Disillusione, dubbi ed elaborazione
Gentili Specialisti,
Nei mesi scorsi vi ho contattato ("partner confuso", "ossessione amorosa") per raccontarvi la mia storia e chiedervi un aiuto nell' affrontare una delusione/disillusione sentimentale.
I vostri commenti mi sono stati di grande aiuto. Grazie.
In qualche modo questo episodio della mia vita continua a "impegnare" la mia mente, ponendomi tanti interrogativi.
A in paio di mesi di distanza dall' ultima telefonata (durante la quale mi son sentita dire: -non ti ho dimenticata/continuo a sentirmi "diviso in due"/ vorrei vederti ma meglio di no/ mi distraggo/ per te è più difficile perchè tu sei più innamorata di me-), l'ho incrociato casualmente per strada. Vederlo con la barba lunga, vestito da teenager e tutto agitato nel riconoscermi e incapace di salutarmi senza balbettare mi ha un po' scioccata, mi son chiesta come io abbia potuto lasciarmi tormentare da un uomo bambino. Gli ho quindi sorriso, l' ho cordialmente salutato chiamandolo per nome e sono andata dritta per la mia strada senza fermarmi o voltarmi.
Nei giorni successivi un' amica mi ha informata di aver visto il suo profilo su un sito di ricerca di anima gemella. Un nomignolo un po' ridicolo, un paio di autoscatti tristissimi, un motto tipo:" vediamo cosa ci dice il cuore", e perennemente online.
Per completare il quadro, La sua lista di "amici" su Facebook viene rinfoltita costantemente e anche sul social network egli pare freneticamente attivo.
La mia prima reazione è stata un' incontenibile ilarità, seguita da vergogna per me stessa, tristezza e pena per un uomo che in fondo le sue qualità le avrebbe.
Incuriosita ho chiesto all' amica di mostrarmi questo sito di ricerca di incontri online. Mi ha messo tanta tristezza vedere autoscatti di quarantenni più o meno stempiati, di giovani donne ammiccanti e liste minuziose dei requisiti imprescindibili che il partner ideale deve avere.
Per un attimo mi son chiesta se anch' io "dovessi" iscrivermi a un sito di incontri, ma non faccio neanche la spesa al supermercato preferendo il mercato rionale e i piccoli negozi.
Ora son qui a chiedermi se il mio atteggiamento è simile alle casalinghe scettiche davanti alle prime lavatrici, e devo ammettere mi sento piuttosto sola, depressa e disillusa.
Le sue frasi, i suoi presunti dubbi, la vita perennemente online mi intristiscono molto. Ripeto, in fondo le sue qualità sotto tormenti, complessi e insicurezze personali le ho viste, le ho riconosciute e apprezzate. Mi chiedo se questa è l' inevitabile realtá di chi per casi della vita si trova solo a quarant' anni? Nonostante tutto continuo a temere di incontrarlo per la strada mano nella mano con una qualche donna (ragazza?) non timorosa della lavatrice incontrata su un qualche social network o nel cocktail bar per studenti che frequenta. Timore irrazionale, insensato, ma esistente.
Ho un aspetto "da ragazza", una mente aperta, un ottimo lavoro, ciò nonostante mi sento "inadeguata".Forse davvero demonizzo quel che non posso avere?
Nei mesi scorsi vi ho contattato ("partner confuso", "ossessione amorosa") per raccontarvi la mia storia e chiedervi un aiuto nell' affrontare una delusione/disillusione sentimentale.
I vostri commenti mi sono stati di grande aiuto. Grazie.
In qualche modo questo episodio della mia vita continua a "impegnare" la mia mente, ponendomi tanti interrogativi.
A in paio di mesi di distanza dall' ultima telefonata (durante la quale mi son sentita dire: -non ti ho dimenticata/continuo a sentirmi "diviso in due"/ vorrei vederti ma meglio di no/ mi distraggo/ per te è più difficile perchè tu sei più innamorata di me-), l'ho incrociato casualmente per strada. Vederlo con la barba lunga, vestito da teenager e tutto agitato nel riconoscermi e incapace di salutarmi senza balbettare mi ha un po' scioccata, mi son chiesta come io abbia potuto lasciarmi tormentare da un uomo bambino. Gli ho quindi sorriso, l' ho cordialmente salutato chiamandolo per nome e sono andata dritta per la mia strada senza fermarmi o voltarmi.
Nei giorni successivi un' amica mi ha informata di aver visto il suo profilo su un sito di ricerca di anima gemella. Un nomignolo un po' ridicolo, un paio di autoscatti tristissimi, un motto tipo:" vediamo cosa ci dice il cuore", e perennemente online.
Per completare il quadro, La sua lista di "amici" su Facebook viene rinfoltita costantemente e anche sul social network egli pare freneticamente attivo.
La mia prima reazione è stata un' incontenibile ilarità, seguita da vergogna per me stessa, tristezza e pena per un uomo che in fondo le sue qualità le avrebbe.
Incuriosita ho chiesto all' amica di mostrarmi questo sito di ricerca di incontri online. Mi ha messo tanta tristezza vedere autoscatti di quarantenni più o meno stempiati, di giovani donne ammiccanti e liste minuziose dei requisiti imprescindibili che il partner ideale deve avere.
Per un attimo mi son chiesta se anch' io "dovessi" iscrivermi a un sito di incontri, ma non faccio neanche la spesa al supermercato preferendo il mercato rionale e i piccoli negozi.
Ora son qui a chiedermi se il mio atteggiamento è simile alle casalinghe scettiche davanti alle prime lavatrici, e devo ammettere mi sento piuttosto sola, depressa e disillusa.
Le sue frasi, i suoi presunti dubbi, la vita perennemente online mi intristiscono molto. Ripeto, in fondo le sue qualità sotto tormenti, complessi e insicurezze personali le ho viste, le ho riconosciute e apprezzate. Mi chiedo se questa è l' inevitabile realtá di chi per casi della vita si trova solo a quarant' anni? Nonostante tutto continuo a temere di incontrarlo per la strada mano nella mano con una qualche donna (ragazza?) non timorosa della lavatrice incontrata su un qualche social network o nel cocktail bar per studenti che frequenta. Timore irrazionale, insensato, ma esistente.
Ho un aspetto "da ragazza", una mente aperta, un ottimo lavoro, ciò nonostante mi sento "inadeguata".Forse davvero demonizzo quel che non posso avere?
[#1]
Gentilissima utente,
il suo è un senso di inadeguatezza generale, diffuso oppure si sente inadeguata a qualche aspetto della vita?
Quali sono i criteri rispetto ai quali vive la sua o meno adeguatezza?
Spesso i nostri obiettivi ed i nostri bisogni cozzano con quella che è la percezione che abbiamo delle aspettative degli altri e della realtà che ci circonda, e questo può essere motivo di dubbi ed incertezza.
Credo che, al di là delle scelte del suo ex e degli altri in generale, sarebbe utile per lei dare udienza e lenimento alle sue sensazioni di solitudine, tristezza, disillusione ed inadeguatezza, alla base della sua attuale visione della realtà e del significato che da agli eventi che la coinvolgono.
Un cordiale saluto
il suo è un senso di inadeguatezza generale, diffuso oppure si sente inadeguata a qualche aspetto della vita?
Quali sono i criteri rispetto ai quali vive la sua o meno adeguatezza?
Spesso i nostri obiettivi ed i nostri bisogni cozzano con quella che è la percezione che abbiamo delle aspettative degli altri e della realtà che ci circonda, e questo può essere motivo di dubbi ed incertezza.
Credo che, al di là delle scelte del suo ex e degli altri in generale, sarebbe utile per lei dare udienza e lenimento alle sue sensazioni di solitudine, tristezza, disillusione ed inadeguatezza, alla base della sua attuale visione della realtà e del significato che da agli eventi che la coinvolgono.
Un cordiale saluto
Dr. Sandro Lingua
psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
perfezionato in sessuologia clinica
[#2]
>>Le sue frasi, i suoi presunti dubbi, la vita perennemente online mi intristiscono molto.<<
pensa di trovarsi nella sua stessa condizione?
Pensa di trovare "inevitabile" doversi adattare come sta facendo questa persona?
Come si sarebbe sentita nel vedere quest'uomo con una bella ragazza?
pensa di trovarsi nella sua stessa condizione?
Pensa di trovare "inevitabile" doversi adattare come sta facendo questa persona?
Come si sarebbe sentita nel vedere quest'uomo con una bella ragazza?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#4]
Utente
Gentile Dottor Del Signore,
Grazie per la sua attenzione.
No, non credo l' atteggiamento di quest' uomo e il mio nei confronti della vita sia paragonabile.
Entrambi viviamo una certa solitudine, nel senso che entrambi siamo single e viviamo soli.
In qualche modo lo vedo come "debole", insicuro, complessato e non risolto.
Lo vedo omologarsi in comportamenti mediocri per cercare un' affermazione di se e un' accettazione sociale nella piccola provincia dove abitiamo.
Se lo avessi incontrato con un' altra (bella o brutta non ha alcuna importanza) mi sarei chiesta: con lei sarà mediocre come lo è stato con me o sarà il principe azzurro che io ho visto in lui?
Non mi fa onore chiedermi questo, e non ha neanche molto senso.
Ma questa è la verità.
Grazie per la sua attenzione.
No, non credo l' atteggiamento di quest' uomo e il mio nei confronti della vita sia paragonabile.
Entrambi viviamo una certa solitudine, nel senso che entrambi siamo single e viviamo soli.
In qualche modo lo vedo come "debole", insicuro, complessato e non risolto.
Lo vedo omologarsi in comportamenti mediocri per cercare un' affermazione di se e un' accettazione sociale nella piccola provincia dove abitiamo.
Se lo avessi incontrato con un' altra (bella o brutta non ha alcuna importanza) mi sarei chiesta: con lei sarà mediocre come lo è stato con me o sarà il principe azzurro che io ho visto in lui?
Non mi fa onore chiedermi questo, e non ha neanche molto senso.
Ma questa è la verità.
[#5]
>>Entrambi viviamo una certa solitudine, nel senso che entrambi siamo single e viviamo soli.<<
un conto è essere single, altro è dire di sentire una solitudine. Credo che lei si sia in un certo senso "rispecchiata" in quest'uomo, nel suo essere solo e con poche prospettive. Dico rispecchiata, perché non è detto che le cose siano necessariamente così, la sua sembra una sorta di "proiezione", un po' come attribuire qualcosa che lei pensa di se stessa a qualcun'altro.
La disillusione sta proprio ad indicare una visione diversa dell'altro, probabilmente non più idealizzata (forse più reale? ma questo non è detto).
Come mai parla di "dubbi"?
un conto è essere single, altro è dire di sentire una solitudine. Credo che lei si sia in un certo senso "rispecchiata" in quest'uomo, nel suo essere solo e con poche prospettive. Dico rispecchiata, perché non è detto che le cose siano necessariamente così, la sua sembra una sorta di "proiezione", un po' come attribuire qualcosa che lei pensa di se stessa a qualcun'altro.
La disillusione sta proprio ad indicare una visione diversa dell'altro, probabilmente non più idealizzata (forse più reale? ma questo non è detto).
Come mai parla di "dubbi"?
[#6]
Gentilissima,
quindi questo è: si sente ridicola? Ha a che fare con la sua capacità di valutare le persone?
Ha mai considerato che le persone tendono a dare di loro l'immagine che desiderano gli altri vedano, e nello stesso tempo ognuno percepisce le immagini degli altri rendendole coerenti con quello che pensa di loro e con ciò che desidera per sè?
Che effetto le fa accorgersi che la sua valutazione non era, forse, corretta ?
Se lo può consentire? Crede di avere diritto/ potere assumersi il rischio di sbagliare?
Potrebbe essere utile parlarne con un collega, anche solo in una fase di consulenza
Cordialmente
quindi questo è: si sente ridicola? Ha a che fare con la sua capacità di valutare le persone?
Ha mai considerato che le persone tendono a dare di loro l'immagine che desiderano gli altri vedano, e nello stesso tempo ognuno percepisce le immagini degli altri rendendole coerenti con quello che pensa di loro e con ciò che desidera per sè?
Che effetto le fa accorgersi che la sua valutazione non era, forse, corretta ?
Se lo può consentire? Crede di avere diritto/ potere assumersi il rischio di sbagliare?
Potrebbe essere utile parlarne con un collega, anche solo in una fase di consulenza
Cordialmente
[#7]
Utente
Gentili dottori,
Grazie per le vostre risposte e i vostri spunti.
I "dubbi" e i "tormenti" a cui mi riferisco sono quelli che ho descritto nelle due richieste di consulto precedenti ("partner indeciso" e "ossessione amorosa").
Trovo interessante il concetto del "rispecchiarsi" suggerito dal dottor Del Signore. Come potete leggere da ciò che racconto nei consulti precedenti, l' uomo che ho incontrato è un po' problematico. In qualche modo temo di aver "interiorizzato" le sue paure e insicurezze per poterlo comprendere, stargli vicina e creare una complicità. Possibile? Talvolta ripenso alle sue frasi, ai suoi timori (se non con te non potrò mai stare con nessuna) e credo "valgano" per me.
Se mi guardo indietro vedo che quest' uomo è in qualche modo riuscito ad avere un forte potere su di me, e mi chiedo cosa mi abbia spinta a consentirglielo.
Credo il desiderio di trovare qualcuno con cui dividere la quotidianeità, con cui costruire un rapporto.
Si, ho desiderato lui fosse qualcosa di speciale. Il suo costante "tira e molla" mi ha confusa molto (sempre facendo riferimento ai consulti precedenti). Forse ha alimentato il mio desiderio di sentirmi accettata da lui?
Per meglio completare il quadro della situazione devo dire che vivo all'estero da molti anni e mi sono trasferita nella piccola città dove risiedo da un anno e mezzo. Grazie all' attività sportiva e socievolezza mi sono creata un piccolo network di amici e conoscenti, ma ovviamente la cerchia delle persone che conosco non è ampissima. Lui vive qui da 13 anni e puntualmente mi ha ricordato che lui ha più amici, che "tutti lo conoscono" e che "non è un turista".
Nel corso dell' ultima conversazione che abbiamo avuto mi ha infatti ricordato che per lui è più facile distrarsi perchè ha più possibilità di svago conoscendo più persone di me.
Wuando lo ringraziai per essermi stato vicino durante un lungo ricovero ospedaliero, mi rispose:" ovvio lo abbia fatto, tu qui sei sola, non hai nessuno". Questa frase mi ferì molto, e ancora oggi talvolta penso lui abbia una vita favolosa e io sia una poverina.
Per poi vedere che questa vita favolosa è una vita online.
Si, ho pensato di vedere uno specialista, anche se credo sia difficile esprimere queste emozioni in una lingua diversa dalla nativa.
Grazie per le vostre risposte e i vostri spunti.
I "dubbi" e i "tormenti" a cui mi riferisco sono quelli che ho descritto nelle due richieste di consulto precedenti ("partner indeciso" e "ossessione amorosa").
Trovo interessante il concetto del "rispecchiarsi" suggerito dal dottor Del Signore. Come potete leggere da ciò che racconto nei consulti precedenti, l' uomo che ho incontrato è un po' problematico. In qualche modo temo di aver "interiorizzato" le sue paure e insicurezze per poterlo comprendere, stargli vicina e creare una complicità. Possibile? Talvolta ripenso alle sue frasi, ai suoi timori (se non con te non potrò mai stare con nessuna) e credo "valgano" per me.
Se mi guardo indietro vedo che quest' uomo è in qualche modo riuscito ad avere un forte potere su di me, e mi chiedo cosa mi abbia spinta a consentirglielo.
Credo il desiderio di trovare qualcuno con cui dividere la quotidianeità, con cui costruire un rapporto.
Si, ho desiderato lui fosse qualcosa di speciale. Il suo costante "tira e molla" mi ha confusa molto (sempre facendo riferimento ai consulti precedenti). Forse ha alimentato il mio desiderio di sentirmi accettata da lui?
Per meglio completare il quadro della situazione devo dire che vivo all'estero da molti anni e mi sono trasferita nella piccola città dove risiedo da un anno e mezzo. Grazie all' attività sportiva e socievolezza mi sono creata un piccolo network di amici e conoscenti, ma ovviamente la cerchia delle persone che conosco non è ampissima. Lui vive qui da 13 anni e puntualmente mi ha ricordato che lui ha più amici, che "tutti lo conoscono" e che "non è un turista".
Nel corso dell' ultima conversazione che abbiamo avuto mi ha infatti ricordato che per lui è più facile distrarsi perchè ha più possibilità di svago conoscendo più persone di me.
Wuando lo ringraziai per essermi stato vicino durante un lungo ricovero ospedaliero, mi rispose:" ovvio lo abbia fatto, tu qui sei sola, non hai nessuno". Questa frase mi ferì molto, e ancora oggi talvolta penso lui abbia una vita favolosa e io sia una poverina.
Per poi vedere che questa vita favolosa è una vita online.
Si, ho pensato di vedere uno specialista, anche se credo sia difficile esprimere queste emozioni in una lingua diversa dalla nativa.
[#8]
Utente
Tanto per intenderci, io qui sono straniera. Lui no, è originario di un paesino a un' ora da dove abitiamo.
Ho sempre trovato "particolare" il suo ripetere "tutti mi conoscono", e la sua tendenza a stare solo, a girare per la città di notte da solo e incontrare solo "casualmente" i conoscenti nel solito bar. L' unica che aveva accesso a casa sua ero io, "la mia casa è un buco e me ne vergogno".
Ho spesso dovuto supportarlo nelle sue crisi sul lavoro. Era infatti convinto che i colleghi gli facessero le boccacce non appena si girasse.
Nonostante tutte queste indicazioni di disagio, io ho creato nella mia testa l' immagine dell' uomo perfetto. Del principe sotto il ranocchio.
Ho sempre trovato "particolare" il suo ripetere "tutti mi conoscono", e la sua tendenza a stare solo, a girare per la città di notte da solo e incontrare solo "casualmente" i conoscenti nel solito bar. L' unica che aveva accesso a casa sua ero io, "la mia casa è un buco e me ne vergogno".
Ho spesso dovuto supportarlo nelle sue crisi sul lavoro. Era infatti convinto che i colleghi gli facessero le boccacce non appena si girasse.
Nonostante tutte queste indicazioni di disagio, io ho creato nella mia testa l' immagine dell' uomo perfetto. Del principe sotto il ranocchio.
[#9]
>>Nonostante tutte queste indicazioni di disagio, io ho creato nella mia testa l' immagine dell' uomo perfetto. Del principe sotto il ranocchio.<<
bene, quindi sappiamo dove sta il nocciolo della questione. Probabilmente lei ha costruito un'immagine di lui sostanzialmente diversa dalla realtà dei fatti, purtroppo deve prendere coscienza che non può trasformare (cambiare) un "ranocchio" in un "principe".
Questa fantasia "trasformativa" è molto comune ed è tipica delle donne che pensano di poter "salvare" il partner problematico.
bene, quindi sappiamo dove sta il nocciolo della questione. Probabilmente lei ha costruito un'immagine di lui sostanzialmente diversa dalla realtà dei fatti, purtroppo deve prendere coscienza che non può trasformare (cambiare) un "ranocchio" in un "principe".
Questa fantasia "trasformativa" è molto comune ed è tipica delle donne che pensano di poter "salvare" il partner problematico.
[#10]
Utente
Probabile sia accaduto questo. Grazie per la risposta.
Trasferirsi in una nuova città, iniziare un lavoro e una vita nuova è emozionante, bello ma rende molto vulnerabili.
Credo anche questo abbia giocato un ruolo importante.
Penso davvero di aver "interiorizzato" il disagio del mio compagno per poi trovarmici "impigliata".
Ammetto mi farebbe piacere incontrare un uomo che oltre a condividere le mie passioni condivida il desiderio di costruire qualcosa insieme.
Trasferirsi in una nuova città, iniziare un lavoro e una vita nuova è emozionante, bello ma rende molto vulnerabili.
Credo anche questo abbia giocato un ruolo importante.
Penso davvero di aver "interiorizzato" il disagio del mio compagno per poi trovarmici "impigliata".
Ammetto mi farebbe piacere incontrare un uomo che oltre a condividere le mie passioni condivida il desiderio di costruire qualcosa insieme.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 3k visite dal 18/04/2014.
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