Verginità da adulti
Come tutti sanno l'età media del primo rapporto sessuale è 15-16 anni, io mi ritrovo a 26 senza averlo ancora fatto.... nella speranza che possa succedere presto, secondo voi si può convivere con la vergogna di averlo fatto così tardi?? Dirlo in giro purtroppo espone a giudizi poco lusinghieri, e confessarlo ad un partner anche potrebbe esporre ad incomprensioni.... mi ritrovo nella difficile situazione di dovere accettare che l'intera mia vita sia andata storta!
[#1]
>>..secondo voi si può convivere con la vergogna di averlo fatto così tardi??<<
credo sia importante non considerarla una "vergogna", ma come un passo che non si è ancora fatto.
Sta facendo qualcosa per cambiare questa sua posizione?
Ha iniziato una psicoterapia per affrontare le sue difficoltà relazionali?
credo sia importante non considerarla una "vergogna", ma come un passo che non si è ancora fatto.
Sta facendo qualcosa per cambiare questa sua posizione?
Ha iniziato una psicoterapia per affrontare le sue difficoltà relazionali?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Oggi sono molti i ragazzi maschi che "lo fanno" più tardi. Per molti motivi: difficoltà di relazione, paura del giudizio dell'altra, insicurezza sul proprio aspetto fisico, timore di "non sapere come/cosa fare" ecc. Intendo dire che se Lei non ha ancora avuto rapporti sessuali ci saranno stati dei motivi, consapevoli o meno. Per cui i sentimenti di vergogna non sono collegati a nessuna colpa esistente! Certo che, se ne parla in giro a persone superficiali, riceverà risposte e commenti superficiali che alimentano il suo senso di inadeguatezza...
Riguardo all'età del 1° rapporto, tenga conto che i 15-16 anni sono una media tra alcuni che lo fanno a 13 e qualcuno a 30... (ha presente il mezzo pollo che secondo le statistiche ognuno mangia?).
Farsi aiutare nel "leggere" la situazione, per modificarla, può essere una buona strada!
Può rivolgersi anche al Consultorio, gratuitamente; e senza vergogna, sono situazioni che lo specialista (psicologo) vede con frequenza.
Riguardo all'età del 1° rapporto, tenga conto che i 15-16 anni sono una media tra alcuni che lo fanno a 13 e qualcuno a 30... (ha presente il mezzo pollo che secondo le statistiche ognuno mangia?).
Farsi aiutare nel "leggere" la situazione, per modificarla, può essere una buona strada!
Può rivolgersi anche al Consultorio, gratuitamente; e senza vergogna, sono situazioni che lo specialista (psicologo) vede con frequenza.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Gentie Utente,
Anche io, come la Collega, le dico che non esistono statistiche omologabili per tutti e la famigerata prima volta correla con un' infinità di variabili intra psichiche e relazionali.
Non credo sia una vergogna o debba essere confessata in maniera catartica, quando si sentirà pronto e magari quando unirà affettività e sessualità sarà per lei la "volta buona".
Per essere certi che questa latitanza nel tempo, non sia però difensiva o celi altre difficoltà psico/ sessuali, una consulenza specialistica andrebbe valutata.
Le allego delle letture sulla prima volta, ansie ed emozioni, dalla parte di leie dalla parte di lui
Prima volta.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1336-verginita-parte-seconda-dalla-parte-dell-uomo.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1313-verginita-la-fatidica-prima-volta.html
Anche io, come la Collega, le dico che non esistono statistiche omologabili per tutti e la famigerata prima volta correla con un' infinità di variabili intra psichiche e relazionali.
Non credo sia una vergogna o debba essere confessata in maniera catartica, quando si sentirà pronto e magari quando unirà affettività e sessualità sarà per lei la "volta buona".
Per essere certi che questa latitanza nel tempo, non sia però difensiva o celi altre difficoltà psico/ sessuali, una consulenza specialistica andrebbe valutata.
Le allego delle letture sulla prima volta, ansie ed emozioni, dalla parte di leie dalla parte di lui
Prima volta.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1336-verginita-parte-seconda-dalla-parte-dell-uomo.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1313-verginita-la-fatidica-prima-volta.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Ex utente
Sono stato in psicoterapia, è stata un'esperienza bella e istruttiva però non ho ancora avuto occasioni di sperimentarmi in questo senso, o forse si e non le ho colte...... la verità è che i miei blocchi permangono e non credo che una terapia possa bastare se non supero le mie paure... vi ringrazio per i link che leggerò con interesse. La vergogna permane!! e non solo per la verginità, per tante altre cose che non ho fatto e vissuto in vita, e continuo ad evitare per paura.... io mi dico che se anche domani miracolosamente "guarissi" (ed è difficile!!) la vergogna resterebbe :( davvero in pochi riuscirebbero a capire....
[#5]
Gentile Utente,
ha ragione nel dire che il problema non riguarda solo la sessualità, ma il fatto di vivere con difficoltà anche altri aspetti della Sua vita. Scrive infatti: "io mi dico che se anche domani miracolosamente "guarissi" (ed è difficile!!) la vergogna resterebbe..."
Questa convinzione di base non potrà generare un cambiamento.
Allora mi chiedo come fa a dire che la psicoterapia che ha già fatto sia stata un'esperienza bella e istruttiva, dal momento che non ha spostato di una virgola il problema.
Come mai è terminata questa psicoterapia?
Quali erano gli obiettivi terapeutici che vi eravate posti?
Ancora scrive:"non credo che una terapia possa bastare se non supero le mie paure.."
Che cosa servirebbe secondo Lei?
Anche io penso che parlare e basta non sia sufficiente, ma Lei che cosa pensa di fare? Può scegliere di lasciarsi dominare dalla vergogna e non affrontare mai la cosa, oppure di capire e accettare che fin qui non ha ancora vissuto alcune esperienze della vita... forse per paura? Va bene, ma sia gentile con se stesso e si faccua aiutare per superare tali paure.
Per quanto per Lei doloroso, si tratta di un problema risolvibile.
A monte, però, forse il problema principale è instaurare relazioni profonde e significative, dico bene?
ha ragione nel dire che il problema non riguarda solo la sessualità, ma il fatto di vivere con difficoltà anche altri aspetti della Sua vita. Scrive infatti: "io mi dico che se anche domani miracolosamente "guarissi" (ed è difficile!!) la vergogna resterebbe..."
Questa convinzione di base non potrà generare un cambiamento.
Allora mi chiedo come fa a dire che la psicoterapia che ha già fatto sia stata un'esperienza bella e istruttiva, dal momento che non ha spostato di una virgola il problema.
Come mai è terminata questa psicoterapia?
Quali erano gli obiettivi terapeutici che vi eravate posti?
Ancora scrive:"non credo che una terapia possa bastare se non supero le mie paure.."
Che cosa servirebbe secondo Lei?
Anche io penso che parlare e basta non sia sufficiente, ma Lei che cosa pensa di fare? Può scegliere di lasciarsi dominare dalla vergogna e non affrontare mai la cosa, oppure di capire e accettare che fin qui non ha ancora vissuto alcune esperienze della vita... forse per paura? Va bene, ma sia gentile con se stesso e si faccua aiutare per superare tali paure.
Per quanto per Lei doloroso, si tratta di un problema risolvibile.
A monte, però, forse il problema principale è instaurare relazioni profonde e significative, dico bene?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#6]
Ex utente
Gli obiettivi erano principalmente quelli di ripristinare l'amor proprio e il mio senso d'autostima..... ero depresso, andare in terapia mi ha fatto stare molto meglio, ridato fiducia e ottimismo,la terapia si è conclusa quando ho ritenuto che gli insegnamenti che ne potevo trarre erano terminati....dovevo passare alla pratica,e lo sapevo...ma alla mia età, capisce, non è così semplice, non saprei dove iniziare e soprattutto, questo lo avrà capito,la mia autostima e rimasta bassa e sono di nuovo depresso...almeno in questo periodo....
cara dottoressa, lei ha ragione quando parla di relazioni profonde e significative....ma non posso instaurarle per una serie di motivi 1) sfortuna (persone adatte ma già impegnate 2)conosco pochissima gente, ho paura della vita mondana e non sto bene in gruppo 3)sono troppo orgoglioso per mostrare i miei lati deboli :(
lei mi dice che è un problema risolvibile, ma ne è sicura? quanti ne ha visti, come me, far pace con se stessi... fare davvero pace con se stessi? lei capisce, io mi torturo....sono davvero cattivo e dispotico con me stesso e sono anche un po rigido se non addirittura ottuso...perchè mi creda, proprio non mi passa dalla testa l'idea che cominciare a vivere così tardi sia una vergogna :(
cara dottoressa, lei ha ragione quando parla di relazioni profonde e significative....ma non posso instaurarle per una serie di motivi 1) sfortuna (persone adatte ma già impegnate 2)conosco pochissima gente, ho paura della vita mondana e non sto bene in gruppo 3)sono troppo orgoglioso per mostrare i miei lati deboli :(
lei mi dice che è un problema risolvibile, ma ne è sicura? quanti ne ha visti, come me, far pace con se stessi... fare davvero pace con se stessi? lei capisce, io mi torturo....sono davvero cattivo e dispotico con me stesso e sono anche un po rigido se non addirittura ottuso...perchè mi creda, proprio non mi passa dalla testa l'idea che cominciare a vivere così tardi sia una vergogna :(
[#7]
Gentile Utente,
se avessi pensato che alla Sua età fosse impossibile cambiare (ma anche più avanti), avrei già cambiato lavoro da un pezzo! ;-)
Nella Sua richiesta mi colpisce molto la lucidità con cui mette a fuoco le Sue difficoltà e al tempo stesso la determinazione a restare così...
Uno degli aspetti principali di una psicoterapia è la MOTIVAZIONE AL CAMBIAMENTO e se Lei NON ha tale motivazione (banalmente perchè il Suo orgoglio è maggiore...), allora può davvero ritenere di dover chiudere qui la questione e restare così, soffrendo.
Ma se, al contrario, Lei fosse stanco (abbastanza, quanto serve) di come vive e del peso che si porta dietro (ma quale essere umano non mostra le proprie debolezze? Ci credo che la vita diventa pesante... un incubo, direi! ;-)), allora ci sarebbero le condizioni per fare una bella terapia mirata a modificare questi aspetti, che Lei ha ben descritto:
- relazioni sociali e la gestione delle distanze con gli altri, imparando che può avvicinarsi agli altri senza farsi male e senza rischiare... oppure rischiando e vedendo che cosa succede. Potrebbe per esempio scoprire che se si espone "troppo" e per chi è davvero, potrebbe piacere di più rispetto a quando tiene tutto sotto controllo, dimenticandosi di se stesso e del Suo piacere di vivere
- relazionandosi con gli altri in maniera genuina, potrebbe imparare che non c'è nulla di male a mostrare i propri punti deboli. Ma se la Sua mission, nella Sua vita, è essere sempre forte e non potersi concedere il lusso di lasciarsi andare e di essere così com'è, allora non solo farà più fatica, ma anche dovrà chiedersi quale efetto farà sugli altri.
- superare le Sue paure. Come? Affrontandole!
Ci sono psicoterapie molto attive e prescrittive che sono molti utili al pz, il quale viene guidato dal terapeuta per superare tali difficoltà. Una di queste è la cognitivo-comportamentale.
Legga qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Cordiali saluti,
se avessi pensato che alla Sua età fosse impossibile cambiare (ma anche più avanti), avrei già cambiato lavoro da un pezzo! ;-)
Nella Sua richiesta mi colpisce molto la lucidità con cui mette a fuoco le Sue difficoltà e al tempo stesso la determinazione a restare così...
Uno degli aspetti principali di una psicoterapia è la MOTIVAZIONE AL CAMBIAMENTO e se Lei NON ha tale motivazione (banalmente perchè il Suo orgoglio è maggiore...), allora può davvero ritenere di dover chiudere qui la questione e restare così, soffrendo.
Ma se, al contrario, Lei fosse stanco (abbastanza, quanto serve) di come vive e del peso che si porta dietro (ma quale essere umano non mostra le proprie debolezze? Ci credo che la vita diventa pesante... un incubo, direi! ;-)), allora ci sarebbero le condizioni per fare una bella terapia mirata a modificare questi aspetti, che Lei ha ben descritto:
- relazioni sociali e la gestione delle distanze con gli altri, imparando che può avvicinarsi agli altri senza farsi male e senza rischiare... oppure rischiando e vedendo che cosa succede. Potrebbe per esempio scoprire che se si espone "troppo" e per chi è davvero, potrebbe piacere di più rispetto a quando tiene tutto sotto controllo, dimenticandosi di se stesso e del Suo piacere di vivere
- relazionandosi con gli altri in maniera genuina, potrebbe imparare che non c'è nulla di male a mostrare i propri punti deboli. Ma se la Sua mission, nella Sua vita, è essere sempre forte e non potersi concedere il lusso di lasciarsi andare e di essere così com'è, allora non solo farà più fatica, ma anche dovrà chiedersi quale efetto farà sugli altri.
- superare le Sue paure. Come? Affrontandole!
Ci sono psicoterapie molto attive e prescrittive che sono molti utili al pz, il quale viene guidato dal terapeuta per superare tali difficoltà. Una di queste è la cognitivo-comportamentale.
Legga qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Cordiali saluti,
[#8]
Ex utente
Ha usato la parola giusta, è proprio un incubo.....e si, il mio orgoglio e narcisismo sembrano essere più forti della motivazione al cambiamento.....ha colto nel segno, deve essere particolarmente brava nel suo mestiere :)
ma soffrire, soffro, questo è certo....è l'idea di dover soffrire abbastanza per uscirne è scoraggiante, perchè lei capirà bene che quando uno soffre, come me adesso, riesce sempre a trovare un palliativo.....io da quando avevo 15 anni leggevo libri motivanti....quest'ultima non è stata la prima ma la seconda terapia.... ho provato per scelta anche dei farmaci,adesso sto per affrontare la psicoterapia di gruppo, vede io cerco delle autogiustificazioni o comunque dei sommovimenti emotivi capaci di riequilibrare un po l'umore ma la vera terapia d'urto della quale avrei bisogno beh quella non riuscirò a procurarmela da solo proprio per questi motivi. sono nelle sabbie mobili....
io voglio cambiare....forse lo voglio troppo!! forse è proprio rinnegare me stesso che mi impedisce di passare ad un livello superiore....ma cosa posso fare, come posso mettermi nelle condizioni? :(
ma soffrire, soffro, questo è certo....è l'idea di dover soffrire abbastanza per uscirne è scoraggiante, perchè lei capirà bene che quando uno soffre, come me adesso, riesce sempre a trovare un palliativo.....io da quando avevo 15 anni leggevo libri motivanti....quest'ultima non è stata la prima ma la seconda terapia.... ho provato per scelta anche dei farmaci,adesso sto per affrontare la psicoterapia di gruppo, vede io cerco delle autogiustificazioni o comunque dei sommovimenti emotivi capaci di riequilibrare un po l'umore ma la vera terapia d'urto della quale avrei bisogno beh quella non riuscirò a procurarmela da solo proprio per questi motivi. sono nelle sabbie mobili....
io voglio cambiare....forse lo voglio troppo!! forse è proprio rinnegare me stesso che mi impedisce di passare ad un livello superiore....ma cosa posso fare, come posso mettermi nelle condizioni? :(
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"...è l'idea di dover soffrire abbastanza per uscirne è scoraggiante..."
Ma questo chi lo dice? E se Lei scoprisse che il modo per cambiare, oltre ad essere utile, è anche divertente? Se scoprisse cioè che, mentre comincia a FARE qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto fin qui per cambiare, non solo è efficace, ma è divertente e ci prende gusto nel farlo?
Mi perdoni la franchezza, ma chiaramente lo dico per il Suo bene, ma a me pare che abbia davvero trovato un palliativo che si chiama alibi e autocommiserazione. Ne faccia a meno!
Ed è qui che ha bisogno dell'aiuto dello psicoterapeuta.
La psicoterapia di gruppo potrebbe esserLe molto utile da questo punto di vista, perchè offre la possibilità di confrontarsi con gli altri, ma anche un percorso individuale con obiettivi specifici (quelli elencati sopra) può risolvere i problemi in tempi ragionevoli.
Cordiali saluti,
Ma questo chi lo dice? E se Lei scoprisse che il modo per cambiare, oltre ad essere utile, è anche divertente? Se scoprisse cioè che, mentre comincia a FARE qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto fin qui per cambiare, non solo è efficace, ma è divertente e ci prende gusto nel farlo?
Mi perdoni la franchezza, ma chiaramente lo dico per il Suo bene, ma a me pare che abbia davvero trovato un palliativo che si chiama alibi e autocommiserazione. Ne faccia a meno!
Ed è qui che ha bisogno dell'aiuto dello psicoterapeuta.
La psicoterapia di gruppo potrebbe esserLe molto utile da questo punto di vista, perchè offre la possibilità di confrontarsi con gli altri, ma anche un percorso individuale con obiettivi specifici (quelli elencati sopra) può risolvere i problemi in tempi ragionevoli.
Cordiali saluti,
[#12]
Condivido le riflessioni della Collega! Credo di capire che la seconda terapia è stata conclusa da Lei (in modo unilaterale?) quando si trattava di mettersi in gioco non tanto sul CAPIRE, ma sul CAMBIARE. Non sarebbe il caso di ricominciare da lì? Se l'esperienza di psicoterapia è stata "bella e istruttiva" perchè non riprenderla con la stessa persona che La conosce? con la terapeuta, intendo?
Concordo tuttavia sul fatto che la terapia cognitivo-comportamentale in queste situazioni sia molto efficace. Certo che poi il feeling con il/la terapeuta è quello su cui si gioca l'energia del cambiamento.
Un ultimo commento. Se non credessimo fortemente nella Sua possibilità di cambiare, pensa staremmo qui alla tastiera del PC? E la lunga esperienza professionale ci sostiene in questa convinzione di possibilità di cambiamento, anche in età più "avanzate" (!) della sua.
Cordialità.
Concordo tuttavia sul fatto che la terapia cognitivo-comportamentale in queste situazioni sia molto efficace. Certo che poi il feeling con il/la terapeuta è quello su cui si gioca l'energia del cambiamento.
Un ultimo commento. Se non credessimo fortemente nella Sua possibilità di cambiare, pensa staremmo qui alla tastiera del PC? E la lunga esperienza professionale ci sostiene in questa convinzione di possibilità di cambiamento, anche in età più "avanzate" (!) della sua.
Cordialità.
[#13]
Ex utente
Terapia conclusa per mia scelta quando è diventata ripetitiva....forse quando ho ritenuto che non sarei riuscito ad osare... del resto anche con la cognitivo-comportamentale arriverebbe il momento dell'azione e conoscendomi troverei di nuovo lo stesso muro,dalla mia mente innalzato!! non a caso la prima terapia che provai fu proprio una cognitivo-comportamentale.... lo scoglio dell'azione è sempre presente e talvolta la mente inganna anche su ciò che bisognerebbe fare o non fare... grazie per la speranza che mi da con l'ultimo commento!
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 7.3k visite dal 28/04/2014.
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