Adolescenza

Sono madre di un figlio di 15 anni che già da qualche anno presenta disagio comportamentale nel relazionarsi sia con i coetanei che con i familiari. Il ragazzo a parte la scuola nn ha una vita sociale, nn ha amicizie,ogni attività sportiva intrapresa viene puntualmente interrotta, il suo atteggiamento è di estrema timidezza e introversione . Dopo la segnalazione di un insegnante che mi esortava a prendere provvedimenti in merito in quanto il comportamento scolastico evidenziava una sorta di isolamento dai compagni ho pensato di affrontare la cosa parlandone anche con lui ma ottenendo solo silenzi: Non so come affrontare la situazione e soprattutto nn so a chi rivolgermi per avere un un consiglio purtroppo mio marito sottovaluta la situazione dicendo che è solo una fase di crescita in realtà nn vede che nn è una situazione nella norma e nn mi aiuta in nessun modo.
Spero in un Vs. riscontro perchè possiate indicarmi la via da intraprendere per poter aiutare mio figlio a superare questo periodo veramente critico per lui e per tutta la famiglia.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Signora,
ritengo sarebbe opportuno che si rivolgesse al Servizio di Neuropsichiatria Infantile (non si faccia spaventare dal nome, come a volte capita) della sua Asl, dove potrà incontrare degli psicologi ed approfondire la situazione che -concordo con Lei- è meglio non sottovalutare.
Meglio se riesce a convincere suo marito a fare almeno un colloquio insieme a Lei, ma se non vuol proprio saperne, vada comunque da sola.
Saranno poi loro ad indicarle se sarà necessario vedere anche il ragazzino.

Cordialmente,



Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile Signora,
concordo con quanto scrive la mia collega, dr.ssa Scalco.
È difficile poter essere esaustivi o efficaci da qui. Occorrerebbe una valutazione di persona, per comprendere meglio le caratteristiche del disagio di suo figlio, a che cosa sono correlati.
Rivolgendosi ad uno psicologo, sarebbe opportuno che anche la famiglia, per lo meno nei primi incontri, partecipasse al consulto.
Forse ci sono delle dinamiche familiari, come spesso accade con gli adolescenti, che influenzano le difficoltà di suo figlio.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile Signora,
concordo con quanto scrive la mia collega, dr.ssa Scalco.
È difficile poter essere esaustivi o efficaci da qui. Occorrerebbe una valutazione di persona, per comprendere meglio le caratteristiche del disagio di suo figlio, a che cosa sono correlati.
Rivolgendosi ad uno psicologo, sarebbe opportuno che anche la famiglia, per lo meno nei primi incontri, partecipasse al consulto.
Forse ci sono delle dinamiche familiari, come spesso accade con gli adolescenti, che influenzano le difficoltà di suo figlio.
Le invio un link sul ruolo della famiglia in adolescenza:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1788-la-famiglia-dell-adolescente-quali-caratteristiche-generali.html
Spero possa esserle utile.

Restiamo in ascolto
[#4]
Utente
Utente
Ringrazio sentitamente sia la D.ssa Scalco che il Dott. Mori per i consigli ricevuti. Spero possano essere per me e per mio figlio un punto di partenza verso una s
soluzione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

entro certi limiti isolarsi un po' in adolescenza è fisiologico e funzionale, ma se il ragazzo ha delle difficoltà maggiori a relazionarsi con i pari potrebbe celare un disagio più profondo che comunque voi genitori potreste essere d'aiuto.

Il ragazzo non incontra i compagni di scuola per studiare insieme o per altri motivi di aggregazione? Come mai interrompe puntualmente ogni attività sportiva? A Lei che motivazione fornisce?

Non c'è neppure una persona con la quale è riuscito a legare di più nel tempo?

Legga qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#6]
Utente
Utente
Gentilissima Dr Pileci, in effetti per noi genitori riuscire a comprendere in maniera obbiettiva questa situazione è molto difficile in quanto ns figlio è caratterialmente un ragazzo molto tranquillo,è sempre parso anche più maturo della sua età e le confesso che per molto tempo abbiamo pensato che queste fossero delle qualità.Solo negli ultimi 2-3 anni vedendo la sua scarsa socializzazione che si manifesta sopratutto nella totale mancanza di frequentazione di coetanei al di fuori dell ambiente scolastico,nel non riuscire a coltivare amicizie durature,secondo alcuni insegnanti manifestando insicurezza anche nel parlare,un estrema introversione e propensione comunque a legare solo con ragazzi timidi come lui che ovviamente nn lo stimolano al cambiamento ma creano anzi un circolo vizioso, abbiamo iniziato a notare la notevole differenza che lo distingue dalla maggior parte dei suoi coetanei.Purtroppo è evidente che i compagni caratterialmente diversi da lui nn lo cercano e questo ha fatto si che anche nelle attività sportive nn creasse gruppo con gli altri ma anzi dopo un pò si è rifiutato di partecipare trovandosi alla fine a frequentare un corso di nuoto in un gruppo di sole persone adullte.Eppure in famiglia ,quando non ha particolari periodi di stress dovuti principalmente agli impegni scolastici che affronta con svogliatezza e disinteresse, è un ragazzo piuttosto simpatico, dotato di senso dell ironia educato e fin troppo serio. Rispondendo alla sua domanda su una mia eventuale considerazione potrei dirle che ritengo che lui abbia veramente una scarsa autostima, sia molto insicuro e per niente dotato di spirito di ambizione e di competizione e questo a volte fa pensare a noi genitori di aver commesso degli errori nella sua educazione ecco il motivo per il quale chiedevo anche dove poterci rivolgere per un eventuale aiuto.
La ringrazio per il suo interesse.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
anch'io le dico come i Colleghi che sarebbe opportuno non sottovalutare la situazione e riuscire a comprendere i comportamenti di suo figlio nei loro significati, per poi poter eventualmente intervenire nel modo più opportuno.

Quanto ci riferisce in merito ai comportamenti di suo figlio necessiterebbe di essere decodificato alla luce di elementi rilevabili solo attraverso un consulto diretto (riguardanti il ragazzo e le dinamiche che caratterizzano i contesti in cui è calato famiglia, scuola, sociale).

Data l'età del ragazzo e quanto riferirito, dal mio punto di vista suggerirei di rivolgervi a un terapeuta familiare, utile anche per fornire a voi genitori indicazioni per meglio supportare vostro figlio in questa delicata fase di transizione verso l'età adulta.

Se suo marito non fosse d'accordo può farlo lei in prima persona, lo specialista potrà poi indicarle come coinvolgerlo in un consulto.

Cordiali saluti

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it