Psicoterapia adeguata
Gentilissimi,vi ho scritto il 3/06/2013 a proposito della gelosia retroattiva del mio ragazzo nei miei confronti.Purtroppo la storia è andata avanti fino a dicembre in malo modo:venivo lasciata puntualmente ogni mese,accusata di voler continuare questa storia a tutti i costi e denigrata per il mio passato,fino a quando l'ultima volta ho deciso di non ritornarci più perché volevo che fosse lui a tornare,che mi dicesse col cuore in mano che non gli importava più nulla del mio passato,che ci avesse messo sopra una pietra miliare!Purtroppo non è accaduto!abbiamo avuto dei contatti telefonici fino a febbraio;nel frattempo gli ho chiesto di intraprendere un percorso psicoterapeutico,anche di coppia,se avesse voluto ma si è sempre rifiutato.Dopo un mese mi contatta,mentre io stavo cercando di farmene una ragione,di andare avanti pensando per una volta a me stessa,cercando di diventare una persona autentica,provando ad amarmi..è la cosa più difficile che abbia mai potuto affrontare!!! sto facendo una fatica assurda!ma so che devo,che è arrivato il momento.Comunque mi dice "pazienza per la storia,è andata come è andata,che gli mancavo e,se avessi avuto bisogno,lui era là ad aiutarmi".Io ho interpretato questi msg come un voler mantenere un buon rapporto ed ho continuato per la mia strada.Poco dopo ho intrapreso una conoscenza con una persona,con la quale ho avuto anche dei rapporti sessuali..stavo bene per la prima volta,cioè non mi sentivo in colpa per questi rapporti ma ho sentito la necessità di ricontattare il mio ex e di dirgli cosa avevo fatto.Ovviamente non l'ha presa bene,mi ha accusata di non essere cambiata,che sono stata una brava ragazza solo nel momento in cui sono stata con lui e di essere ritornata la solita persona che non conosce rispetto.La cosa che mi ha distrutto è che dice di essersi messo in discussione e di aver risolto il suo problema per il bene della nostra storia-anche se dubito che si possa fare in 2 settimane e poi,dalle sue parole,che sono più o meno sempre le stesse,ho capito che purtroppo non ci è riuscito fino in fondo.Ha interrotto ogni contatto,ovviamente,ed è passato un mese da allora.Io adesso sto un po' meglio ma dopo avergli parlato sono stata malissimo con attacchi di panico,crisi di pianto e problemi con il cibo.Forse sono arrivata alla conclusione che il fatto di sentirmi in colpa per essere stata con un'altra persona(con la quale c'è stata tutta la trasparenza possibile e che ho deciso poi di non frequentare più perché è il caso di riacquistare un po' di tranquillità)mi rende responsabile,ai miei occhi e soprattutto ai suoi,della fine della storia.è come se,in un certo senso,avessi preso io la decisione di chiudere,dopo ciò che gli ho detto,e uno dei miei problemi è quello di non prendere decisioni,altrimenti lo avrei lasciato io prima,se fossi stata una persona sana,o avremmo affrontato diversamente la storia.Ora ho intrapreso un percorso psicoterapeutico ma vorrei un consiglio sul tipo di terapia da seguire.grz
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Gentile ragazza,
in primis bene per la decisione di iniziare un percorso terapeutico, scelta fondamentale quando si diviene consapevoli di avere qualche difficoltà che non si può risolvere da soli. Per quanto riguarda l'orientamento, avendone io uno sistemico relazionale mi verrebbe da consigliarle quello, ma preferirei non farlo e farla riflettere sul fatto che al di là degli orientamenti, contano poi le persone. Scelga un collega che le ispira fiducia, un collega con il quale o la quale dovrà poter essere capace di creare una relazione utile a farla sentire a suo agio durante gli incontri. Nel suo caso se ha già scelto, si affidi al collega e comunichi a lui i suoi dubbi.
In bocca al lupo
in primis bene per la decisione di iniziare un percorso terapeutico, scelta fondamentale quando si diviene consapevoli di avere qualche difficoltà che non si può risolvere da soli. Per quanto riguarda l'orientamento, avendone io uno sistemico relazionale mi verrebbe da consigliarle quello, ma preferirei non farlo e farla riflettere sul fatto che al di là degli orientamenti, contano poi le persone. Scelga un collega che le ispira fiducia, un collega con il quale o la quale dovrà poter essere capace di creare una relazione utile a farla sentire a suo agio durante gli incontri. Nel suo caso se ha già scelto, si affidi al collega e comunichi a lui i suoi dubbi.
In bocca al lupo
Dott.ssa Angela Sarracino
Psicologa - Psicoterapeuta - Sessuologa clinica
www.sipsec.it
[#2]
intanto può leggere questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Utente
La ringrazio tanto per la sua risposta. In effetti il problema è proprio questo della fiducia... prima andavo da un privato, un sophianalista... ma poi, a causa delle ristrettezze economiche ho cambiato per andare da una psicologa al consultorio. Ciò che mi confonde è che quest'ultima mi dice ciò che devo o non devo fare. Non so se questo faccia parte di qualche metodo, se sia normale.
In secondo luogo, mi sento responsabile della fine della storia e non riesco ad accettarlo. La psicologa dice semplicemente che non devo, dato che lui pensava addirittura fossi stata una prostituta..., ma come faccio a liberarmi da questo senso di colpa? Lui mi disse che avrei dovuto aspettare almeno 10-12 mesi prima di concedermi a un altro uomo. Ok,è il suo punto di vista ma mi tortura.
In secondo luogo, mi sento responsabile della fine della storia e non riesco ad accettarlo. La psicologa dice semplicemente che non devo, dato che lui pensava addirittura fossi stata una prostituta..., ma come faccio a liberarmi da questo senso di colpa? Lui mi disse che avrei dovuto aspettare almeno 10-12 mesi prima di concedermi a un altro uomo. Ok,è il suo punto di vista ma mi tortura.
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Gentile ragazza,
si affidi alla collega che la sta seguendo e racconti a lei le sue perplessità. "Devo o non devo...", se la collega le da dei compiti da fare, delle prescrizioni da fare le segua se le va, o al contrario non le faccia. Anche questo è un risultato terapeutico su cui confrontarsi durante i colloqui. se qualcosa non la convince, ne parli con lei vedrà che ne trarrà sollievo. un percorso si fa in due. Il terapeuta può guidare ma lei deve affidarsi. non sia ostile e non senta come obbligatorio ed inutile i suoi consigli. ci provi e punti ad aumentare la sua autostima così che un giorno si renderà conto che nessuno può dirci come vivere la nostra vita, tantomeno un ex che ci ha lasciate.
in bocca al lupo
si affidi alla collega che la sta seguendo e racconti a lei le sue perplessità. "Devo o non devo...", se la collega le da dei compiti da fare, delle prescrizioni da fare le segua se le va, o al contrario non le faccia. Anche questo è un risultato terapeutico su cui confrontarsi durante i colloqui. se qualcosa non la convince, ne parli con lei vedrà che ne trarrà sollievo. un percorso si fa in due. Il terapeuta può guidare ma lei deve affidarsi. non sia ostile e non senta come obbligatorio ed inutile i suoi consigli. ci provi e punti ad aumentare la sua autostima così che un giorno si renderà conto che nessuno può dirci come vivere la nostra vita, tantomeno un ex che ci ha lasciate.
in bocca al lupo
[#5]
Utente
Grazie ancora dottoressa Sarracino
e grazie anche a lei, dottor De Vincentiis!
Un anno fa mi rispose dicendo che lasciarci era la cosa migliore che potesse capitarmi... ma quanto è difficile questo momento, adesso. è difficilissimo e faticosissimo ritrovarsi, ammesso che mi sia mai "trovata".
e grazie anche a lei, dottor De Vincentiis!
Un anno fa mi rispose dicendo che lasciarci era la cosa migliore che potesse capitarmi... ma quanto è difficile questo momento, adesso. è difficilissimo e faticosissimo ritrovarsi, ammesso che mi sia mai "trovata".
[#6]
" ho sentito la necessità di ricontattare il mio ex e di dirgli cosa avevo fatto."
Gentile Utente,
forse dovrebbe interrogarsi, con l'aiuto della terapeuta, sulle motivazioni che La spingono a fare scelte del genere.
Anche io penso che tutti i dubbi che ha rispetto alla psicoterapia e alle modalità dovrà chiarirle direttamente con la terapeuta, ma le prescrizioni hanno tecnicamente la finalità di generare un cambiamento nel pz.
Legga qui per approfondimenti:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
forse dovrebbe interrogarsi, con l'aiuto della terapeuta, sulle motivazioni che La spingono a fare scelte del genere.
Anche io penso che tutti i dubbi che ha rispetto alla psicoterapia e alle modalità dovrà chiarirle direttamente con la terapeuta, ma le prescrizioni hanno tecnicamente la finalità di generare un cambiamento nel pz.
Legga qui per approfondimenti:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.6k visite dal 21/05/2014.
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