Sessualità sviluppo
Buongiorno, vorrei chiedere dei consigli per una situazione che mi sta creando dei problemi. L'anno scorso ho cercato l'aiuto di una psicoterapeuta - sessuologa per chiedere un chiarimento riguardo questa situazione che mi ha fatto nascere dei dubbi sull'andamento del mio sviluppo sessuale in adolescenza però dopo qualche anno che era già passata. Per un periodo di circa un anno e mezzo o due durante il perodo della puberale mi è capitato di avere fantasie di tutti i colori con le modelle, i calendari, le "veline" ma che comprendevano anche qualche fantasia di carattere omosessuale, con donne mature e altre relative a sottomissione (non catene o roba così mi eccitavo all'idea di essere spinto ad avere rapporti sessuali da donne poco attraenti) o pratiche sessuale strane che avevo visto su siti porno o di cui avevo sentito parlare. Questo mi ha anche spinto a provare pratiche poco ortodosse durante la masturbazione che preferisco non descrivere per imbarazzo. Poi dopo questa fase non mi hanno più stimolato perché ho avuto la mia prima fidanzatina e ho iniziato le prime esperienze reali.
Ho raccontato tutto questo alla psicologa con molta vergogna perché le ho detto che pensavo di essere un deviato ma lei ha preso tutto con molta leggerenzza dicendomi che è così che a quella età si scopre e si sperimenta con il sesso che tutti fanno così e che lo sviluppo psichesessuale funziona in questa maniera. Che praticamente ho avuto una adolescenza come tante. Dice che il mio problema è più relativo alla gestione dell'ansia del giudizio di me e alla carenza di autostima. Io mi sono tranquillizzato e abbiamo lavorato su questi elementi. Adesso l'ho risentita perché mi sono tornati questi pensieri e dovrei rivederla tra qualche settimana ma non so se le posso dire una cosa che ho pensato e cioè che ho paura che lei volesse solo rassicurarmi sull'argomento che le ho detto. Questo perché ho sempre la sensazione che quello che ho fatto da ragazzo sia troppo strano per essere in regola con lo sviluppo. Ma Ho paura di offenderla dal punto di vista professionale.
Le mie domande sono queste: secondo voi è vero che uno sviluppo psicosessuale normale passa anche per queste fantasie e esperienze? Posso dirle che ho paura di "fidarmi" o rischio di rovinare il rapporto psicologo-paziente?
Scusate se abuso della Vs. pazienza visto che rispondete gratis perché avevo già scritto un consulto simile sulle fantasie ma dopo delle risp. avevo cancellato il profilo e non ho potuto recuperarlo.
Grazie tante, buona giornata
Ho raccontato tutto questo alla psicologa con molta vergogna perché le ho detto che pensavo di essere un deviato ma lei ha preso tutto con molta leggerenzza dicendomi che è così che a quella età si scopre e si sperimenta con il sesso che tutti fanno così e che lo sviluppo psichesessuale funziona in questa maniera. Che praticamente ho avuto una adolescenza come tante. Dice che il mio problema è più relativo alla gestione dell'ansia del giudizio di me e alla carenza di autostima. Io mi sono tranquillizzato e abbiamo lavorato su questi elementi. Adesso l'ho risentita perché mi sono tornati questi pensieri e dovrei rivederla tra qualche settimana ma non so se le posso dire una cosa che ho pensato e cioè che ho paura che lei volesse solo rassicurarmi sull'argomento che le ho detto. Questo perché ho sempre la sensazione che quello che ho fatto da ragazzo sia troppo strano per essere in regola con lo sviluppo. Ma Ho paura di offenderla dal punto di vista professionale.
Le mie domande sono queste: secondo voi è vero che uno sviluppo psicosessuale normale passa anche per queste fantasie e esperienze? Posso dirle che ho paura di "fidarmi" o rischio di rovinare il rapporto psicologo-paziente?
Scusate se abuso della Vs. pazienza visto che rispondete gratis perché avevo già scritto un consulto simile sulle fantasie ma dopo delle risp. avevo cancellato il profilo e non ho potuto recuperarlo.
Grazie tante, buona giornata
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"Posso dirle che ho paura di "fidarmi" o rischio di rovinare il rapporto psicologo-paziente?"
Al contrario per avere un reale rapporto di fiducia è necessario sentirsi liberi di condividere con lo psicologo ogni aspetto del proprio vissuto.
"Dice che il mio problema è più relativo alla gestione dell'ansia del giudizio di me e alla carenza di autostima. Io mi sono tranquillizzato e abbiamo lavorato su questi elementi. "
Non si tratta di essere rassicurati sulla propria normalità ma di sviluppare un atteggiamento non giudicante di sé altrimenti l'ansia verrà alimentata da questo atteggiamento.
Al contrario per avere un reale rapporto di fiducia è necessario sentirsi liberi di condividere con lo psicologo ogni aspetto del proprio vissuto.
"Dice che il mio problema è più relativo alla gestione dell'ansia del giudizio di me e alla carenza di autostima. Io mi sono tranquillizzato e abbiamo lavorato su questi elementi. "
Non si tratta di essere rassicurati sulla propria normalità ma di sviluppare un atteggiamento non giudicante di sé altrimenti l'ansia verrà alimentata da questo atteggiamento.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Ex utente
Non si tratta di essere rassicurati sulla propria normalità ma di sviluppare un atteggiamento non giudicante di sé altrimenti l'ansia verrà alimentata da questo atteggiamento.
Grazie per la risposta ma non ho capito bene questo passaggio.
Se una persona si preoccupa perché crede di aver fatto qualcosa di male non è naturale che si faccia delle domande sul perché o chieda consiglio a chi è esperto della materia? Soprattutto se poi si parla di cose che non si discutono in famiglia o di cui non si parla apertamente. Almeno la penso così perché prima di parlarle con lei pensavo di essere l'unico al mondo ad aver passato quelle esperienze.
E poi non mi sembra tanto sano non giudicarsi nei propri comportamenti o forse mi sbaglio?
Grazie per la risposta ma non ho capito bene questo passaggio.
Se una persona si preoccupa perché crede di aver fatto qualcosa di male non è naturale che si faccia delle domande sul perché o chieda consiglio a chi è esperto della materia? Soprattutto se poi si parla di cose che non si discutono in famiglia o di cui non si parla apertamente. Almeno la penso così perché prima di parlarle con lei pensavo di essere l'unico al mondo ad aver passato quelle esperienze.
E poi non mi sembra tanto sano non giudicarsi nei propri comportamenti o forse mi sbaglio?
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Un atteggiamento troppo giudicante facilita l'instaurarsi di sensi di colpa che a loro volta alimentano ansia e disagio, il punto è che tu sei convinto di aver fatto qualcosa di sbagliato e, non sei disposto a mettere in discussione questa convinzione, non a caso contesti sia la mia risposta che quella della Psicologa con cui hai fatto il colloquio che, ti ha spiegato che la sessualità è un viaggio di scoperta per tutti, non solo per te.
[#4]
Ex utente
D.ssa Campione scusi se rispondo solo adesso.
A grandi linee è quello che mi ha detto anche la terapeuta e infatti in un certo senso mi sono sentito poco ascoltato perchè ero andato li perchè secondo me uno anche se è nella pubertà dove tutto è strano, confuso e si fanno cose anche bizzarre non dovrebbe sviluppare un certo tipo di fantasie malate tipo sottomissione o pratiche strane. Lei però ha dato poca importanza a questo e l'ha data al fatto che io vivevo male il ricordo di queste cose soprattutto perchè secondo lei rientrano in una fase dell'età in cui si cerca l'identità, gli impulsi sono difficili da controllare e in queste fantasie si riversa anche l'influenza dei contrasti in famiglia e di altre cose. Infatti mi ha fatto notare che con l'arrivo dei primi rapporti veri tutto è rientrato in ordine (ha usato un termine più tecnico che non ricordo). Nelle restanti sedute (una quindicina) invece ha portato l'attenzione sul presente che secondo lei era il problema reale e dopo un ciclo dopo il quale stavo molto meglio mi ha proposto di risentirci se le cose fossero tornate come prima. Io in effetti chiedevo un parere qui su cos'è normale o no anche per capire se in effetti sono io ad essere uno che giudica male qualcosa che male non è e quindi conviene tornare da lei dicendo praticamente che non ho compreso appieno le sue spiegazioni o se fosse meglio cercare un'altra persona, cosa più faticosa per me visto che si tratterebbe di ricominciare da principio di nuovo.
Grazie e buonasera.
A grandi linee è quello che mi ha detto anche la terapeuta e infatti in un certo senso mi sono sentito poco ascoltato perchè ero andato li perchè secondo me uno anche se è nella pubertà dove tutto è strano, confuso e si fanno cose anche bizzarre non dovrebbe sviluppare un certo tipo di fantasie malate tipo sottomissione o pratiche strane. Lei però ha dato poca importanza a questo e l'ha data al fatto che io vivevo male il ricordo di queste cose soprattutto perchè secondo lei rientrano in una fase dell'età in cui si cerca l'identità, gli impulsi sono difficili da controllare e in queste fantasie si riversa anche l'influenza dei contrasti in famiglia e di altre cose. Infatti mi ha fatto notare che con l'arrivo dei primi rapporti veri tutto è rientrato in ordine (ha usato un termine più tecnico che non ricordo). Nelle restanti sedute (una quindicina) invece ha portato l'attenzione sul presente che secondo lei era il problema reale e dopo un ciclo dopo il quale stavo molto meglio mi ha proposto di risentirci se le cose fossero tornate come prima. Io in effetti chiedevo un parere qui su cos'è normale o no anche per capire se in effetti sono io ad essere uno che giudica male qualcosa che male non è e quindi conviene tornare da lei dicendo praticamente che non ho compreso appieno le sue spiegazioni o se fosse meglio cercare un'altra persona, cosa più faticosa per me visto che si tratterebbe di ricominciare da principio di nuovo.
Grazie e buonasera.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.8k visite dal 29/04/2014.
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