Sensi di colpa, rabbia e voglia di serenità

Uso il link di un’amica. Sono sposata da 14 anni e ho 2 figli. Sto con mio marito da quando ne avevo 18, il nostro è stato un matrimonio di amore, sincerità, rispetto ma anche di passione e attrazione sessuale molto forte. Due anni fa, mio marito viene licenziato. Da qui la nostra relazione cambia: si discute di soldi, lui si trascura e mi trascura (anche sessualmente) e cominciano litigi in cui mi definisce “pesante”, “brutta” ma anche “poco di buono” perché penso solo al lavoro. Io lo accuso di non fare più il marito e il padre. Mi sento sola e stringo amicizia con un collega, sposato e con figli. Mi rendo conto che anche lui non sta vivendo un momento felice e parlare ci fa sentire bene. C’è un’attrazione molto forte, ma sappiamo che non supereremo mai certi limiti, eppure dopo un po’ scappa un bacio. Da quel momento la tentazione è forte. Cerco di stargli lontano e provo a dare una scossa a mio marito, ma inutilmente. Così mi ritrovo fra le braccia del mio collega e tra sensi di colpa e imbarazzo non arrivo nemmeno all’orgasmo. Vorrei troncare subito, ma mi lascio condizionare dal suo entusiasmo. Le sue parole, le carezze e i baci mi tentano ogni volta, ma i rapporti non mi soddisfano. Il mio umore vive alti e bassi e i sensi di colpa mi distruggono. Non riesco a vivere bene la passione, lo investo con le mie ansie tanto che lui tronca la relazione dicendomi che vuole riprovare a far ripartire il suo matrimonio. Mi sento malissimo perché il mio orgoglio non mi fa accettare che sia stato lui a chiudere e comincio a cercarlo, cerca di resistermi, ma ogni volta finiamo col fare l’amore. Farlo cedere mi eccita, ma il dopo è sempre una tortura perché essendo io a provocare, mi sento l’unica responsabile. Nel frattempo, mio marito si riavvicina. Non posso confessargli il tradimento (non capirebbe e non perdonerebbe) ma possiamo ricominciare a parlare. Decido di smettere di cercare il mio amante: il ruolo di cacciatrice che mi sono ritagliata adesso mi fa sentire umiliata perché ciò che ottengo è solo sesso. I sensi di colpa però non mi abbandonano: non mi sento più la moglie perfetta che credevo di essere e non riesco a vivere bene l’intimità con mio marito. In più provo anche rabbia verso il mio collega. Il suo atteggiamento negli ultimi tempi mi fa chiedere che fine hanno fatto i sensi di colpa verso la moglie e ho il sospetto che abbia approfittato della mia debolezza per portarmi a letto. Spesso penso che mi sentirei meglio se lui mi cercasse e io avessi la possibilità di rifiutarlo. Sono sempre stata una persona razionale che non ha mai avuto colpi di testa, vorrei che qualcuno mi aiutasse a comprendere questo periodo della vita gestito con irrazionalità e superficialità. Con mio marito, vorrei ritrovare la serenità di un tempo, dimenticare tutto e voltare pagina, ma sarebbe utile anche sbollire la rabbia e il sospetto verso il collega perché dobbiamo lavorare insieme e non posso permettermi di lasciare il lavoro. Vi ringrazio in anticipo.
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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
la rabbia nei confronti dell'uomo è inversamente proporzionale a quella che prova per suo marito. Inizialmente tradisce perché arrabbiata con il suo compagno, successivamente, riavvicinandosi al marito, si arrabbia con l'amante. Anche il suo atteggiamento nei confronti dei due uomini è cambiato nel tempo. Anche lei, in un certo senso ha utilizzato l'amante per i suoi bisogni affettivi. Non è raro, dentro un tradimento, che ci si senta "traditi". Forse le. Sarebbe opportuno chiarire con il suo collega....
Le invio un link sul rapporto di coppia:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3813-che-cosa-rende-le-relazioni-stabili-caratteristiche-di-un-rapporto-duraturo.html
Spero possa esserle utile.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
La ringrazio per la sua risposta e per l’articolo. Ho delle domande da porle: è vero che inizialmente tradisco perché sono arrabbiata con mio marito, ma perché lei ritiene che questo tipo di rabbia, sia inversamente proporzionale con la rabbia nei confronti del collega? Potrebbe spiegarmi anche perché Lei pensa che il mio atteggiamento nei confronti dei due uomini sia cambiato nel tempo? Per quanto riguarda il chiarimento, il comportamento del collega mi blocca: in alcuni momenti sembra essere la persona che ho imparato a conoscere, in altri ancora fa l’indifferente e flirta con altre colleghe. Mi sento già abbastanza colpevole per aver ceduto, non voglio scoprire di dovermi sentire ancora più in colpa per il fatto che il mio bisogno affettivo me l’ha fatto giudicare migliore di quanto in realtà non sia. Vede, all’inizio, quando ancora la nostra amicizia era assolutamente platonica, le nostre confidenze ci hanno fatto capire quanto entrambi amassimo i nostri rispettivi coniugi e proprio da questo arrivava la mia sicurezza iniziale che assieme a lui (nonostante mi piacesse tantissimo come uomo) non avrei mai potuto andare oltre. Lo rispettavo e rispettavo il suo matrimonio, esattamente come lui rispettava il mio e anche dopo, quando ci siamo ritrovati, nostro malgrado, l’uno fra le braccia dell’altro, sapevamo che la cosa non sarebbe potuta durare. Pensando a quando sarebbe finita, ci consolavamo dicendo che eravamo le persone giuste nel momento e nel posto sbagliato. Un confronto non potrebbe complicare ancora di più la situazione? Vorrei soltanto essere sicura di non aver riposto malamente la mia fiducia (ma questo, forse, me lo potrà dire solo il tempo) e fare di tutto per tornare amici, anche se mi sentirò sempre un po’ in imbarazzo. Ciò che mi preme è la relazione con mio marito e il fatto che nonostante piano piano tutto stia tornando alla normalità, io mi sento sempre in difetto nei suoi confronti, a quanto pare (cito le parole del suo articolo) “l’idea dell’equità è una delle illusioni più resistenti da scardinare” non solo per ottenere il risarcimento per un torto subito, ma, nel mio caso, anche quando il torto lo si è commesso. Credo di aver peccato di presunzione, perché, in passato, pensavo che una cosa del genere a noi non sarebbe mai potuta accadere. Vorrei trasformare quest’esperienza che mi ha allontanato da me stessa e dai miei valori (sincerità e onestà in primis), in qualcosa che mi renda più forte e mi faccia affrontare meglio i problemi che si presenteranno nella nostra vita.
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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile signora,
Con il termine "inversamente proporzionale" intendo che più era arrabbiata con suo marito più si è sentita attratta dall'amante, viceversa quando si è riavvicinata al coniuge l'amante è divenuto via via più "nemico" ed emotivamente "pericoloso". Lo dice anche lei che il comportamento, per lo meno nei confronti di suo marito, si è modificato. Dopo i frequenti litigi c'è stato un riavvicinamento....
Forse il tradimento è servito.....
L'unico modo per sapere il punto di vista dell'uomo è chiedere.
I non detti creano fantasie che spesso sono peggiori della realtà.

Restiamo in ascolto
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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Salve dottore, non ho avuto il coraggio di chiarire col collega, ma quello che ho involontariamente scoperto mi ha confermato che purtroppo il caro amico che credevo di conoscere così bene era solo bugiardo e opportunista. Un mesetto fa circa, si è assentato dal lavoro ed utilizzando il suo computer, ho involontariamente scoperto una chat con un'altra donna. Mi vergogno di quello che ho fatto, ma ho letto tutto quello che c'era scritto, scoprendo con mio grande rammarico che il tipo avevo adescato una donna davanti alla scuola del figlio e tramite mail le diceva le stesse cose che aveva detto a me. La signora in questione, come me, aveva problemi col marito e parlare con lui l'aiutava. Non so come è andata a finire la storia fra i due, so per certo che c'è stato un bacio... Ora sono arrabbiata e vorrei sfogare la mia rabbia rinfacciandogli tutto, crede che servirebbe? Intanto col marito il rapporto affettivo va beninissimo. Ci siamo ritrovati e andiamo d'amore d'accordo. L'unico problema è il sesso, non riesco più a viverlo bene, i sensi di colpa ogni volta che lui si avvicina si moltiplicano. Lascio sempre che sia lui a cercarmi e comunque non riesco a rilassarmi. Quando sono sola, soprattutto in ufficio, immagini di me e dell'altro insieme mi ritornano in mente creandomi un senso di ansia e di schifo per me stessa che mi fanno stare male. Cerco di curare il mio aspetto fisico al massimo perchè la mia autostima è sotto i tacchi. Cosa posso fare? Avrei pensato di partire qualche giorno da sola con mio marito, forse lontano da casa e dai posti familiari, potrei sentirmi diversa. O forse semplicemente dovrei dirgli la verità, così la mia coscenza smetterebbe di urlare.
Buona giornata.
[#5]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Salve dottori. Vorrei porre una domanda, ultimamente ho letto molti articoli sull'argomento. E' possibile che la persona con cui ho tradito mio marito sia un narcisista? Il problema è questo: dopo la scoperta della chat con l'altra donna, ho deciso che non valeva la pena chiarire e mi sono allontanata in modo netto, limitandomi ai rapporti lavorativi. Questo mio comportamento (per un periodo sono stata io a cercarlo, vedi mess precedenti) lo ha fatto riavvicinare. Mi chiedeva di mio marito, mi raccontava che lui e la moglie si erano riavvicinati e che si sentiva molto in colpa nei suoi confronti, soprattutto perchè sentiva che quello che aveva provato fisicamente con me non riusciva a provarlo con lei. L'ho lasciato parlare, dentro di me però pensavo alla chat e avevo voglia di rinfacciargli tutto, contemporaneamente però avevo bisogno di sapere fino a che punto poteva arrivare. La cosa è durata per circa una settimana poi ho ho vuotato il sacco. Naturalmente mi ha trovato una scusa (non sarebbe stato lui a chattare ma un altro collega), sapevo che era una bugia, ma ho finto di crederci. Lui ha ricominciato a fare complimenti e a corteggiarmi. I paletti però erano chiari: non dovevamo parlare di sentimenti profondi, ma potevamo ritagliaci attimi di felicità solo per noi. Ho preso tempo. Caratterialmente non amo essere presa in giro, in questa situazione ancora meno, perchè il pensiero di aver tradito mio marito con una persona di così poco valore mi fa star male. Così ho cominciato ad indagare: non ero la prima donna con cui aveva tradito la moglie, chattava con almeno altre due persone, vedeva un'altra donna persino quando stava con me. Perchè, allora adesso ha bisogno di riavvicinarsi a me? E se dovessi cedere, mi allontanerebbe non appena sarebbe sicuro di avermi riconquistata? Rinfacciargli tutto quello che so, servirebbe a tenerlo lontano da me? Premetto che non ho nessuna intenzione di tornare con lui, ma devo ammettere che, se da una parte il pensiero di non aver capito nulla di quest'uomo, della nostra storia, la pena profonda per la moglie, mi fanno star male, una parte di me si sente lusingata da lui, proprio per il fatto che avere altre donne, altre storie.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile signora,

>>E' possibile che la persona con cui ho tradito mio marito sia un narcisista?<<
di solito quando una donna definisce un partner come "narcisista" è per cercare di dare un senso ad una relazione che non comprende. Non è utile andare e ricercare la "patologia" nell'altro, è utile invece dare un senso a quello che è successo in un'ottica più ampia (lei, suo marito e il suo amante).

Il tradimento si innesca di solito su una crisi coniugale, credo sia importante affrontare questo, piuttosto che cercare di comprendere una persona che tende ad essere "manipolativa", non solo con lei, ma anche con altre.

Quindi dovrebbe decidere cosa intende fare.
>>il pensiero di aver tradito mio marito con una persona di così poco valore mi fa star male.<<
se le cose stanno così come mai continua ad assecondare i comportamenti del suo collega?

>>non dovevamo parlare di sentimenti profondi, ma potevamo ritagliaci attimi di felicità solo per noi.<<
lei ha un'atteggiamento ambivalente e questo non la sta aiutando a fare chiarezza.




Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#7]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Grazie dottore, Lei ha centrato il punto: la relazione istaurata con quest’uomo aveva una senso quando tutto è iniziato, quando io ero la moglie ferita e arrabbiata e l’altro era un uomo stanco del suo matrimonio. Da codardi, avevamo deciso di consolarci a vicenda, ma almeno fra di noi ci sarebbero stati la fiducia e l’affetto che improvvisamente nei nostri rapporti ufficiali erano venuti a mancare. Questo pensiero giustificava il mio comportamento. Invece, dopo pochi mesi, quell’uomo che mi aveva fatto sentire di nuovo bene, di nuovo donna, di nuovo bella (in quel periodo mio marito non mi considerava proprio in questi termini), diventa un farabutto. Quindi non solo il danno, anche la beffa. Mi sono allontanata da lui, ma sono costretta a vederlo tutti i giorni. Si è riavvicinato e mi sono sentita lusingata dalle sue attenzioni, perché forse, in cuor mio, spero che il pessimo giudizio che ho di lui possa essere un po’ ridimensionato, ma so che da lui non potrei avere più di quello che ho già avuto e comunque non riuscirei più a fidarmi nemmeno come amica. Dirgli quello che ho scoperto, servirebbe a fargli capire che non sono poi così ingenua?
Veniamo al mio matrimonio. Anche prima di cominciare la relazione con l'altro ho cercato di aggiustare le cose con mio marito, ma forse, infrangere il limite della fedeltà (per me da sempre imprescindibile) mi ha fatto davvero temere di mandare tutto all'aria e mi ha spronato al punto, che sono riuscita a metterlo con le spalle al muro. Abbiamo parlato tanto, di come c’eravamo allontanati, di come le cose, dopo il licenziamento, non erano state facili, di come lui abbia riportato la rabbia, per quello che gli era successo, nella nostra relazione (nonostante nel giro di qualche mese fosse riuscito a trovare un nuovo impiego) e abbiamo ricominciato a ricostruire un rapporto. Il punto però è che io non ho avuto il coraggio di essere sincera fino in fondo: non potrò mai dirgli quanto mi sono allontanata da lui. Non potrò nemmeno giustificarmi dicendo che ho cercato consolazione fra le braccia di un uomo che aveva i miei stessi problemi, che almeno mi rispettava, perché mi sono lasciata raggirare da un manipolatore. Non riesco a perdonarmi né la debolezza del tradimento, né la leggerezza nella scelta dell’altro, né il fatto di dover tacere adesso. Il rapporto con mio marito è addirittura migliorato: non solo lui, ma anch’io ho delle premure e delle attenzioni nei suoi confronti che prima non avevo. Ogni tanto però, quando ci coccoliamo o quando mi dice qualche parola affettuosa, mi sento malissimo e ho la sensazione di non meritare il suo amore (e mi chiedo se non sono invece più degna delle attenzioni del farabutto). E anche sotto le lenzuola, non riesco a lasciarmi andare come prima, anche se col tempo le cose stanno migliorando e sto ritrovando quella giocosità, malizia e passione che ho sempre provato nei suoi confronti. Comunque, grazie per l’ascolto, parlarne mi aiuta perché non ho raccontato a nessuno questa storia.