Ansia e relazione
Buongiorno, vorrei sottoporvi il mio problema.
Due anni fa ho chiuso una relazione con un ragazzo che mi insultava continuamente, pensava che io potessi tradirlo ad ogni occasione. Mi obbligava a dirgli TUTTO, anche i pensieri che eventualmente mi affioravano. Ero cosi plasmabile gli dicevo tutto, avevo paura di pensare ad altri, paura di guardare per sbaglio qualcuno negli occhi o paura che potesse piacermi qualcun altro, questo mi provocava stati d'ansia. La relazione è durata 3 anni, finché non ho deciso di chiudere, esasperata dalla situazione. Dopo due anni ho incontrato una ragazzo più piccolo di me, una persona fantastica e i primi due mesi di conoscenza sono stati fantastici, mi sentivo la persona più fortunata al mondo. Quando ho capito che era molto preso e che mi amava, ho avuto una crisi d'ansia fortissima, piangevo per la paura di non ricambiare e di prenderlo in giro e ho deciso di chiudere. Lui però è ritornato facendomi capire che sicuramente era troppo presto per parlare di amore e che dovevo darmi il tempo di conoscerlo. La relazione è continuata mentre io cercavo in continuazione conferme del mio amore per lui del tipo " se hai provato questo allora lo ami", oppure " se hai pensato questo allora non lo ami"
Quando stavo con lui andava tutto benissimo, ma quando ci allontanavamo (lui non abita nella mia città) io tornavo a interrogarmi, se lui è quello giusto se fa per me, avevo paura di prenderlo in giro di non comportarmi bene. L'ansia non andava via, mi sentivo in continuazione il cuore stretto e il battito in gola. Non riuscivo a lasciarlo provavo in ogni modo di andarci con calma e darmi il tempo,ma il fatto di non dirgli ti amo mi bloccava sempre. Eppure dopo 5 mesi di relazione,ho capito che era importante per me e che lo amavo.Lui un giorno mi ha detto che pur senza dirglielo io glielo dimostravo sempre, così ho avuto il coraggio di dirglielo e abbiamo passato un mese da perfetti innamorati.
Poi tutto è cambiato quando mi sono accorta di alcuni suoi difetti, del tutto futili, e pensavo che da innamorata non avrei dovuto darci tale importanza, e ho iniziato a dubitare che il mio amore fosse vero. Ho avuto una crisi d'ansia durata una settimana, non riuscivo più a mangiare nulla e piangevo in continuazione. Lui sempre molto paziente mi ha dato tempo. E ogni volta che mi dava tempo sentivo che era peggio, vedevo che non si imponeva che accettava sempre i miei difetti mentre io non accettavo i suoi. Vorrei che mi aiutaste a capire perchè mi comporto cosi. A volte penso che dovrei accettare il fatto che forse non lo amo e basta, ma non voglio accettarlo perchè significherebbe perderlo. Sono arrivata al punto di convivere con l'ansia, che a volte si affievolisce e a volte non mi fa respirare.
Due anni fa ho chiuso una relazione con un ragazzo che mi insultava continuamente, pensava che io potessi tradirlo ad ogni occasione. Mi obbligava a dirgli TUTTO, anche i pensieri che eventualmente mi affioravano. Ero cosi plasmabile gli dicevo tutto, avevo paura di pensare ad altri, paura di guardare per sbaglio qualcuno negli occhi o paura che potesse piacermi qualcun altro, questo mi provocava stati d'ansia. La relazione è durata 3 anni, finché non ho deciso di chiudere, esasperata dalla situazione. Dopo due anni ho incontrato una ragazzo più piccolo di me, una persona fantastica e i primi due mesi di conoscenza sono stati fantastici, mi sentivo la persona più fortunata al mondo. Quando ho capito che era molto preso e che mi amava, ho avuto una crisi d'ansia fortissima, piangevo per la paura di non ricambiare e di prenderlo in giro e ho deciso di chiudere. Lui però è ritornato facendomi capire che sicuramente era troppo presto per parlare di amore e che dovevo darmi il tempo di conoscerlo. La relazione è continuata mentre io cercavo in continuazione conferme del mio amore per lui del tipo " se hai provato questo allora lo ami", oppure " se hai pensato questo allora non lo ami"
Quando stavo con lui andava tutto benissimo, ma quando ci allontanavamo (lui non abita nella mia città) io tornavo a interrogarmi, se lui è quello giusto se fa per me, avevo paura di prenderlo in giro di non comportarmi bene. L'ansia non andava via, mi sentivo in continuazione il cuore stretto e il battito in gola. Non riuscivo a lasciarlo provavo in ogni modo di andarci con calma e darmi il tempo,ma il fatto di non dirgli ti amo mi bloccava sempre. Eppure dopo 5 mesi di relazione,ho capito che era importante per me e che lo amavo.Lui un giorno mi ha detto che pur senza dirglielo io glielo dimostravo sempre, così ho avuto il coraggio di dirglielo e abbiamo passato un mese da perfetti innamorati.
Poi tutto è cambiato quando mi sono accorta di alcuni suoi difetti, del tutto futili, e pensavo che da innamorata non avrei dovuto darci tale importanza, e ho iniziato a dubitare che il mio amore fosse vero. Ho avuto una crisi d'ansia durata una settimana, non riuscivo più a mangiare nulla e piangevo in continuazione. Lui sempre molto paziente mi ha dato tempo. E ogni volta che mi dava tempo sentivo che era peggio, vedevo che non si imponeva che accettava sempre i miei difetti mentre io non accettavo i suoi. Vorrei che mi aiutaste a capire perchè mi comporto cosi. A volte penso che dovrei accettare il fatto che forse non lo amo e basta, ma non voglio accettarlo perchè significherebbe perderlo. Sono arrivata al punto di convivere con l'ansia, che a volte si affievolisce e a volte non mi fa respirare.
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Gentile ragazza,
da quello che ci scrive sembra cercare di provocare una cosa spontanea come l'amore attraverso una serie di riflessioni sterili. Poeti, letterati, filosofi, psicologi hanno cercato di definire questo sentimento che in realtà è strettamente soggettivo.
Uno non può capire di essere innamorato, semplicemente lo sa.
Forse lei confonde l'amore con la paura di essere abbandonata o di rimanere sola o di ferire l'altro.
Non è detto che le relazioni necessariamente debbano basarsi sull'amore. Può essere sufficiente anche il piacere di stare insieme.
Restiamo in ascolto
da quello che ci scrive sembra cercare di provocare una cosa spontanea come l'amore attraverso una serie di riflessioni sterili. Poeti, letterati, filosofi, psicologi hanno cercato di definire questo sentimento che in realtà è strettamente soggettivo.
Uno non può capire di essere innamorato, semplicemente lo sa.
Forse lei confonde l'amore con la paura di essere abbandonata o di rimanere sola o di ferire l'altro.
Non è detto che le relazioni necessariamente debbano basarsi sull'amore. Può essere sufficiente anche il piacere di stare insieme.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.6k visite dal 09/05/2014.
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