Blocco sessuale psicologico del mio fidanzato .
Salve,
Sono una ragazza di quasi 25 anni e sono fidanzata da quasi 6 con un ragazzo di 30 anni. Nell'arco di tutta relazione non abbiamo mai avuto un rapporto sessuale. Il mio ragazzo, secondo quanto mi ha raccontato, ha avuto un blocco mentre faceva l'amore con la sua ex, circa 7 anni fa, improvvisamente ha perso l'erezione. Il problema si è ripresentato più volte. Dopo la comprensione iniziale, lei ha fatto battutine e detto cose un po' pesanti. Questo ha portato alla rottura dopo 6 anni di relazione. 6 mesi dopo ci siamo conosciuti e innamorati. Eravamo molto attratti l'uno dall'altra ma per paura di correre ci fermavamo ai preliminari Dopo 6 mesi Cercavo di provocarlo senza essere troppo insistente e anche quando le condizioni erano perfette (avevamo tutto il tempo a disposizione, eravamo soli, ecc.) lui diceva che voleva aspettare il momento giusto, voleva che fosse speciale. Io lì per lì ho accettato, avevo intuito il problema. Dopo più di 1 anno insieme, di cui 6 mesi senza vederci, quando finalmente ci siamo rivisti, non ha voluto fare l'amore ma solo preliminari. Non gli ho detto nulla, Ho pensato che fosse meglio che ammettesse da solo il problema e sono trascorsi altri 2 anni in cui ho ingoiato il rospo.L'ho sostenuto economicamente e psicologicamente per suoi problemi e più stava male, più si chiudeva. Niente più abbracci o baci. Alla fine ho avuto un esaurimento e quando un ragazzo mi ha dato attenzioni mi sono sentita desiderata. Ci siamo lasciati ma quando 10 giorni dopo siamo ritornati insieme finalmente c'é stata un po' di intimitá. Senza che gli chiedessi nulla mi ha detto del blocco e ha promesso che avrebbe cercato di risolverlo. Una visita ha accertato che è solo una cosa psicologica. Non l'ho voluto pressare ma col passare dei mesi l'intimitá é sempre più diminuita fino a diventare assente. Gli ho parlato più volte, gentilmente, e lui si é risentito, mandandomi "frecciatine" . Nell'ultima discussione, quasi un anno fa, gli ho espresso il mio disagio e lui mi ha detto che non ce la faceva, che era meglio che lo lasciassi, che lui non era abbastanza per me, che lo avrei tradito per questo motivo e ha pianto. Io l'ho rassicurato (come sempre), gli ho detto che volevo solo provarci, che non lo avrei giudicato, ma nel mese successivo sono seguite altre frecciatine. Da mesi ormai non c'è intimitá. Ormai non so che fare: la prende a male se dico qualcosa, non ci ha mai provato. Io non mi piaccio più, sto malissimo se ci penso e a volte piango, sono piena di rabbia perchè Vorrei che ci provasse. Non pretendo nulla e non lo giudico. Visto che fra 3 anni ci sposeremo, quando mi parla di figli mi fa venire dubbi e rabbia. E se anche dopo il matrimonio non ci sará sesso? I figli come pensa di averli se non risolve il problema (gli ho detto anche questo)? Datemi un consiglio pr favore, visto che è restio per un consulto psicologico. Grazie mille in anticipo!
Sono una ragazza di quasi 25 anni e sono fidanzata da quasi 6 con un ragazzo di 30 anni. Nell'arco di tutta relazione non abbiamo mai avuto un rapporto sessuale. Il mio ragazzo, secondo quanto mi ha raccontato, ha avuto un blocco mentre faceva l'amore con la sua ex, circa 7 anni fa, improvvisamente ha perso l'erezione. Il problema si è ripresentato più volte. Dopo la comprensione iniziale, lei ha fatto battutine e detto cose un po' pesanti. Questo ha portato alla rottura dopo 6 anni di relazione. 6 mesi dopo ci siamo conosciuti e innamorati. Eravamo molto attratti l'uno dall'altra ma per paura di correre ci fermavamo ai preliminari Dopo 6 mesi Cercavo di provocarlo senza essere troppo insistente e anche quando le condizioni erano perfette (avevamo tutto il tempo a disposizione, eravamo soli, ecc.) lui diceva che voleva aspettare il momento giusto, voleva che fosse speciale. Io lì per lì ho accettato, avevo intuito il problema. Dopo più di 1 anno insieme, di cui 6 mesi senza vederci, quando finalmente ci siamo rivisti, non ha voluto fare l'amore ma solo preliminari. Non gli ho detto nulla, Ho pensato che fosse meglio che ammettesse da solo il problema e sono trascorsi altri 2 anni in cui ho ingoiato il rospo.L'ho sostenuto economicamente e psicologicamente per suoi problemi e più stava male, più si chiudeva. Niente più abbracci o baci. Alla fine ho avuto un esaurimento e quando un ragazzo mi ha dato attenzioni mi sono sentita desiderata. Ci siamo lasciati ma quando 10 giorni dopo siamo ritornati insieme finalmente c'é stata un po' di intimitá. Senza che gli chiedessi nulla mi ha detto del blocco e ha promesso che avrebbe cercato di risolverlo. Una visita ha accertato che è solo una cosa psicologica. Non l'ho voluto pressare ma col passare dei mesi l'intimitá é sempre più diminuita fino a diventare assente. Gli ho parlato più volte, gentilmente, e lui si é risentito, mandandomi "frecciatine" . Nell'ultima discussione, quasi un anno fa, gli ho espresso il mio disagio e lui mi ha detto che non ce la faceva, che era meglio che lo lasciassi, che lui non era abbastanza per me, che lo avrei tradito per questo motivo e ha pianto. Io l'ho rassicurato (come sempre), gli ho detto che volevo solo provarci, che non lo avrei giudicato, ma nel mese successivo sono seguite altre frecciatine. Da mesi ormai non c'è intimitá. Ormai non so che fare: la prende a male se dico qualcosa, non ci ha mai provato. Io non mi piaccio più, sto malissimo se ci penso e a volte piango, sono piena di rabbia perchè Vorrei che ci provasse. Non pretendo nulla e non lo giudico. Visto che fra 3 anni ci sposeremo, quando mi parla di figli mi fa venire dubbi e rabbia. E se anche dopo il matrimonio non ci sará sesso? I figli come pensa di averli se non risolve il problema (gli ho detto anche questo)? Datemi un consiglio pr favore, visto che è restio per un consulto psicologico. Grazie mille in anticipo!
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Cara Utente,
lei ha avuto sicuramente molta pazienza e disponibilità nel comprendere e sostenere il suo fidanzato e penso che sia arrivato il momento di attendersi da lui altrettanta vicinanza e disponibilità nell'affrontare un problema che nasce in lui, ma influenza negativamente entrambi.
Anche il ragazzo infatti non è per nulla sereno:
"quasi un anno fa, gli ho espresso il mio disagio e lui mi ha detto che non ce la faceva, che era meglio che lo lasciassi, che lui non era abbastanza per me, che lo avrei tradito per questo motivo e ha pianto".
Il suo "non pretendere e non giudicare" può essere stato utile in prima battuta, ma dopo 6 anni di fidanzamento diventa un alibi per non risolvere nulla perchè si può sempre contare sulla sua grande tolleranza, ma quando all'orizzonte c'è un matrimonio certe questioni devono obbligatoriamente essere risolte.
Se è stato appurato che l'origine del disinteresse per il sesso da parte del suo fidanzato è "traumatica", nel senso che ha subito un vero e proprio shock emotivo in occasione di quanto accaduto con la sua ex ben 7 anni fa, può prima di tutto essere contento del fatto che la salute fisica è buona e poi riflettere sul fatto che un problema psicologico di questo tipo è tranquillamente risolvibile con gli strumenti giusti.
Chiaramente più tempo aspetta per risolvere il problema e più sarà complesso intervenire, cosa che gli può far presente per motivarlo a non attendere oltre.
lei ha avuto sicuramente molta pazienza e disponibilità nel comprendere e sostenere il suo fidanzato e penso che sia arrivato il momento di attendersi da lui altrettanta vicinanza e disponibilità nell'affrontare un problema che nasce in lui, ma influenza negativamente entrambi.
Anche il ragazzo infatti non è per nulla sereno:
"quasi un anno fa, gli ho espresso il mio disagio e lui mi ha detto che non ce la faceva, che era meglio che lo lasciassi, che lui non era abbastanza per me, che lo avrei tradito per questo motivo e ha pianto".
Il suo "non pretendere e non giudicare" può essere stato utile in prima battuta, ma dopo 6 anni di fidanzamento diventa un alibi per non risolvere nulla perchè si può sempre contare sulla sua grande tolleranza, ma quando all'orizzonte c'è un matrimonio certe questioni devono obbligatoriamente essere risolte.
Se è stato appurato che l'origine del disinteresse per il sesso da parte del suo fidanzato è "traumatica", nel senso che ha subito un vero e proprio shock emotivo in occasione di quanto accaduto con la sua ex ben 7 anni fa, può prima di tutto essere contento del fatto che la salute fisica è buona e poi riflettere sul fatto che un problema psicologico di questo tipo è tranquillamente risolvibile con gli strumenti giusti.
Chiaramente più tempo aspetta per risolvere il problema e più sarà complesso intervenire, cosa che gli può far presente per motivarlo a non attendere oltre.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
grazie innanzi tutto della risposta.
La mia grande pazienza è dovuta al fatto che so che si tratta di un problema delicato e quanto può prenderla male quando gliene parlo e come lo fa notare nei giorni seguenti con battutine. Già 3 anni fa, quando ammise il problema e andò a fare la visita (su mio consiglio), gli dissi che era ormai tempo di affrontare il problema, perché più il tempo passava e più difficile sarebbe stato difficile risolvere.L'anno scorso, poi, con l'ultima discussione, per cercare di scuoterlo (e proprio perché c'è in progetto un matrimonio e il suo forte desiderio di diventare padre) gli ho detto che dovevamo risolvere il problema, con piccoli tentativi e senza aspettative, perché non si può certo arrivare al matrimonio ancora con questo problema, gli chiesi come pensava di avere figli altrimenti e gli dissi che di certo non mi sarei presa anche la responsabilità della causa del ritardo dell'arrivo di nipoti agli occhi delle nostre famiglie. So che ha complessi tipo "ho paura che non ti piaccia"( infatti mi chiede [quando capita] se può toccarmi, se mi piace [sempre]) , "non sono molto dotato" (cosa sul quale l'ho largamente rassicurato ma inutilmente)... Le mie rassicurazioni e la mia disponibilità non hanno importanza, c'è posto solo per la paura di fallire (che a quanto pare lo acceca). Ormai sto così male che a volte piango, provo rabbia per il fatto che non ci ha nemmeno provato (cosa che gli ho sottolineato), non mi sento desiderata e non potrei mai provvedere da me a risolvere le mie "esigenze" siaperchè è assurdo avendo un fidanzato sia perchè non è una cosa appagante per me. Il punto è che non so più che fare, perché lui ha promesso troppe volte che ci avrebbe provato e poi mi ha sempre delusa. Non so né che dirgli, né cosa fare. se mi potesse avere un consiglio...
grazie innanzi tutto della risposta.
La mia grande pazienza è dovuta al fatto che so che si tratta di un problema delicato e quanto può prenderla male quando gliene parlo e come lo fa notare nei giorni seguenti con battutine. Già 3 anni fa, quando ammise il problema e andò a fare la visita (su mio consiglio), gli dissi che era ormai tempo di affrontare il problema, perché più il tempo passava e più difficile sarebbe stato difficile risolvere.L'anno scorso, poi, con l'ultima discussione, per cercare di scuoterlo (e proprio perché c'è in progetto un matrimonio e il suo forte desiderio di diventare padre) gli ho detto che dovevamo risolvere il problema, con piccoli tentativi e senza aspettative, perché non si può certo arrivare al matrimonio ancora con questo problema, gli chiesi come pensava di avere figli altrimenti e gli dissi che di certo non mi sarei presa anche la responsabilità della causa del ritardo dell'arrivo di nipoti agli occhi delle nostre famiglie. So che ha complessi tipo "ho paura che non ti piaccia"( infatti mi chiede [quando capita] se può toccarmi, se mi piace [sempre]) , "non sono molto dotato" (cosa sul quale l'ho largamente rassicurato ma inutilmente)... Le mie rassicurazioni e la mia disponibilità non hanno importanza, c'è posto solo per la paura di fallire (che a quanto pare lo acceca). Ormai sto così male che a volte piango, provo rabbia per il fatto che non ci ha nemmeno provato (cosa che gli ho sottolineato), non mi sento desiderata e non potrei mai provvedere da me a risolvere le mie "esigenze" siaperchè è assurdo avendo un fidanzato sia perchè non è una cosa appagante per me. Il punto è che non so più che fare, perché lui ha promesso troppe volte che ci avrebbe provato e poi mi ha sempre delusa. Non so né che dirgli, né cosa fare. se mi potesse avere un consiglio...
[#3]
Gentile Utente,
di tutta questa vicenda l'aspetto peculiare a mio avviso non è tanto il problema sessuale, quanto una difficoltà relazionale nella coppia.
Inutile sottolineare che il sesso, così come il denaro o il prestigio ad esempio, è uno strumento di potere e che comunque nella coppia mi pare abilmente, seppur inconsapevolmente, ben utilizzato per diverse finalità.
Lei ci racconta una storia in cui da ben sei anni sono presenti dei "blocchi" psicologici legati ad una défaillance nella storia precedente del Suo fidanzato, il quale pare non avere alcuna intenzione di voler risolvere, né per se stesso, né per Lei o per stare bene nella vita a due.
Ma l'aspetto altrettanto inquietante è il Suo atteggiamento, sempre comprensivo, o forse passivo e compassionevole verso questo ragazzo.
Il fatto è che -in situazioni del genere- le rassicurazioni non solo non funzionano MAI, ma soprattutto spengono completamente la sessualità. E, per quanto non fare l'amore sia in qualche modo funzionale al Suo ragazzo, è chiaro che in questo modo non viene neppure la voglia di farlo, perché il Suo accudire questo ragazzo sbilancia fortemente la relazione.
Con tali premesse, in tutta onestà, mi ha sorpreso molto leggere di un matrimonio cui state pensando, non tanto per la preoccupazione di figli/nipotini, quanto perché il problema -da sempre- mi pare il modo in cui è stata impostata la relazione.
A questo punto, dal momento che il Suo ragazzo non ha intenzione di chiedere aiuto ad uno specialista, ritengo sia importante che almeno Lei chieda aiuto ad uno psicologo per capire come relazionarsi con questo ragazzo, come modificare il Suo modo di prendersi cura e impostare una relazione paritaria.
Questo Suo cambiamento può determinare un cambiamento nell'atteggiamento del Suo compagno e nella relazione.
Cordiali saluti,
di tutta questa vicenda l'aspetto peculiare a mio avviso non è tanto il problema sessuale, quanto una difficoltà relazionale nella coppia.
Inutile sottolineare che il sesso, così come il denaro o il prestigio ad esempio, è uno strumento di potere e che comunque nella coppia mi pare abilmente, seppur inconsapevolmente, ben utilizzato per diverse finalità.
Lei ci racconta una storia in cui da ben sei anni sono presenti dei "blocchi" psicologici legati ad una défaillance nella storia precedente del Suo fidanzato, il quale pare non avere alcuna intenzione di voler risolvere, né per se stesso, né per Lei o per stare bene nella vita a due.
Ma l'aspetto altrettanto inquietante è il Suo atteggiamento, sempre comprensivo, o forse passivo e compassionevole verso questo ragazzo.
Il fatto è che -in situazioni del genere- le rassicurazioni non solo non funzionano MAI, ma soprattutto spengono completamente la sessualità. E, per quanto non fare l'amore sia in qualche modo funzionale al Suo ragazzo, è chiaro che in questo modo non viene neppure la voglia di farlo, perché il Suo accudire questo ragazzo sbilancia fortemente la relazione.
Con tali premesse, in tutta onestà, mi ha sorpreso molto leggere di un matrimonio cui state pensando, non tanto per la preoccupazione di figli/nipotini, quanto perché il problema -da sempre- mi pare il modo in cui è stata impostata la relazione.
A questo punto, dal momento che il Suo ragazzo non ha intenzione di chiedere aiuto ad uno specialista, ritengo sia importante che almeno Lei chieda aiuto ad uno psicologo per capire come relazionarsi con questo ragazzo, come modificare il Suo modo di prendersi cura e impostare una relazione paritaria.
Questo Suo cambiamento può determinare un cambiamento nell'atteggiamento del Suo compagno e nella relazione.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
"Le mie rassicurazioni e la mia disponibilità non hanno importanza, c'è posto solo per la paura di fallire"
Paradossalmente la sua disponibilità è proprio ciò che alimenta il problema, perchè se lei fosse meno disponibile e gli desse (o gli avesse dato più indietro negli anni) un aut-aut e quindi un ultimatum otterrebbe probabilmente quello che non ha ottenuto con l'infinita ed eccessiva pazienza.
In tutto ciò la cosa più grave è la totale indisponibilità ad affrontare un problema che riguarda entrambi, ma che il suo fidanzato tratta come se fosse solo affar proprio.
La sottovalutazione delle sue richieste, delle sue esigenze e delle sue opinioni è presente anche in altri ambiti?
Paradossalmente la sua disponibilità è proprio ciò che alimenta il problema, perchè se lei fosse meno disponibile e gli desse (o gli avesse dato più indietro negli anni) un aut-aut e quindi un ultimatum otterrebbe probabilmente quello che non ha ottenuto con l'infinita ed eccessiva pazienza.
In tutto ciò la cosa più grave è la totale indisponibilità ad affrontare un problema che riguarda entrambi, ma che il suo fidanzato tratta come se fosse solo affar proprio.
La sottovalutazione delle sue richieste, delle sue esigenze e delle sue opinioni è presente anche in altri ambiti?
[#5]
<Datemi un consiglio pr favore, visto che è restio per un consulto psicologico.>
Gentile Ragazza,
pienamente d'accordo con i pareri delle Colleghe, è indispensabile prendiate provvedimenti per la vostra relazione che indubbiamente necessita di trovare una soluzione al problema e un equilibrio diverso, più funzionale al benessere personale e di coppia.
Tanto più necessario dato che avete progetti matrimoniali per il vostro futuro; continuando in questo modo come pensate possa funzionare un matrimonio e mettere al mondo figli senza aver conquistato una buona coniugalità?
Troppi anni spesi a trangugiare il rospo senza "pretendere" che il problema venga risolto, come mai un atteggiamento di questo tipo da parte sua?
Davvero opportuno un intervento specialistico. Dato che il suo ragazzo non la pensa allo stesso modo, si rivolga lei in prima persona a un terapeuta di coppia (indicato l'approccio sistemico-relazionale) che le potrà dare eventuali indicazioni per couinvolgere il suo partner in un consulto.
Ci potrà aggiornare se crede.
Cari auguri
Gentile Ragazza,
pienamente d'accordo con i pareri delle Colleghe, è indispensabile prendiate provvedimenti per la vostra relazione che indubbiamente necessita di trovare una soluzione al problema e un equilibrio diverso, più funzionale al benessere personale e di coppia.
Tanto più necessario dato che avete progetti matrimoniali per il vostro futuro; continuando in questo modo come pensate possa funzionare un matrimonio e mettere al mondo figli senza aver conquistato una buona coniugalità?
Troppi anni spesi a trangugiare il rospo senza "pretendere" che il problema venga risolto, come mai un atteggiamento di questo tipo da parte sua?
Davvero opportuno un intervento specialistico. Dato che il suo ragazzo non la pensa allo stesso modo, si rivolga lei in prima persona a un terapeuta di coppia (indicato l'approccio sistemico-relazionale) che le potrà dare eventuali indicazioni per couinvolgere il suo partner in un consulto.
Ci potrà aggiornare se crede.
Cari auguri
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#6]
Gentile Ragazza,
Anche io, come le Colleghe, le suggerisco una valutazione, innanzitutto andrologia, per il suo ragazzo, poi si stabilirà il da farsi.
Trauma pregresso a parte, il desiderio sessuale è "sentinella di vita", quando è deficitario solitamente la prima tappa é una diagnosi clinica, che possa escludere cause organiche o ormonali.
Ho seguito svariati pazienti giovani, che dopo una valutazione psico/sessuologica e parallelamente andrologica avevano un' iperprolattinemia con annesso adenoma ipofisario.
Dopo la diagnosi si stabilirà il da farsi, ma la salute va tutelata e l' assenza di sessualità denuncia chiaramente una problematica.
Le allego delle letture
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1240-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-prima.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1268-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-seconda.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3767-calo-del-desiderio-sessuale-monogamia-o-tradimento-pornografia-o-erotismo.html
Anche io, come le Colleghe, le suggerisco una valutazione, innanzitutto andrologia, per il suo ragazzo, poi si stabilirà il da farsi.
Trauma pregresso a parte, il desiderio sessuale è "sentinella di vita", quando è deficitario solitamente la prima tappa é una diagnosi clinica, che possa escludere cause organiche o ormonali.
Ho seguito svariati pazienti giovani, che dopo una valutazione psico/sessuologica e parallelamente andrologica avevano un' iperprolattinemia con annesso adenoma ipofisario.
Dopo la diagnosi si stabilirà il da farsi, ma la salute va tutelata e l' assenza di sessualità denuncia chiaramente una problematica.
Le allego delle letture
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1240-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-prima.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1268-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-seconda.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3767-calo-del-desiderio-sessuale-monogamia-o-tradimento-pornografia-o-erotismo.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 39k visite dal 20/05/2014.
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