Sindrome del seduttore compulsivo
Salve a tutti.
Sono un ragazzo di 27 anni che soffre di sindrome del seduttore compulsivo: da quando ho capito come ci si deve comportare con le donne, in me, che da sempre sono stato l'amico delle donne in quanto molto timido e impacciato, è scattato il desiderio di conquistarne il più possibile, quasi come fosse un risarcimento per tutte quelle ragazze che mi sia fatto scappare in gioventù.
Il problema é che sarei fidanzato, e alla mia ragazza voglio un gran bene. Il problema è che non uso la parola 'amore' proprio perché spinto a volerci provare per forza con quella carina di turno, sicuro di riuscire ad ammaliarla.
C'è qualche modo per uscirne vivo e sopratutto indenne?
Grazie
Sono un ragazzo di 27 anni che soffre di sindrome del seduttore compulsivo: da quando ho capito come ci si deve comportare con le donne, in me, che da sempre sono stato l'amico delle donne in quanto molto timido e impacciato, è scattato il desiderio di conquistarne il più possibile, quasi come fosse un risarcimento per tutte quelle ragazze che mi sia fatto scappare in gioventù.
Il problema é che sarei fidanzato, e alla mia ragazza voglio un gran bene. Il problema è che non uso la parola 'amore' proprio perché spinto a volerci provare per forza con quella carina di turno, sicuro di riuscire ad ammaliarla.
C'è qualche modo per uscirne vivo e sopratutto indenne?
Grazie
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gentile ragazzo, riformuli la sua richiesta, vuole uscirne indenne nel senso che vuole continuare a fare ciò che fa senza rischi per il suo rapporto? In tal caso non è lo psicologo l'interlocutore adatto. Se, invece, vuole uscire da questa sua "compulsione" allora è tempo di confrontarsi con uno specialista.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
G.le utente, per ogni strascico negativo che comporta un sintomo lei dice che vorrebbe uscirne indenne. Potrebbe specificare meglio cosa intende, ovvero, è lei che vorrebbe porsi un freno in questa corsa verso l'oggetto sessuale o vorrebbe porsi dei limiti per non fare del male alla sua partner.
La dinamica a monte della sua questione credo sia stata da lei ben individuata: una rivincita sul suo passato, quindi più che conquistare le donne sembrarebbe che vorrebbe dimostrare a se stesso di essere capace di conquistarle e di essere virile a differenza di quanto accaduto nel suo passato.
A mio avviso, se tale inferenza è corretta, il problema più che con le donne sembrerebbe riguardare il rapporto con il suo narcisismo "ferito" e con la sua immagine ideale.
La dinamica a monte della sua questione credo sia stata da lei ben individuata: una rivincita sul suo passato, quindi più che conquistare le donne sembrarebbe che vorrebbe dimostrare a se stesso di essere capace di conquistarle e di essere virile a differenza di quanto accaduto nel suo passato.
A mio avviso, se tale inferenza è corretta, il problema più che con le donne sembrerebbe riguardare il rapporto con il suo narcisismo "ferito" e con la sua immagine ideale.
Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta
[#3]
Gent.le ragazzo,
la sindrome del seduttore compulsivo non esiste, quindi non si cerchi l'alibi della patologia per aggirare la possibilità di guardare dentro di sé ed individuare quelle convinzioni disfunzionali che hanno condizionato e continuano a condizionare la libera espressione di un modo di essere.
Ciò che può affascinarci dell'altro è la sua unicità non certo l'omologazione passiva ad un cliché, quella del casanova, che sacrifica la possibilità di essere sé stesso.
Se la considerazione di sé si fonda solo sulla quantità di donne che ha corteggiato/sedotto sarà sempre in balia di questo autoinganno.
la sindrome del seduttore compulsivo non esiste, quindi non si cerchi l'alibi della patologia per aggirare la possibilità di guardare dentro di sé ed individuare quelle convinzioni disfunzionali che hanno condizionato e continuano a condizionare la libera espressione di un modo di essere.
Ciò che può affascinarci dell'altro è la sua unicità non certo l'omologazione passiva ad un cliché, quella del casanova, che sacrifica la possibilità di essere sé stesso.
Se la considerazione di sé si fonda solo sulla quantità di donne che ha corteggiato/sedotto sarà sempre in balia di questo autoinganno.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#4]
Utente
Gentili Dottori, vi ringrazio anzitutto per la celerità nel rispondermi.
La mia priorità è non far più soffrire la mia ragazza, alla quale voglio un gran bene perché mi ha sempre dato tutto.
Volevo solo cercare di capire se il mio atteggiamento, che secondo uno di voi non esiste in letteratura, possa esser dato anche dal fatto che non provi vero amore verso questa ragazza, ma solo tanto bene, anche se, allo stesso tempo, da lei non voglia distaccarmi, e quindi corteggio solo per il gusto di farlo, senza poi dare un seguito alla relazione perché la mia attuale situazione mi gratifica (anche se, devo ammetterlo, non provo alcun desiderio 'libidinoso' verso la mia partner, ma solo tanto affetto, che è il vero collante di questa storia).
La mia priorità è non far più soffrire la mia ragazza, alla quale voglio un gran bene perché mi ha sempre dato tutto.
Volevo solo cercare di capire se il mio atteggiamento, che secondo uno di voi non esiste in letteratura, possa esser dato anche dal fatto che non provi vero amore verso questa ragazza, ma solo tanto bene, anche se, allo stesso tempo, da lei non voglia distaccarmi, e quindi corteggio solo per il gusto di farlo, senza poi dare un seguito alla relazione perché la mia attuale situazione mi gratifica (anche se, devo ammetterlo, non provo alcun desiderio 'libidinoso' verso la mia partner, ma solo tanto affetto, che è il vero collante di questa storia).
[#5]
G.le utente, coerentemente a quanto ci dice nella prima richiesta di consulto, sembra che il suo atteggiamento sia un fatto "storico" che dura da diversi anni, ovvero, come lei afferma: "da quando ho capito come ci si deve comportare con le donne" e quindi non correlato alla sua attuale situazione.
In un cero senso, confermando quanto dettole dalla mia collega in merito alla non esistenza di una sindrome del seduttore compulsivo, in lei è tuttavia scattato qualcosa nel momento in cui è passato dalla posizione e dal ruolo di amico delle donne a quello di corteggiatore. Forse avrà anche avuto dei successi e quindi si è convinto di poter essere attraente per l'altro sesso. Ora, è solo una mia opinione, credo che non riesca più a fare a meno di indossare tale "maschera" nella relazione con la donna e che con la sua attuale fidanzata tale "gioco" non regga o non le dia soddisfazione. In quest'ottica il suo atteggiamento potrebbe fare sintomo ed essere considerato come una compulsione, in quanto ora non riesce più a farne a meno e scatta sfuggendogli dal suo controllo cosciente.
In una relazione stabile con "una" donna credo sia molto più difficile poter esperire il "brivido" e l'appagamento del farne innammorare o del conquistarne il "più" possibile, quindi le verrebbe meno ciò, che secondo me, è alla base del suo sintomo, ovverro averle "tutte" o dimostrare a se stesso, come in una performance egoica, che può averle tutte (che è il paradosso irrealizzabile della sessualità maschile, tipicamente fallocentrica). A prescindere dalla partner contingente, credo che sia la logica stessa con cui si approccia all'altro sesso a crearle dei problemi, impedendole di poter vivere in modo "sereno" una reale relazione d'amore, in quanto a farle problema sembrerebbe la sua stessa impostazione narcisistica di fronte alla donna.
In un cero senso, confermando quanto dettole dalla mia collega in merito alla non esistenza di una sindrome del seduttore compulsivo, in lei è tuttavia scattato qualcosa nel momento in cui è passato dalla posizione e dal ruolo di amico delle donne a quello di corteggiatore. Forse avrà anche avuto dei successi e quindi si è convinto di poter essere attraente per l'altro sesso. Ora, è solo una mia opinione, credo che non riesca più a fare a meno di indossare tale "maschera" nella relazione con la donna e che con la sua attuale fidanzata tale "gioco" non regga o non le dia soddisfazione. In quest'ottica il suo atteggiamento potrebbe fare sintomo ed essere considerato come una compulsione, in quanto ora non riesce più a farne a meno e scatta sfuggendogli dal suo controllo cosciente.
In una relazione stabile con "una" donna credo sia molto più difficile poter esperire il "brivido" e l'appagamento del farne innammorare o del conquistarne il "più" possibile, quindi le verrebbe meno ciò, che secondo me, è alla base del suo sintomo, ovverro averle "tutte" o dimostrare a se stesso, come in una performance egoica, che può averle tutte (che è il paradosso irrealizzabile della sessualità maschile, tipicamente fallocentrica). A prescindere dalla partner contingente, credo che sia la logica stessa con cui si approccia all'altro sesso a crearle dei problemi, impedendole di poter vivere in modo "sereno" una reale relazione d'amore, in quanto a farle problema sembrerebbe la sua stessa impostazione narcisistica di fronte alla donna.
[#6]
Utente
Gent.mo Dottor Spalletti,
credo di condividere ampiamente il suo discorso.
È bene però precisare che il saperci fare con le donne è precedente rispetto al fidanzamento con la mia ragazza (con la quale sto da quasi tre anni).
Il dubbio che risiede in me è che è stata lei 'ad avermi scelto', ed io, pur di sfruttare l'occasione per divertirmi, ho iniziato a conoscerla e mi sono trovato subito bene, anche se, a posizioni invertite, debbo dire che probabilmente non l'avrei corteggiata.
Quello che voglio cercare di capire è se la mia normale propensione a conoscere donne dipenda da questa ossessione inquadrabile nella sindrome suesposta oppure dal fatto che 'fisicamente' non sia soddisfatto ampiamente della mia partner.
credo di condividere ampiamente il suo discorso.
È bene però precisare che il saperci fare con le donne è precedente rispetto al fidanzamento con la mia ragazza (con la quale sto da quasi tre anni).
Il dubbio che risiede in me è che è stata lei 'ad avermi scelto', ed io, pur di sfruttare l'occasione per divertirmi, ho iniziato a conoscerla e mi sono trovato subito bene, anche se, a posizioni invertite, debbo dire che probabilmente non l'avrei corteggiata.
Quello che voglio cercare di capire è se la mia normale propensione a conoscere donne dipenda da questa ossessione inquadrabile nella sindrome suesposta oppure dal fatto che 'fisicamente' non sia soddisfatto ampiamente della mia partner.
[#7]
G.le utente, effettivamente era proprio quello che intendevo in merito, ovvero, la sua modalità con le donne è antecedente al suo attuale legame amoroso e quindi indipendende dalla sua partner.
In ciò che dice è lei stesso ad inquadrare il suo stesso "funzionanamento".
Mi spiego: il suo atteggiamento, come lei afferma, è di corteggiare le donne e quindi le sceglie lei e per di più non avrebbe scelto la sua attuale compagna. La sua "pulsione", e quindi il piacere che ne ricava, ha come metà l'accaparrarsi, come lei dice, la "carina di turno".
E' importante sottolineare che è lei che sceglie e ciò alimenta il suo desiderio sessuale, ma probabilmente non alimenta l'amore che, almeno in psicoanalisi, è un'altra cosa.
Diversamente, la sua attuale ragazza invece di essere stata scelta da lei ha scelto lei e quindi non rientra nel suo "gioco" libidico ma è entrata in lei dalla porta dell'amore, dell'eccezione rispetto a tutte le altre.
Se questa dinamica di funzionamento è corretta, almeno per ora, lei può solo amarla ma non provare verso di lei un attrazione libidica.
Forse, se mi permette, il suo sintomo riflette più semplicemente la logica della sessualità maschile che, generalmente, tenderebbe a scindere l'oggetto d'amore (la madre per la quale si prova affetto) da quello sessuale (la donna che stimola e provoca eccitazione)
In ciò che dice è lei stesso ad inquadrare il suo stesso "funzionanamento".
Mi spiego: il suo atteggiamento, come lei afferma, è di corteggiare le donne e quindi le sceglie lei e per di più non avrebbe scelto la sua attuale compagna. La sua "pulsione", e quindi il piacere che ne ricava, ha come metà l'accaparrarsi, come lei dice, la "carina di turno".
E' importante sottolineare che è lei che sceglie e ciò alimenta il suo desiderio sessuale, ma probabilmente non alimenta l'amore che, almeno in psicoanalisi, è un'altra cosa.
Diversamente, la sua attuale ragazza invece di essere stata scelta da lei ha scelto lei e quindi non rientra nel suo "gioco" libidico ma è entrata in lei dalla porta dell'amore, dell'eccezione rispetto a tutte le altre.
Se questa dinamica di funzionamento è corretta, almeno per ora, lei può solo amarla ma non provare verso di lei un attrazione libidica.
Forse, se mi permette, il suo sintomo riflette più semplicemente la logica della sessualità maschile che, generalmente, tenderebbe a scindere l'oggetto d'amore (la madre per la quale si prova affetto) da quello sessuale (la donna che stimola e provoca eccitazione)
[#8]
Utente
Gentile Dottore, dunque lei mi conferma che l'affetto che provo per la mia ragazza rientra in un quadro sentimentale amoroso? E che quindi si va oltre la mera pulsione sessuale (destinata, peraltro, a scemare normalmente nel corso del tempo con qualsivoglia partner)?
Non credo di esser stato mai innamorato (se la sua valutazione fosse negativa in merito al suesposto giudizio), e quindi non so ben scindere le due cose. Una cosa è certa: con la mia compagna io sto bene, mi sento bene, mi trasmette sicurezza, ed è proprio la sua forza che mi permette di essere audace nella vita.
Non credo di esser stato mai innamorato (se la sua valutazione fosse negativa in merito al suesposto giudizio), e quindi non so ben scindere le due cose. Una cosa è certa: con la mia compagna io sto bene, mi sento bene, mi trasmette sicurezza, ed è proprio la sua forza che mi permette di essere audace nella vita.
[#9]
Gentile Utente,
Nel suo ultimo consulto, che allego
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/414925-correlazione-testosterone-grado-d-attrazione-della-donna.html
Lei lamentava un calo del desiderio sessuale ed era molto preoccupato per questo.
Forse la quantità nel suo immaginario, identifica la normalità ?
Un approfondimento diagnostico andrebbe effettuato, la sindrome da lei descritta non esiste in clinica
Nel suo ultimo consulto, che allego
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/414925-correlazione-testosterone-grado-d-attrazione-della-donna.html
Lei lamentava un calo del desiderio sessuale ed era molto preoccupato per questo.
Forse la quantità nel suo immaginario, identifica la normalità ?
Un approfondimento diagnostico andrebbe effettuato, la sindrome da lei descritta non esiste in clinica
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 18k visite dal 12/05/2014.
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