Paura di non essere se stessi
Gentili Dottori, Vi scrivo per chiedervi un parere di cui necessito fortemente.
Sono una ventenne fidanzata da due anni con un ragazzo meraviglioso della mia età. Era tutto perfetto, fino a quando ha iniziato ad avere delle strane paure : paure da intendersi come "non sono sicuro di me stesso", una forte fragilità. Insieme siamo usciti da questo brutto periodo e pensavo che fosse tutto risolto. Qualche mese fa, però, mi ha detto la cosa peggiore che potesse dirmi : ho paura di poterti fare quello che si sente in televisione di questi tempi. Sono crollata. Aveva paura di farmi del male, ogni volta che si trova davanti un oggetto che possa farmi male lo prende in mano ma poi, fortunatamente, nemmeno mi tocca. Dice che lui non mi farebbe mai niente, ma ha paura di farlo, ha paura di essere un "finto buono". Io sono distrutta : lo amo profondamente, amo la nostra storia, credetemi è un ragazzo stupendo. Probabilmente è il fatto che non gli piace il lavoro che fa, o forse ha problemi relazionali con i genitori (che conosco) che non so. Non so cosa fare..gliene parlo? Non gliene parlo? Ne parlo con i suoi genitori? Propongo una psicoterapia? (già fatto, ma lui è estremamente restio)Che tipo di problema psicologico puo essere? Come lo affronto?) Io ho paura, ditemi che è normale e che non sono io che esagero, ma allo stesso tempo voglio "salvarlo", perchè so quanto è splendido come persona.
Vi prego consigliatemi. Grazie!
Sono una ventenne fidanzata da due anni con un ragazzo meraviglioso della mia età. Era tutto perfetto, fino a quando ha iniziato ad avere delle strane paure : paure da intendersi come "non sono sicuro di me stesso", una forte fragilità. Insieme siamo usciti da questo brutto periodo e pensavo che fosse tutto risolto. Qualche mese fa, però, mi ha detto la cosa peggiore che potesse dirmi : ho paura di poterti fare quello che si sente in televisione di questi tempi. Sono crollata. Aveva paura di farmi del male, ogni volta che si trova davanti un oggetto che possa farmi male lo prende in mano ma poi, fortunatamente, nemmeno mi tocca. Dice che lui non mi farebbe mai niente, ma ha paura di farlo, ha paura di essere un "finto buono". Io sono distrutta : lo amo profondamente, amo la nostra storia, credetemi è un ragazzo stupendo. Probabilmente è il fatto che non gli piace il lavoro che fa, o forse ha problemi relazionali con i genitori (che conosco) che non so. Non so cosa fare..gliene parlo? Non gliene parlo? Ne parlo con i suoi genitori? Propongo una psicoterapia? (già fatto, ma lui è estremamente restio)Che tipo di problema psicologico puo essere? Come lo affronto?) Io ho paura, ditemi che è normale e che non sono io che esagero, ma allo stesso tempo voglio "salvarlo", perchè so quanto è splendido come persona.
Vi prego consigliatemi. Grazie!
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Gentile Utente,
senza parlare con il diretto interessato non è possibile porre una diagnosi, ma è importante che il suo ragazzo si rivolga ad un esperto per chiarire quello che gli sta succedendo perchè i pensieri che ha espresso meritano attenzione.
E' infatti possibile che il suo sia un disturbo d'ansia, che può condurre a dubbi sulla possibilità di fare del male a sè stessi o agli altri, ma anche che sia qualcosa di più serio.
Secondo lei il fatto che gliene abbia parlato ha rappresentato un richiesta d'aiuto?
senza parlare con il diretto interessato non è possibile porre una diagnosi, ma è importante che il suo ragazzo si rivolga ad un esperto per chiarire quello che gli sta succedendo perchè i pensieri che ha espresso meritano attenzione.
E' infatti possibile che il suo sia un disturbo d'ansia, che può condurre a dubbi sulla possibilità di fare del male a sè stessi o agli altri, ma anche che sia qualcosa di più serio.
Secondo lei il fatto che gliene abbia parlato ha rappresentato un richiesta d'aiuto?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Dottoressa la ringrazio per la risposta molto celere, le sono grata.
Io credo di si, che fosse una richiesta d'aiuto. Ogni volta che lui fa queste cose io mi offendo e gli dico quanto mi da fastidio, lui si arrabbia dicendomi che non devo prendermela perchè non mi farebbe mai niente e noto che si sente in colpa nei miei confronti.
Tutto ciò però conduce a poco, perchè appena gli propongo un aiuto psicologico si chiude a riccio. Non so come aiutarlo e come aiutarMI.
Secondo lei è una cosa preoccupante che può sfociare in atteggiamenti aggressivi? O è solo paura fine a se stessa?
E' un ragazzo molto buono, glielo assicuro, e si, soffre d'ansia.
I suoi genitori non sanno nulla di questa cosa, se non che soffre d'ansia.
I miei genitori nemmeno, credo che si arrabbierebbero troppo e , in quanto genitori e quindi protettivi, mi direbbero di lasciarlo probabilmente.
Non so se riuscirò a vivere con questa paura per molto, devo trovare una soluzione.
Io credo di si, che fosse una richiesta d'aiuto. Ogni volta che lui fa queste cose io mi offendo e gli dico quanto mi da fastidio, lui si arrabbia dicendomi che non devo prendermela perchè non mi farebbe mai niente e noto che si sente in colpa nei miei confronti.
Tutto ciò però conduce a poco, perchè appena gli propongo un aiuto psicologico si chiude a riccio. Non so come aiutarlo e come aiutarMI.
Secondo lei è una cosa preoccupante che può sfociare in atteggiamenti aggressivi? O è solo paura fine a se stessa?
E' un ragazzo molto buono, glielo assicuro, e si, soffre d'ansia.
I suoi genitori non sanno nulla di questa cosa, se non che soffre d'ansia.
I miei genitori nemmeno, credo che si arrabbierebbero troppo e , in quanto genitori e quindi protettivi, mi direbbero di lasciarlo probabilmente.
Non so se riuscirò a vivere con questa paura per molto, devo trovare una soluzione.
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Di per sè, come le dicevo, può anche trattarsi di pensieri ossessivi e quindi di una manifestazione di ansia e della paura di perdere il controllo.
Le segnalo questi articoli al riguardo:
http://www.serviziodipsicologia.it/pensiero-ossessivo-o-pensiero-fisso/
http://www.serviziodipsicologia.it/ossessioni-curare-o-gestire/
Ad ogni modo il fatto che gliene abbia parlato è buon segno, perchè sta riconoscendo che c'è qualcosa che non va, anche se finora questa condivisione non ha portato a nulla di concreto in termini di richiesta d'aiuto a uno psicologo.
Provi a farlo ragionare su cosa penserebbe e su cosa farebbe lui se fosse lei a dirgli che ha paura di potergli fare qualcosa di brutto: penso che concorderà sul fatto che giudicherebbe indispensabile rivolgersi ad un professionista per venire a capo del problema.
Perchè non gli propone di prendere un appuntamento al quale andare in coppia?
Le segnalo questi articoli al riguardo:
http://www.serviziodipsicologia.it/pensiero-ossessivo-o-pensiero-fisso/
http://www.serviziodipsicologia.it/ossessioni-curare-o-gestire/
Ad ogni modo il fatto che gliene abbia parlato è buon segno, perchè sta riconoscendo che c'è qualcosa che non va, anche se finora questa condivisione non ha portato a nulla di concreto in termini di richiesta d'aiuto a uno psicologo.
Provi a farlo ragionare su cosa penserebbe e su cosa farebbe lui se fosse lei a dirgli che ha paura di potergli fare qualcosa di brutto: penso che concorderà sul fatto che giudicherebbe indispensabile rivolgersi ad un professionista per venire a capo del problema.
Perchè non gli propone di prendere un appuntamento al quale andare in coppia?
[#4]
Utente
Esatto,avevo proprio pensato a quello. Proporgli una cosa in coppia in modo che si senta meno in soggezione.. Volevo anche dirgli che andare dallo psicologo non è una cosa per deboli,tutt'altro, credo che sia una grande manifestazione di forza e di consapevolezza di se stessi,che si ha un problema che DEVE essere risolto,anche perchè a me (come a chiunque credo) da davvero troppo fastidio. Crede che il mio sia un approccio corretto? La ringrazio ancora,mi sta aiutando molto piu di quanto crede!
[#5]
Gent.le ragazza,
se può servire a fargli trovare il coraggio di fare il primo colloquio lo accompagni pure ma credo che si tratti di un disagio che il suo ragazzo debba affrontare da un punto di vista individuale. E' importante che gli spieghi che rivolgersi ad uno psicologo non vuol dire che lui debba automaticamente considerarsi malato ma solo una persona che vive una condizione di disagio perché non riesce ad attingere alle proprie risorse.
se può servire a fargli trovare il coraggio di fare il primo colloquio lo accompagni pure ma credo che si tratti di un disagio che il suo ragazzo debba affrontare da un punto di vista individuale. E' importante che gli spieghi che rivolgersi ad uno psicologo non vuol dire che lui debba automaticamente considerarsi malato ma solo una persona che vive una condizione di disagio perché non riesce ad attingere alle proprie risorse.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#6]
Utente
Sisi certo Dottoressa,intendevo il farlo la prima volta giusto per rompere il ghiaccio e fargli capire che non c'è nulla di male,in modo che poi abbia il coraggio e la convinzione di fare questa cosa da solo. Pensa che sia un problema difficile da risolvere? Consideri anche che lui è,di natura,un ragazzo molto sensibile.La ringrazio per la risposta !!
[#7]
Il mio suggerimento circa il rivolgervi in coppia ad uno psicologo nasce dal fatto che ovviamente quello che il ragazzo le ha confidato crea un problema di coppia, che penso vada oltre il semplice "fastidio" per caratterizzarsi piuttosto come una preoccupazione che chiunque avrebbe, nel sentirsi dire dal partner che questi ha paura di compiere gesti violenti nei suoi confronti.
E' prevedibile che la questione sarà in seguito affrontata individualmente, ma il disvelamento del suo ragazzo e la sua reazione possono essere sicuramente oggetto di un consulto di coppia.
Si rivolga perciò ad uno psicologo che sia anche psicoterapeuta, dal momento che il lavoro necessario sarà presumibilmente di questo tipo.
E' prevedibile che la questione sarà in seguito affrontata individualmente, ma il disvelamento del suo ragazzo e la sua reazione possono essere sicuramente oggetto di un consulto di coppia.
Si rivolga perciò ad uno psicologo che sia anche psicoterapeuta, dal momento che il lavoro necessario sarà presumibilmente di questo tipo.
[#8]
Utente
D'accordo Dottoressa,da questo punto di vista direi che il suo ragionamento è estremamente rassicurante,in quanto ha fatto emergere che non sono io ad essere esagerata,ma che qualunque donna si preoccuperebbe. Tra qualche giorno gliene parlo con molta tranquillità sperando in un esito positivo. Se vi va,vi terrò aggiornate. Intanto vi ringrazio profondamente per il prezioso aiuto!!
[#9]
Penso che il quadro che descrive sarebbe motivo di preoccupazione per chiunque:
"mi ha detto la cosa peggiore che potesse dirmi : ho paura di poterti fare quello che si sente in televisione di questi tempi. Sono crollata. Aveva paura di farmi del male, ogni volta che si trova davanti un oggetto che possa farmi male lo prende in mano ma poi, fortunatamente, nemmeno mi tocca. Dice che lui non mi farebbe mai niente, ma ha paura di farlo, ha paura di essere un "finto buono".
Gliene parli con tranquillità, ma anche con fermezza.
Ci faccia sapere!
"mi ha detto la cosa peggiore che potesse dirmi : ho paura di poterti fare quello che si sente in televisione di questi tempi. Sono crollata. Aveva paura di farmi del male, ogni volta che si trova davanti un oggetto che possa farmi male lo prende in mano ma poi, fortunatamente, nemmeno mi tocca. Dice che lui non mi farebbe mai niente, ma ha paura di farlo, ha paura di essere un "finto buono".
Gliene parli con tranquillità, ma anche con fermezza.
Ci faccia sapere!
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Utente
Gliene ho parlato,sia in modo fermo che in modo tranquillo. Non c'è stato verso,non ci andrà mai perchè non accetta di avere un problema,non accetta di rendersene conto anche se razionalmente capisce che non sono cose da dire. Mi ha detto che era distrutto all'idea che io potessi essere spaventata da lui,ci stava davvero male. Poi mi ha ribadito questa paura,derivante anche dal fatto che tutti coloro che commettono questo tipo di cose sembravano bravissime persone e invece no..ha paura di avere un raptus di questo tipo anche se sa che non lo farà mai. Vi prego ditemi cosa fare,se parlarne con i suoi o se lasciar correre sperando che passi. Grazie!
[#11]
"razionalmente capisce che non sono cose da dire"
Il problema non è che non sono cosa da dire, ma che si sta angosciando all'idea di poter perdere il controllo e fare qualcosa di male.
Non conoscendo il ragazzo non possiamo porre una diagnosi, ma tenga conto che la paura di fare del male a sè stessi o ad altri è un tipico pensiero ossessivo, come esposto negli articoli che le ho linkato.
Questo però non significa che non possa esserci dell'altro e una valutazione diagnostica effettuata di persona si rende necessaria per escluderlo.
Anche se si trattasse esclusivamente di una manifestazione d'ansia non sarebbe saggio attendere che "passi" perchè questo è altamente improbabile: a fronte di qualunque sintomo è fondamentale individuare cosa lo causa e solo agendo su queste cause ci si può aspettare di risolvere stabilmente il problema.
Se, per ipotesi, il ragazzo trattiene la rabbia e ne esperisce gli effetti sotto forma di angoscia circa la possibilità di ferire o uccidere qualcuno è importante che impari a riconoscere questa rabbia e ad esprimerla in altro modo: non ha senso attendere che le cose si sistemino da sole perchè non succederà.
Eviterei per il momento di coinvolgere i suoi familiari perchè si potrebbero spaventare, a meno che non siano già al corrente dei problemi d'ansia del ragazzo e non abbiano già insistito perchè si faccia curare.
Ha provato a chiedergli cosa farebbe lui se lei gli dicesse che ha paura di potergli fare qualcosa di brutto?
Il problema non è che non sono cosa da dire, ma che si sta angosciando all'idea di poter perdere il controllo e fare qualcosa di male.
Non conoscendo il ragazzo non possiamo porre una diagnosi, ma tenga conto che la paura di fare del male a sè stessi o ad altri è un tipico pensiero ossessivo, come esposto negli articoli che le ho linkato.
Questo però non significa che non possa esserci dell'altro e una valutazione diagnostica effettuata di persona si rende necessaria per escluderlo.
Anche se si trattasse esclusivamente di una manifestazione d'ansia non sarebbe saggio attendere che "passi" perchè questo è altamente improbabile: a fronte di qualunque sintomo è fondamentale individuare cosa lo causa e solo agendo su queste cause ci si può aspettare di risolvere stabilmente il problema.
Se, per ipotesi, il ragazzo trattiene la rabbia e ne esperisce gli effetti sotto forma di angoscia circa la possibilità di ferire o uccidere qualcuno è importante che impari a riconoscere questa rabbia e ad esprimerla in altro modo: non ha senso attendere che le cose si sistemino da sole perchè non succederà.
Eviterei per il momento di coinvolgere i suoi familiari perchè si potrebbero spaventare, a meno che non siano già al corrente dei problemi d'ansia del ragazzo e non abbiano già insistito perchè si faccia curare.
Ha provato a chiedergli cosa farebbe lui se lei gli dicesse che ha paura di potergli fare qualcosa di brutto?
[#12]
Utente
Sisi certo,gliel'ho detto, e da quello lui si è reso conto che è normale che io mi preoccupi. I suoi genitori sanno solo che lui è ansioso,ma nulla di piu. Lui mi dice che se io non glielo faccio notare , a lui passa e non gli viene piu "la voglia" di fare questi gesti perchè vede che io non gli do importanza e allora non gliela da neanche lui..in sostanza,invece di preoccuparmi,dovrei prenderli come cose scherzose e far finta di niente..la cosa mi riesce difficile,ma se puo essere una soluzione mi sforzerò.
[#13]
Non penso proprio che non dare importanza al problema rappresenti una soluzione: la soluzione è che quanto meno si faccia valutare di persona da uno psicologo o uno psichiatra e si arrivi a stabilire se si tratta di un sintomo d'ansia o di altro.
La decisione spetta a lui - almeno finchè non farà concretamente qualcosa di male - ma anche lei può decidere se porgli un ultimatum o accettare il rischio.
Chi compie gesti violenti è spesso un soggetto il cui precedente disagio era stato sottovalutato o non curato adeguatamente.
La decisione spetta a lui - almeno finchè non farà concretamente qualcosa di male - ma anche lei può decidere se porgli un ultimatum o accettare il rischio.
Chi compie gesti violenti è spesso un soggetto il cui precedente disagio era stato sottovalutato o non curato adeguatamente.
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 3k visite dal 12/05/2014.
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