Distimia? Disturbo bipolare?
Gentili Dottori,
sono un professionista 31 anni. Premetto che sono in trattamento presso uno psicoterapeuta da più di 10 anni. Continuo tuttavia a sperimentare generalizzati e continuativi disturbi dell'umore come
- elevati livelli di confusione mentale e irrisolutezza con conseguente enorme difficoltà anche nelle scelte più banali (come organizzare la giornata o scegliere la compagnia per una serata fino a stati di lunghissime e atroci paralisi decisionali su scelte più rilevanti esistenzialmente, come scelte di impostazione professionale o di luogo di vita, scelta del partner etc), motivazione estremamente volatile
- senso di inadeguatezza e scarsa autostima latente con conseguenti ricorrenti e prolungati stati depressivi, costante frustrazione e irritabilità, insoddisfazione e pessimismo latente ma generalizzato.
- stati di ansia generalizzata, introversione, tendenza all'isolamento e timidezza fino a forme di fobia sociale, fobie di insetti volanti (cresciute negli ultimi anni e assenti in passato)
- costante instabilità emotiva e fragilità (suscettibilità dell'umore ad eventi esteriori anche banali)
- disturbi del sonno
Tutti questi sintomi comportano un profondo decadimento della mia qualità di vita presentandosi alcuni in maniera costante negli anni (l'ansia, l'irritabilità e la confusione mentale) altri in forma più episodica (eventi fungono da trigger per la scarsa autostima latente generando stati depressivi più o meno prolungati e intensi, da poche ore a diverse settimane, con senso di affaticamento, assenza di piacere e scarso interesse per tutto).
Ho anche tratti di iperattività maniacale grazie ai quali ho ottenuto successi e attestati di stima fuori dal comune nell'ambito degli studi, professionale, sociale più generale -sono considerato uno "inserito", "che si sa muovere bene" e ho una vita sociale estesa e ramificata (costruita superando con sforzi indicibili la predetta tendenza all'isolamento)-, sfilze di conquiste in campo sentimentale (sono considerato molto attraente e sono sessualmente attivissimo) etc. che tuttavia non hanno placato la scarsa autostima di fondo e mi portano a rivivere perennemente il giorno zero e a dover rifondare tutto continuamente con un senso di fatica letale, svuotamento e crescente stanchezza esistenziale. Devo chiaramente modificare e migliorare alcuni aspetti di fatto della mia esistenza ma il mio benessere psichico mi pare di capire non potrà venire dal mio operato e da feedback esterni (già presenti e registrati).
Scrivo qui perchè il mio terapeuta non mi ha mai fornito una diagnosi precisa della mia patologia, essendosi sempre sottratto a classificazioni precise,
ma una migliore comprensione mi aiuterebbe a centrare o cercare una terapia (magari risolutiva? dopo più di 10 anni?) per questo malessere esistenziale che mina il mio piacere e il mio presente e mi rende più gravosa degli altri qualsiasi progettualità e il dispiegamento del mio potenziale.
Ringrazio anticipatamente
sono un professionista 31 anni. Premetto che sono in trattamento presso uno psicoterapeuta da più di 10 anni. Continuo tuttavia a sperimentare generalizzati e continuativi disturbi dell'umore come
- elevati livelli di confusione mentale e irrisolutezza con conseguente enorme difficoltà anche nelle scelte più banali (come organizzare la giornata o scegliere la compagnia per una serata fino a stati di lunghissime e atroci paralisi decisionali su scelte più rilevanti esistenzialmente, come scelte di impostazione professionale o di luogo di vita, scelta del partner etc), motivazione estremamente volatile
- senso di inadeguatezza e scarsa autostima latente con conseguenti ricorrenti e prolungati stati depressivi, costante frustrazione e irritabilità, insoddisfazione e pessimismo latente ma generalizzato.
- stati di ansia generalizzata, introversione, tendenza all'isolamento e timidezza fino a forme di fobia sociale, fobie di insetti volanti (cresciute negli ultimi anni e assenti in passato)
- costante instabilità emotiva e fragilità (suscettibilità dell'umore ad eventi esteriori anche banali)
- disturbi del sonno
Tutti questi sintomi comportano un profondo decadimento della mia qualità di vita presentandosi alcuni in maniera costante negli anni (l'ansia, l'irritabilità e la confusione mentale) altri in forma più episodica (eventi fungono da trigger per la scarsa autostima latente generando stati depressivi più o meno prolungati e intensi, da poche ore a diverse settimane, con senso di affaticamento, assenza di piacere e scarso interesse per tutto).
Ho anche tratti di iperattività maniacale grazie ai quali ho ottenuto successi e attestati di stima fuori dal comune nell'ambito degli studi, professionale, sociale più generale -sono considerato uno "inserito", "che si sa muovere bene" e ho una vita sociale estesa e ramificata (costruita superando con sforzi indicibili la predetta tendenza all'isolamento)-, sfilze di conquiste in campo sentimentale (sono considerato molto attraente e sono sessualmente attivissimo) etc. che tuttavia non hanno placato la scarsa autostima di fondo e mi portano a rivivere perennemente il giorno zero e a dover rifondare tutto continuamente con un senso di fatica letale, svuotamento e crescente stanchezza esistenziale. Devo chiaramente modificare e migliorare alcuni aspetti di fatto della mia esistenza ma il mio benessere psichico mi pare di capire non potrà venire dal mio operato e da feedback esterni (già presenti e registrati).
Scrivo qui perchè il mio terapeuta non mi ha mai fornito una diagnosi precisa della mia patologia, essendosi sempre sottratto a classificazioni precise,
ma una migliore comprensione mi aiuterebbe a centrare o cercare una terapia (magari risolutiva? dopo più di 10 anni?) per questo malessere esistenziale che mina il mio piacere e il mio presente e mi rende più gravosa degli altri qualsiasi progettualità e il dispiegamento del mio potenziale.
Ringrazio anticipatamente
[#1]
(...)Premetto che sono in trattamento presso uno psicoterapeuta da più di 10 anni (..)
gentile utente se dopo 10 anni (TROPPI) prova disagio è il momento di CAMBIARE terapia.
le consiglio questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html
gentile utente se dopo 10 anni (TROPPI) prova disagio è il momento di CAMBIARE terapia.
le consiglio questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Gentile Dr. De Vincentiis,
grazie per la pronta risposta.
Effettivamente comincio a nutrire dubbi sull'impostazione terapeutica che seppure ha dato notevoli benefici (in tutti questi anni) comincia a non apparirmi risolutiva di alcune problematiche di fondo che tendono ciclicamente a ripresentarsi, nonostante il notevole investimento di tempo e di energie ed anche economico da parte mia.
La terapia svolta si è essenzialmente basata su colloqui in cui si analizzavano sogni e in cui si analizzavano e riprogrammavano miei pattern comportamentali e relazionali e pensieri reconditi ed effettivamente alcuni blocchi si sono sciolti, si è messo anche un lungo focus sulle dinamiche affettive dei rapporti familiari e sull'infanzia. Tutto questo è stato ampiamente trattato e ho certamente maturato una consapevolezza e un controllo emotivo maggiore nel tempo (forse anche fisiologico nel passaggio tra i 20 e i 30 anni?), molte conquiste sono giunte insieme ad un certo sollievo (in termini di minore confusione mentale e più sicurezza), pur tuttavia come detto non è stata integralmente risolutiva, all'esito di tanti anni.
La richiesta di un consulto in questa sede per l'individuazione di una diagnosi più specifica nasce da questo dubbio e, come suggerito nel suo interessante articolo, anche per individuare la risposta terapeutica più adatta al mio problema e di verificare la durata normale del relativo trattamento sentendo il parere degli esperti.
Sarei grato pertanto se lei e i suoi gentili colleghi mi potessero fornire qualche indicazione in più.
Grazie
grazie per la pronta risposta.
Effettivamente comincio a nutrire dubbi sull'impostazione terapeutica che seppure ha dato notevoli benefici (in tutti questi anni) comincia a non apparirmi risolutiva di alcune problematiche di fondo che tendono ciclicamente a ripresentarsi, nonostante il notevole investimento di tempo e di energie ed anche economico da parte mia.
La terapia svolta si è essenzialmente basata su colloqui in cui si analizzavano sogni e in cui si analizzavano e riprogrammavano miei pattern comportamentali e relazionali e pensieri reconditi ed effettivamente alcuni blocchi si sono sciolti, si è messo anche un lungo focus sulle dinamiche affettive dei rapporti familiari e sull'infanzia. Tutto questo è stato ampiamente trattato e ho certamente maturato una consapevolezza e un controllo emotivo maggiore nel tempo (forse anche fisiologico nel passaggio tra i 20 e i 30 anni?), molte conquiste sono giunte insieme ad un certo sollievo (in termini di minore confusione mentale e più sicurezza), pur tuttavia come detto non è stata integralmente risolutiva, all'esito di tanti anni.
La richiesta di un consulto in questa sede per l'individuazione di una diagnosi più specifica nasce da questo dubbio e, come suggerito nel suo interessante articolo, anche per individuare la risposta terapeutica più adatta al mio problema e di verificare la durata normale del relativo trattamento sentendo il parere degli esperti.
Sarei grato pertanto se lei e i suoi gentili colleghi mi potessero fornire qualche indicazione in più.
Grazie
[#3]
non è possibile una diagnosi on line, ma le consiglio, dopo 10 anni di cambiare. 10 anni non sono tanti, SONO TROPPI!
provi con un approccio più diretto, focalizzato sulla soluzione dei problemi.
legga questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
saluti
provi con un approccio più diretto, focalizzato sulla soluzione dei problemi.
legga questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
saluti
[#4]
Utente
La ringrazio,
comprendo che non sia possibile effettuare una diagnosi online sulla base di poche righe. Ero parzialmente a conoscenza degli indirizzi terapeutici delle diverse scuole di pensiero e la ringrazio per l'esauriente articolo di approfondimento.
Tuttavia rimango confuso rispetto ad alcuni aspetti. L'approccio e il consiglio del terapeuta attuale (con cui ho già da qualche tempo rarefatto la frequenza degli incontri) è quello di fare uno sforzo di autoanalisi, analizzando in maniera consapevole e lucida gli eventi e le fantasie che causano questi stati emotivi di ansia o di tristezza o senso di depressione.
E' un metodo faticoso e impegnativo (a volte eccessivamente time consuming) ma utile quando riesco ad attuarlo perchè effettivamente permette di sciogliere alcuni blocchi e ridimensionare una serie di stati emotivi che si rivelano per lo più eccessivi/ assolutamente immotivati.
E' proprio la constatazione dell'eccessività/astrazione di molti di questi stati emotivi da circostanze reali (sentirsi in pericolo quando non si rischia niente, sentirsi privi di risorse quando queste abbondano, sentirsi costretti dalle scelte o dalle relazioni quando tutto è modificabile) mi fanno tuttavia dubitare di un impianto di fondo che generi stati emotivi in maniera random, forse riferibili a esperienze e vissuti emotivi pregressi, ma forse anche no (quando mi trovo ad esempio a riaffrontare problemi già superati e nodi già sciolti). Per cui una seconda strategia parzialmente efficace (e di più rapido utilizzo) che ho sviluppato è quella di mettere deliberatamente a tacere questi pensieri utilizzando delle tecniche di meditazione.
In definitiva non saprei se, in un caso come il mio caratterizzato da questo livello di confusione e dalla VARIETA' ESTREMA DI SINTOMATOLOGIE (sono nevrotico? sono depresso? tutte e due le cose? bipolare? disistima?), non dovrei orientarmi ad una terapia psichiatrico/farmacologico (mai fatto uso di farmaci) o ad una di tipo psicologico/analitico.
Grazie
comprendo che non sia possibile effettuare una diagnosi online sulla base di poche righe. Ero parzialmente a conoscenza degli indirizzi terapeutici delle diverse scuole di pensiero e la ringrazio per l'esauriente articolo di approfondimento.
Tuttavia rimango confuso rispetto ad alcuni aspetti. L'approccio e il consiglio del terapeuta attuale (con cui ho già da qualche tempo rarefatto la frequenza degli incontri) è quello di fare uno sforzo di autoanalisi, analizzando in maniera consapevole e lucida gli eventi e le fantasie che causano questi stati emotivi di ansia o di tristezza o senso di depressione.
E' un metodo faticoso e impegnativo (a volte eccessivamente time consuming) ma utile quando riesco ad attuarlo perchè effettivamente permette di sciogliere alcuni blocchi e ridimensionare una serie di stati emotivi che si rivelano per lo più eccessivi/ assolutamente immotivati.
E' proprio la constatazione dell'eccessività/astrazione di molti di questi stati emotivi da circostanze reali (sentirsi in pericolo quando non si rischia niente, sentirsi privi di risorse quando queste abbondano, sentirsi costretti dalle scelte o dalle relazioni quando tutto è modificabile) mi fanno tuttavia dubitare di un impianto di fondo che generi stati emotivi in maniera random, forse riferibili a esperienze e vissuti emotivi pregressi, ma forse anche no (quando mi trovo ad esempio a riaffrontare problemi già superati e nodi già sciolti). Per cui una seconda strategia parzialmente efficace (e di più rapido utilizzo) che ho sviluppato è quella di mettere deliberatamente a tacere questi pensieri utilizzando delle tecniche di meditazione.
In definitiva non saprei se, in un caso come il mio caratterizzato da questo livello di confusione e dalla VARIETA' ESTREMA DI SINTOMATOLOGIE (sono nevrotico? sono depresso? tutte e due le cose? bipolare? disistima?), non dovrei orientarmi ad una terapia psichiatrico/farmacologico (mai fatto uso di farmaci) o ad una di tipo psicologico/analitico.
Grazie
[#6]
Utente
Il dubbio mi viene, forse un colloquio con uno psichiatra potrebbe essere utile.
Nella mia storia familiare nessuno è stato mai in analisi/terapia, mio padre ha avuto un momento di profondo smarrimento in seguito alla morte della madre e ho osservato come abbia trattato e risolto questi sintomi nell'arco di pochi mesi con una terapia farmacologica.
Stesso discorso mio fratello, ha affrontato un periodo di incertezze esistenziali e disagio qualche tempo fa e ne è uscito rapidamente con una terapia farmacologica. Entrambi gli episodi sono stati al momento privi di ricadute.
La ringrazio ancora per il suo contributo
Nella mia storia familiare nessuno è stato mai in analisi/terapia, mio padre ha avuto un momento di profondo smarrimento in seguito alla morte della madre e ho osservato come abbia trattato e risolto questi sintomi nell'arco di pochi mesi con una terapia farmacologica.
Stesso discorso mio fratello, ha affrontato un periodo di incertezze esistenziali e disagio qualche tempo fa e ne è uscito rapidamente con una terapia farmacologica. Entrambi gli episodi sono stati al momento privi di ricadute.
La ringrazio ancora per il suo contributo
[#8]
Gent.le Utente,
la psicoterapia se è efficace non ha bisogno di dieci anni per avviare un processo di cambiamento, Lei non è un personal computer che si formatta e sul quale si possono installare nuovi programmi, il suo modo di essere non può essere cancellato ma se ha l'opportunità di vivere un processo di crescita personale, non necessariamente di cure a della patologia, facilitato da uno Psicologo-Psicoterapeuta, può sperimentare nuove modalità relazionali che possono rappresentare preziose risorse da investire nella sua quotidianità.
La psicoterapia non funziona come la medicina non c'è un protocollo standard per ogni forma di disagio, ogni volta si tratta di costruire un percorso personalizzato.
Da più di trent'anni la ricerca scientifica ce lo conferma: a prescindere dagli orientamenti teorici il fattore discriminante in termini di efficacia è la relazione tra la persona e il terapeuta.
A tal proposito le consiglio la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
la psicoterapia se è efficace non ha bisogno di dieci anni per avviare un processo di cambiamento, Lei non è un personal computer che si formatta e sul quale si possono installare nuovi programmi, il suo modo di essere non può essere cancellato ma se ha l'opportunità di vivere un processo di crescita personale, non necessariamente di cure a della patologia, facilitato da uno Psicologo-Psicoterapeuta, può sperimentare nuove modalità relazionali che possono rappresentare preziose risorse da investire nella sua quotidianità.
La psicoterapia non funziona come la medicina non c'è un protocollo standard per ogni forma di disagio, ogni volta si tratta di costruire un percorso personalizzato.
Da più di trent'anni la ricerca scientifica ce lo conferma: a prescindere dagli orientamenti teorici il fattore discriminante in termini di efficacia è la relazione tra la persona e il terapeuta.
A tal proposito le consiglio la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#9]
Utente
Gentile Dr De VIncentiis, la ringrazio del suggerimento, ricercherò un cambio di orientamento.
Gentile Dr. Camplone,
la ringrazio della risposta. Il legame e la fiducia massima accordata all'attuale terapeuta mi ha a lungo trattenuto dal valutare approcci diversi e spiega anche la durata del trattamento. Effettivamente un cambiamento in questi anni c'è stato e come ho detto oggi vivo uno stato emotivo generalmente più sereno di quella che avevo anni fa.
Tuttavia sperimento anche, come detto, ricorrenti e tormentosi stati di ansia e (meno frequenti) di confusione e cupa depressione. Rispetto all'ansia ho appreso delle tecniche che mi permettono di arginarla e tenerla sotto controllo, rispetto ai picchi depressivi ho tuttora pochi strumenti.
Questi stati sono nell'attualità in parte spiegabili con situazioni difficili relative alla mia vita professionale e sentimentale, ma sono anche un apriori visto che la vita è fatta di imprese e difficoltà varie da affrontare per tutti (e fortunatamente per ora non ho avuto gravi problemi e si può dire che le cose mi vadano oggettivamente bene) e inoltre ho sperimentato che raggiungere traguardi o più in generale risolvere problemi spinosi in ogni campo aiuta la mia serenità ma fino ad un certo punto. L'asticella è sempre più in là. Temo dunque che anche facendo la vita migliore possibile rimarrei ingabbiato in questi stati fastidiosi, credo pertanto che tentare a questo punto approcci diversi possa essere utile e in ogni caso sia un'esperienza di cambiamento.
Grazie
Gentile Dr. Camplone,
la ringrazio della risposta. Il legame e la fiducia massima accordata all'attuale terapeuta mi ha a lungo trattenuto dal valutare approcci diversi e spiega anche la durata del trattamento. Effettivamente un cambiamento in questi anni c'è stato e come ho detto oggi vivo uno stato emotivo generalmente più sereno di quella che avevo anni fa.
Tuttavia sperimento anche, come detto, ricorrenti e tormentosi stati di ansia e (meno frequenti) di confusione e cupa depressione. Rispetto all'ansia ho appreso delle tecniche che mi permettono di arginarla e tenerla sotto controllo, rispetto ai picchi depressivi ho tuttora pochi strumenti.
Questi stati sono nell'attualità in parte spiegabili con situazioni difficili relative alla mia vita professionale e sentimentale, ma sono anche un apriori visto che la vita è fatta di imprese e difficoltà varie da affrontare per tutti (e fortunatamente per ora non ho avuto gravi problemi e si può dire che le cose mi vadano oggettivamente bene) e inoltre ho sperimentato che raggiungere traguardi o più in generale risolvere problemi spinosi in ogni campo aiuta la mia serenità ma fino ad un certo punto. L'asticella è sempre più in là. Temo dunque che anche facendo la vita migliore possibile rimarrei ingabbiato in questi stati fastidiosi, credo pertanto che tentare a questo punto approcci diversi possa essere utile e in ogni caso sia un'esperienza di cambiamento.
Grazie
[#10]
Gentile Utente,
Senza nulla togliere a quanto fatto, anche io, come i colleghi, le dico che dieci anni sono veramente tanti...
Sicuramente ha lavorato su alcuni aspetti, forse altri cambiamenti devono ancora avvenire, certamente un altro percorso, magari più focalizzato, andrebbe meglio.
Senza nulla togliere a quanto fatto, anche io, come i colleghi, le dico che dieci anni sono veramente tanti...
Sicuramente ha lavorato su alcuni aspetti, forse altri cambiamenti devono ancora avvenire, certamente un altro percorso, magari più focalizzato, andrebbe meglio.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.6k visite dal 06/05/2014.
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Approfondimento su Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.