Borderline, ansia, depressione
Buongiorno a tutti,
Premetto di essere una novella iscritta e una non esperta nel campo.
Da tempo soffro di una depressione che lentalmente si sta tramutando in qualcosa di più complesso a mio avviso; vedo una psicologa una volta a settimana da circa un anno e mezzo e comunque non miglioro affatto. Secondo la mia specialista corrispondo ad un profilo Borderline però ancora in fase di evoluzione avendo appena 18 anni. Ho sofferto fortemente di autolesionismo e tendenze suicide ma adesso temo sia molto di più. Noto che la situazione mi sfugge di mano facilmente, se prima affogavo nel mio dolore adesso è la mia "sanità mentale" che non riesco a controllare. Spesso da qualche mese a questa parte mi capita di avere il forte desiderio di andare in ospedale, proprio perchè penso di non riuscire a gestirmi. Vorrei chiedervi se secondo voi è possibile rivolgersi ad un ospedale per chiedere aiuto anche senza aver necessariamente "ingerito" qualcosa o essersi procurata qualche ferita. Sono molto ansiosa quando si tratta di chiedere aiuto per paura di non riceverlo.
Grazie in anticipo per l'eventuale risposta, perdonate la mia scarsa capacità di esprimermi.
Cordiali Saluti
Premetto di essere una novella iscritta e una non esperta nel campo.
Da tempo soffro di una depressione che lentalmente si sta tramutando in qualcosa di più complesso a mio avviso; vedo una psicologa una volta a settimana da circa un anno e mezzo e comunque non miglioro affatto. Secondo la mia specialista corrispondo ad un profilo Borderline però ancora in fase di evoluzione avendo appena 18 anni. Ho sofferto fortemente di autolesionismo e tendenze suicide ma adesso temo sia molto di più. Noto che la situazione mi sfugge di mano facilmente, se prima affogavo nel mio dolore adesso è la mia "sanità mentale" che non riesco a controllare. Spesso da qualche mese a questa parte mi capita di avere il forte desiderio di andare in ospedale, proprio perchè penso di non riuscire a gestirmi. Vorrei chiedervi se secondo voi è possibile rivolgersi ad un ospedale per chiedere aiuto anche senza aver necessariamente "ingerito" qualcosa o essersi procurata qualche ferita. Sono molto ansiosa quando si tratta di chiedere aiuto per paura di non riceverlo.
Grazie in anticipo per l'eventuale risposta, perdonate la mia scarsa capacità di esprimermi.
Cordiali Saluti
[#1]
Gentile ragazza,
quella che ci descrive appare come un desiderio di fuga, di uscita da una situazione che le appare senza scampo per rivolgersi ad un contesto che le appare protettivo.
Non può scappare dalla sofferenza, più cerca di farlo più aumenta, più le da importanza, apparendole insostenibile.
Al di là della diagnosi, su cosa si è concentrato il lavoro con la collega?
La sofferenza ha meccanismi e radici dei quali non ci ha parlato.
Restiamo in ascolto
quella che ci descrive appare come un desiderio di fuga, di uscita da una situazione che le appare senza scampo per rivolgersi ad un contesto che le appare protettivo.
Non può scappare dalla sofferenza, più cerca di farlo più aumenta, più le da importanza, apparendole insostenibile.
Al di là della diagnosi, su cosa si è concentrato il lavoro con la collega?
La sofferenza ha meccanismi e radici dei quali non ci ha parlato.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Utente
Gentile Dottore,
Grazie per la sua risposta. Con la mia specialista ci siamo focalizzate principalmente sulla mia infanzia e il mio rapporto con i miei genitori, che al giorno d'oggi è abbastanza buono ma quando ero piccola ho subito vari abbandoni o almeno io li ho percepiti così. Principalmente al giorno d'oggi non ho un particolare problema se non "banali" preoccupazioni sui rapporti sociali. Mi viene difficile accettare di essere cresciuta in un ambiente poco sano, (mia madre soffriva di depressione acuta e mio padre non c'era mai). Da piccola mi sono trasferita spesso e nessuno mi ha mai rivolto la giusta attenzione che una bambina necessita. La specialista mi ha aiutata a capire che il mio problema attuale risale appunto ad un'età molto giovane però nonostante questo mi sento sempre in una gabbia dalla quale non riesco ad uscire. L'anno scorso le mie condizioni mi hanno portata ad abbandonare gli studi e di conseguenza ad un isolamento sempre più accentuato. I miei genitori sono stati messi al corrente della mia situazione, però con il loro lavoro non gli è possibile aiutarmi molto (convivo ancora con loro). Spesso sento proprio questo bisogno di fuggire, da una parte perchè i miei coetanei non sono al corrente della mia situazione "mentale" e dall'altra perchè temo di non essere capita. Ricevo un aiuto ma ai miei occhi non è abbastanza.
La ringrazio per la sua risppsta
Grazie per la sua risposta. Con la mia specialista ci siamo focalizzate principalmente sulla mia infanzia e il mio rapporto con i miei genitori, che al giorno d'oggi è abbastanza buono ma quando ero piccola ho subito vari abbandoni o almeno io li ho percepiti così. Principalmente al giorno d'oggi non ho un particolare problema se non "banali" preoccupazioni sui rapporti sociali. Mi viene difficile accettare di essere cresciuta in un ambiente poco sano, (mia madre soffriva di depressione acuta e mio padre non c'era mai). Da piccola mi sono trasferita spesso e nessuno mi ha mai rivolto la giusta attenzione che una bambina necessita. La specialista mi ha aiutata a capire che il mio problema attuale risale appunto ad un'età molto giovane però nonostante questo mi sento sempre in una gabbia dalla quale non riesco ad uscire. L'anno scorso le mie condizioni mi hanno portata ad abbandonare gli studi e di conseguenza ad un isolamento sempre più accentuato. I miei genitori sono stati messi al corrente della mia situazione, però con il loro lavoro non gli è possibile aiutarmi molto (convivo ancora con loro). Spesso sento proprio questo bisogno di fuggire, da una parte perchè i miei coetanei non sono al corrente della mia situazione "mentale" e dall'altra perchè temo di non essere capita. Ricevo un aiuto ma ai miei occhi non è abbastanza.
La ringrazio per la sua risppsta
[#3]
Visto che il disturbo borderline è abbastanza grave, sarebbe il caso di affiancare alla psicoterapia anche una cura farmacologica, questo le permetterà di gestire meglio gli impulsi e le variazioni umorali. Questa soluzione potrebbe supplire un ricovero volontario in SPDC (ospedale).
>>vedo una psicologa una volta a settimana da circa un anno e mezzo e comunque non miglioro affatto.<<
ha trovato comunque qualche giovamento?
Come descriverebbe il rapporto con la Collega, si trova bene?
Ha fatto presente queste sue perplessità, ne avete parlato?
>>vedo una psicologa una volta a settimana da circa un anno e mezzo e comunque non miglioro affatto.<<
ha trovato comunque qualche giovamento?
Come descriverebbe il rapporto con la Collega, si trova bene?
Ha fatto presente queste sue perplessità, ne avete parlato?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#4]
Utente
Salve dottore,
La ringrazio per la sua risposta. Qualche mese fa la mia terapia è stata affiancata a due visite mensili presso uno psichiatra e si era presa in considerazione una cura farmacologica. Io per prima non sono particolarmente propensa alla cosa ma in passato ho abusato di farmaci e proprio per questo non mi è stato prescritto nulla.
Le parlo da una mia prospettiva ovviamente ed io non ho visto moltissimi miglioramenti, ora le spiego: Sono entrata in terapia a seguito di un forte esaurimento nervoso, non avendo idea del perchè stessi così male. La mia terapeuta mi ha fatto capire che il mio dolore non è assolutamente recente, effettivamente molti atteggiamenti, come autolesionismo ed eventuali disturbi alimentari, sono sorti già in passato. Prima di andare da lei non mi ero mai resa conto di quanto stessi male, ho sempre avuto la percezione di aver vissuto bene o male un'infanzia felice. Con la mia terapeuta mi trovo molto bene, sento di potermi confidare con lei però ammetto che ho la sensazione che non faccia abbastanza, può sembrare egoista ma questa è la mia percezione. Secondo lei ogni cosa ha il suo tempo naturalmente e dobbiamo agire con calma in quanto il mio problema intacca principalmente la mia personalità. In tutta onestà io mi sento molto confusa la maggior parte del tempo e avrei bisogno di più risposte. Per esempio lei reputa che potrei avere un profilo Borderline ma ancora troppo giovane per confermarlo, io mi ci identifico profondamente. Prendo tutto estremamente con serietà e so quanto non sia bello soffrire di un tale disturbo, vorrei solo poter fare qualcosa.
La ringrazio in anticipo, cordiali saluti
La ringrazio per la sua risposta. Qualche mese fa la mia terapia è stata affiancata a due visite mensili presso uno psichiatra e si era presa in considerazione una cura farmacologica. Io per prima non sono particolarmente propensa alla cosa ma in passato ho abusato di farmaci e proprio per questo non mi è stato prescritto nulla.
Le parlo da una mia prospettiva ovviamente ed io non ho visto moltissimi miglioramenti, ora le spiego: Sono entrata in terapia a seguito di un forte esaurimento nervoso, non avendo idea del perchè stessi così male. La mia terapeuta mi ha fatto capire che il mio dolore non è assolutamente recente, effettivamente molti atteggiamenti, come autolesionismo ed eventuali disturbi alimentari, sono sorti già in passato. Prima di andare da lei non mi ero mai resa conto di quanto stessi male, ho sempre avuto la percezione di aver vissuto bene o male un'infanzia felice. Con la mia terapeuta mi trovo molto bene, sento di potermi confidare con lei però ammetto che ho la sensazione che non faccia abbastanza, può sembrare egoista ma questa è la mia percezione. Secondo lei ogni cosa ha il suo tempo naturalmente e dobbiamo agire con calma in quanto il mio problema intacca principalmente la mia personalità. In tutta onestà io mi sento molto confusa la maggior parte del tempo e avrei bisogno di più risposte. Per esempio lei reputa che potrei avere un profilo Borderline ma ancora troppo giovane per confermarlo, io mi ci identifico profondamente. Prendo tutto estremamente con serietà e so quanto non sia bello soffrire di un tale disturbo, vorrei solo poter fare qualcosa.
La ringrazio in anticipo, cordiali saluti
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>>però ammetto che ho la sensazione che non faccia abbastanza, può sembrare egoista ma questa è la mia percezione. <<
comprendo bene questa sua sensazione, di solito questi vissuti non sono limitati alla situazione di psicoterapia, ma si allargano anche ad altri contesti come quello famiglia, sentimentale, amicale ecc. E'così? La sua non è una forma di egoismo ma un profondo bisogno di affetto e di essere riconosciuta come bisognosa di cure e attenzioni.
>>Per esempio lei reputa che potrei avere un profilo Borderline ma ancora troppo giovane per confermarlo, io mi ci identifico profondamente.<<
come mai ci si identifica?
Ha fatto delle ricerche in merito?
E' vero che è una diagnosi importante, ma lei è molto giovane e può fare molto per se stessa. Le confermo che la psicoterapia è lo strumento più utile per affrontare e dare un senso alle sue emozioni. Tutto questo chiaramente ha un tempo.
>>Con la mia terapeuta mi trovo molto bene, sento di potermi confidare con lei..<<
questo è fondamentale per una buona riuscita del trattamento.
comprendo bene questa sua sensazione, di solito questi vissuti non sono limitati alla situazione di psicoterapia, ma si allargano anche ad altri contesti come quello famiglia, sentimentale, amicale ecc. E'così? La sua non è una forma di egoismo ma un profondo bisogno di affetto e di essere riconosciuta come bisognosa di cure e attenzioni.
>>Per esempio lei reputa che potrei avere un profilo Borderline ma ancora troppo giovane per confermarlo, io mi ci identifico profondamente.<<
come mai ci si identifica?
Ha fatto delle ricerche in merito?
E' vero che è una diagnosi importante, ma lei è molto giovane e può fare molto per se stessa. Le confermo che la psicoterapia è lo strumento più utile per affrontare e dare un senso alle sue emozioni. Tutto questo chiaramente ha un tempo.
>>Con la mia terapeuta mi trovo molto bene, sento di potermi confidare con lei..<<
questo è fondamentale per una buona riuscita del trattamento.
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Gentile ragazza,è molto importante che lei si trovi bene con la sua terapeuta, che si senta capita, accolta, è tipico di persone con la sua storia infantile di avere la sensazione di non ricevere mai abbastanza, . . c'è anche un libro "il buco nero dei non amati" più o meno questo è il titolo, penso che i suoi non è che non l'abbiano amata, ma sono stati travolti dalle loro vite e hanno fatto come potevano.. Con il Collega Del Signore, penso che un leggero controllato supporto farmacologico sarebbe un aiuto..
Lei è molto giovane , piano piano si lascerà alle spalle tutto questo dolore, non abbia paura..
Restiamo in ascolto..
Lei è molto giovane , piano piano si lascerà alle spalle tutto questo dolore, non abbia paura..
Restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.1k visite dal 11/05/2014.
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Approfondimento su Ansia
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