Padre poco permissivo

Gentili dottori,
scrivo per un problema che credo abbia influito e continua ad influire sulla mia crescita personale.
Sin dai tempi dell'adolescenza mio padre è stato abbastanza severo, soprattutto per quanto riguarda l'ambito "uscite". Le mie limitazioni hanno sempre riguardato l'orario del ritorno a casa, sempre molto differente da quello dei miei coetanei. Questo ha fatto si che col tempo abbia dovuto un pò accantonare alcune amicizie. Questo succede purtroppo anche adesso che ho 20 anni. Non posso partecipare ad un'uscita di gruppo la sera in quanto gli altri posso tornare più tardi, non posso andare a ballare, non posso allontanarmi eccessivamente dal mio paese perchè implicherebbe fare tardi. Anche dal punto di vista affettivo ho sempre dovuto accontentarmi di ragazzi che accettassero di accompagnarmi magari a casa alle 10.30, precludendomi di conoscere altre persone.
Purtroppo alla base delle limitazioni di mio padre non c'è un motivo valido e questo mi provoca rabbia. Non mi ha imposto orari severi perchè è protettivo o ha paura del mondo esterno, ma per motivi puramente egoistici e culturali. Egoistici perchè mio padre per di più si stanca di aspettare il mio ritorno a casa e culturali in quanto i suoi familiari mantengono questi atteggiamenti da generazione in generazione ( ho parenti dai 30 anni in su costrette a subire queste assurde regole) e addirittura non vedono di buon occhio che una ragazza possa uscire frequentemente. Questo influisce molto su di me, quando esco con il mio ragazzo il fine settimana mi assale un senso di angoscia incredibile, di frustrazione. Da un lato mi sento in colpa per il fatto che io esca, dall'altro sono arrabbiata perchè so che per gli altri la vita è diversa. Gli altri quando escono sono spensierati, io no. Il mio non è un capriccio. Ho scelto un percorso di studi abbastanza lungo e per questo sono costretta a dipendere economicamente per molto ancora da mio padre. Ho l'impressione che sto perdendo la bellezza dei miei 20 anni, le serate con gli amici, il poter visitare un posto diverso, fare una vacanza, il poter relazionarmi liberamente con gli altri e poterli frequentare. Questa situazione talvolta mi fa sentire inferiore e sempre più frustrata perchè questi anni nessuno potrà più ridarmeli indietro. Non so come uscirne.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
la comprendo i suoi vent'anni e i rientri casa alle 22,30 sembrano in effetti limitare la condivisione con serate spensierate con gli amici.
Il retroterra culturale e familiare ha certamente peso per suo padre nell'imporle queste regole un po' ferree, ha mai provato e come a tentare un dialogo con lui?

Che cosa potrebbe succedere se lei ritardasse?
Quali potrebbero essere le conseguenze?

La sua autonomia andrebbe conquistata, magari senza liti e scontri, passo a passo, cercando di essere maggiormente assertiva e di gestire, per quanto possibile, in modo più adulto il rapporto con suo padre.

Fino a che lei si adatterà passivamente alle regole (se questo è quanto accade) la situazione non potrà mutare.

L'indipendenza e l'autonomia sono conquiste che in certe situazioni sono più difficili, ma forse non impossibili.

Sua madre come si comporta? Che rapporto ha con lei?
E' figlia unica?


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Grazie per la disponibilità.
Certo, ho provato a parlarne con mio padre ma purtroppo non è una persona aperta al dialogo e al confronto. Come può intuire non è stato utile.
Ho provato a ritardare magari di mezz'ora, ma a me mezz'ora cambia davvero poco le cose.
Se provassi a ritardare di molto temo che mio padre mi impedire di uscire le volte successive o accadrebbe di peggio.
Con mia madre ho un rapporto migliore, comprende la situazione e mi promette che un giorno andremo via, non ho una situazione familiare facile.
Si, sono figlia unica e so che anche questo influisce sul comportamento di mio padre.
Vorrei semplicemente che tutto ciò non incidesse sul mio umore, sulle mie relazioni interpersonali e di conseguenza sulla mia intera vita.