Togliersi un "vizio"

Salve, ho 22 anni e sono ancora legato alla consuetudine della masturbazione, non posso chiamarlo vizio perchè ci sono alcuni giorno in cui riesco a fare resistenza ma il punto è proprio questo: oltre i tre giorni non resisto. Voglio smettere perchè non mi piace più e per motivi religiosi. Mi è stato detto che potrei associare l'atto con una funzione repellente ovvero quando penso all amasturbazione mangio/bevo un alimento che non mi piace. Non l'ho ancora provato, ma sento di essere arrivato quasi "all'ultima spiaggia" perchè le ho prvate quasi tutte: far palestra, pregare, perdere tempo. Ho come la sensazione che, la mia resistenza, non annulli la volontà dell'atto ma lo sospinga avanti nel tempo, come se mi dicessi inconsciamente "no non oggi, domani". Qualche consiglio per liberarmi dalla voglia? Non ho partner, perciò altrimenti avrei chiesto alla mia lei. L'associazione tra atto goliardico e atto repellente funzionerebbe. Grazie in anticipo.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Voglio smettere...

gentile utente la sua è una battaglia contro un'esigenza fisiologica di ogni essere umano.
parli con uno specialista affinchè l'aiuti a comprendere che si può anche conciliare la fisiologia con il proprio credo religioso.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr. Sandro Lingua Psicologo 47 2
gentile utente,
credo non sia facile resistere al bisogno di provocarsi piacere sessuale, se non andando ad incidere negativamente sul proprio naturale equilibrio.

Non sarei un onesto sessuologo se non le dicessi che, dal punto di vista fisiologico e psicologico, l'autoerotismo non ha in genere, alcuna controindicazione, ma anzi è indicata per una buona conoscenza di se stessi e delle proprie fantasie, aspetti che sono di una certa importanza per una sessualità felice nel momento in cui avrà una partner.
Quindi , ritengo non sia un vizio, bensì una pratica assolutamente diffusissima e non nociva.

Questo però non dà una risposta alle sue preoccupazioni religiose ed etiche.
E' per questo che le consiglio di parlare serenamente con uno/a psicologo/a raccontando quello che prova e quello che la preoccupa.

Sperando di esserle stato in qualche modo utile, la saluto
cordialmente

Dr. Sandro Lingua
psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
perfezionato in sessuologia clinica

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Mi è stato detto che potrei associare l'atto con una funzione repellente..<<
non credo che questo "sistema" sia funzionale al suo benessere, perché significa reprimere un impulso fisiologico come ad es. potrebbe essere la fame o la sete.

E' sicuro che non le piace più oppure si tratta di un suo modo personale di interpretare la religione?
Come veniva considerata la sessualità nella sua famiglia, che educazione ha ricevuto in materia?





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,
la "voglia" sessuale credo non debba proprio essere associata a funzioni sgradevoli o repellenti, il rischio di "inquinare" tutta l'area della sessualità è grande!
Tutte le religioni (Lei accenna a "motivi religiosi", non specifica quale religione) tendono a delimitare il piacere sessuale, dato che esso è molto intenso e potrebbe minare equilibri. Tuttavia, o Lei trova "dentro di sè" un motivo per astenersi, oppure "fuori di sè" è difficile trovarne uno ugualmente efficace. Tutte le religioni, tuttavia, prevedono modalità di espiazione o perdono..
Il passaggio dall'autoerotismo alla sessualità di coppia non è automatico, ma generalmente accade. Sia fiducioso e non coltivi pensieri parassiti.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Spesso la religione, nella sua accezione più sessuofobia, danneggia psiche e sessualità.
Il piacere solitario, non è il contro altare del piacere condiviso, ma quando diventa l' unica forma di appagamento, forse un leggero retro gusto amaro, può lasciarlo.
Non combatta contro se stesso, è perfettamente inutilmente, anche più nega a se stesso tale piacere, più lo rinforza
Una consulenza psicologica può investigare le cause che stanno alla base del suo disagio correlato all' auto erotismo.

Le allego qualche lettura



https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1150-autoerotismo-e-sensi-di-colpa.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1350-la-masturbazione-ed-il-concetto-di-piacere.html-

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#6]
Utente
Utente
Vi ringrazio per le numerose risposte, avevo pensato anch'io che associare una funzione di piacere con una repellente era sbagliata perchè andrebbe a inibire in futuro tutta la sfera sessuale.
Perchè non mi piace più masturbarmi? Non è che non mi piace, il fatto è che vorrei evitare di farne uso. 2 sono i motivi per cui mi sento "in colpa": questo atto lo considero immaturo e "animalesco", cioè l'uomo deve dominare gli istinti (pensiero mio sia chiaro); la religione cristiana cattolica suggerisce l'astinenza se non privarsi del tutto del piacere masturbatorio.
Il punto è questo, mi sento in colpa solo perchè ho trasgredito "alle regole" religiose, oltre al mancare alla mia filosofia.
Volendo rispondervi:
1) a casa mia parlare di sesso è tabù.
2) più di forzarsi nel dirsi "è sbagliato, la prossima volta non farlo/resisti di più" che potrei fare?
3) credetemi se vi dico che lo faccio solo per togliermi la pressione di dosso, cioè mi faccio passare la voglia che dopo il terzo giorno mi occupa la mente e mi tiene sotto pressione proprio per il fatto di dover resistere. "Non combatta contro se stesso, è perfettamente inutilmente, anche più nega a se stesso tale piacere, più lo rinforza " ha perfettamente ragione me ne sono reso conto. Mi dicono di sublimarla, ma preghiera e palestra hanno poca efficacia. Non mi tormento ogni giorno per questo problema, ma solo subito dopo l'atto. Per il resto sono tranquillo e sereno.
Vi ringrazio, al più presto leggero gli scritti.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

la sessualità fa parte della natura umana, e gli istinti fanno parte della natura.
Si sente in colpa per aver trasgredito alle regole, o la fanno sentire in colpa per aver trasgredito alle regole della religione?
Mi permetto di farLe notare che persone ben più religiose di Lei e che sono state diversamente e nolto più intensamente formate hanno ceduto all'istinto sessuale.

C'è poi la questione che il dono della vita di Dio, avviene solo attraverso l'atto sessuale, per cui la sessualità ha un ruolo fondamentale nella vita in generale: senza sesso non c'è riproduzione e neanche Lei sarebbe qui se i genitori non avessero fatto sesso. Certo, il fatto che i genitori non parlino di sesso, non aiuta, ma l'importante è che l'abbiano praticato.

Come alternativa dovrebbe cercarsi una compagna o una ragazza con cui sperimentare il sesso a due. "Conoscere" (in senso biblico) altre persone è parte della natura umana.

Certo, se non smette di cercare piacere autoerotico, difficilmente si sentirà stimolato a cercare il piacere con un'altra persona.

E se fosse che questa noia della masturbazione non fosse segno di "peccato" ma della necessità di sperimentare altro, con una persona?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#8]
Utente
Utente
Certamente è come dice lei, a questo io ci credo. Sento di aver trasgredito alle regole della religione. Trovare una compagna? Un impresa disumana. Vivo la mia vita felicità, ma appena si parla di questo, mi rattristo. Ho 22 anni ma sono già stufo di non essere considerato mai un buon partner o, se vengo considerato tale, di non essere in grado di considerare le poche ragazze che mi sono venute dietro delle buone partner. Diamine, vedo gli altri che cambiano e scambiano ragazze ma a me non ne viene fuori una! Ci manca solo la chat sentimentale poi le ho tentate tutte. Più che aspettare non saprei cosa fare. Sono collegate le due cose? non ne ho idea non passo le giornate a reprimermi, se vedo delle coppie mi sorge l'amaro nel cuore. Perciò credo che non riuscirò a trovarne una, dunque sono costretto a risolvere il problema della masturbazione in qualche altro modo. Grazie comunque per il consiglio dottore :)
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Sono collegate le due cose?<<
questo è probabile, a volte la gestione "rigida" degli impulsi (come nel suo caso) ha bisogno di essere incanalata in costruzioni morali o religiose, proprio perché esiste una realtà frustrante (quella affettiva, sessuale) che ha bisogno di essere "giustificata".

Se lei considera la masturbazione come un vizio è probabile che troverà molta difficoltà nello smettere, se invece la considera come un normale processo fisiologico le cose potrebbero prendere una piega diversa.






[#10]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

il problema religioso è importante, ma anche il probelma sessuale lo è. Entrambe le istanze muovono e motivano, ma sappiamo bene che entrambe le istanze, religiose e sessuali, possono raggiungere livelli di insanità e di eccesso.

Indubbiamente l'appagamento sessuale masturbatorio Le permette un grado non indifferente di selezione delle ragazze, per cui è sempre più facile trovare appagamente autonomo rispetto ad appagamento concordato (il che implica lo scambio di ricevere e dare piacere).

Certo, poi mi spiega come concilia l'attività sessuale di coppia con la religione... se non ricordo male, ai miei tempi, era proprio tutta l'attività sessuale, sia in proprio che in società, ad essere bandita.
Ma daltronde, è cambiato il Padre Nostro, saranno cambiate anche altri aspetti.

Ora, mentre la mano in fondo al braccio è sempre disponibile, trovare un'altra persona con cui fare sesso implica risorse diverse ed un impegno maggiore; è più faticoso e richiedere maggiore sforzo.
O no?
[#11]
Utente
Utente
Sia chiaro, non è che non voglio trovarmi una ragazza, non ci riesco! E' un pò diverso. Inoltre c'è da dire che l'attività masturbatoria la faccio perchè non riesco a sublimarla, a scacciarla. Per farvi capire, io scoppio per questo me la faccio. Dunque come smettere di praticare la masturbazione per non "peccare" non potendo disporre di un partner femminile?
[#12]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>c'è da dire che l'attività masturbatoria la faccio perchè non riesco a sublimarla, a scacciarla.<<
il suo comportamento non è volto alla sublimazione, ma alla repressione (o negazione del bisogno), sono due concetti molto diversi.

>>Dunque come smettere di praticare la masturbazione per non "peccare" non potendo disporre di un partner femminile?<<
quindi lei vede la masturbazione come un peccato e i rapporti sessuali con un eventuale partner come qualcosa di diverso?





[#13]
Utente
Utente
Svagarsi, pregare, fare una passeggiata possono essere considerate "repressioni"?
Sì, farlo con un eventuale partner mi farebbe sentire meno in colpa, perchè la sessualità nella Chiesa è intesa come unione carnale e spirituale. Io però tendo a calcare di più il problema di non trovare un fidanzata, nonostante ci sappia fare. sono le stesse ragazze che trovo abbastanza noiose, che non mi entusiasmano.
[#14]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Svagarsi, pregare, fare una passeggiata possono essere considerate "repressioni"?<<
no, repressione è quello che lei intende fare in materia di masturbazione (o più in generale in merito alle pulsioni sessuali). "Svagarsi, pregare, fare una passeggiata" come lei ben si è reso conto non possono migliorare la sua condizione.

>>sono le stesse ragazze che trovo abbastanza noiose, che non mi entusiasmano<<
dovrebbe comprendere se quello che lei chiama "noia" o mancanza di entusiasmo è semplicemente una difesa rispetto alle sue difficoltà relazionali con l'altro sesso. Sarebbe utile parlarne con un Collega di persona.






[#15]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Legga anche questa lettura, sul difficile passaggio dal piacere solitario a quello condiviso

L’autoerotismo, rappresenta spesso una piacevole, indispensabile e difensiva fuga dal mondo dell’altro.
Si all’autoerotismo, ma con capacità di discernimento tra un piacere solitario "esclusivo", unico ed univoco, "difensivo" rispetto ad una sessualità a due o come copertura ad un possibile calo del desiderio sessuale ed un piacere solitario ludico e ricreativo.....


Spero di avrei aiutata a riflettere.


https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1813-calo-del-desiderio-sessuale-il-difficile-passaggio-dal-piacere-solitario-al-piacere-condiviso.html
[#16]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

> sono le stesse ragazze che trovo abbastanza noiose, che non mi entusiasmano.

Sotto che punto di vista?
Una ragazza dal punto di vista sessuale l'ha conosciuta?
[#17]
Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte dottori. Ora nel volervi rispondere:
<<"Svagarsi, pregare, fare una passeggiata" come lei ben si è reso conto non possono migliorare la sua condizione. >> Mi chiedo come fare allora?

Non credo di avere problemi a relazionarmi con le ragazze, ho ancora qualche amica. Io non rifiuto l'altro sesso, anzi sono piacevolemnte attirato dalle ragazze, il problema è che alcune, dopo averne conosciute, single o meno, non riesco davvero a colpirmi.

<<Sotto che punto di vista?>>
Dal punto di vista caratteriale.

<<Una ragazza dal punto di vista sessuale l'ha conosciuta?>>
No, purtroppo non ne ho avuto modo.

[#18]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Mi chiedo come fare allora?<<
dovrebbe consultare un Collega di persona.

>>il problema è che alcune, dopo averne conosciute, single o meno, non riesco davvero a colpirmi.<<
se questo è il motivo per il quale lei non riesce ad avere un partner sessuale, sarebbe il caso di indagare la sua difficoltà di integrare la componente sessuale nelle relazioni affettive, perché assomiglia più a un meccanismo di difesa.






[#19]
Utente
Utente
Grazie per la risposta dottore. Io quando parlo con una ragazza sono semplice, non mi faccio mai strane idee e non penso a cosa dle tipo "che ci parlo a fare tanto è inutile". Col tempo conoscendole ho la sensazione che siano tutte uguali, ma come può essere che sia un meccanismo di difesa? Mi sta dicendo che il mio subconscio "mi fa lo sgambetto"? L'unica cosa che mi viene in mente è forse un esperienza negativa passata e conclusa tanto tempo addietro. Questa esperienza l'ho assorbita, non ho rimpianti, è la persona a cui è legata questa storia ès parita dalla mente. Quindi per me dovrebbe essere qualcos'altro. Lo so, ho capito che devo consultarmi con uno specialista...e se non me lo posso permettere?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Li trova presso le strutture pubbliche, pagando un modesto ticket, on line non si può fare diagnosi, nè terapia e continuando ad arpie consulti, non risolve le sue difficoltà, che meritano ascolti empatici e reali.
[#21]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>ma come può essere che sia un meccanismo di difesa? Mi sta dicendo che il mio subconscio "mi fa lo sgambetto"?<<
mi sembra una buona metafora per descrivere la sua condizione. Le donne in realtà sono tutte diverse, è lei che le vede tutte uguali o si sceglie quelle che meglio si adattano al vestito che le "cuce addosso".

Il suo disagio probabilmente non nasce da esperienze "traumatiche" in senso stretto, ma da un modello di relazione che ha interiorizzato durante lo sviluppo, ossia un modo di essere con l'altro da se (in questo caso le donne intese come partner sessuali).





[#22]
Utente
Utente
Ci penserò appena mi è possibile in termini di tempo. Non ho cpaito bene cos aintende per <<il vestito che le "cuce adosso">>? Questo "vestito" rappresenterebbe l'aspetto caratteriale che vedo in ognuna di loro?
[#23]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Questo "vestito" rappresenterebbe l'aspetto caratteriale che vedo in ognuna di loro? <<
si, talvolta si vede nelle persone solo ciò che ci aspettiamo di vedere, per risonanza.