Confusione sessuale e affettiva
Buonasera, cercherò di essere sintetico e chiaro allo stesso tempo.
Sono un ragazzo di 24 anni, non ho mai avuto rapporti sessuali ma ho sempre pensato alla mia eterosessualità come qualcosa di scontato ed evidente. Guardavo le ragazze, m'imbarazzavo a parlare con loro, pensavo a migliorare il fisico nell'ottica di trovarne una. Ho sempre avuto soltanto amicizie maschili, in tutti i sensi che questo aggettivo può comprendere: poco contatto fisico e intimità emotiva, scherzi reciproci, calcio e birra insieme ecc... e proprio qui sta il problema.
Qualche anno fa ho conosciuto casualmente online un ragazzo, con il quale c'è stata subito forte empatia su un sacco di cose. Lui abita a chilometri di distanza da me ma sono anni che chattiamo bene o male tutti i giorni a proposito di qualsiasi cosa. Era una cosa automatica, quotidiana: accendevo FB e parlavamo, senza riflettere neanche più di tanto sul fatto che ci fosse un essere umano dall'altra parte. Nell'ultimo mese però non so cosa mi successo ma, parallelamente ad un periodo difficile che ho vissuto, ho cominciato a sentire cose diverse, un'affezione profonda, un'empatia esistenziale e un sentimento di tenerezza che non avevo mai provato prima per nessuno al di fuori della mia famiglia. Comincio a pensare a cose tipo "vorrei che fosse qui per abbracciarlo"... questa situazione mi sta spaventando, non riesco a capire se un sentimento di amicizia, per quanto intenso, platonico o idealizzato dalla distanza possa essere (non ci siamo mai visti di persona), possa comprendere certi tipi di sensazioni o se sia invece legittimo mettere in discussione il proprio orientamento sessuale. Di una cosa sono certo: anche potendo non ci farei mai nulla di sessuale e anzi, se lui per assurdo mi dichiarasse di essere gay (cosa che non è) sarei io il primo a spaventarmi. Ma anche con questa consapevolezza non riesco a stare in pace con queste sensazioni che non pensavo avrei mai potuto provare per un maschio.
La cosa che mi dà più fastidio in tutta questa storia è la mia incapacità di definire le emozioni e il conseguente rischio di rovinare un'amicizia alla quale tengo molto e che vorrei restasse tale.
Sono un ragazzo di 24 anni, non ho mai avuto rapporti sessuali ma ho sempre pensato alla mia eterosessualità come qualcosa di scontato ed evidente. Guardavo le ragazze, m'imbarazzavo a parlare con loro, pensavo a migliorare il fisico nell'ottica di trovarne una. Ho sempre avuto soltanto amicizie maschili, in tutti i sensi che questo aggettivo può comprendere: poco contatto fisico e intimità emotiva, scherzi reciproci, calcio e birra insieme ecc... e proprio qui sta il problema.
Qualche anno fa ho conosciuto casualmente online un ragazzo, con il quale c'è stata subito forte empatia su un sacco di cose. Lui abita a chilometri di distanza da me ma sono anni che chattiamo bene o male tutti i giorni a proposito di qualsiasi cosa. Era una cosa automatica, quotidiana: accendevo FB e parlavamo, senza riflettere neanche più di tanto sul fatto che ci fosse un essere umano dall'altra parte. Nell'ultimo mese però non so cosa mi successo ma, parallelamente ad un periodo difficile che ho vissuto, ho cominciato a sentire cose diverse, un'affezione profonda, un'empatia esistenziale e un sentimento di tenerezza che non avevo mai provato prima per nessuno al di fuori della mia famiglia. Comincio a pensare a cose tipo "vorrei che fosse qui per abbracciarlo"... questa situazione mi sta spaventando, non riesco a capire se un sentimento di amicizia, per quanto intenso, platonico o idealizzato dalla distanza possa essere (non ci siamo mai visti di persona), possa comprendere certi tipi di sensazioni o se sia invece legittimo mettere in discussione il proprio orientamento sessuale. Di una cosa sono certo: anche potendo non ci farei mai nulla di sessuale e anzi, se lui per assurdo mi dichiarasse di essere gay (cosa che non è) sarei io il primo a spaventarmi. Ma anche con questa consapevolezza non riesco a stare in pace con queste sensazioni che non pensavo avrei mai potuto provare per un maschio.
La cosa che mi dà più fastidio in tutta questa storia è la mia incapacità di definire le emozioni e il conseguente rischio di rovinare un'amicizia alla quale tengo molto e che vorrei restasse tale.
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
a quanto afferma Lei prova <<un'affezione profonda, un'empatia esistenziale e un sentimento di tenerezza>> per un altro essere umano, e questo può solo essere ammirevole.
L'orientamento sessuale implica anche altri aspetti, per cui in prima istanza non farei coincidere le due cose senza i dovuti approfondimenti.
Probabilmente finora ha avuto pochi contatti significativi e ciò potrebbe essere una spiegazione.
a quanto afferma Lei prova <<un'affezione profonda, un'empatia esistenziale e un sentimento di tenerezza>> per un altro essere umano, e questo può solo essere ammirevole.
L'orientamento sessuale implica anche altri aspetti, per cui in prima istanza non farei coincidere le due cose senza i dovuti approfondimenti.
Probabilmente finora ha avuto pochi contatti significativi e ciò potrebbe essere una spiegazione.
[#2]
Gentile Utente,
in genere ciò che Lei descrive capita alle persone ansiose: "Comincio a pensare a cose tipo "vorrei che fosse qui per abbracciarlo"... questa situazione mi sta spaventando, non riesco a capire se un sentimento di amicizia, per quanto intenso, platonico o idealizzato "
Nulla di male ad affezionarsi agli altri, indipendentemente da tutto, ma Lei si dice proprio "SPAVENTATO" da tutto ciò.
E' questo che fa la differenza.
Ciò che segue lo spavento, di solito, è il costante rimuginio... "Se ho pensato che gli voglio bene e che c'è feeling, allora vuol dire che non so bene se sono gay, ecc..."
Questa sequenza può essere spezzata con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta, se necessario.
Cordiali saluti,
in genere ciò che Lei descrive capita alle persone ansiose: "Comincio a pensare a cose tipo "vorrei che fosse qui per abbracciarlo"... questa situazione mi sta spaventando, non riesco a capire se un sentimento di amicizia, per quanto intenso, platonico o idealizzato "
Nulla di male ad affezionarsi agli altri, indipendentemente da tutto, ma Lei si dice proprio "SPAVENTATO" da tutto ciò.
E' questo che fa la differenza.
Ciò che segue lo spavento, di solito, è il costante rimuginio... "Se ho pensato che gli voglio bene e che c'è feeling, allora vuol dire che non so bene se sono gay, ecc..."
Questa sequenza può essere spezzata con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta, se necessario.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Ex utente
Gentile dottoressa Pileci, ci ho riflettuto e penso che lei abbia ragione, la discriminante nel mio caso è probabilmente l'ansia, visto che sono sempre stato abbastanza paranoico di mio, eppure continuo a chiedermi se sono "autorizzato" a provare sensazioni così intense nel rapporto con un altro ragazzo, per quanto ribadisco la totale assenza di desiderio sessuale. Tutte le mie amicizie precedenti erano completamente diverse, molto più superficiali. A volte mi viene anche da dubitare se mai riuscirò a provare un affetto simile per una ragazza e questo pensiero mi preoccupa... non so come uscire da questa cosa.
[#4]
Gentile utente ,
ci dice: "accendevo FB e parlavamo, senza riflettere neanche più di tanto sul fatto che ci fosse un essere umano dall'altra parte." Spesso le relazioni in rete permettono e favoriscono una intimità "del cuore" e un lasciarsi andare proprio perchè facilitati dalla assenza dell'altro"in carne ed ossa", dalla mancanza di fattori distraenti rappresentati dall'altro nella sua concretezza. E questo succede anche tra uomo e donna, piuttosto frequentemente. Le sensazioni intense sono quelle dell'essersi mostrato "nudo" nei suoi sentimenti ed emozioni del periodo, senza corazze difensive: "Tutte le mie amicizie precedenti erano molto più superficiali.", Lei conferma.
Lei "ribadisce la totale assenza di desiderio sessuale." Ebbene, l'attrazione sessuale è un ingrediente essenziale dell'orientamento sessuale, sia omo sia etero, trans ecc.
Lo spavento? Si è aperta una porta su una parte sconosciuta di sè a se stesso, un sè che riesce a mostrarsi nudo nei sentimenti e ciò è molto intenso.
Riuscirà altrettanto con una ragazza? si chiede Lei. Se ci saranno le condizioni - cararttere, ascolto, ecc - certo che sì!
Per qualche chiarimento sulla condizione gay, per ridurre la Sua preoccupazione, la rimando alla mia News:
Gay e lesbiche: curarli per “normalizzarli”?
www.medicitalia.it/carlamariabrunialti/news/3480/Gay-e-lesbiche-curarli-per-normalizzarli
Saluti cari.
ci dice: "accendevo FB e parlavamo, senza riflettere neanche più di tanto sul fatto che ci fosse un essere umano dall'altra parte." Spesso le relazioni in rete permettono e favoriscono una intimità "del cuore" e un lasciarsi andare proprio perchè facilitati dalla assenza dell'altro"in carne ed ossa", dalla mancanza di fattori distraenti rappresentati dall'altro nella sua concretezza. E questo succede anche tra uomo e donna, piuttosto frequentemente. Le sensazioni intense sono quelle dell'essersi mostrato "nudo" nei suoi sentimenti ed emozioni del periodo, senza corazze difensive: "Tutte le mie amicizie precedenti erano molto più superficiali.", Lei conferma.
Lei "ribadisce la totale assenza di desiderio sessuale." Ebbene, l'attrazione sessuale è un ingrediente essenziale dell'orientamento sessuale, sia omo sia etero, trans ecc.
Lo spavento? Si è aperta una porta su una parte sconosciuta di sè a se stesso, un sè che riesce a mostrarsi nudo nei sentimenti e ciò è molto intenso.
Riuscirà altrettanto con una ragazza? si chiede Lei. Se ci saranno le condizioni - cararttere, ascolto, ecc - certo che sì!
Per qualche chiarimento sulla condizione gay, per ridurre la Sua preoccupazione, la rimando alla mia News:
Gay e lesbiche: curarli per “normalizzarli”?
www.medicitalia.it/carlamariabrunialti/news/3480/Gay-e-lesbiche-curarli-per-normalizzarli
Saluti cari.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#5]
Come uscirne?
Se ritiene che il livello d'ansia sia notevole e che soggettivamente sia invalidante per le attività quotidiane, allora Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta, meglio se di formazione cognitivo-comportamentale, per risolvere al più presto il problema.
Infatti i disturbi d'ansia, se si tratta di questo (cosa che potrà essere verificata solo previa valutazione), tendono a cronicizzarsi nel tempo, quindi è meglio intervenire presto.
Cordiali saluti,
Se ritiene che il livello d'ansia sia notevole e che soggettivamente sia invalidante per le attività quotidiane, allora Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta, meglio se di formazione cognitivo-comportamentale, per risolvere al più presto il problema.
Infatti i disturbi d'ansia, se si tratta di questo (cosa che potrà essere verificata solo previa valutazione), tendono a cronicizzarsi nel tempo, quindi è meglio intervenire presto.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.2k visite dal 25/05/2014.
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