Disagio e sensi di colpa dopo la separazione

Ho scritto circa due mesi fa relativamente ai problemi di coppia con mio marito dovuti alla mancanza di rapporti sessuali, alla mancanza di attenzioni da parte sua e a tutta una serie di bugie che ho scoperto mi raccontava. Nonostante a parole abbia promesso che il suo atteggiamento nei mie confronti sarebbe cambiato mi sono ritrovata a sbattere ripetutamente contro un muro, la promessa di affrontare una terapia di coppia non è mai stata mantenuta e alla fine, esasperata me ne sono andata. Ho aprofittato del fatto che comunque nel mese di Luglio avrei dovuto allontanarmi per lavoro e gli ho detto che non sarei tornata per i fine settimana, gli ho detto che io non lo avrei cercato e che lui avrebbe potuto chiamarmi quando avesse finalmente deciso di dirmi la verità su quello che mi aveva nascosto in modo da poter cercare di ricostruire il nostro rapporto su nuove basi. Non lo sento da tre settimane fatta eccezione per un paio di brevissimi sms (sms!!!) in cui mi dice che gli manco e che mi vuole bene. Come devo interpretare questa reazione? A volte credo di aver fatto la scelta giusta andandomene, in fondo il suo silenzio dimostra che non non gli interesso altrimenti mi avrebbe cercata, mi avrebbe chiamata. In altri momenti vengo assalita da un'ansia terribile e da un senso dal senso di colpa per averlo abbandonato in un momento in cui forse aveva bisogno di me e non riusciva a dirmelo e io non sono stata in grado di capirlo. Sto vivendo malissimo, continuamente combattuta tra l'idea che devo pensare a una nuova vita da sola e quella che invece devo ancora tentare di recuperare quel che resta del mio matrimonio. Ma, mi chiedo, ne vale la pena se la controparte si chiude così e non dà il minimo segno di collaborazione? Quando si ama bisogna essere in due e la sua chiusura mi fa pensare che non avesse il coraggio di dirmi che non mi ama più e me lo abbia fatto capire con il comportamento. Davvero non so interpretare questo suo silenzio che mi strazia.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Signora, ben ritrovata

Mi dispiace sapere che la decisione da lei presa sia oggi fonte di sentimenti forse peggiori di quelli descritti in precedenza, ma mi creda, quando i problemi sono di tipo relazionale, è difficile trovare la "ricetta" giusta.

Inoltre la volta scorsa abbiamo parlato del concetto di "fiducia", ricorda? Oggi non solo lei non ha fiducia in suo marito ma nemmeno nelle Sue azioni: infatti non sa se ha preso la decisione giusta e si sente combattuta

Ma io allora le chiedo: secondo lei vale la pensa parlarne con qualcuno a questo punto, oppure ancora no? Quanta energia ha ancora da spendere, signora, in questo suo lavorio mentale continuo? COsa le fa credere che dopo 100 domande che si è fatta, tutte rimaste senza risposta, la 101esima possa aiutarla a farsi chiarezza?

Quanto è disposta ancora a sopportare questa sua ansia e questi suoi sensi di colpa?

Io penso che mai come in questo caso una persona possa avere bisogno di un aiuto psicologico, perchè quando la relazione con il nostro partner non funziona, tutto il resto sembra andare a rotoli

Concludo come la volta scorsa: segua il mio consiglio, la smetta di farsi centinaia di domande e faccia qualcosa di concreto.

A volte guardare il problema da un'altra prospettiva può aiutare a trovare la soluzione


Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Grazie, ha ragione ormai non ho più enegie e più mi arrovello meno vengo a capo di qualcosa. Seguirò il suo consiglio.

Grazie ancora