Ansia, agorafobia, instabilità emotiva
Salve,
scrivo qui, prima di rivolgermi di persona a qualcuno, per chiedervi se ci sono le basi per iniziare una terapia reale o un consulto con uno psicologo.
Negli ultimi 2 anni vivo una costante ansia generalizzata, che spesso sfocia in una sorta di agorafobia: quando mi trovo in spazi molto aperti mi trovo a disagio e non vedo l'ora di tornare a casa o andare in un posto coperto e stretto, mentre questo non mi succede nei luoghi chiusi stretti e affollati, dove mi sento invece al sicuro.
Dentro di me capisco che tutto ciò ha come base una situazione in cui mi ritrovo da circa 4 anni, cioè da quando ho conosciuto un ragazzo con cui ho iniziato una relazione, ma che non amavo, e come ad alcuni succede, mi sono abituata ad una situazione comoda e in cui mi sentivo protetta, amata ecc..
La mia ansia è scoppiata dal momento in cui ho deciso di troncare e di lasciarlo, ma non ci sono mai riuscita del tutto, è stato sempre un tira e molla, continuo sempre a tenere un filo con questa persona, anche se l'ho "lasciato" da due anni in realtà non ci siamo mai separati, perchè continuo a sentirlo spesso, a volte lo vedo e ci comportiamo come se stessimo ancora insieme, anche se non provo sentimenti veri ma solo affetto,nostalgia, non c'è trasporto fisico da parte mia, eppure non riesco a lasciare alle spalle questa situazione. Il solo pensiero di dire addio per sempre a questa persona mi provoca un dolore grandissimo e tutta quest'ansia mi rendo conto che deriva dall'indecisione della mia scelta, cioè non so cosa devo fare: lasciarlo davvero andare oppure no. Mi chiedo se alla fine è vero che non lo amo, mi vengono mille dubbi e torno indietro.
(C'è da dire che una parte della colpa è pure sua: nonostante tutto continua a rincorrermi per una sorta di ossessione morbosa per me...)
Credo sia un dubbio che può venire a tutti nel corso della vita, perchè queste situazioni sono più o meno comuni, ma non so se è proprio normale che mi porto dietro da 4 anni questa persona anche se non ne sono mai stata innamorata, e da 2 anni non riesco a uscire "serenamente" di casa senza avere questi attacchi di agorafobia. Ho paura di aver sviluppato una dipendenza affettiva o di avere problemi nel prendere decisioni nella vita: dovrei esser sincera con lui e me stessa, dirgli che non possiamo stare insieme, e avere il coraggio di guardarlo andare via da me, crearsi una nuova vita e stare anche con un'altra persona, ma è una cosa che per me è difficilissimo pensare. Stare però in questo limbo mi fa star malissimo, sia perchè vivo di sensi di colpa, sia perchè non riesco a viver con serenità nessun altra situazione affettiva che mi si presenta davanti: con altri ragazzi che ho provato a frequentare mi sentivo comunque di star tradendo l'altro, e alla fine dopo un po' li ho lasciati perdere... tornando sempre alla situazione di partenza, con lui, ma insoddisfatta non so neanche da cosa.
Chiedo a voi se ci sono le basi per pensare a una qualche forma di problema emotivo
scrivo qui, prima di rivolgermi di persona a qualcuno, per chiedervi se ci sono le basi per iniziare una terapia reale o un consulto con uno psicologo.
Negli ultimi 2 anni vivo una costante ansia generalizzata, che spesso sfocia in una sorta di agorafobia: quando mi trovo in spazi molto aperti mi trovo a disagio e non vedo l'ora di tornare a casa o andare in un posto coperto e stretto, mentre questo non mi succede nei luoghi chiusi stretti e affollati, dove mi sento invece al sicuro.
Dentro di me capisco che tutto ciò ha come base una situazione in cui mi ritrovo da circa 4 anni, cioè da quando ho conosciuto un ragazzo con cui ho iniziato una relazione, ma che non amavo, e come ad alcuni succede, mi sono abituata ad una situazione comoda e in cui mi sentivo protetta, amata ecc..
La mia ansia è scoppiata dal momento in cui ho deciso di troncare e di lasciarlo, ma non ci sono mai riuscita del tutto, è stato sempre un tira e molla, continuo sempre a tenere un filo con questa persona, anche se l'ho "lasciato" da due anni in realtà non ci siamo mai separati, perchè continuo a sentirlo spesso, a volte lo vedo e ci comportiamo come se stessimo ancora insieme, anche se non provo sentimenti veri ma solo affetto,nostalgia, non c'è trasporto fisico da parte mia, eppure non riesco a lasciare alle spalle questa situazione. Il solo pensiero di dire addio per sempre a questa persona mi provoca un dolore grandissimo e tutta quest'ansia mi rendo conto che deriva dall'indecisione della mia scelta, cioè non so cosa devo fare: lasciarlo davvero andare oppure no. Mi chiedo se alla fine è vero che non lo amo, mi vengono mille dubbi e torno indietro.
(C'è da dire che una parte della colpa è pure sua: nonostante tutto continua a rincorrermi per una sorta di ossessione morbosa per me...)
Credo sia un dubbio che può venire a tutti nel corso della vita, perchè queste situazioni sono più o meno comuni, ma non so se è proprio normale che mi porto dietro da 4 anni questa persona anche se non ne sono mai stata innamorata, e da 2 anni non riesco a uscire "serenamente" di casa senza avere questi attacchi di agorafobia. Ho paura di aver sviluppato una dipendenza affettiva o di avere problemi nel prendere decisioni nella vita: dovrei esser sincera con lui e me stessa, dirgli che non possiamo stare insieme, e avere il coraggio di guardarlo andare via da me, crearsi una nuova vita e stare anche con un'altra persona, ma è una cosa che per me è difficilissimo pensare. Stare però in questo limbo mi fa star malissimo, sia perchè vivo di sensi di colpa, sia perchè non riesco a viver con serenità nessun altra situazione affettiva che mi si presenta davanti: con altri ragazzi che ho provato a frequentare mi sentivo comunque di star tradendo l'altro, e alla fine dopo un po' li ho lasciati perdere... tornando sempre alla situazione di partenza, con lui, ma insoddisfatta non so neanche da cosa.
Chiedo a voi se ci sono le basi per pensare a una qualche forma di problema emotivo
[#1]
Le basi per iniziare un trattamento ci sono, dipende solo da lei, ossia da quanto si sente motivata a cambiare la sua situazione.
Se lei dice di non aver mai amato questa persona mi sembra chiaro che le motivazioni che strutturano il vostro rapporto e ancora la rendono "legata" sono di altra natura (ambivalenza effettiva, dipendenza, bassa stima di se, insicurezza ecc.).
L'agorafobia e l'ansia generalizzata sono psicopatologie che dovrebbero essere diagnosticate in un contesto clinico e chiaramente meritano un'intervento psicoterapico.
Ogni separazione implica un'elaborazione che lei probabilmente non riesce ad affrontare rimando in una sorta di "limbo".
Se lei dice di non aver mai amato questa persona mi sembra chiaro che le motivazioni che strutturano il vostro rapporto e ancora la rendono "legata" sono di altra natura (ambivalenza effettiva, dipendenza, bassa stima di se, insicurezza ecc.).
L'agorafobia e l'ansia generalizzata sono psicopatologie che dovrebbero essere diagnosticate in un contesto clinico e chiaramente meritano un'intervento psicoterapico.
Ogni separazione implica un'elaborazione che lei probabilmente non riesce ad affrontare rimando in una sorta di "limbo".
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile Ragazza,
se è vero che la sintomatologia che riferisce si è manifestata quando ha deciso di troncare il rapporto, mi pare che il punto principale sia proprio quello che sta dietro ai motivi di questa scelta affettiva.
Si è rifugiata in un rapporto per ragioni che sembrano aver poco a fare con una scelta che la appagasse in pieno, ma sulla scia di probabili difficoltà pregresse, trovando forse nel suo ragazzo un bastone sul quale riuscire a reggersi meglio.
Con questi presupposti, pure rendendosi conto di stare in un limbo, le riesce davvero difficile staccarsi completamente da lui.
Inoltre l'incastro relazionale tra voi (continua a rincorrermi per una sorta di ossessione morbosa per me...) che si perpetua, sostiene e alimenta lo status quo.
Per quanto detto sarebbe davvero opportuno riferirsi direttamente a uno psicologo psicoterapeuta che la possa accompagnare a far fronte efficacemente alle difficoltà esposte in ambito affettivo/relazionale nonché alla sintomatologia riferita.
Restiamo in ascolto
se è vero che la sintomatologia che riferisce si è manifestata quando ha deciso di troncare il rapporto, mi pare che il punto principale sia proprio quello che sta dietro ai motivi di questa scelta affettiva.
Si è rifugiata in un rapporto per ragioni che sembrano aver poco a fare con una scelta che la appagasse in pieno, ma sulla scia di probabili difficoltà pregresse, trovando forse nel suo ragazzo un bastone sul quale riuscire a reggersi meglio.
Con questi presupposti, pure rendendosi conto di stare in un limbo, le riesce davvero difficile staccarsi completamente da lui.
Inoltre l'incastro relazionale tra voi (continua a rincorrermi per una sorta di ossessione morbosa per me...) che si perpetua, sostiene e alimenta lo status quo.
Per quanto detto sarebbe davvero opportuno riferirsi direttamente a uno psicologo psicoterapeuta che la possa accompagnare a far fronte efficacemente alle difficoltà esposte in ambito affettivo/relazionale nonché alla sintomatologia riferita.
Restiamo in ascolto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 04/05/2014.
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