodi bui..non si puó solo pretendere aiuto e non darne quando occorre altrimenti che rapporto é? É facile accollare all altro sempre la responsabilitá di ogni cosa.. Io non ho passato un bel momento,avevo bisogno magari che il mio compagno mi stesse più vicino come credo sia giusto quando si sta insieme. Io sono stata sempre presente per lui quando stava male e lui? Lui dov ra quanro avevo bisogno io di una spalla su cui piangre? Lei mi sta dicendo che non sono riuscita a mantenere in piedi la mia storia, é vero ma le dico anche che riuscirci da soli quando si è ugualmente in due non é semplice.
[#3]
Gentile ragazza,
Anch'io - come la Collega - sono colpita dalla sua "sfortuna in amore". Ho messo le virgolette, perchè non sempre di sfortuna si tratta, bensì si inconsapevole scelta di persone impossibili per oggettive difficoltà:
"Io e il mio ragazzo (31 anni entrambe) siamo entrati in depressione, per motivi di lavoro, per problemi familiari, per problemi di coppia dovuti alla distanza."
Lei chiede:
"Come posso risolvere i problemi con una persona che non mi ascolta, non vuole capire i messaggi che cerco di inviargli quotidianamente?" La risposta è altrettanto chiara: non è possibile.
E tuttavia Lei può essere responsabile solo di sè, ed è proprio lì che deve andare a "lavorare": su di sè, per capire, oer cambiare. Anche in considerazione di una prossima possibile relazione diversa
Anch'io - come la Collega - sono colpita dalla sua "sfortuna in amore". Ho messo le virgolette, perchè non sempre di sfortuna si tratta, bensì si inconsapevole scelta di persone impossibili per oggettive difficoltà:
"Io e il mio ragazzo (31 anni entrambe) siamo entrati in depressione, per motivi di lavoro, per problemi familiari, per problemi di coppia dovuti alla distanza."
Lei chiede:
"Come posso risolvere i problemi con una persona che non mi ascolta, non vuole capire i messaggi che cerco di inviargli quotidianamente?" La risposta è altrettanto chiara: non è possibile.
E tuttavia Lei può essere responsabile solo di sè, ed è proprio lì che deve andare a "lavorare": su di sè, per capire, oer cambiare. Anche in considerazione di una prossima possibile relazione diversa
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Cara Ragazza,
" Lei mi sta dicendo che non sono riuscita a mantenere in piedi la mia storia, é vero ma le dico anche che riuscirci da soli quando si è ugualmente in due non é semplice"
La sua è una sintesi vera ma, seppur a ragione, troppo semplicistica. Vede, in un consulto on line è chiaro che si può solamente fornire spunti di riflessione che si spera possano essere base motivante ad un consulto dal vivo. Solo attraverso un lavoro serio intrapreso su se stessa potrà arrivare a comprendere l'esito delle sue relazioni. Del perchè ha scelto quel determinato partner, perchè ad un certo punto si è prodotto l'allontanamento, quali dinamiche collusive hanno giocato tra di voi, quali paure, quali inconsci boicottaggi. E ancora che qualità di accudimento ha ricevuto nella sua infanzia, come concepisce la relazione, come vive le sue emozioni e tanto altro. Vede, so che non sarà d'accordo con quanto le scrivo ma sappia che quando fallisce una relazione d'amore la responsabilità dei due soggetti è pressapoco paritaria.Non è mai sempre colpa di uno solo come sembra pensarla lei. Ma, come le ricorda efficacemente la collega, lei può esssere responsabile solo di sè. Non può prendersi carico, da sola, delle sorti di due coscienze. Scelga uno psicoterapeuta della sua città che le ispira fiducia( ve ne sono di più che validi anche nel servizio pubblico)e intraprenda un viaggio in sè stessa alla scoperta della sua preziosa unicità.
In bocca al lupo.
" Lei mi sta dicendo che non sono riuscita a mantenere in piedi la mia storia, é vero ma le dico anche che riuscirci da soli quando si è ugualmente in due non é semplice"
La sua è una sintesi vera ma, seppur a ragione, troppo semplicistica. Vede, in un consulto on line è chiaro che si può solamente fornire spunti di riflessione che si spera possano essere base motivante ad un consulto dal vivo. Solo attraverso un lavoro serio intrapreso su se stessa potrà arrivare a comprendere l'esito delle sue relazioni. Del perchè ha scelto quel determinato partner, perchè ad un certo punto si è prodotto l'allontanamento, quali dinamiche collusive hanno giocato tra di voi, quali paure, quali inconsci boicottaggi. E ancora che qualità di accudimento ha ricevuto nella sua infanzia, come concepisce la relazione, come vive le sue emozioni e tanto altro. Vede, so che non sarà d'accordo con quanto le scrivo ma sappia che quando fallisce una relazione d'amore la responsabilità dei due soggetti è pressapoco paritaria.Non è mai sempre colpa di uno solo come sembra pensarla lei. Ma, come le ricorda efficacemente la collega, lei può esssere responsabile solo di sè. Non può prendersi carico, da sola, delle sorti di due coscienze. Scelga uno psicoterapeuta della sua città che le ispira fiducia( ve ne sono di più che validi anche nel servizio pubblico)e intraprenda un viaggio in sè stessa alla scoperta della sua preziosa unicità.
In bocca al lupo.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.2k visite dal 26/05/2014.
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