Tristezza o inquitudine o angoscia
Il titolo che ho dato al consulto spiega bene i tre stati d'animo che vivo. Un giorno mi sento triste, come se sentissi la mancanza di qualcosa e un peso da portare dovuto a questa mancanza. Un altro giorno mi sento inquieto senza un motivo preciso, avverto tensione, senso di incapacità a vivere serenamente e pienamente la vita in tutti i suoi aspetti. Un altro giorno, infine, mi angoscio per qualche motivo che mi dà fastidio e mi costringe a ricercare rassicurazioni. In tutto questo aggiungo qualche momento di serenità, che finisce subito per il sopraggiungere di uno di questi tre stati d'animo. Poi qualche momento di felicità. Con i miei amici che conosco sto bene, un pò più difficile quando mi trovo in situazioni nuove. A volte non so se una vita vissuta così ha senso. Faccio psicoterapia da 4 mesi circa ma non ho visto il cambiamento che vorrei. Mi sembra solo un supporto che non risolve definitivamente nè angoscia, tristezza e inquietudine. Cosa posso fare?
[#1]
che tipo di psicoterapia sta facendo? ha riferito ciò che ha detto a noi al suo terapeuta?
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Gentile utente,
mi rendo conto che può essere frustrante non vedere cambiamento nel breve periodo.
In alcune circostanze (la maggior parte...) 3/4 mesi non sufficienti per poter apprezzare cambiamenti definitivi.
Il suo stato emotivo sembra estremamente negativo e probabilmente è connesso a circostanze relazionali/contestuali non facilmente modificabili.
Non molli.
Restiamo in ascolto
mi rendo conto che può essere frustrante non vedere cambiamento nel breve periodo.
In alcune circostanze (la maggior parte...) 3/4 mesi non sufficienti per poter apprezzare cambiamenti definitivi.
Il suo stato emotivo sembra estremamente negativo e probabilmente è connesso a circostanze relazionali/contestuali non facilmente modificabili.
Non molli.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#5]
Gentile Utente,
ben ritrovato!
Già nei consulti precedenti avevamo parlato dell'opportunità di mettere a fuoco degli obiettivi raggiungibili e sensati rispetto alle difficoltà che sta incontrando di volta in volta.
Poiché le Sue difficoltà sono di natura relazionale, di accettazione di sé, timore del giudizio altrui, sarebbe opportuno che mettesse a fuoco con lo psicoterapeuta una strategia per modificare, attraverso il Suo comportamento, ciò in cui incontra delle difficoltà.
Quindi per prima cosa ha fatto bene ad intraprendere una psicoterapia, anche se mi pare non sia la prima, ma dovrebbe a mio avviso parlare più direttamente con il terapeuta ed esprimergli tutte le Sue difficoltà, anche il fatto che la situazione non evolve e non apprezza alcun tipo di cambiamento.
Questo potrà in prima battuta aiutare entrambi a capire e magari ridefinire il lavoro terapeutico fatto fin qui e che ancora vi aspetta e poi a prendere le decisioni più opportune.
Tenga anche presente però che lo stato di tristezza, angoscia e inquietudine (e direi tutte le emozioni) non deve essere soffocato, ma compreso, riconosciuto ed elaborato. Ogni emozione ha una precisa funzione e le emozioni sono strumenti utilissimi per poterci muovere nel mondo. La tristezza ad esempio ci rallenta e ci indica che non è il momento di prendere decisioni importanti. Magari nella Sua psicoterapia tutto ciò adesso ha un senso.
Ma si chieda, con l'aiuto dello psicoterapeuta, anche che cosa è questa angoscia di cui ci parla.
Mi spiace ma da qui non è possibile aiutarLa oltre, proprio per i limiti del mezzo.
Tuttavia, rivisti questi aspetti col terapeuta, può aggiornarci sui risvolti.
Le faccio tanti auguri.
ben ritrovato!
Già nei consulti precedenti avevamo parlato dell'opportunità di mettere a fuoco degli obiettivi raggiungibili e sensati rispetto alle difficoltà che sta incontrando di volta in volta.
Poiché le Sue difficoltà sono di natura relazionale, di accettazione di sé, timore del giudizio altrui, sarebbe opportuno che mettesse a fuoco con lo psicoterapeuta una strategia per modificare, attraverso il Suo comportamento, ciò in cui incontra delle difficoltà.
Quindi per prima cosa ha fatto bene ad intraprendere una psicoterapia, anche se mi pare non sia la prima, ma dovrebbe a mio avviso parlare più direttamente con il terapeuta ed esprimergli tutte le Sue difficoltà, anche il fatto che la situazione non evolve e non apprezza alcun tipo di cambiamento.
Questo potrà in prima battuta aiutare entrambi a capire e magari ridefinire il lavoro terapeutico fatto fin qui e che ancora vi aspetta e poi a prendere le decisioni più opportune.
Tenga anche presente però che lo stato di tristezza, angoscia e inquietudine (e direi tutte le emozioni) non deve essere soffocato, ma compreso, riconosciuto ed elaborato. Ogni emozione ha una precisa funzione e le emozioni sono strumenti utilissimi per poterci muovere nel mondo. La tristezza ad esempio ci rallenta e ci indica che non è il momento di prendere decisioni importanti. Magari nella Sua psicoterapia tutto ciò adesso ha un senso.
Ma si chieda, con l'aiuto dello psicoterapeuta, anche che cosa è questa angoscia di cui ci parla.
Mi spiace ma da qui non è possibile aiutarLa oltre, proprio per i limiti del mezzo.
Tuttavia, rivisti questi aspetti col terapeuta, può aggiornarci sui risvolti.
Le faccio tanti auguri.
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.9k visite dal 05/05/2014.
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