Il vomito non me lo autoinduco, ma basta solamente sforzarmi un pochino
Salve.
Quando ero piccola ho avuto per un periodo la gastrite e quindi vomitavo sempre quasi tutto, sono stata sotto antibiotici ed è passata. Successivamente il vomito è ritornato ma il medico di base mi ha detto che si trattava di stress, dunque qualcosa di psicologico. Infatti in quel periodo avevo avuto una delusione amorosa. Da allora, quando mi rendevo conto di aver mangiato troppo, vomitavo, ma non ho mai avuto bisogno di metter le dita in gola. A quei tempi succedeva raramente ma nell'ultimo anno le cose si son complicate. Essendo fissata col peso cerco a volte di stare a digiuno ma cado sempre in tentazione. Finito di pranzare non ho fame e non mi sento nemmeno in colpa perchè so di aver mangiato il giusto, ma poi va sempre a finire che bevo il latte e mangio un sacco di brioche con nutella e biscotti, mi ingozzo proprio, pensando sempre 'tanto poi vomito tutto'. Ad esempio ora ho appena smesso di vomitare perchè, dopo aver mangiato un'insalata, mi sono fiondata sul gelato. Non so se si tratti di bulimia visto che il vomito non me lo autoinduco, ma basta solamente sforzarmi un pochino. Probabilmente se non riuscissi a vomitare così facilmente non lo farei, anche perchè l'idea di mettermi le dita in gola mi fa ribrezzo. Perció la mia domanda è: qual'è il mio problema? Non sono bulimica, giusto?
Aspetto una risposta, grazie. Cordiali saluti.
Quando ero piccola ho avuto per un periodo la gastrite e quindi vomitavo sempre quasi tutto, sono stata sotto antibiotici ed è passata. Successivamente il vomito è ritornato ma il medico di base mi ha detto che si trattava di stress, dunque qualcosa di psicologico. Infatti in quel periodo avevo avuto una delusione amorosa. Da allora, quando mi rendevo conto di aver mangiato troppo, vomitavo, ma non ho mai avuto bisogno di metter le dita in gola. A quei tempi succedeva raramente ma nell'ultimo anno le cose si son complicate. Essendo fissata col peso cerco a volte di stare a digiuno ma cado sempre in tentazione. Finito di pranzare non ho fame e non mi sento nemmeno in colpa perchè so di aver mangiato il giusto, ma poi va sempre a finire che bevo il latte e mangio un sacco di brioche con nutella e biscotti, mi ingozzo proprio, pensando sempre 'tanto poi vomito tutto'. Ad esempio ora ho appena smesso di vomitare perchè, dopo aver mangiato un'insalata, mi sono fiondata sul gelato. Non so se si tratti di bulimia visto che il vomito non me lo autoinduco, ma basta solamente sforzarmi un pochino. Probabilmente se non riuscissi a vomitare così facilmente non lo farei, anche perchè l'idea di mettermi le dita in gola mi fa ribrezzo. Perció la mia domanda è: qual'è il mio problema? Non sono bulimica, giusto?
Aspetto una risposta, grazie. Cordiali saluti.
[#1]
Gentile Ragazza,
Non è determinate sapere come lei si procura il vomito, ma che il vomito diventa uno strumento per lenire la sofferenza, una modalità catartica per espiare i sensi di colpa da abbuffata compulsiva.
Online non si possono fare diagnosi, ma la sua sofferenza va ascoltata e risolta .
Il cibo rappresenta spesso un amico, un mante, un amore, una madre amorevole, un utero caldo nel quale rintanarsi, un anti depressivo e così via....
Restituire il suo unico significato di nutrimento e la strategia terapeutica migliore
Non è determinate sapere come lei si procura il vomito, ma che il vomito diventa uno strumento per lenire la sofferenza, una modalità catartica per espiare i sensi di colpa da abbuffata compulsiva.
Online non si possono fare diagnosi, ma la sua sofferenza va ascoltata e risolta .
Il cibo rappresenta spesso un amico, un mante, un amore, una madre amorevole, un utero caldo nel quale rintanarsi, un anti depressivo e così via....
Restituire il suo unico significato di nutrimento e la strategia terapeutica migliore
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile ragazza,
nell'ambito dei disturbi del comportamento alimentare, ci sono diverse modalità di espressione del disturbo stesso. Si può essere ad esempio bulimiche e vomitare, utilizzando le dita, ma anche il cucchiaio e/o altri oggetti per provocare il vomito e si può anche essere bulimiche e non vomitare.
La diagnosi differenziale la fa proprio lo psicologo psicoterapeuta o lo psichiatra perché non si parte necessariamente dal peso per poter porre diagnosi di disturbo alimentare.
Detto questo, a mio avviso mi pare importante che tu ti possa contattare nella tua città un Centro per la Patologia della Nutrizione, dove potrai trovare un'equipe di medici, psicologi e nutrizionisti per poter trattare il problema che hai descritto, perché mangiare poco, per poi ingozzarsi e vomitare ti crea disagio.
Cordiali saluti,
nell'ambito dei disturbi del comportamento alimentare, ci sono diverse modalità di espressione del disturbo stesso. Si può essere ad esempio bulimiche e vomitare, utilizzando le dita, ma anche il cucchiaio e/o altri oggetti per provocare il vomito e si può anche essere bulimiche e non vomitare.
La diagnosi differenziale la fa proprio lo psicologo psicoterapeuta o lo psichiatra perché non si parte necessariamente dal peso per poter porre diagnosi di disturbo alimentare.
Detto questo, a mio avviso mi pare importante che tu ti possa contattare nella tua città un Centro per la Patologia della Nutrizione, dove potrai trovare un'equipe di medici, psicologi e nutrizionisti per poter trattare il problema che hai descritto, perché mangiare poco, per poi ingozzarsi e vomitare ti crea disagio.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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Questa lettura potrebbe esserti utile:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html
Cordiali saluti,
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.3k visite dal 16/05/2014.
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