La diagnosi fatta dal dottore può essere giusta, se esistono casi

Vi scrivo perchè purtroppo non riesco a risolvere i miei problemi... anzi con il passare del tempo, anche se alcuni sono migliorati, sono arrivati dei nuovi che mi rendono sempre più difficile vivere.

Pensando di risolvere tutto ho iniziato una psicoterapia da novembre e ho trovato un bravo dottore. La psicoterapia (1-2 incontri a settimana) spazia un pò su tutto: al dottore parlo della mia ansia di non essere all'altezza o di essere fuori luogo, di non essere bravo quanto gli altri, della paura del futuro, del timore di essere ferito e respinto dagli altri, della paura di rimanere solo e senza soldi.

Purtroppo tutti questi pensieri non sono semplici riflessioni ma mi perseguitano sempre più facendomi stare male, anche fisicamente, e mi tolgono la concentrazione sul lavoro e nelle altre cose, facendomi perdere inutilmente tempo e facendomi soffrire.

Ultimamente poi sono spesso triste, come se fossi colpito da una sventura o come se avessi un peso nascosto da portare da solo... quando sono solo difficilmente riesco a essere sereno, ho come voglia di piangere e mi sembra di buttare la mia giovinezza e la mia vita.

Il punto è che il dottore che mi segue mi ha chiaramente detto che non vede nulla di consistente nei problemi che mi affliggono ma collega tutto al fatto che, secondo lui, io non accetto la mia omosessualità. Lui sostiene che la mia mente faccia come un gioco, nascondendomi la mia paura più grande con altre paure che sono poco importanti. Io non so se questa idea può essere vera perchè le mie paure mi disturbano, mentre per la mia vita affettiva mi dispiace di essere solo ma non mi sembra di vivere male le mia sessualità. Il dottore invece insiste che se accettassi e vivessi la mia sessualità tutto questo castello di problemi crollerebbe e tutto sarebbe più leggero. Sarà vero?

Io mi trovo in un grande stato di sconforto, mi dispiace di trovarmi così, ma non riesco ormai a vivere i miei giorni senza cibarmi dei miei malesseri. Quanto poi alla mia affettività è inesistente. Non ho il coraggio di cercare un compagno, di andare nei luoghi frequentati da altri omosessuali. Il dottore dice che parlare di ciò nei nostri incontri mi aiuterà, ma ormai sono mesi che io vedo solo un peggioramento o una situazione stazionaria e non so cosa fare, se c'è una soluzione.

Secondo voi la diagnosi fatta dal dottore può essere giusta, se esistono casi di persone ossessionate da problemi ma non da ciò che veramente disturba, che rimane nascosto. E poi vi chiedo anche cosa consigliate di fare ai vostri pazienti quando come me non riescono a vivere la loro affettività, cosa fare per sbloccare questa situazione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

quale diagnosi è stata posta esattamente?
Il dottore Le ha forse detto che soffre d'ansia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Non è stata posta una diagnosi precisa. Mi è stato detto che i miei problemi come ansie e paure dipendono dal fatto che non accetto e che non vivo la mia sessualità. Ma io non so come fare, anche perchè apparentemente non è la sfera sessuale a preoccuparmi ma altre cose della mia vita. Io vorrei ovviamente sentirmi realizzato affettivamente ma è come se questo non fosse la priorità e da qui le mie paure e ansie sembrano concentrarsi su altre cose (lavoro, rapporti sociali) e non sull'amore.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Ma perchè non lo dice apertamente al Suo dottore?
La relazione con lo psicoterapeuta -per funzionare- deve essere una relazione in cui il pz. deve sentirsi libero di esprimere tutto ciò. Se ritiene che il problema non sia lì (relazioni) ma su altri aspetti della vita, che ha già elencato qui (ad es.:"...al dottore parlo della mia ansia di non essere all'altezza o di essere fuori luogo, di non essere bravo quanto gli altri, della paura del futuro, del timore di essere ferito e respinto dagli altri, della paura di rimanere solo e senza soldi...), lo faccia presente in modo da poter lavorare specificamente su tali aspetti.

A me pare, con i limiti della distanza, che sia un problema legato all'ansia. Posso chiederLe che tipo di psicoterapia sta seguendo?
[#4]
Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Sto seguendo una psicoterapia psicodinamica anche se il dott. non ha dato molta importanza a spiegarmi ciò. Diciamo che lui all'inizio mi ascolta e poi fa domande o da una sua spiegazione. Qualche volta mi fornisce pure consigli precisi che ovviamente io sono libero di seguire o meno.

Io ho parlato dei miei dubbi con il dott. ma lui sembra convinto della sua idea. Io sinceramente inizio a sentirmi molto confuso, a avere dubbi su tutto, mi chiedo anche se si sia creato un ottimo rapporto tra me il terapeuta... so che questo è l'ingrediente necessario perchè la terapia riesca ed io ci tengo tanto a liberarmi dai miei problemi e vivere sereno.

Non è la prima psicoterapia che faccio e in questo momento mi sento molto sconfortato perchè la confusione è aumentata. Non so se forzarmi ed andare in posti frequentati da gay sperando che questo possa farmi guarire dalle ansie e paura che si trovano nella mia mente. Però non vorrei aumentare la confusione e stare ancora peggio di prima. Ora sto veramente male, mi sento bloccato in tutto e soprattutto so di vivere una vita da schifo (o quasi)... apparentemente è tutto tranquillo ma dentro di me è come se tutto fosse grigio (ma potrebbe anche diventare nero).

Sto davvero male, nei mesi di psicoterapia ho visto piccoli progressi e un calo dell'umore che mi preoccupa perchè si sta spegnendo a poco a poco e continuando così ho paura della piega che potrebbe prendere la mia vita se non cambia qualcosa di significativo o se non trovo il modo di dare una svolta. Ormai vivo le cose che mi capitano (anche quelle belle) come qualcosa da subire.

Anche un'altra psicoterapeuta che avevo consultato tempo fa mi aveva detto che il non vivere serenamente la mia sessualità rende grigio tutti gli altri aspetti della vita. Nel frattempo poi sono venute nuove paure, ma per quanto riguarda la sessualità sembra quasi che ci abbia rinunciato (non per scelta ma per mancanza di coraggio o paura di quello che potrebbe accadermi). Mi resta solo la normale vita quotidiana (lavoro e pochi amici) che però è diventata la causa di tutte le mie ansie e paure.

Non credo di potere andare avanti a lungo così...