Personalità dipendente con tratti border
Gentili Dottori, buonasera,
sono in psicoterapia da quasi due anni, mi è stato diagnosticato il disturbo di personalità dipendente con tratti borderline.
La mia psicologa me l'ha detto solo qualche giorno fa, quello che volevo sapere è se si puo' guarire da quest'ultimo disturbo.
Io ho solo alcuni tratti, non sono sregolata nel sesso o quant'altro, mi contraddistingue la forte impulsività, la quale credo anche di averla guarita, mi succedeva di non riuscire a contenere i miei stati emotivi. In passato mi tagliavo, ma sono stati episodi circoscritti all'adolescenza.
Il mio umore però non è costante, nel senso che magari una settimana sto bene, l'altra ho dei giorni no, che non ho voglia di fare nulla.
Quello che voglio sapere, non bisogna fare anche una cura farmacologica per questo disturbo? La mia dottoressa inizialmente aveva detto che voleva darmi uno stabilizzatore, poi ci ha ripensato...
Riuscirò ad uscirne? Ho avuto sempre difficoltà nelle relazioni e soprattutto nel lavoro, adesso finalmente ne ho trovato uno da sola, e tra poco inizierò, ma ho paura di non farcela...
Perchè il lavoro mi crea ansia? So che è necessario, ma mi spaventa!
Mi sento anche sola, vorrei una persona con cui condividere bei momenti, ma solo delusioni.
I miei genitori avrebbero voluto vedere un netto miglioramento di me stessa, ma non è facile, a distanza di quasi due anni sto meglio, ma non sono serena al cento per cento.
Sperano nel lavoro, ma ho paura di deluderli ancora. Ho paura di mollare!
Grazie tante!
sono in psicoterapia da quasi due anni, mi è stato diagnosticato il disturbo di personalità dipendente con tratti borderline.
La mia psicologa me l'ha detto solo qualche giorno fa, quello che volevo sapere è se si puo' guarire da quest'ultimo disturbo.
Io ho solo alcuni tratti, non sono sregolata nel sesso o quant'altro, mi contraddistingue la forte impulsività, la quale credo anche di averla guarita, mi succedeva di non riuscire a contenere i miei stati emotivi. In passato mi tagliavo, ma sono stati episodi circoscritti all'adolescenza.
Il mio umore però non è costante, nel senso che magari una settimana sto bene, l'altra ho dei giorni no, che non ho voglia di fare nulla.
Quello che voglio sapere, non bisogna fare anche una cura farmacologica per questo disturbo? La mia dottoressa inizialmente aveva detto che voleva darmi uno stabilizzatore, poi ci ha ripensato...
Riuscirò ad uscirne? Ho avuto sempre difficoltà nelle relazioni e soprattutto nel lavoro, adesso finalmente ne ho trovato uno da sola, e tra poco inizierò, ma ho paura di non farcela...
Perchè il lavoro mi crea ansia? So che è necessario, ma mi spaventa!
Mi sento anche sola, vorrei una persona con cui condividere bei momenti, ma solo delusioni.
I miei genitori avrebbero voluto vedere un netto miglioramento di me stessa, ma non è facile, a distanza di quasi due anni sto meglio, ma non sono serena al cento per cento.
Sperano nel lavoro, ma ho paura di deluderli ancora. Ho paura di mollare!
Grazie tante!
[#1]
Gentile Utente,
Lei probabilmente è in cura da una psichiatra, in quanto gli psicologi non prescrivono farmaci...
Ha chiesto alla dottoressa le stesse cose che chiede qui a noi? Che cosa Le è stato risposto?
Attualmente quali sono gli obiettivi terapeutici?
Lei probabilmente è in cura da una psichiatra, in quanto gli psicologi non prescrivono farmaci...
Ha chiesto alla dottoressa le stesse cose che chiede qui a noi? Che cosa Le è stato risposto?
Attualmente quali sono gli obiettivi terapeutici?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
G.le utente, come lei dice trattandosi di "personalità" e non di "stato" per definizione è qualcosa di relativamente stabile e non transitorio, essendo qualcosa che affonda le sue radici nella struttura soggettiva che ci contraddistingue nel modo in cui viviamo e percepiamo noi stessi, l'altro e l'ambiente.
Ciò tuttavia non vuol dire che si è "condannati" o non se ne può uscire, assolutamente no.
Avrà sicuramente notato in lei, soprattutto con la psicoterapia che sta intraprendendo, dei cambiamenti e dei periodi in cui sente di star meglio o di essere diversa e già questo dovrebbe incoraggiarla a proseguire nel suo percorso.
Certamente, a mio avviso, con il lavoro terapico potrà superare o ridurre i sintomi ed il disagio causato da quanto le è stato diagnosticato e cerchi, per quanto possibile, di non identificarsi ad un'etichetta clinica, perchè lei, al di là della sofferenza che esperisce, è indiscutibilmente un soggetto unico ed irripetibile e solo lei può decidere se cambiare o meno e se nascere come soggetto oltre il limite di un disturbo standardizzante.
Ciò tuttavia non vuol dire che si è "condannati" o non se ne può uscire, assolutamente no.
Avrà sicuramente notato in lei, soprattutto con la psicoterapia che sta intraprendendo, dei cambiamenti e dei periodi in cui sente di star meglio o di essere diversa e già questo dovrebbe incoraggiarla a proseguire nel suo percorso.
Certamente, a mio avviso, con il lavoro terapico potrà superare o ridurre i sintomi ed il disagio causato da quanto le è stato diagnosticato e cerchi, per quanto possibile, di non identificarsi ad un'etichetta clinica, perchè lei, al di là della sofferenza che esperisce, è indiscutibilmente un soggetto unico ed irripetibile e solo lei può decidere se cambiare o meno e se nascere come soggetto oltre il limite di un disturbo standardizzante.
Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta
[#3]
Utente
La ringrazio Dottoressa della risposta, no, non sono in cura da uno psichiatra, da una psicologa. Un po' di mesi fa mi disse che avrebbe voluto farmi parlare con uno psichiatra, per darmi uno stabilizzatore dell'umore, il quale l'avrei preso per breve tempo, solo per farmi dare uno slancio, ma poi non ne ha più parlato, ha detto che non ne avevo bisogno, addirittura ha affermato che potevo rivolgermi ad uno psichiatra e vedere che avrebbe detto lui stesso che non ne avevo bisogno!
Io non mi sento al top, non so se sia giusto così, lei ultimamente si è incentrata sul lavoro, affinchè mi smuovessi in quel senso, l'ho trovato, ma ho paura.
Io non mi sento al top, non so se sia giusto così, lei ultimamente si è incentrata sul lavoro, affinchè mi smuovessi in quel senso, l'ho trovato, ma ho paura.
[#4]
Utente
La ringrazio Dottor Spalletti, in effetti ci sono stati dei miglioramenti, prima scattavo senza capire i miei stati d'animo, adesso riesco a dare un nome a ciò che sento.
La psicoterapia mi è di grande aiuto, anche se spesso avrei voluto mollare.
Non voglio classificarmi, ma devo dire che ci sono rimasta un po' male, questa cosa mi ha impaurita, soprattutto per quanto riguarda il mio futuro.
Ci possono essere delle regressioni?
La psicoterapia mi è di grande aiuto, anche se spesso avrei voluto mollare.
Non voglio classificarmi, ma devo dire che ci sono rimasta un po' male, questa cosa mi ha impaurita, soprattutto per quanto riguarda il mio futuro.
Ci possono essere delle regressioni?
[#5]
>>Ci possono essere delle regressioni?<<
bisogna capire cosa intende lei con questo termine. Le regressioni possono essere assimilate nella metafora del "fare un passo indietro", ma questo è abbastanza consueto nel processo di cura.
I disturbi di personalità hanno bisogno di tempo per poter essere trattati in maniera adeguata e se la psicoterapia procede bene la strada migliore è quella di continuare. I farmaci possono aiutare a "livellare" gli stati umorali o contenere gli stati ansiosi e impulsivi, ma se la Collega ritiene che può farne a meno significa che la psicoterapia è sufficiente.
Lei si è spaventata per la diagnosi perché ha letto qualcosa on-line a proposito delle personalità borderline?
bisogna capire cosa intende lei con questo termine. Le regressioni possono essere assimilate nella metafora del "fare un passo indietro", ma questo è abbastanza consueto nel processo di cura.
I disturbi di personalità hanno bisogno di tempo per poter essere trattati in maniera adeguata e se la psicoterapia procede bene la strada migliore è quella di continuare. I farmaci possono aiutare a "livellare" gli stati umorali o contenere gli stati ansiosi e impulsivi, ma se la Collega ritiene che può farne a meno significa che la psicoterapia è sufficiente.
Lei si è spaventata per la diagnosi perché ha letto qualcosa on-line a proposito delle personalità borderline?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#6]
Utente
La ringrazio Dottor Del Signore, in realtà non so se proceda bene la psicoterapia, io non mi sento serena, siamo arrivate ad un punto che non si va nè avanti, nè indietro e la mia Dottoressa ha convocato i miei genitori, perchè loro mi accontentano in tutto, in realtà non la sento mia la voglia di andare a lavorare... Abbiamo diradato anche le sedute, perchè comunque ancora non lavoro... Ho paura di tornare indietro!
Sì, ho letto on line, e mi ci sono rivista e poi non ho trovato risposte sul fatto se si possa uscire o meno dal disturbo, ma adesso ho le idee più chiare!
Sì, ho letto on line, e mi ci sono rivista e poi non ho trovato risposte sul fatto se si possa uscire o meno dal disturbo, ma adesso ho le idee più chiare!
[#7]
>>in realtà non la sento mia la voglia di andare a lavorare..<<
se non si sente di lavorare non credo sia utile farlo così controvoglia.
Questo è stato un obiettivo della psicoterapia?
Lei sente il lavoro come un dovere o come un scelta che non parte da lei?
>>siamo arrivate ad un punto che non si va nè avanti, nè indietro e la mia Dottoressa ha convocato i miei genitori, perchè loro mi accontentano in tutto<<
dei momenti di impasse possono capitare, bisogna capire come nascono, ma mi sembra il tema "lavoro" lei lo stia sentendo particolarmente pregnante.
Cose intende con "mi accontentano in tutto"?
se non si sente di lavorare non credo sia utile farlo così controvoglia.
Questo è stato un obiettivo della psicoterapia?
Lei sente il lavoro come un dovere o come un scelta che non parte da lei?
>>siamo arrivate ad un punto che non si va nè avanti, nè indietro e la mia Dottoressa ha convocato i miei genitori, perchè loro mi accontentano in tutto<<
dei momenti di impasse possono capitare, bisogna capire come nascono, ma mi sembra il tema "lavoro" lei lo stia sentendo particolarmente pregnante.
Cose intende con "mi accontentano in tutto"?
[#8]
Utente
Sì Dottore, mi pesa il fatto che io non dia importanza al lavoro, avendo 34 anni...
Ho detto alla mia Dottoressa che mi crea ansia, lei mi ha risposto che le mie sono tutte scuse, in quanto io ho i miei che non mi fanno mancare nulla, mi danno i soldi quando mi servono, anche se io non pretendo nulla.
In effetti non ho questa gran voglia di andare a lavorare, devo essere sincera, ma lo devo fare, anche perchè mi pesa il giudizio della gente che mi vede a casa senza un impiego, mi pesa anche non avere una vita piena... Ma non la sento come un'esigenza, questo per me è grave! Sono immatura!
Ho detto alla mia Dottoressa che mi crea ansia, lei mi ha risposto che le mie sono tutte scuse, in quanto io ho i miei che non mi fanno mancare nulla, mi danno i soldi quando mi servono, anche se io non pretendo nulla.
In effetti non ho questa gran voglia di andare a lavorare, devo essere sincera, ma lo devo fare, anche perchè mi pesa il giudizio della gente che mi vede a casa senza un impiego, mi pesa anche non avere una vita piena... Ma non la sento come un'esigenza, questo per me è grave! Sono immatura!
[#9]
La scelta del lavoro è importante per diversi motivi. Da una parte la rende indipendente dai suoi genitori e questo di conseguenza le permette una "differenziazione", una separazione insomma, un passo verso la crescita personale.
Tutto questo non è obbligatorio, soprattutto lei non se la sente e se i suoi genitori le permettono di continuare su questa strada. Chiaramente c'è anche l'altro lato della medaglia, ossia le possibili rinunce che si vede costretta a fare mantenendo questa condizione.
La scelta spetta a lei e non a qualcun'altro, dovrebbe cercare di mettere da parte il giudizio della gente, perché in questo modo lo subisce (il giudizio) come un'imposizione super-egoica.
Tutto questo non è obbligatorio, soprattutto lei non se la sente e se i suoi genitori le permettono di continuare su questa strada. Chiaramente c'è anche l'altro lato della medaglia, ossia le possibili rinunce che si vede costretta a fare mantenendo questa condizione.
La scelta spetta a lei e non a qualcun'altro, dovrebbe cercare di mettere da parte il giudizio della gente, perché in questo modo lo subisce (il giudizio) come un'imposizione super-egoica.
[#10]
Utente
La ringrazio Dottore, anche se non ne sento la necessità, voglio mettermi alla prova, non è che non abbia lavorato in passato, ma sempre con insoddisfazione, o ansia.
Voglio ritentarci, spero di darmi una buona possibilità per spiccare il volo, perchè in fin dei conti, anche se la mia vita è comoda, non è completa...
Voglio ritentarci, spero di darmi una buona possibilità per spiccare il volo, perchè in fin dei conti, anche se la mia vita è comoda, non è completa...
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 3.4k visite dal 12/05/2014.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.