Abbuffate notturne, incontrollabili
Non mi svegliavo ripetutamente di notte, come mi accade ora, per mangiare. Da circa 3 -4 mesi, praticamente tutte le notti, non ho un sonno regolare e, nonostante
cerchi sempre di coricarmi alla stessa ora, mi risveglio anche 5-6 volte a
notte e mangio. Perlopiù cibi dolci, cioccolato, biscotti. Non ingerisco
quantità spropositate, ma una media di 500-600 calorie a notte. Sono ancora
magra, per natura e perchè sopperisco alle abbuffate con molta attività fisica
(c'è da aggiungere poi, che durante il giorno, a colazione e pranzo, mi
regolo). E' ormai diventato un circolo vizioso, che mi sta creando
preoccupazione (quando cala la sera, mi cresce l'ansia per la nottata a cui
andrò incontro), disistima perchè non riesco a controllare qualcosa che è
divenuto più forte di me, paura delle conseguenze che tale atteggiamento potrà
avere sul mio fisico e sulla mia mente. Solo dopo aver mangiato in maniera
compulsiva, come fosse una sorta di sfogo o di riempitivo, sul momento mi sento
meglio, ma poi la mattina sono assalita dal senso di colpa e mi sottopongo,
prima di andare al lavoro, ad estenuanti camminate per cercare di smaltire
quelle calorie assunte in maniera incontrollata. Inutile dire che, durante il
giorno, non mi sento al pieno delle mie facoltà e, soprattutto ora con la
primavera, comincio ad accusare molta stanchezza, anche e soprattutto
mentale. E le camminate, che prima rappresentavano una piacevolezza, perchè mi
scaricavano e rigeneravano, ora stanno diventando un dovere, una specie di auto-imposizione. Un'equazione illogica: più mangio la notte, più devo camminare e smaltire. Mi sono rivolta a voi, perchè capisco di avere un problema, ne sono consapevole e, da sola, non riesco a venirne fuori. Le ho provate di tutte: tisane rilassanti, pillole per controllare la fame nervosa, leggere prima di coricarmi, uscire, ripulire la dispensa da cibi potenzialmente pericolosi, ma è tutto inutile. C'è qualcosa di emotivamente sbagliato, in me, e vorrei curarlo.
Sperando in una vostra risposta, vi saluto e vi ringrazio.
per me l'unico suggerimento che è possibile darLe è ripetere le Sue parole.
Tornare dallo psichiatra ed informarlo degli effetti della sospensione della terapia.
Una volta ristabilizzato l'equilibrio biochimico intraprendere anche un percorso di sostegno psicologico.
Uno degli aspetti emotivamente sbagliati riguarda il voler far da sola ed il volersi curare da sola.
Mi dispiace sottolinearglieLo ma non ha la conoscenza scientifica per farlo. Al massimo può decidere da chi farsi curare, quindi a chi affidarsi nel percorso di cura.
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
anche una psicoterapia ?
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
questo significa semplicemente cercare di gestire un problema importante (psicopatologico) in maniera autonoma, difficilmente riuscirà da sola a "curare" le sue difficoltà e suoi disagi che sono pervasivi e sembrano interessare diversi aspetti della sua personalità.
Iniziare una psicoterapia potrebbe essere molto utile per lei. Aveva già pensato a questa ipotesi?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
forse le sarebbe utile consultare nuovamente lo psichiatra che l'ha seguita lo scorso anno e magari affiancare una psicoterapia. Generalmente si trae beneficio dall'essere indirizzati verso una migliore strutturazione dei pasti, unitamente all'eliminazione di bevande stimolanti come il caffè e il tè. Utile anche imparare a gestire meglio lo stress non evitabile e imparare qualche tecnica di rilassamento. Vi sono anche accorgimenti per migliorare l'igiene del sonno e per ridurre l'aspettativa catastrofica dell'imminente sonno disturbato, che di certo lo alimenta. Importante anche non tenere in casa cibi di pronto consumo, che mi sembra già faccia, e non ultimo imparare a contrastare i pensieri disfunzionali che possono favorire l'alimentazione notturna e i pensieri disfunzionali di colpa che la seguono. Sono tante le componenti di un comportamento alimentare disturbato e vanno prese tutte in considerazione in un adeguato contesto. Anche la componente emotiva è molto importante, va analizzata e gestita con accuratezza.
Cordiali saluti
Dr.ssa DONATELLA BIELLI
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale.

lo psicoterapeuta specializzato in disturbi dell'alimentazione non esiste; lo psicologo specializzato in psicoterapia è il professionista adatto per trattare la patologia di cui parla.
Quale diagnosi è stata posta?
Quale tipo di trattamento è stato impostato fin qui?
In che cosa consiste la psicoterapia che sta facendo?
"Un'equazione illogica: più mangio la notte, più devo camminare e smaltire."
Mi pare molto logica, invece, nella mente delle persone che hanno un funzionamento da anoressica...
Legga qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html
Sta compilando dei diari alimentari per comprendere meglio il distubo?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
>>Sarà perchè, il mio terapeuta, forse, non è specializzato in disturbi legati all'alimentazione?<<
l'importante è che sia specializzato in psicoterapia. Può verificare questo consultando il link:
https://areariservata.psy.it/cgi-bin/areariservata/albo_nazionale.cgi

E' vero, come asseriscono anche i Colleghi, che sei mesi di terapia sono pochi per un disturbo così grave e che si porta da tempo, ma credo che una parte fondamentale del lavoro psicologico sia proprio quello di lavorare sia sul sintomo sia su ciò che genera il problema.
Cordiali saluti,

Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Attacchi di panico

Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?