Pensieri ossessivi sulla morte e dissociazione

Buonasera, da due mesi a questa parte sto passando un brutto periodo, causato credo dallo stress in generale, per la scuola, le amicizia, la famiglia ed anche me stessa. Tutto è iniziato il 15 marzo, in seguito ad un forte attacco di panico che mi ha sconvolta, mi sentivo morire ed avevo tantissima paura, l'attacco di panico è stato scatenato dal pensiero di un precedente attacco di panico avuto a gennaio, dopo aver fumato cannabis. Dopo l'attacco di marzo, ho iniziato ad accusare un forte senso di irrealtà, ho pensato di avere una grave malattia perchè mi pulsava sempre la testa.il senso di irrealtá mi ha portata a farmi fare domande esistenziali come:"tutto quello che mi circonda esiste?" " "Perchè vivo la mia vita?". Queste domande mi mettevano molta tristezza, ora quelle domande sono "scemate", anche se fanno un po'da sottofondo. Avevo perso la voglia di fare tutto, perchè convinta che tutto è irreale, quindi mi sono chiesta "che senso ha vivere se non percepisco la realtà?" Da qui sono subentrati un'apatia ed una tristezza costante, che cerco di mascherare, che mi hanno portata a fare pensieri ossessivi sulla morte, sulla mia morte, mi vengono automaticamente immagini raccapriccianti in mente, io che mi ammazzo. È un continuo, fino a due settimane fa era ingestibile, mi veniva il mal di testa a furia di questi pensieri rindondanti. Ho iniziato a prendere i fiori di bach da due settimane e mezzo, e stanno facendo miracoli; anche se questi pensieri mi accompagnano per tutta la giornata, non riesco a pensare alle cose belle della vita, è come se tutto avesse perso un senso, come se nella mia mente avessi già fatto quel gesto. E mi sento una morta vivente, soprattutto in questo periodo avverto un distacco da me stessa forte, come se non fossi io a vivere la vita, quando parlo sento come se stesse parlando un'altra persona al posto mio e quando mi guardo allo specchio non mi riconosco a pieno, anzi quasi per niente,.Questo non fa altro che alimentare i pensieri ossessivi, perchè mi domando "che senso ha vivere una vita che non sento mia?" E mi chiedo se sia meglio la vita o dopo. Non ho mai tentato realmente il pensiero "cattivo", come lo chiamo, mi sento in difficoltà quando sono vicina ad un oggetto pericoloso... Mi sento messa alla prova. Ho parlato del disagio con i miei genitori sin dall'inizio, e ad aprile ho iniziato un percorso di psicoterapia (inconcludente, perchè non sento i benefici sotto questo punto di vista), ed ho pensato di cambiare psicologo. Per quanto riguarda il clima in famiglia non ci sono grossi problemi, anche se i miei non vanno d'accordo, mi hanno sempre messo ansie a dosso, e tendono a dare sempre la colpa a me, anche di questa situazione, inneggiano alla vita e mi dicono di non fissarmi,fosse facile!dicono che sono io a non volerne uscire perchè mi conviene, anche la psicologa ha fatto un discorso di questo tipo. E allora cos'è che mi tiene ferma su questi pensieri di morte? Perchè sento questo distacco da me stessa
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

questo tipo di pensieri potrebbero essere espressione del disturbo d'ansia o ossessivo.
In ogni caso, che tipo di psicoterapia ha intrapreso?
Come mai ha deciso così velocemente di cambiare terapeuta?
Adesso come si trova con la nuova psicologa?
Che cosa pensa la Collega di questi pensieri?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Non so precisamente di che psicoterapia si tratta, non le so rispondere, ma non sta portando molti benefici, anzi, a volte sembra mettermi ancora più dubbi, i progressi li ho fatti per conto mio decidendo di assumere i fiori di bach e di documentarmi in proposito... Non ho ancora iniziato ad andare da un ' altra psicologa, e la mia attuale psicologa non si esprime in modo preciso su questi pensieri, ecco perchè vorrei cambiare terapeuta, mi ha solo detto che è la parte di me che si sente sfiduciata e che mi frena. Sul senso di distacco da me stessa non ha detto nulla... A cosa potrebbe essere collegato secondo lei il distacco?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Il distacco è un altro sintomo d'ansia (derealizzazione e/o depersonalizzazione).
L'ansia infatti si esprime con sintomi fisici quali ad esempio la tachicardia, la sudorazione eccessiva, i tremori agli arti, ecc... ma anche con sintomi cognitivi quali il rimuginio, la sensazione di "testa ovattata", la depersonalizzazione (non so più chi sono), la derealizzazione (non so più dove mi trovo).
Chiaramente si tratta di sintomi che possono spaventare molto il pz. che spesso giunge al Pronto Soccorso con il timore di avere o un infarto (in caso di attivazione somatica) o la grande paura di impazzire (se c'è derealizzazione o depersonalizzazione).
Uno dei problemi che bisogna da subito affrontare in terapia è l'alessimia del pz. cioè l'incapacità di saper leggere, riconoscere e modulare le emozioni.
Io Le suggerisco, se ha deciso di cambiare tipo di psicoterapia, un trattamento di tipo cognitivo-comportamentale o comunque attivo e prescrittivo.

Legga qui per approfondimenti:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/406-il-trattamento-delle-ossessioni.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1633-asportazione-chirurgica-dello-stato-ansioso.html

Cordiali saluti,
[#4]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
La ringrazio dottoressa, quindi iniziare una terapia di tipo cognitivo comportamentale mi gioverebbe? Ho notato che più penso al problema più si aggrava, quindi parlarne mi fa sfogare da un lato, ma dall'altro inizio a rimuginare. Per cui intraprendere un nuovo percorso di terapia sarebbe utile? Se si, più o meno quante sedute dovró fare col terapeuta per questo tipo di problematica? Glielo chiedo perché proprio non ce la faccio più con questo distacco da me stessa, mi sembra di non avere una personalità, di essere una persona... Per cui quando sono sola o nei momenti difficili con gli altri sento di non poter contare su me stessa,poichè non mi percepisco!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

per rispondere alle Sue domande è indispensabile una valutazione psicologica diretta; da qui e senza poterLa conoscere non potrei darLe indicazioni precise alle Sue specifiche domande.

Tenga presente che il DOC è un disturbo che può essere trattato bene con la coterapia come una farmacoterapia associata alla psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Nelle terapie cognitivo-comportamentali vengono prescritti compiti precisi, in accordo col pz, per poter spezzare il circolo vizioso delle ossessioni.

Mi faccia sapere in futuro come va.
Cordiali saluti,
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