Interpretazione del significato delle ossessioni
Salve,
vi scrivo perchè l'altro giorno ho letto un post su un blog di uno psicoanalista che spiegava che in psicoanalisi si dà una interpretazione dei contenuti ossessivi dei pazienti: in particolare, scriveva che il pz si permette l'espressione di alcuni suoi desideri inconsci tramite l'ossessione stessa...
Ma quindi, io che ho avuto ossessioni sul mio orientamento sessuale inconsciamente sarei lesbica? Mi sembra così strano!!! Io sono etero...
O forse ho interpretato male quanto letto. Lui parlava di pulsioni aggressive e sessuali, riferendosi alla teoria Freudiana.
Mi aiutate a capire?
P.s. come mai invece la psicoterapia cognitiva è totalmente in disaccordo e parla solo di "pensieri di contrasto"?
Sono confusa!
vi scrivo perchè l'altro giorno ho letto un post su un blog di uno psicoanalista che spiegava che in psicoanalisi si dà una interpretazione dei contenuti ossessivi dei pazienti: in particolare, scriveva che il pz si permette l'espressione di alcuni suoi desideri inconsci tramite l'ossessione stessa...
Ma quindi, io che ho avuto ossessioni sul mio orientamento sessuale inconsciamente sarei lesbica? Mi sembra così strano!!! Io sono etero...
O forse ho interpretato male quanto letto. Lui parlava di pulsioni aggressive e sessuali, riferendosi alla teoria Freudiana.
Mi aiutate a capire?
P.s. come mai invece la psicoterapia cognitiva è totalmente in disaccordo e parla solo di "pensieri di contrasto"?
Sono confusa!
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora,
la psicologia è caratterizzata al suo interno dalla convivenza, più o meno difficoltosa in realtà, tra differenti orientamenti teorici.
Pur occupandosi dello stesso oggetto di studio, ovvero l'essere umano ed il suo rapporto con il suo mondo, lo fanno con metodologie, approcci, in breve con "percorsi" differenti.
Sarò molto breve riguardo la psicodinamica, perchè non è mia competenza. In estrema sintesi, sostiene l'ipotesi che i contenuti della coscienza sottendano un mondo inconscio, che tramite la coscienza si esprime. In particolare, una tesi ormai "storica" in psicodinamica sostiene che un sintomo sia una sorta di "compromesso" tra un desiderio inconscio ed il tentativo della persona di difendersene.
Scopo della terapia sarà allora esplorare l'inconscio, al fine di portare alla coscienza i contenuti che lì si agitano.
La terapia cognitivo-comportamentale, invece, parte da un punto di vista molto differente. Sostiene che le ossessioni, di per sè, sono un fenomeno psicologico diffuso tra tutti gli esseri umani.
Un esempio: a chi di noi non è mai capitato di svegliarsi con un motivetto in testa, che magari canticchiamo per tutta la giornata, e che ci dà fastidio, proprio perchè non riusciamo a togliercelo di mente?
Le differenze tra un'ossessione e questi pensieri "fisiologici" sono però molteplici:
- le ossessioni sono disturbanti per le persone che le sperimentano con un'intensità molto elevata e spesso con un carico di ansia ed angoscia molto spiacevoli
- spesso si riferiscono a temi molto delicati (l'orientamento sessuale, immagini di violenza, etc.)
- chi sperimenta delle ossessioni, comincia spesso ad occuparsi in modo molto accurato di capire perchè pensino proprio queste cose, e come fare per non pensarle più
Proprio quest'ultimo punto, secondo la TCC, sarebbe l'origine delle problematiche ossessive: per non provare l'ansia e l'angoscia connesse a tali pensieri, chi vive un disagio ossessivo cerca sollievo dall'ansia o cercando di sopprimere il pensiero ossessivo, o "facendo" qualcosa per esorcizzarlo, o rimediare (ad esempio, lavarsi ripetutamente le mani all'idea di essersele potute contaminare, o ripetere una qualche frase in mente per scacciare la malasorte, etc.).
E qui si struttura il problema.
Cercare di sopprimere un pensiero, infatti, spesso porta all'effetto paradossale di aumentarne frequenza ed intensità. Basti cercare di "non pensare" qualcosa, ad esempio "non pensare ad un elefante", per notare gli effetti di questi tentativi.
Inoltre, quando compiamo un qualche gesto o pensiamo qualcosa per allontanare l'ansia, questo di solito ha un effetto, sebbene sia assolutamente transitorio. Come fumare una sigaretta abbassa l'ansia del fumatore in astinenza da nicotina, compiere un rituale abbassa momentaneamente l'ansia ossessiva, ma con un costo.
Il costo è che, piano piano, si diventa dipendenti dal rituale, e a questo assuefatti: progressivamente, si cominciano a dedicare sempre più tempo ed energie a cacciar via l'ansia, le ossessioni, a proteggersi, e questo a scapito della qualità di vita.
Obiettivo di una terapia cognitivo-comportamentale, allora, diventa trattare le ossessioni per quello che sono, ovvero semplici pensieri, ed imparare le abilità psicologiche per vivere la propria vita ANCHE in presenza di un pensiero disturbante o di un disagio ansioso, senza complicarsela inutilmente con rituali, dubbi inutili, etc.
Ad esempio, la sua frase:
>>Ma quindi, io che ho avuto ossessioni sul mio orientamento sessuale inconsciamente sarei lesbica? Mi sembra così strano!!! Io sono etero...
potrebbe essere un esempio di legittimo dubbio, che se eccessivamente enfatizzato può diventare un problema ossessivo. Come? Ad esempio, mettendosi alla prova, cioè cercando di capire se le piacciono le donne o no; oppure cercando di scacciare tale dubbio dalla sua mente; o cercando compulsivamente conferme o disconferme a tale possibilità.
Se fosse un dubbio ossessivo, ad esempio, in TCC le si insegnerebbe a tollerare il dubbio, senza spaccarsi il cervello alla ricerca di risposte inutili a domande altrettanto inutili.
Cordialmente
la psicologia è caratterizzata al suo interno dalla convivenza, più o meno difficoltosa in realtà, tra differenti orientamenti teorici.
Pur occupandosi dello stesso oggetto di studio, ovvero l'essere umano ed il suo rapporto con il suo mondo, lo fanno con metodologie, approcci, in breve con "percorsi" differenti.
Sarò molto breve riguardo la psicodinamica, perchè non è mia competenza. In estrema sintesi, sostiene l'ipotesi che i contenuti della coscienza sottendano un mondo inconscio, che tramite la coscienza si esprime. In particolare, una tesi ormai "storica" in psicodinamica sostiene che un sintomo sia una sorta di "compromesso" tra un desiderio inconscio ed il tentativo della persona di difendersene.
Scopo della terapia sarà allora esplorare l'inconscio, al fine di portare alla coscienza i contenuti che lì si agitano.
La terapia cognitivo-comportamentale, invece, parte da un punto di vista molto differente. Sostiene che le ossessioni, di per sè, sono un fenomeno psicologico diffuso tra tutti gli esseri umani.
Un esempio: a chi di noi non è mai capitato di svegliarsi con un motivetto in testa, che magari canticchiamo per tutta la giornata, e che ci dà fastidio, proprio perchè non riusciamo a togliercelo di mente?
Le differenze tra un'ossessione e questi pensieri "fisiologici" sono però molteplici:
- le ossessioni sono disturbanti per le persone che le sperimentano con un'intensità molto elevata e spesso con un carico di ansia ed angoscia molto spiacevoli
- spesso si riferiscono a temi molto delicati (l'orientamento sessuale, immagini di violenza, etc.)
- chi sperimenta delle ossessioni, comincia spesso ad occuparsi in modo molto accurato di capire perchè pensino proprio queste cose, e come fare per non pensarle più
Proprio quest'ultimo punto, secondo la TCC, sarebbe l'origine delle problematiche ossessive: per non provare l'ansia e l'angoscia connesse a tali pensieri, chi vive un disagio ossessivo cerca sollievo dall'ansia o cercando di sopprimere il pensiero ossessivo, o "facendo" qualcosa per esorcizzarlo, o rimediare (ad esempio, lavarsi ripetutamente le mani all'idea di essersele potute contaminare, o ripetere una qualche frase in mente per scacciare la malasorte, etc.).
E qui si struttura il problema.
Cercare di sopprimere un pensiero, infatti, spesso porta all'effetto paradossale di aumentarne frequenza ed intensità. Basti cercare di "non pensare" qualcosa, ad esempio "non pensare ad un elefante", per notare gli effetti di questi tentativi.
Inoltre, quando compiamo un qualche gesto o pensiamo qualcosa per allontanare l'ansia, questo di solito ha un effetto, sebbene sia assolutamente transitorio. Come fumare una sigaretta abbassa l'ansia del fumatore in astinenza da nicotina, compiere un rituale abbassa momentaneamente l'ansia ossessiva, ma con un costo.
Il costo è che, piano piano, si diventa dipendenti dal rituale, e a questo assuefatti: progressivamente, si cominciano a dedicare sempre più tempo ed energie a cacciar via l'ansia, le ossessioni, a proteggersi, e questo a scapito della qualità di vita.
Obiettivo di una terapia cognitivo-comportamentale, allora, diventa trattare le ossessioni per quello che sono, ovvero semplici pensieri, ed imparare le abilità psicologiche per vivere la propria vita ANCHE in presenza di un pensiero disturbante o di un disagio ansioso, senza complicarsela inutilmente con rituali, dubbi inutili, etc.
Ad esempio, la sua frase:
>>Ma quindi, io che ho avuto ossessioni sul mio orientamento sessuale inconsciamente sarei lesbica? Mi sembra così strano!!! Io sono etero...
potrebbe essere un esempio di legittimo dubbio, che se eccessivamente enfatizzato può diventare un problema ossessivo. Come? Ad esempio, mettendosi alla prova, cioè cercando di capire se le piacciono le donne o no; oppure cercando di scacciare tale dubbio dalla sua mente; o cercando compulsivamente conferme o disconferme a tale possibilità.
Se fosse un dubbio ossessivo, ad esempio, in TCC le si insegnerebbe a tollerare il dubbio, senza spaccarsi il cervello alla ricerca di risposte inutili a domande altrettanto inutili.
Cordialmente
[#2]
Ex utente
Gentile Dr. Calì, la ringrazio per la sua esauriente spiegazione che mi ha fatto meglio comprendere il punto di vista della Psicoterapia Cognitivo comportamentale.
Capisco che in psicologia più orientamenti cerchino di coesistere e di spiegare, da punti differenti, il disagio psicologico.
Ciò che non ho capito, leggendo quel post sul blog di quell'analista, è se ad ogni ossessione corrisponda il desiderio inconscio corrispondente (es. "oddio, non è che sono lesbica perchè ho pensato che quella è una bella ragazza?"-->ossessione = il desiderio inconscio e inconfessabile è quello di essere lesbcia;
oppure: "oddio, non è che potrei fare del male a qualcuno?"-->perchè ho sentito una notizia di un omicidio al telegiornale-->ossessione = il desiderio inconscio e inconfessabile è quello di fare del male a qualcuno).
Mi chiedevo se ai tipi di ossessioni corrispondessero così linearmente questi "desideri inconsci", oppure se la cosa vari da pz a pz ...
tutto qua.
Io SO di non essere lesbica, le ragazze non mi sono mai piaciute e ho solo avuto attrazioni e rapporti con ragazzi fin dall'adolescenza.
Per come sono fatta, non mi darebbe fastidio in sè l'idea di essere lesbica se lo fossi davvero!! Paradossalmente preferirei saperlo + che avere l'incertezza del dubbio ossessivo, quando mi capita!!
La cosa assurda è che in passato (quando ancora non avevo mai sofferto d'ansia, sui 23/24 anni), pensavo a questi argomenti con serenità quando sentivo di un "coming out" di un certo attore/attrice o di un conoscente e i dubbi e le paure non mi sfioravano nemmeno x un secondo!!
Poi è arrivata l'ansia ...la paura delle malattie, la paura di poter fare male a qualcuno, e questa paura...e tutto è cambiato purtroppo!!
Lei dice che in TCC si insegna a non dare peso a questi pensieri, non cercando risposta.. ma com'è possibile allora in psicoanalisi agire in modo totalmente opposto?
I pazienti ossessivi non penso godano nel cercare significati inconsci, visto che già rimuginano per conto loro.. e la possibilità che ci siano "significati nascosti e inconsci" dietro i temi delle ossessioni le assicuro che non è bello, nè consolante :(
Capisco che in psicologia più orientamenti cerchino di coesistere e di spiegare, da punti differenti, il disagio psicologico.
Ciò che non ho capito, leggendo quel post sul blog di quell'analista, è se ad ogni ossessione corrisponda il desiderio inconscio corrispondente (es. "oddio, non è che sono lesbica perchè ho pensato che quella è una bella ragazza?"-->ossessione = il desiderio inconscio e inconfessabile è quello di essere lesbcia;
oppure: "oddio, non è che potrei fare del male a qualcuno?"-->perchè ho sentito una notizia di un omicidio al telegiornale-->ossessione = il desiderio inconscio e inconfessabile è quello di fare del male a qualcuno).
Mi chiedevo se ai tipi di ossessioni corrispondessero così linearmente questi "desideri inconsci", oppure se la cosa vari da pz a pz ...
tutto qua.
Io SO di non essere lesbica, le ragazze non mi sono mai piaciute e ho solo avuto attrazioni e rapporti con ragazzi fin dall'adolescenza.
Per come sono fatta, non mi darebbe fastidio in sè l'idea di essere lesbica se lo fossi davvero!! Paradossalmente preferirei saperlo + che avere l'incertezza del dubbio ossessivo, quando mi capita!!
La cosa assurda è che in passato (quando ancora non avevo mai sofferto d'ansia, sui 23/24 anni), pensavo a questi argomenti con serenità quando sentivo di un "coming out" di un certo attore/attrice o di un conoscente e i dubbi e le paure non mi sfioravano nemmeno x un secondo!!
Poi è arrivata l'ansia ...la paura delle malattie, la paura di poter fare male a qualcuno, e questa paura...e tutto è cambiato purtroppo!!
Lei dice che in TCC si insegna a non dare peso a questi pensieri, non cercando risposta.. ma com'è possibile allora in psicoanalisi agire in modo totalmente opposto?
I pazienti ossessivi non penso godano nel cercare significati inconsci, visto che già rimuginano per conto loro.. e la possibilità che ci siano "significati nascosti e inconsci" dietro i temi delle ossessioni le assicuro che non è bello, nè consolante :(
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Mi chiedevo se ai tipi di ossessioni corrispondessero così linearmente questi "desideri inconsci", oppure se la cosa vari da pz a pz ...
Questo mi sembra abbastanza inverosimile,: sarebbe come immaginare una sorta di "vocabolario dell'inconscio" in cui ad ogni contenuto consapevole corrisponda un significato inconscio!
Se ci pensa, è lo stesso livello a cui funzionano i "libri dei sogni" sulle bancarelle: stile "dimmi cosa sogni e ti dirò chi sei"! ^___^
Forse potrebbe semplicemente accantonare tutte queste elucubrazioni, perchè non la stanno aiutando...
>>Paradossalmente preferirei saperlo + che avere l'incertezza del dubbio ossessivo, quando mi capita!!
Oppure, tollerare l'incertezza e non farsi prendere dal disturbo ossessivo. A lei la scelta!
Questo mi sembra abbastanza inverosimile,: sarebbe come immaginare una sorta di "vocabolario dell'inconscio" in cui ad ogni contenuto consapevole corrisponda un significato inconscio!
Se ci pensa, è lo stesso livello a cui funzionano i "libri dei sogni" sulle bancarelle: stile "dimmi cosa sogni e ti dirò chi sei"! ^___^
Forse potrebbe semplicemente accantonare tutte queste elucubrazioni, perchè non la stanno aiutando...
>>Paradossalmente preferirei saperlo + che avere l'incertezza del dubbio ossessivo, quando mi capita!!
Oppure, tollerare l'incertezza e non farsi prendere dal disturbo ossessivo. A lei la scelta!
[#5]
Ex utente
Ho letto su questo sito un consulto proprio oggi di una donna che a 38 anni ha scoperto che le piace una donna ( https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/418686-mi-sono-innamorata-di-una-donna.html ).
Con il tipo di ossessioni che ho avuto (paura di poter diventare lesbica) a me questi racconti spaventano!!
Io pensavo che l'orientamento sessuale, come avevo anche letto più volte qui nei commenti dei professionisti, non cambiasse dall'oggi al domani... e allora com'è possibile???
Io sono etero ma non vorrei scoprirmi lesbica tra 10 anni.. non perchè mi sembri qualcosa di male, ma xche vedo accanto a me un uomo nella mia vita.
Però poi si legge di casi di questo tipo e sono impaurita!
Con il tipo di ossessioni che ho avuto (paura di poter diventare lesbica) a me questi racconti spaventano!!
Io pensavo che l'orientamento sessuale, come avevo anche letto più volte qui nei commenti dei professionisti, non cambiasse dall'oggi al domani... e allora com'è possibile???
Io sono etero ma non vorrei scoprirmi lesbica tra 10 anni.. non perchè mi sembri qualcosa di male, ma xche vedo accanto a me un uomo nella mia vita.
Però poi si legge di casi di questo tipo e sono impaurita!
[#7]
Ex utente
Quello che lei mi ha scritto mi ha fatto riflettere anche sulle parole che mi ha detto poco tempo fa la mia terapeuta: che mi preoccupo eccessivamente per il futuro senza godere appieno di cio' che sto vivendo ora, sempre come se mi aspettassi qualcosa di negativo a venire.
Era così anche quando soffrivo di ipocondria, e pensavo che sarei da lì a poco di una malattia incurabile, non riuscendo a terminare i miei progetti.
Questa ossessione di poter essere/diventare lesbica o le domande se mi piacciano o meno le donne quando le guardo sembrano lo stesso meccanismo: come se arrivassero per "sabotare" i miei progetti di vita anche col mio ragazzo, ora che le cose si fanno + serie.
Può essere plausibile questa spiegazione?
Non posso pensare che certi sintomi vengano " a caso"!!
Grazie
Cordiali saluti e buona giornata
Era così anche quando soffrivo di ipocondria, e pensavo che sarei da lì a poco di una malattia incurabile, non riuscendo a terminare i miei progetti.
Questa ossessione di poter essere/diventare lesbica o le domande se mi piacciano o meno le donne quando le guardo sembrano lo stesso meccanismo: come se arrivassero per "sabotare" i miei progetti di vita anche col mio ragazzo, ora che le cose si fanno + serie.
Può essere plausibile questa spiegazione?
Non posso pensare che certi sintomi vengano " a caso"!!
Grazie
Cordiali saluti e buona giornata
[#8]
Psicologo, Psicoterapeuta
Le considerazioni che propone sono molto interessanti. "Vivere nei propri pensieri" è spesso poco compatibile con "Vivere appieno la propria vita"...
Da una prospettiva cognitivo-comportamentale, uno dei problemi in cui a volte ci aggrovigliamo è proprio quello di conferire eccessiva importanza al significato dei pensieri. E, facendo ciò, ci capita di entrare in una spirale senza fine di pensieri, pensieri sui pensieri, interpretazioni del significato dei pensieri sui pensieri e così via.
Ad esempio, lei potrebbe usare la sua frase:
>>Questa ossessione di poter essere/diventare lesbica o le domande se mi piacciano o meno le donne quando le guardo sembrano lo stesso meccanismo: come se arrivassero per "sabotare" i miei progetti di vita anche col mio ragazzo, ora che le cose si fanno + serie.
per "ricamarci su" tutto un insieme di "retro-pensieri" di questo tipo:
"Questa ossessione arriva come per sabotare i miei progetti di vita col mio ragazzo"
"Ma allora cosa significa questo?"
"Forse vuol dire che... (non lo amo davvero, non sono ancora pronta, non sono abbastanza forte, matura, etc.)?"
"Devo capire cosa voglio davvero..."
Come vede, così non se ne esce. Da un pensiero "stupido", come lo sono le ossessioni, può giungere a mettere in discussione le sue scelte di vita, i suoi sentimenti, confondendosi sempre più.
Questo è il motivo per cui in TCC non indaghiamo il "significato nascosto" o "inconscio" dei pensieri.
Voglio puntualizzare che questo modo di procedere è proprio della TCC: altri indirizzi psicoterapeutici procedono in modo molto diverso.
Questo non vuol dire che lei non abbia il diritto di essere preoccupata per eventuali prospettive di cambiamento importanti della sua vita. Spesso capita che i sintomi di natura ansiosa aumentino di frequenza, intensità e durata nei periodi in cui siamo sottoposti a qualche forma di stress; e progettare un futuro insieme ad una persona può essere una fonte di comprensibilissimo stress, anche nelle coppie più affiatate ed innamorate.
Attualmente è in terapia?
Da una prospettiva cognitivo-comportamentale, uno dei problemi in cui a volte ci aggrovigliamo è proprio quello di conferire eccessiva importanza al significato dei pensieri. E, facendo ciò, ci capita di entrare in una spirale senza fine di pensieri, pensieri sui pensieri, interpretazioni del significato dei pensieri sui pensieri e così via.
Ad esempio, lei potrebbe usare la sua frase:
>>Questa ossessione di poter essere/diventare lesbica o le domande se mi piacciano o meno le donne quando le guardo sembrano lo stesso meccanismo: come se arrivassero per "sabotare" i miei progetti di vita anche col mio ragazzo, ora che le cose si fanno + serie.
per "ricamarci su" tutto un insieme di "retro-pensieri" di questo tipo:
"Questa ossessione arriva come per sabotare i miei progetti di vita col mio ragazzo"
"Ma allora cosa significa questo?"
"Forse vuol dire che... (non lo amo davvero, non sono ancora pronta, non sono abbastanza forte, matura, etc.)?"
"Devo capire cosa voglio davvero..."
Come vede, così non se ne esce. Da un pensiero "stupido", come lo sono le ossessioni, può giungere a mettere in discussione le sue scelte di vita, i suoi sentimenti, confondendosi sempre più.
Questo è il motivo per cui in TCC non indaghiamo il "significato nascosto" o "inconscio" dei pensieri.
Voglio puntualizzare che questo modo di procedere è proprio della TCC: altri indirizzi psicoterapeutici procedono in modo molto diverso.
Questo non vuol dire che lei non abbia il diritto di essere preoccupata per eventuali prospettive di cambiamento importanti della sua vita. Spesso capita che i sintomi di natura ansiosa aumentino di frequenza, intensità e durata nei periodi in cui siamo sottoposti a qualche forma di stress; e progettare un futuro insieme ad una persona può essere una fonte di comprensibilissimo stress, anche nelle coppie più affiatate ed innamorate.
Attualmente è in terapia?
[#9]
Ex utente
Caro dott. Calì, attualmente la mia terapia -che dura da alcuni anni - è a un punto morto perchè la mia terapeuta tra un mese andrà in maternità e la terapia penso verrà interrotta, perchè è un po di tempo che mi dice che io sto bene, che non ho più un disturbo vero e proprio e che nei periodi di stress è normale avere questi ritorni sintomatologici.
Io vorrei solo stare bene.. potrebbe anche essere un insieme di cose: la relazione col mio ragazzo che si fa + seria (e che anche se è una cosa positiva, in un certo senso mi spaventa perchè significa crescere) , io che sono andata a vivere da sola, la mia terapeuta che va in maternità (e quindi ciò implicherà l'interruzione della terapia), problemi in famiglia e infine la laurea imminente.. insomma, un periodino niente male... :(
Avrei tanta voglia di provare una terapia TCC perchè io so che posso stare bene... che i miei sintomi non sono gravi o invalidanti e mi basterebbe forse un approccio un po' meno improntato sul "ragionamento" e un po' di più sull'azione!!
Ogni volta che penso a ciò che mi dice la mia terapeuta dopo le sedute (terapia psicodinamica), questo apre nuovi pensieri...proprio del tipo che mi ha scritto lei nell'ultimo intervento!
E sono stanca!
Io vorrei solo stare bene.. potrebbe anche essere un insieme di cose: la relazione col mio ragazzo che si fa + seria (e che anche se è una cosa positiva, in un certo senso mi spaventa perchè significa crescere) , io che sono andata a vivere da sola, la mia terapeuta che va in maternità (e quindi ciò implicherà l'interruzione della terapia), problemi in famiglia e infine la laurea imminente.. insomma, un periodino niente male... :(
Avrei tanta voglia di provare una terapia TCC perchè io so che posso stare bene... che i miei sintomi non sono gravi o invalidanti e mi basterebbe forse un approccio un po' meno improntato sul "ragionamento" e un po' di più sull'azione!!
Ogni volta che penso a ciò che mi dice la mia terapeuta dopo le sedute (terapia psicodinamica), questo apre nuovi pensieri...proprio del tipo che mi ha scritto lei nell'ultimo intervento!
E sono stanca!
[#10]
Psicologo, Psicoterapeuta
Certo che non ci facciamo mancar nulla! ^___^
Cambiamenti nella sua vita imminenti, vivere da sola, problemi in famiglia, conclusione di una lunga e significativa terapia...
Ognuno di questi eventi può, già da solo, essere considerato un "evento stressante" di per sè. Se lei sta reagendo soltanto con qualche ritorno sintomatologico non invalidante, probabilmente avete davvero fatto un buon lavoro in terapia, e lei potrebbe avere risorse psicologiche importanti...
>>Avrei tanta voglia di provare una terapia TCC perchè io so che posso stare bene... che i miei sintomi non sono gravi o invalidanti e mi basterebbe forse un approccio un po' meno improntato sul "ragionamento" e un po' di più sull'azione!!
Attenzione! Una psicoterapia "action" non è detto che implichi "compiere dei gesti per stare meno in ansia".
Quelle si chiamano "compulsioni", ed attualmente non conosco nessuna forma seria ed accreditata di psicoterapia che proponga delle "azioni anti-pensieri ansiosi"!
>>Ogni volta che penso a ciò che mi dice la mia terapeuta dopo le sedute (terapia psicodinamica), questo apre nuovi pensieri...proprio del tipo che mi ha scritto lei nell'ultimo intervento!
Le propongo un punto di vista leggermente differente: è possibile che, più che ciò che le dice la sua terapeuta, ciò che la disturba sia il modo in cui lei ci continua a ragionare su?
Cambiamenti nella sua vita imminenti, vivere da sola, problemi in famiglia, conclusione di una lunga e significativa terapia...
Ognuno di questi eventi può, già da solo, essere considerato un "evento stressante" di per sè. Se lei sta reagendo soltanto con qualche ritorno sintomatologico non invalidante, probabilmente avete davvero fatto un buon lavoro in terapia, e lei potrebbe avere risorse psicologiche importanti...
>>Avrei tanta voglia di provare una terapia TCC perchè io so che posso stare bene... che i miei sintomi non sono gravi o invalidanti e mi basterebbe forse un approccio un po' meno improntato sul "ragionamento" e un po' di più sull'azione!!
Attenzione! Una psicoterapia "action" non è detto che implichi "compiere dei gesti per stare meno in ansia".
Quelle si chiamano "compulsioni", ed attualmente non conosco nessuna forma seria ed accreditata di psicoterapia che proponga delle "azioni anti-pensieri ansiosi"!
>>Ogni volta che penso a ciò che mi dice la mia terapeuta dopo le sedute (terapia psicodinamica), questo apre nuovi pensieri...proprio del tipo che mi ha scritto lei nell'ultimo intervento!
Le propongo un punto di vista leggermente differente: è possibile che, più che ciò che le dice la sua terapeuta, ciò che la disturba sia il modo in cui lei ci continua a ragionare su?
[#11]
Ex utente
Caro dott. Calì, si... è molto possibile. Il modo in cui io ragiono su certe cose mi infastidisce.
Mi infastidisce il fatto che un tempo (anni fa) io potessi scherzare sulle fantasie sessuali con libertà (ad es non mi scandalizzavo affatto se avevo una fantasia sessuale su una immaginaria donna), pur sapendo con certezza di essere etero e non avendo il bisogno di chiedermelo!!
E adesso a volte mi avvito in elucubrazioni assurde...
La verità è che tutto è nato quando, un po' di tempo fa, c''è stato un periodo in cui i rapporti sessuali con il mio ragazzo non mi soddisfacevano perchè lui è + tradizionalista e meno spontaneo di me su certe cose e io mi sentivo un po' limitata da lui nell' "esprimermi" diciamo...
Questo mi creava frustrazione e rabbia -talvolta- nei suoi confronti...perchè io lo amo tantissimo e ho paura che queste differenze che a volte vengono fuori nel vivere l'intimità possano dividerci alla lunga. Non voglio perderlo, è tutto quello che desidero in un ragazzo: attento, premuroso, simpatico, intelligente, dolce, innamorato...
Ma insomma, da quel primo periodo di frustrazione ho iniziato a pensare: "ecco, non ti accontenti mai, va a finire che sei lesbica! Lui è perfetto e tu ti lamenti, allora sei tu che sei lesbica"...
E non mi fa schifo immaginare una donna nelle mie fantasie e quindi si rinforzano tutti questi pensieri.. la mia terapeuta dice che è frequente in donne etero immaginare altre donne nelle fantasie, perchè è qualcosa di "trasgressivo" e perchè le donne sanno come dare piacere a loro stesse e lei riconduce tutto a questo aspetto.
Lei che ne pensa?
Grazie e adesso non la disturbo più.
Mi infastidisce il fatto che un tempo (anni fa) io potessi scherzare sulle fantasie sessuali con libertà (ad es non mi scandalizzavo affatto se avevo una fantasia sessuale su una immaginaria donna), pur sapendo con certezza di essere etero e non avendo il bisogno di chiedermelo!!
E adesso a volte mi avvito in elucubrazioni assurde...
La verità è che tutto è nato quando, un po' di tempo fa, c''è stato un periodo in cui i rapporti sessuali con il mio ragazzo non mi soddisfacevano perchè lui è + tradizionalista e meno spontaneo di me su certe cose e io mi sentivo un po' limitata da lui nell' "esprimermi" diciamo...
Questo mi creava frustrazione e rabbia -talvolta- nei suoi confronti...perchè io lo amo tantissimo e ho paura che queste differenze che a volte vengono fuori nel vivere l'intimità possano dividerci alla lunga. Non voglio perderlo, è tutto quello che desidero in un ragazzo: attento, premuroso, simpatico, intelligente, dolce, innamorato...
Ma insomma, da quel primo periodo di frustrazione ho iniziato a pensare: "ecco, non ti accontenti mai, va a finire che sei lesbica! Lui è perfetto e tu ti lamenti, allora sei tu che sei lesbica"...
E non mi fa schifo immaginare una donna nelle mie fantasie e quindi si rinforzano tutti questi pensieri.. la mia terapeuta dice che è frequente in donne etero immaginare altre donne nelle fantasie, perchè è qualcosa di "trasgressivo" e perchè le donne sanno come dare piacere a loro stesse e lei riconduce tutto a questo aspetto.
Lei che ne pensa?
Grazie e adesso non la disturbo più.
[#12]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Lei che ne pensa?
Penso che non esprimerò alcun pensiero in merito!
Le spiego il perchè. Un mio eventuale parere, a cosa servirebbe? Potrebbe essere per lei rassicurante, del tipo "se lo pensano due terapeuti, potrebbe essere vero, e quindi potrei non essere lesbica".
Ma le rassicurazioni, gentile signora, hanno vita breve. Sono come il sollievo che il fumatore prova dopo ogni sigaretta.
Piuttosto, potrebbe imparare a convivere con tutte le chiacchiere che la sua mente le proporrà, senza lasciare che influenzino le sue scelte (e quindi, in definitiva, la sua vita!).
La sua terapeuta sta per andare in maternità: si faccia aiutare a concludere questo rapporto, ed a chiudere la sua terapia.
Se continuerà a cercare rassicurazioni, conferme, "risposte", probabilmente starà inutilmente male; e rischia di perdersi anche gli aspetti positivi e gratificanti di una vita indipendente, di una relazione con una persona che incarna qualità per lei amabili, di un traguardo importante e significativo come la laurea, per il quale si sarà spesa molto, ed avrà faticato parecchio.
I miei migliori auguri...
Penso che non esprimerò alcun pensiero in merito!
Le spiego il perchè. Un mio eventuale parere, a cosa servirebbe? Potrebbe essere per lei rassicurante, del tipo "se lo pensano due terapeuti, potrebbe essere vero, e quindi potrei non essere lesbica".
Ma le rassicurazioni, gentile signora, hanno vita breve. Sono come il sollievo che il fumatore prova dopo ogni sigaretta.
Piuttosto, potrebbe imparare a convivere con tutte le chiacchiere che la sua mente le proporrà, senza lasciare che influenzino le sue scelte (e quindi, in definitiva, la sua vita!).
La sua terapeuta sta per andare in maternità: si faccia aiutare a concludere questo rapporto, ed a chiudere la sua terapia.
Se continuerà a cercare rassicurazioni, conferme, "risposte", probabilmente starà inutilmente male; e rischia di perdersi anche gli aspetti positivi e gratificanti di una vita indipendente, di una relazione con una persona che incarna qualità per lei amabili, di un traguardo importante e significativo come la laurea, per il quale si sarà spesa molto, ed avrà faticato parecchio.
I miei migliori auguri...
[#14]
Ex utente
Salve,
ho fatto 3 colloqui con un terapeuta cognitivo comportamentale.
Mi ha detto che il pensiero "oddio non sarò mica lesbica"è un'ossessione e che però a suo avviso non soffro di DOC perchè non ho le caratteristiche di intrusività e pervasività dei pensieri ossessivi tipici di DOC.
Alla mia domanda : "allora cosa ho?" mi è stato risposto che l'ansia puo' avere vari gradi e il mio è abbastanza lieve.
Per ora mi ha proposto un monitoraggio dei pensieri (osservare quando insorgono e dopo che cosa, e cosa succede dopo...una sorta di diario).
Per ora mi è utile e ho notato che quel pensiero insorge quando sono sotto stress o non mi sento all'altezza per qualcosa.
Ho notato che mi viene quando vedo una bella ragazza xhce la vedo + bella di me, o + magra di me, o la ritengo + simpatica ecc...
So che sono etero ma a volte mi sembra che le donne possano attrarmi davvero, ma so al contempo che è solo un'ossessione.
Tuttavia, a volte sembra reale..
che palle! scusate il termine.
Passerà mai?
ho fatto 3 colloqui con un terapeuta cognitivo comportamentale.
Mi ha detto che il pensiero "oddio non sarò mica lesbica"è un'ossessione e che però a suo avviso non soffro di DOC perchè non ho le caratteristiche di intrusività e pervasività dei pensieri ossessivi tipici di DOC.
Alla mia domanda : "allora cosa ho?" mi è stato risposto che l'ansia puo' avere vari gradi e il mio è abbastanza lieve.
Per ora mi ha proposto un monitoraggio dei pensieri (osservare quando insorgono e dopo che cosa, e cosa succede dopo...una sorta di diario).
Per ora mi è utile e ho notato che quel pensiero insorge quando sono sotto stress o non mi sento all'altezza per qualcosa.
Ho notato che mi viene quando vedo una bella ragazza xhce la vedo + bella di me, o + magra di me, o la ritengo + simpatica ecc...
So che sono etero ma a volte mi sembra che le donne possano attrarmi davvero, ma so al contempo che è solo un'ossessione.
Tuttavia, a volte sembra reale..
che palle! scusate il termine.
Passerà mai?
[#16]
questa è una lettura che dovrebbe fare
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4051-i-pensieri-ossessivi-possono-diventare-reali.html
saluti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4051-i-pensieri-ossessivi-possono-diventare-reali.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#17]
Ex utente
Grazie, ho letto il post sul blog!
In effetti certe volte i pensieri ossessivi possono sembrare "reali"...e allora come fare a distinguerli dal vero?
Probabilmente perchè si presentano sempre con la stessa modalità intrusiva?
E perchè si ha bisogno di una risposta "sicura" al 100%, che non tollera alcuna probabilità di errore?
In effetti certe volte i pensieri ossessivi possono sembrare "reali"...e allora come fare a distinguerli dal vero?
Probabilmente perchè si presentano sempre con la stessa modalità intrusiva?
E perchè si ha bisogno di una risposta "sicura" al 100%, che non tollera alcuna probabilità di errore?
Questo consulto ha ricevuto 18 risposte e 7.8k visite dal 26/05/2014.
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