Sostegno psicologico percorso pma

Il mio compagno ed io stiamo insieme da un anno e da sei mesi cerchiamo un bambino, il primo per entrambi. Viviamo a circa 100 km di distanza, lui è un libero professionista mentre io ho un ottimo impiego nel settore privato. Lo raggiungo sempre io il venerdì sera e mi fermo da lui fino al lunedì mattina perché spesso il sabato lavora. Nei giorni fertili, a volte lo raggiungo io a volte viene lui. Dal momento che ho 41 anni, abbiamo deciso di intraprendere parallelamente alla ricerca naturale un percorso di pma. Da metà febbraio ad oggi, ho fatto una serie incredibile di esami da cui risulta che siamo entrambi a posto: i problemi sono la mia età e l'ansia da prestazione che spesso prende lui. A fine giugno/inizio luglio volevo tentare la prima fivet, ma ecco la sorpresa: questo mese il ciclo si è sballato e non so quando tornerà. Ho 7-8 gg di ritardo, test di gravidanza negativi e nessun sintomo premestruale o di gravidanza. Mai successo. Sperando che le cause non siano altre dallo stress, mi sono fermata a riflettere sul mio stato d'animo. Sono molto nervosa, talvolta ho difficoltà a dormire, sono costantemente focalizzata sulla gravidanza (cosa in parte normale vista la quantità di visite ed esami da fare). Adesso poi che aspetto il ciclo e ogni giorno che passa aumenta la probabilità che la fivet slitti a settembre l'ansia sta salendo alle stelle. Mi sveglio di notte quasi in preda al panico. Tutto dipende dal risultato di questa ricerca: abbiamo (meglio, ha) deciso che è meglio non sposarci ora perché sono già abbastanza stressata per la fivet, ho deciso che non lascio o cambio il lavoro e non mi trasferisco finché non so se avremo un bambino. Nel frattempo, ho abbandonato la 'carriera' perché il lavoro che facevo mi portava spesso in giro (non è compatibile con la ricerca di un figlio) e vedo meno gli amici perché il fine settimana sono sempre via. Riflettendoci, passo il mio tempo a fare esami e ad attendere risultati da cui dipende la fivet alla quale è legata la mia intera vita!!! MI sento di non fare 'niente se non la fivet'. Mi sento di non poter fare niente se non cercare di essere il più efficiente possibile nel fare gli esami e incastrare i mille fattori. Qualche sera fa ho sognato che prima di fare la fivet dovevo operarmi al cuore. E questo è il motivo della mia richiesta: come posso curarmi il cuore? Il mio attuale compagno è una persona molto dolce e disponibile ma siamo separati per 5 gg la settimana. Inevitabilmente sono un po' sola, in questa storia. Un supporto psicologico potrebbe essere di aiuto o quello che sto vivendo è normale? Quale tipo di supporto, eventualmente? Alle spalle ho una vita molto dura (sono stata abbandonata da mio padre, che comunque è morto quando avevo 25 anni, ho una madre malata da quando ho 30 anni, ho perso un marito per un cancro, ho vissuto e una storia orribile terminata con un aborto spontaneo con il mio precedente compagno) e 16 anni di analisi. Non vorrei rientrare in analisi... grazie!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Sig.ra,
nel centro che la sta seguendo la PMA (procreazione medicalmente assistita) dovrebbe esserci un servizio di assistenza psicologica, la scelta migliore sarebbe quella di rivolgersi a loro visto che c'è già una presa in carico.

"MI sento di non fare 'niente se non la fivet'. Mi sento di non poter fare niente se non cercare di essere il più efficiente possibile nel fare gli esami e incastrare i mille fattori"

Questa è una convinzione disfunzionale e rischiosa che andrebbe messa in discussione altrimenti si verifica un'amplificarsi sconfinato di aspettative e di ansia da prestazione.
La gravidanza non può essere trasformata in una performance.


Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Utente
Utente
Gent. le Dott.ssa, la ringrazio innanzitutto per la risposta.

Dalla mia email non si capisce chiaramente che il mio compagno soffre di deficit erettili saltuari, aggravati da situazioni di stress, da prima che iniziasse la ricerca. Questa situazione non è peggiorata dopo la ricerca ed è il principale motivo per il quale ci siamo indirizzati immediatamente verso la pma. Nella nostra dinamica di coppia non esiste 'l'amplificarsi di aspettative ed ansia da prestazione'. Io non ho aspettative da questo punto di vista perché conosco perfettamente il suo problema, l'ho accettato consapevolmente prima di iniziare la ricerca e ne abbiamo sempre parlato apertamente.

Non intendo trasformare la gravidanza in una performance: nella vita ho affrontato la perdita di gran parte delle cose più semplici e nel contempo fondamentali come un padre, una madre (la mia è viva ma ha smesso di essere tale a causa della malattia quando ne avevo ancora molto bisogno), un marito e un figlio (io mi sentivo già mamma). Sono viva grazie all'enorme lavoro fatto su me stessa e so che, seppure con dei vuoti interiori, la vita può continuare ed essere 'piena'. Sono preparata al fallimento delle nostre aspettative genitoriali pur volendo lottare fino in fondo. Sono già felice di avere incontrato il mio compagno, la considero una grande fortuna.

Cerco di spiegarle meglio quello che intendevo dire con le parole che Lei ha riportato. Sono una donna di 41 anni con esperienze pesanti alle spalle, realizzata professionalmente e felice sentimentalmente. Ho elaborato grazie all'analisi gran parte dei lutti e, nonostante tutto quello che mi è accaduto, mi sono rimessa in gioco e mi sono permessa di rischiare anche la delusione del mio desiderio più grande, una famiglia. Per stare con il mio compagno sono disposta a cambiare la mia vita ma tutte le cose che posso concretamente fare dipendono, per motivi indipendenti da me, dall'arrivo o meno di questa gravidanza. Quando dico che mi sento di non poter fare nulla se non accelerare i tempi della fivet, intendo che non posso trasferirmi, non posso cambiare lavoro, non posso sposarmi (questo si potrebbe, ma se lui non è d'accordo è impossibile) perché ovviamente la gravidanza cambia molte carte in tavola. L'unica cosa che posso fare per cambiare la mia vita come vorrei è 'lavorare al progetto' di avere un figlio. E sempre per questo sento di non fare nulla se non la fivet e di avere invece bisogno di 'curarmi il cuore'.

Mi permetto di dissentire sulla scelta di un supporto psicologico interno al centro. Non credo abbia bisogno si sostegno la parte di me che sta facendo la pma, perché è quella più forte 'che ne ha superate tante'. Ha bisogno invece la parte più fragile che ha paura dei cambiamenti e delle perdite e che sta facendo fatica a vivere tutte queste emozioni. Vorrei che quella parte fosse fuori dal centro pma proprio perché non voglio che quel luogo, che è anche interiore, 'invada' oltre la mia vita.

Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Signora,
Alle indicazioni ricevute dalla Collega, le allego una lettura sulla stretta correlazione tra psiche, coppia, sessualità e procreazione...
In situazioni di stress l' asse ipotalamo ipofisi si altera ed altera sia il ciclo mestruale, che la possibilità fecondativa



https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1839-infertilita-coppia-psiche-e-sessualita.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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