Totale inesperienza in campo sentimentale e "rimpianti"
Salve Dottori,
Vi ho già scritto mesi fa, per cui per comodità metto il link relativo alla precedente richiesta di consulto: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/385739-nessuna-esperienza-sentimentale-zero-vita-sociale.html
Purtroppo continuo a non avere una vita sociale e soprattutto ancora non riesco ad instaurare rapporti sentimentali con l'altro sesso. Come ho già raccontato nella mia precedente richiesta, i miei hobby sono perlopiù solitari e trovo veramente faticoso pensare di impiegare il mio tempo facendo qualcosa di più "leggero" che possa però favorire i contatti con le altre persone, in quanto considero ogni attività non intellettuale (dunque diversa dalla lettura o dallo studio) come una perdita di tempo (è una specie di "blocco" mentale che ho fin dall'adolescenza). Per fortuna tra qualche mese (ad ottobre) partirò, andrò a vivere in un'altra città per frequentare un master e presumibilmente avrò la possibilità di conoscere molte persone, facendo peraltro qualcosa che percepisco come "utile". Dalla mia richiesta di consulto ho cercato di apportare qualche cambiamento alla mia vita. Mi sono iscritto ad un corso di lingua, che mi ha consentito di conoscere delle persone gradevoli. Mi sono anche iscritto ad un corso di tipo professionale, nell'ambito del quale non sono però riuscito sinora a conoscere nessuno. Sono stato qualche volta da uno psicologo, che credo abbia indovinato la diagnosi (nella mia vita manca il "divertimento", mi ha detto), ma non mi ha saputo indicare uno straccio di percorso, per cui ho abbandonato. La mia vita sociale è ancora pari a zero, ma sto cercando di lavorarci su, sforzandomi anche di pensare che bisogna saper vivere con leggerezza e che non può esserci spazio solo per le cose che danno gratificazione; dev'essercene anche per il divertimento puro e semplice, fine a se stesso. Io credo di avere le potenzialità per avere una fidanzata ma, data la mia scarsa propensione alla socialità e al divertimento tradizionalmente inteso, in passato sono sempre stato solo. Ultimamente sono dilaniato dai rimpianti e da un'ansia legata al trascorrere inesorabile del tempo. Da un lato, il rimpianto per non aver saputo vivere la mia adolescenza e la fase immediatamente successiva in modo normale; in un modo, cioè, che avrebbe potuto forse rendermi più felice, portandomi magari anche a trovare una fidanzata. Tempo fa, quando mi si diceva "vivi!", "divertiti!", io rispondevo "so quello che faccio" e mi buttavo di nuovo sui libri. Ora, improvvisamente, è come se avessi cambiato idea e mi rimproverassi per non aver dato retta a quegli imperativi. Dall'altro lato, sono tormentato dall'idea del tempo che passa senza che io riesca a fare concreti progressi in campo sentimentale. L'idea di arrivare a 26 anni (che compirò quest'anno) senza aver mai provato l'amore mi fa stare davvero molto, molto male. Come faccio a mettermi l'anima in pace rispetto al mio passato e ad essere paziente riguardo al mio presente? Grazie
Vi ho già scritto mesi fa, per cui per comodità metto il link relativo alla precedente richiesta di consulto: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/385739-nessuna-esperienza-sentimentale-zero-vita-sociale.html
Purtroppo continuo a non avere una vita sociale e soprattutto ancora non riesco ad instaurare rapporti sentimentali con l'altro sesso. Come ho già raccontato nella mia precedente richiesta, i miei hobby sono perlopiù solitari e trovo veramente faticoso pensare di impiegare il mio tempo facendo qualcosa di più "leggero" che possa però favorire i contatti con le altre persone, in quanto considero ogni attività non intellettuale (dunque diversa dalla lettura o dallo studio) come una perdita di tempo (è una specie di "blocco" mentale che ho fin dall'adolescenza). Per fortuna tra qualche mese (ad ottobre) partirò, andrò a vivere in un'altra città per frequentare un master e presumibilmente avrò la possibilità di conoscere molte persone, facendo peraltro qualcosa che percepisco come "utile". Dalla mia richiesta di consulto ho cercato di apportare qualche cambiamento alla mia vita. Mi sono iscritto ad un corso di lingua, che mi ha consentito di conoscere delle persone gradevoli. Mi sono anche iscritto ad un corso di tipo professionale, nell'ambito del quale non sono però riuscito sinora a conoscere nessuno. Sono stato qualche volta da uno psicologo, che credo abbia indovinato la diagnosi (nella mia vita manca il "divertimento", mi ha detto), ma non mi ha saputo indicare uno straccio di percorso, per cui ho abbandonato. La mia vita sociale è ancora pari a zero, ma sto cercando di lavorarci su, sforzandomi anche di pensare che bisogna saper vivere con leggerezza e che non può esserci spazio solo per le cose che danno gratificazione; dev'essercene anche per il divertimento puro e semplice, fine a se stesso. Io credo di avere le potenzialità per avere una fidanzata ma, data la mia scarsa propensione alla socialità e al divertimento tradizionalmente inteso, in passato sono sempre stato solo. Ultimamente sono dilaniato dai rimpianti e da un'ansia legata al trascorrere inesorabile del tempo. Da un lato, il rimpianto per non aver saputo vivere la mia adolescenza e la fase immediatamente successiva in modo normale; in un modo, cioè, che avrebbe potuto forse rendermi più felice, portandomi magari anche a trovare una fidanzata. Tempo fa, quando mi si diceva "vivi!", "divertiti!", io rispondevo "so quello che faccio" e mi buttavo di nuovo sui libri. Ora, improvvisamente, è come se avessi cambiato idea e mi rimproverassi per non aver dato retta a quegli imperativi. Dall'altro lato, sono tormentato dall'idea del tempo che passa senza che io riesca a fare concreti progressi in campo sentimentale. L'idea di arrivare a 26 anni (che compirò quest'anno) senza aver mai provato l'amore mi fa stare davvero molto, molto male. Come faccio a mettermi l'anima in pace rispetto al mio passato e ad essere paziente riguardo al mio presente? Grazie
[#1]
Gentile Utente,
è difficile che lo psicologo Le dica come divertirsi.
Personalmente dico che posso suggerire di comprare un paio di scarpe, ma l'atto di andare al negozio e scegliere il paio di scarpe secondo le proprie esigenze lo deve fare la persona, dato che saranno i suoi piedi a dover camminare.
Rimporverarsi a cosa altro Le serve, se non ad arrabbiarsi e colpevolezzarsi? I che modo rimproversarsi Le è utile per la nuova esperienza che l'aspetta?
è difficile che lo psicologo Le dica come divertirsi.
Personalmente dico che posso suggerire di comprare un paio di scarpe, ma l'atto di andare al negozio e scegliere il paio di scarpe secondo le proprie esigenze lo deve fare la persona, dato che saranno i suoi piedi a dover camminare.
Rimporverarsi a cosa altro Le serve, se non ad arrabbiarsi e colpevolezzarsi? I che modo rimproversarsi Le è utile per la nuova esperienza che l'aspetta?
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#2]
Gentile Utente,
Mi assopisco alle riflessioni del collega.
Lo psicologo le avrà forse detto che è carente della sfera del piacere, ma ovviamente come recuperarla sarebbe stato frutto del percorso da intraprendere, non di semplici suggerimenti o istruzioni guidate.
Per quanto tempo è stato in terapia?
Se non si è trovato bene con questo collega, può sempre sceglierne un altro, magari donna,(a volte le coppie eterosessuali a lavoro, in alcuni casi, sono più indicate), o forse con un' altra formazione...
Buttare la spugna e recriminare, non credo sia la soluzione
Mi assopisco alle riflessioni del collega.
Lo psicologo le avrà forse detto che è carente della sfera del piacere, ma ovviamente come recuperarla sarebbe stato frutto del percorso da intraprendere, non di semplici suggerimenti o istruzioni guidate.
Per quanto tempo è stato in terapia?
Se non si è trovato bene con questo collega, può sempre sceglierne un altro, magari donna,(a volte le coppie eterosessuali a lavoro, in alcuni casi, sono più indicate), o forse con un' altra formazione...
Buttare la spugna e recriminare, non credo sia la soluzione
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Gentile Utente,
intanto ben ritrovato!
Lei aveva scritto anche nell'ultima richiesta che lo psicologo dal quale andava aveva intercettato il problema, ma qui scrive: "Sono stato qualche volta da uno psicologo, che credo abbia indovinato la diagnosi (nella mia vita manca il "divertimento", mi ha detto), ma non mi ha saputo indicare uno straccio di percorso, per cui ho abbandonato..."
Si aprono molte questioni a proposito: che cosa significa che non Le ha saputo indicare un percorso? Una volta preso atto del problema, lo psicologo non Le ha prescritto un trattamento specifico (es psicoterapia, sostegno, ecc...)?
Oppure, un'altra idea che mi fa venire in mente la Sua richiesta è quella di avere delle aspettative magiche in merito all'intervento di uno psicologo/psicoterapeuta: posso chiederLe quali sono le Sue aspettative?
Inoltre Lei dice di aver provato a fare nuove esperienze in questo momento, come l'essersi iscritto ad attività che prevedono di socializzare, ecc... o al master che La porterà fuori città tra qualche mese.
Mi permetta però di esprimere che, se da una parte ha fatto bene a farlo, dall'altro probabilmente Lei ha aspettative di poter modificare il Suo atteggiamento e i Suoi comportamenti SOLO iscrivendosi a tali corsi/attività... E questo non è vero, perchè Lei si porta in tali attività di socializzazione con le Sue vecchie e inconsapevoli modalità che tendono all'isolamento per tutte le ragioni che avevamo ipotizzato nel precedente consulto (es paure).
Per quanto riguarda l'altra parte della Sua richiesta: "...il rimpianto per non aver saputo vivere la mia adolescenza e la fase immediatamente successiva in modo normale...", posso capire il Suo vissuto, ma è anche vero che se Lei fosse stato in grado di fare così inpassato, forse lo avrebbe fatto. In altre parole, se Lei non ha fatto determinate scelte è perchè non era ancora pronto per farle, quindi lasci perdere i paragoni con gli altri, anche perchè la "normalità" per queste cose non esiste. Evidentemente Lei era molto preso dai Suoi altri obiettivi (es lo studio). Non sto dicendo che le due cose siano sempre incompatibili, ma -se sommate alle difficoltà e paure di cui avevamo discusso nel precedente consulto- allora ci potrebbe anche stare questa ipotesi: forse non sarebbe stato in grado di portare a termine tutti i Suoi progetti.
Adesso è chiaro che ha voglia di fare anche altro; allora il mio suggerimento è di tornare da uno psicologo che sia anche psicoterapeuta e di farsi aiutare operativamente a cambiare in questi termini ed essere finalmente libero dalle Sue paure.
Cordiali saluti,
intanto ben ritrovato!
Lei aveva scritto anche nell'ultima richiesta che lo psicologo dal quale andava aveva intercettato il problema, ma qui scrive: "Sono stato qualche volta da uno psicologo, che credo abbia indovinato la diagnosi (nella mia vita manca il "divertimento", mi ha detto), ma non mi ha saputo indicare uno straccio di percorso, per cui ho abbandonato..."
Si aprono molte questioni a proposito: che cosa significa che non Le ha saputo indicare un percorso? Una volta preso atto del problema, lo psicologo non Le ha prescritto un trattamento specifico (es psicoterapia, sostegno, ecc...)?
Oppure, un'altra idea che mi fa venire in mente la Sua richiesta è quella di avere delle aspettative magiche in merito all'intervento di uno psicologo/psicoterapeuta: posso chiederLe quali sono le Sue aspettative?
Inoltre Lei dice di aver provato a fare nuove esperienze in questo momento, come l'essersi iscritto ad attività che prevedono di socializzare, ecc... o al master che La porterà fuori città tra qualche mese.
Mi permetta però di esprimere che, se da una parte ha fatto bene a farlo, dall'altro probabilmente Lei ha aspettative di poter modificare il Suo atteggiamento e i Suoi comportamenti SOLO iscrivendosi a tali corsi/attività... E questo non è vero, perchè Lei si porta in tali attività di socializzazione con le Sue vecchie e inconsapevoli modalità che tendono all'isolamento per tutte le ragioni che avevamo ipotizzato nel precedente consulto (es paure).
Per quanto riguarda l'altra parte della Sua richiesta: "...il rimpianto per non aver saputo vivere la mia adolescenza e la fase immediatamente successiva in modo normale...", posso capire il Suo vissuto, ma è anche vero che se Lei fosse stato in grado di fare così inpassato, forse lo avrebbe fatto. In altre parole, se Lei non ha fatto determinate scelte è perchè non era ancora pronto per farle, quindi lasci perdere i paragoni con gli altri, anche perchè la "normalità" per queste cose non esiste. Evidentemente Lei era molto preso dai Suoi altri obiettivi (es lo studio). Non sto dicendo che le due cose siano sempre incompatibili, ma -se sommate alle difficoltà e paure di cui avevamo discusso nel precedente consulto- allora ci potrebbe anche stare questa ipotesi: forse non sarebbe stato in grado di portare a termine tutti i Suoi progetti.
Adesso è chiaro che ha voglia di fare anche altro; allora il mio suggerimento è di tornare da uno psicologo che sia anche psicoterapeuta e di farsi aiutare operativamente a cambiare in questi termini ed essere finalmente libero dalle Sue paure.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Caro ragazzo,
"Sono stato qualche volta da uno psicologo, che credo abbia indovinato la diagnosi (nella mia vita manca il "divertimento", mi ha detto), ma non mi ha saputo indicare uno straccio di percorso, per cui ho abbandonato". Senza parlare apertamente con lui di ciò che non le piaceva del lavoro fatto insieme?
Quindi, mi pare di capire che lei si sia scoraggiato ancor prima di arrivare insieme a comprendere pienamente chi o che cosa, nel suo percorso di crescita, le ha depositato dentro (probabilmente anche in modo direttivo, la stessa che chiedeva al collega) che era più importante studiare, leggere piuttosto che "perdere tempo" in altre attività. Dice che è così fin dall'adolescenza ma prima cosa accedeva? Vede il viaggio della scoperta della "dialettica" relazionale incomincia fin da piccoli ed è naturale poi, da adulti, avere delle difficoltà se non ci si è "allenati" prima. I suoi amici migliori, a lei molto affini negli interessi, sono partiti e probabilmente ciò è stata la causa scatenante del suo malessere. Ha visto venire meno il suo "luogo sicuro", quello dove si trovava a suo agio. Ma vede, non è affatto solo. L'inconosciuto, l'alterità, spaventa la maggior parte delle persone. Ha solo bisogno di un piccolo aiuto per " avventurarsi" ,con tutti i mezzi necessari, in questa nuova impresa. In accordo con i colleghi le consiglierei di riprendere la terapia , e vorrei aggiungere, senza avere timori di andare in profondità. Credo che abbia tutte le potenzialità per riuscire.
In bocca al lupo.
"Sono stato qualche volta da uno psicologo, che credo abbia indovinato la diagnosi (nella mia vita manca il "divertimento", mi ha detto), ma non mi ha saputo indicare uno straccio di percorso, per cui ho abbandonato". Senza parlare apertamente con lui di ciò che non le piaceva del lavoro fatto insieme?
Quindi, mi pare di capire che lei si sia scoraggiato ancor prima di arrivare insieme a comprendere pienamente chi o che cosa, nel suo percorso di crescita, le ha depositato dentro (probabilmente anche in modo direttivo, la stessa che chiedeva al collega) che era più importante studiare, leggere piuttosto che "perdere tempo" in altre attività. Dice che è così fin dall'adolescenza ma prima cosa accedeva? Vede il viaggio della scoperta della "dialettica" relazionale incomincia fin da piccoli ed è naturale poi, da adulti, avere delle difficoltà se non ci si è "allenati" prima. I suoi amici migliori, a lei molto affini negli interessi, sono partiti e probabilmente ciò è stata la causa scatenante del suo malessere. Ha visto venire meno il suo "luogo sicuro", quello dove si trovava a suo agio. Ma vede, non è affatto solo. L'inconosciuto, l'alterità, spaventa la maggior parte delle persone. Ha solo bisogno di un piccolo aiuto per " avventurarsi" ,con tutti i mezzi necessari, in questa nuova impresa. In accordo con i colleghi le consiglierei di riprendere la terapia , e vorrei aggiungere, senza avere timori di andare in profondità. Credo che abbia tutte le potenzialità per riuscire.
In bocca al lupo.
Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.4k visite dal 26/04/2014.
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