Tesi di laurea
Salve,
sono un ragazzo che si dovrebbe laureare, però sto avendo mille difficoltà. Ho passato 4 anni da fuori sede molto difficili, un po' per problemi un po' per colpa mia, ho dormito la mattina fino a tardi e ho frequentato poco. Ora sto facendo la tesi ma il mio relatore mi mette sempre i bastoni tra le ruote, non so perchè l'ho scelto, faccio sempre le scelte sbagliate. Da un po' ce la sto mettendo tutta per recuperare il ritardo, i voti poi sono molto buoni, però mi sembra di avere addosso un passato di cui non riesco a liberarmi. Se uno sbaglia non se ne libera più, non puoi cambiare, tutti ti rendono la vita un inferno. Questa tesi è diventata un incubo, non dormi più la notte perchp vorrei sbrigarmi per Luglio così da avere un po' di tempo prima di cominciare la specialistica ma il mio relatore vuole che vada a Settembre ma io non voglio, voglio chiudere subito e andare via da questa città. Inoltre dovrei imparare una lingua da zero per fare l'ultimo esame a giugno, è davvero tanto lavoro. Alla fine mi stresso così tanto che poi non dormo e non riesco a studiare. Per stare rilassato devo dormire fino a tardi ma poi perdo ore di studio. Vedo tutti gli altri che sono andati avanti, io sono solo un fallito e non solo per questo ma per tutto. In certi momenti odio tutti e vorrei tanto che la mia vita finisse il prima possibile.
sono un ragazzo che si dovrebbe laureare, però sto avendo mille difficoltà. Ho passato 4 anni da fuori sede molto difficili, un po' per problemi un po' per colpa mia, ho dormito la mattina fino a tardi e ho frequentato poco. Ora sto facendo la tesi ma il mio relatore mi mette sempre i bastoni tra le ruote, non so perchè l'ho scelto, faccio sempre le scelte sbagliate. Da un po' ce la sto mettendo tutta per recuperare il ritardo, i voti poi sono molto buoni, però mi sembra di avere addosso un passato di cui non riesco a liberarmi. Se uno sbaglia non se ne libera più, non puoi cambiare, tutti ti rendono la vita un inferno. Questa tesi è diventata un incubo, non dormi più la notte perchp vorrei sbrigarmi per Luglio così da avere un po' di tempo prima di cominciare la specialistica ma il mio relatore vuole che vada a Settembre ma io non voglio, voglio chiudere subito e andare via da questa città. Inoltre dovrei imparare una lingua da zero per fare l'ultimo esame a giugno, è davvero tanto lavoro. Alla fine mi stresso così tanto che poi non dormo e non riesco a studiare. Per stare rilassato devo dormire fino a tardi ma poi perdo ore di studio. Vedo tutti gli altri che sono andati avanti, io sono solo un fallito e non solo per questo ma per tutto. In certi momenti odio tutti e vorrei tanto che la mia vita finisse il prima possibile.
[#1]
Gentile Ragazzo,
ha detto chiaramente al prof. di voler chiudere per luglio?
Come mai il prof. vuole che Lei vada a settembre per la laurea?
ha detto chiaramente al prof. di voler chiudere per luglio?
Come mai il prof. vuole che Lei vada a settembre per la laurea?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Sì all'inizio l'ho detto solo che lui si è un po' risentito, mi ha fatto capire che era difficile e dipendeva da come va il lavoro...l'ho chiesta a fine marzo e il 20 giugno devo consegnarla, sarebbero neanche tre mesi pieni di lavoro. Io ora sto provando a portargli sempre i risultati del lavoro per poi chiedere a maggio se secondo lui posso farcela per luglio. Però è troppo puntiglioso e sembra che mi metta i batoni tra le ruote. Non so se vale la pena tentare o è meglio prendersela con più calma.. Per me però sarebbe importante per staccare un po'.
[#3]
Gentile ragazzo,
questa tesi sembra quasi stia acquisendo una valenza simbolica enorme. Ad essa si affida (consciamente e inconsciamente) moltissimo non solo per il suo percorso universitario ma per diversi ambiti della sua vita ( confronti con se stesso "mi sento un fallito", con gli altri "vedo gli altri andare avanti..." ).
In un certo senso è come se questa tesi stesse divenendo uno strumento per poter misurare se stesso e potersi promuovere e riscattare soltanto se riesce nell'ardua impresa di laurearsi a giugno (concedendosi pochissimi mesi per la stesura!)
Ma ne vale davvero la pena?
E' sicuro di avere così tanto da farsi perdonare per autopunirsi in questo modo?
questa tesi sembra quasi stia acquisendo una valenza simbolica enorme. Ad essa si affida (consciamente e inconsciamente) moltissimo non solo per il suo percorso universitario ma per diversi ambiti della sua vita ( confronti con se stesso "mi sento un fallito", con gli altri "vedo gli altri andare avanti..." ).
In un certo senso è come se questa tesi stesse divenendo uno strumento per poter misurare se stesso e potersi promuovere e riscattare soltanto se riesce nell'ardua impresa di laurearsi a giugno (concedendosi pochissimi mesi per la stesura!)
Ma ne vale davvero la pena?
E' sicuro di avere così tanto da farsi perdonare per autopunirsi in questo modo?
Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com
[#4]
Utente
ha ragione solo che da un po' di tempo a questa parte mi sento strano, ho problemi per conto mio e delle colpe reali da scontare e vorrei riscattarmi e migliorarmi ma non so se lo sto facendo nel modo giusto, poi fuori sede sono rimasto solo e non è una bella situazione per questo voglio che finisca il prima possibile.
[#7]
Utente
Mi scuso se con queste "quote ansiose" vi disturbo, risultando pesante e mi scuso per i consulti precedenti nei quali mi sono dilungato troppo, ad ogni modo non è mia abitudine, è stato un incidente. Sarò sintetico. Le mie colpe sono:
-essere andato con uno sconosciuto, anche se poi lui mi ha derubato (il vecchio consulto)
-aver dormito fino a tardi la mattina e non aver frequentato nel modo giusto l'università
I miei problemi in genere sono:
-soffro un po' di fobia sociale e non mi relaziono sempre bene con gli altri però non sempre, dipende dai momenti. A volte quando esco per l'ansia ho come dei cerchi alla testa e mi sembra di vedere in modo strano
-raramente attacchi di agorafobia tipo in mare o in piazza
-da quando sono bambino fino a 21 sono stato esclusivamente omosessuale sia fisicamente che come sentimenti, da un annetto ho letto teorie sulla simbiosi, padre assente madre dominante e penso che sia questa la causa. Mi sento in colpa per questo. Il problema è che da quando so questa cosa ho tentato i un certo modo di "autocurarmi" prendendo come modelli amici e leggendo su internet ecc...e ho tentato di ricostruire un modello maschile diverso. Ora non so però pur masturbandomi spesso davanti a video gay sento che non mi attrae più come prima la cosa e sento anche pulsioni etero anche se molto deboli.
-all'uni sono bravo,mi piace molto tutto ciò che è arte, sono molto sensibile come persona, però non so bene cosa voglio fare dopo
-sono molto libero e anche un po' contestatore ma a volte fuggo dalla libertà, mi sento in colpa per averne avuta troppo forse non l'ho meritata. Dinanzi a certi divieti provo una rabbia terribile, sono permaloso per certe cose, mi arrabbio da morire e non sopporto nessuna forma di convenzione-costrizione.
-sono molto perfezionista e a volte mi fisso con delle cose, tipo aspetto fisico che non mi piace o altro
-anche nelle amicizie finisco sempre per fare il confidente degli altri e non soddisfo mai i miei desideri, finenendo per costruirmi un'immagine falsa di me. Ora avrei tanta voglia di realizzarmi e anche divertirmi ma non ci riesco mai nel modo in cui voglio. A volte ho dei momenti in cui sento emozioni troppo forti, alternando momenti di euforia a momenti di tristezza e in cui vorrei fare cose trasgressive.
Ho cercato di sintetizzare tutto per non darle molto fastidio :)
-essere andato con uno sconosciuto, anche se poi lui mi ha derubato (il vecchio consulto)
-aver dormito fino a tardi la mattina e non aver frequentato nel modo giusto l'università
I miei problemi in genere sono:
-soffro un po' di fobia sociale e non mi relaziono sempre bene con gli altri però non sempre, dipende dai momenti. A volte quando esco per l'ansia ho come dei cerchi alla testa e mi sembra di vedere in modo strano
-raramente attacchi di agorafobia tipo in mare o in piazza
-da quando sono bambino fino a 21 sono stato esclusivamente omosessuale sia fisicamente che come sentimenti, da un annetto ho letto teorie sulla simbiosi, padre assente madre dominante e penso che sia questa la causa. Mi sento in colpa per questo. Il problema è che da quando so questa cosa ho tentato i un certo modo di "autocurarmi" prendendo come modelli amici e leggendo su internet ecc...e ho tentato di ricostruire un modello maschile diverso. Ora non so però pur masturbandomi spesso davanti a video gay sento che non mi attrae più come prima la cosa e sento anche pulsioni etero anche se molto deboli.
-all'uni sono bravo,mi piace molto tutto ciò che è arte, sono molto sensibile come persona, però non so bene cosa voglio fare dopo
-sono molto libero e anche un po' contestatore ma a volte fuggo dalla libertà, mi sento in colpa per averne avuta troppo forse non l'ho meritata. Dinanzi a certi divieti provo una rabbia terribile, sono permaloso per certe cose, mi arrabbio da morire e non sopporto nessuna forma di convenzione-costrizione.
-sono molto perfezionista e a volte mi fisso con delle cose, tipo aspetto fisico che non mi piace o altro
-anche nelle amicizie finisco sempre per fare il confidente degli altri e non soddisfo mai i miei desideri, finenendo per costruirmi un'immagine falsa di me. Ora avrei tanta voglia di realizzarmi e anche divertirmi ma non ci riesco mai nel modo in cui voglio. A volte ho dei momenti in cui sento emozioni troppo forti, alternando momenti di euforia a momenti di tristezza e in cui vorrei fare cose trasgressive.
Ho cercato di sintetizzare tutto per non darle molto fastidio :)
[#8]
Intanto vorrei che le fosse chiaro molto semplicemente che lei non reca fastidio a nessuno e questo sito è stato ideato proprio per dare un primo aiuto anche se con tutti i limiti del virtuale. Andando nello specifico di questa sua ultima replica mi ha molto colpito l'elenco delle colpe.
Lei include come colpa essere omosessuale e parla di autocurarsi eppure l'omosessualità non è una colpa, nè una malattia quindi è inappropriato in tutti e 2 i casi. Inoltre parla di un modello psicodinamico quello della figura maschile debole che era in voga moltissimi anni fa e che oggi fa acqua da tutte le parti. Come afferma il prof. Lingiardi, psichiatra e prof. ordinario di psicopatologia, tra tutte le minoranze quella omosessuale ha un problema in più ovvero quella di chiedersi l'eziogenesi ovvero "perchè sono omosessuale?". L'omosessualità è una cosa che capita e non si sa ancora come e quando, quindi la sua ipotesi sulla figura del padre debole è veramente fuori luogo e azzardata. Ci sono milioni di persone senza figure di riferimento maschili che sono eterosessuali e altri milioni al contrario con figure di riferimento maschili forti o comunque equilibrate che invece sono omosessuali. Quello su cui invece dovrebbe riflettere è questa omofobia interiorizzata, questa non accettazione profonda... Nell'essere omosessuale non c'è nulla di sbagliato e come afferma l'OMS l'omossesualità è una variante naturale del comportamento umano come la bisessualità e l'eterosessualità. Se lei si reprime in questo modo cercando a tutti i costi di non essere quello che sente alla lunga ne soffrirà soltanto.
Agorafobia e fobia sociale come possono essere una colpa? Ha scelto lei di averle? E' come se mi dicesse mi sento in colpa perchè ho il diabete. Non ha senso. E le altre cose elencate riguardano aspetti del suo carattere, non sono colpe da scontare.
Aver dormito fino a tardi? Ormai è andata , le servirà per potersi migliorare in futuro ma queste grandi colpe sinceramente non le vedo. Piuttosto perchè invece non inizia a pensare seriamente di consultare uno specialista dal vivo per tutta queste serie di elementi (molti dei quali afferenti allo spettro ansioso) che emergono: omofobia interiorizzata, agorafobia, fobia sociale, idee ossessive, umore altalenante, rimuginazioni ossessive...
Lei include come colpa essere omosessuale e parla di autocurarsi eppure l'omosessualità non è una colpa, nè una malattia quindi è inappropriato in tutti e 2 i casi. Inoltre parla di un modello psicodinamico quello della figura maschile debole che era in voga moltissimi anni fa e che oggi fa acqua da tutte le parti. Come afferma il prof. Lingiardi, psichiatra e prof. ordinario di psicopatologia, tra tutte le minoranze quella omosessuale ha un problema in più ovvero quella di chiedersi l'eziogenesi ovvero "perchè sono omosessuale?". L'omosessualità è una cosa che capita e non si sa ancora come e quando, quindi la sua ipotesi sulla figura del padre debole è veramente fuori luogo e azzardata. Ci sono milioni di persone senza figure di riferimento maschili che sono eterosessuali e altri milioni al contrario con figure di riferimento maschili forti o comunque equilibrate che invece sono omosessuali. Quello su cui invece dovrebbe riflettere è questa omofobia interiorizzata, questa non accettazione profonda... Nell'essere omosessuale non c'è nulla di sbagliato e come afferma l'OMS l'omossesualità è una variante naturale del comportamento umano come la bisessualità e l'eterosessualità. Se lei si reprime in questo modo cercando a tutti i costi di non essere quello che sente alla lunga ne soffrirà soltanto.
Agorafobia e fobia sociale come possono essere una colpa? Ha scelto lei di averle? E' come se mi dicesse mi sento in colpa perchè ho il diabete. Non ha senso. E le altre cose elencate riguardano aspetti del suo carattere, non sono colpe da scontare.
Aver dormito fino a tardi? Ormai è andata , le servirà per potersi migliorare in futuro ma queste grandi colpe sinceramente non le vedo. Piuttosto perchè invece non inizia a pensare seriamente di consultare uno specialista dal vivo per tutta queste serie di elementi (molti dei quali afferenti allo spettro ansioso) che emergono: omofobia interiorizzata, agorafobia, fobia sociale, idee ossessive, umore altalenante, rimuginazioni ossessive...
[#9]
Utente
La ringrazio, è stato molto gentile, per questi problemi di ansia avevo già pensato di andare da qualcuno, devo solo decidermi. Per quanto riguarda l'omosessualità ha ragione solo che non è semplice. Prima di tutto per come la pensano gli altri, io vivo in una famiglia moderna però ci sono sempre persone che la pensano in un certo modo e rivelarmi non sarebbe così semplice, senza andare lontano se mio nonno sapesse una cosa del genere non so cosa potrebbe succedere, per dire. Ma a parte questo proprio perchè io non so perchè sono così me lo chiedo e poi non è una cosa bianca o nera, nel senso tutti magari scherzando con gli amici vivono esperienze omo però poi riescono anche a farsi piacere le donne, io no. Poi anche trovare dei ragazzi gay che non siano dei maniaci non è semplice e anche questo è un discorso.
Per il resto le posso dire che gli articoli che ho letto sono quelli per esempio di Risè o Ricci sul padre assente e mi sono ritrovato in alcune cose. Per esempio nel fatto che mio padre è stato distante, che non mi ha liberato dalla simbiosi materna imponendomi delle regole e spingendomi ad essere "attivo" e ad andare verso l'esterno, magari preferendo attività come lo sport o altro piuttosto che stare a studiare come voleva mia madre ecc. In effetti non accetto bene l'autorità, sono fragile, non riesco a prendere decisioni, sono sbadato.Non ho mai avuto un vero rapporto con mio padre nè in senso positivo nè come conflitto, sebbene gli voglio bene. Forse è questo il problema. In genere mi sento in colpa per l'educazione che ho ricevuto, troppo libera. Anche quando vedo uomini che sono il mio opposto o sento parlare di argomenti di questo tipo provo una rabbia dentro. In altre parole tento di ricostruirmi quello che mi è mancato, ma non ci riesco un po' perchè è tutta una cosa mentale, un po' perchè inconsciamente io non lo voglio, forse ci tengo troppo al mio piacere oppure ho un carattere innatamente sensibile e poco propenso a ubbidire che non mi permette di adeguarmi a questi modelli. Non lo so. Non so se il problema è che ho avuto un padre troppo buono e mi è mancato una certo scontro, una certa dose di frustrazione o se il problema è il contrario, che vedo gli uomini solo come autoritari e repressivi e penso che il mondo maschile non possa soddisfare i miei desideri e la mia personalità. Vabbè ho combinato un casino, non so se sono riuscito a spiegarmi. Cmq mi faccio sempre mille paranoie e non so come uscirne.
Per il resto le posso dire che gli articoli che ho letto sono quelli per esempio di Risè o Ricci sul padre assente e mi sono ritrovato in alcune cose. Per esempio nel fatto che mio padre è stato distante, che non mi ha liberato dalla simbiosi materna imponendomi delle regole e spingendomi ad essere "attivo" e ad andare verso l'esterno, magari preferendo attività come lo sport o altro piuttosto che stare a studiare come voleva mia madre ecc. In effetti non accetto bene l'autorità, sono fragile, non riesco a prendere decisioni, sono sbadato.Non ho mai avuto un vero rapporto con mio padre nè in senso positivo nè come conflitto, sebbene gli voglio bene. Forse è questo il problema. In genere mi sento in colpa per l'educazione che ho ricevuto, troppo libera. Anche quando vedo uomini che sono il mio opposto o sento parlare di argomenti di questo tipo provo una rabbia dentro. In altre parole tento di ricostruirmi quello che mi è mancato, ma non ci riesco un po' perchè è tutta una cosa mentale, un po' perchè inconsciamente io non lo voglio, forse ci tengo troppo al mio piacere oppure ho un carattere innatamente sensibile e poco propenso a ubbidire che non mi permette di adeguarmi a questi modelli. Non lo so. Non so se il problema è che ho avuto un padre troppo buono e mi è mancato una certo scontro, una certa dose di frustrazione o se il problema è il contrario, che vedo gli uomini solo come autoritari e repressivi e penso che il mondo maschile non possa soddisfare i miei desideri e la mia personalità. Vabbè ho combinato un casino, non so se sono riuscito a spiegarmi. Cmq mi faccio sempre mille paranoie e non so come uscirne.
[#10]
L'importante è che quello che pensano gli altri alla lunga non interferisca su ciò che pensa lei. Il coming out per ora lo vedo ancora lontano, è un passo importante da fare quando lei sarà consapevole nel profondo di chi è veramente: farlo con questi dubbi e queste incertezze metterebbe in crisi i suoi interlocutori.
Per quanto riguarda l'educazione, la simbiosi materna e tutto il resto mi creda lasci perdere, sono tutte cose molto complesse, che andrebbero dimostrate e che ad oggi non spiegano le cause dell'omosessualità e anche il passo successivo "ricostruirmi quello che mi è mancato" non mi sembra un passo semplice o meglio ancora fattibile, si sta soltanto danneggiando e sta impiegando enormi energie mentali inutilmente alla fine per quale scopo? Solo perchè non si accetta? Allora svisceriamo questo di problema senza cercare rifugi nell'educazione ricevuta...
Bene, dalla tesi di laurea siamo passati a parlare di molte cose, probabilmente questa tesi è davvero molto carica e intrisa di significati. Spero che presto questa decisione per una consulenza dal vivo si concretizzi affinchè possa iniziare un percorso di cambiamento funzionale che la faccia sentire a suo agio nei diversi ambiti sociali in cui non ci si sente e che la possa rafforzare un po'! Con i migliori auguri e ci tenga aggiornati sugli sviluppi se lo desidera, noi siamo quì
Per quanto riguarda l'educazione, la simbiosi materna e tutto il resto mi creda lasci perdere, sono tutte cose molto complesse, che andrebbero dimostrate e che ad oggi non spiegano le cause dell'omosessualità e anche il passo successivo "ricostruirmi quello che mi è mancato" non mi sembra un passo semplice o meglio ancora fattibile, si sta soltanto danneggiando e sta impiegando enormi energie mentali inutilmente alla fine per quale scopo? Solo perchè non si accetta? Allora svisceriamo questo di problema senza cercare rifugi nell'educazione ricevuta...
Bene, dalla tesi di laurea siamo passati a parlare di molte cose, probabilmente questa tesi è davvero molto carica e intrisa di significati. Spero che presto questa decisione per una consulenza dal vivo si concretizzi affinchè possa iniziare un percorso di cambiamento funzionale che la faccia sentire a suo agio nei diversi ambiti sociali in cui non ci si sente e che la possa rafforzare un po'! Con i migliori auguri e ci tenga aggiornati sugli sviluppi se lo desidera, noi siamo quì
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 12.7k visite dal 17/04/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.