La ricetta per la felicità
Scusate la stupida domanda che pongo, ma non riesco a trovare nulla che mi soddisfi a pieno come risposta: voglio in anticipo precisare che per soddisfazione, non intendo che sia quello che mi aspetto, ma qualcosa di argomentato.
Io sto "impazzendo" a cercare di far stare bene una persona a me molto cara (avevo già scritto a riguardo), direi che il nostro rapporto è di molto migliorato, anche se non stiamo più insieme (spero di poter aggiungere per ora). Ogni volta però che si tocca un argomento scomodo, la sua risposta risulta essere: è quello che mi sento di fare/dire etc. Tutti intorno a lei le danno ragione, familiari/amici/specialisti psicologi che siano. Ora, io capisco che in linea generale ogni individuo sia egoista ed insegua la propria felicità, come giusto che sia, e capisco anche che non per tutti sia la stessa cosa, perchè anche chi è altruista lo fa per sentirsi bene con se stessi, quindi è una forma "bella" e "nascosta" di egoismo anche questa. Io però non sono del tutto d'accordo ed a volte mi sembra uno scudo per proteggersi dal mondo esterno. Ripeto, in generale sono certo sia giusto inseguire la propria felicità, ma se ci è stata data la ragione, credo si debba usare anche quella per vari motivi, tra cui capire quando fai male agli altri e quindi, in quel preciso caso, a volte, rinunciare tu a una parte delle tue voglie. Se non è così e sbaglio, allora sinceramente non capisco molto il senso delle regole, della civiltà, del fatto che non viviamo in una giungla con la legge del più forte e non capisco nemmeno il ruolo di professionisti essenziali come voi. Sia chiaro, la mia non è una critica, ma un grido di aiuto, per capire perchè le viene sempre detto, in soldoni, sii felice e per esserlo, segui sempre il tuo cuore, a discapito della felicità altrui. Ripeto, non sono molto d'accordo, non del tutto almeno. Ah, premetto, so che probabilmente verrò accusato io stesso di egoismo, perchè essendo dalla parte del "danneggiato", esprimo la mia opinione che, guarda caso, va contro quella che mi fa del male, ma posso assicurarvi che questo è un pensiero che ho sempre avuto, espresso e condiviso anche con scelte di vita. Concludo dicendo che so di non aver direttamente formulato una domanda, ma quello che mi piacerebbe sapere è se voi professionisti, pensiate che la felicità sia davvero, per forza, fare ciò che si vuole, sempre, a discapito di altri.
Io sto "impazzendo" a cercare di far stare bene una persona a me molto cara (avevo già scritto a riguardo), direi che il nostro rapporto è di molto migliorato, anche se non stiamo più insieme (spero di poter aggiungere per ora). Ogni volta però che si tocca un argomento scomodo, la sua risposta risulta essere: è quello che mi sento di fare/dire etc. Tutti intorno a lei le danno ragione, familiari/amici/specialisti psicologi che siano. Ora, io capisco che in linea generale ogni individuo sia egoista ed insegua la propria felicità, come giusto che sia, e capisco anche che non per tutti sia la stessa cosa, perchè anche chi è altruista lo fa per sentirsi bene con se stessi, quindi è una forma "bella" e "nascosta" di egoismo anche questa. Io però non sono del tutto d'accordo ed a volte mi sembra uno scudo per proteggersi dal mondo esterno. Ripeto, in generale sono certo sia giusto inseguire la propria felicità, ma se ci è stata data la ragione, credo si debba usare anche quella per vari motivi, tra cui capire quando fai male agli altri e quindi, in quel preciso caso, a volte, rinunciare tu a una parte delle tue voglie. Se non è così e sbaglio, allora sinceramente non capisco molto il senso delle regole, della civiltà, del fatto che non viviamo in una giungla con la legge del più forte e non capisco nemmeno il ruolo di professionisti essenziali come voi. Sia chiaro, la mia non è una critica, ma un grido di aiuto, per capire perchè le viene sempre detto, in soldoni, sii felice e per esserlo, segui sempre il tuo cuore, a discapito della felicità altrui. Ripeto, non sono molto d'accordo, non del tutto almeno. Ah, premetto, so che probabilmente verrò accusato io stesso di egoismo, perchè essendo dalla parte del "danneggiato", esprimo la mia opinione che, guarda caso, va contro quella che mi fa del male, ma posso assicurarvi che questo è un pensiero che ho sempre avuto, espresso e condiviso anche con scelte di vita. Concludo dicendo che so di non aver direttamente formulato una domanda, ma quello che mi piacerebbe sapere è se voi professionisti, pensiate che la felicità sia davvero, per forza, fare ciò che si vuole, sempre, a discapito di altri.
[#1]
Gentile Utente,
nel precedente consulto lei ha scritto che la ragazza soffre di forte ansia che l'ha gradualmente portata a rinchiudersi in casa assieme alla madre agorafobica, che fa in modo di non restare mai sola perchè paralizzata a propria volta dall'ansia, e al fratello alcolista, rientrato da poco in famiglia.
E' tutto corretto?
E' importante che la ragazza si stia facendo finalmente seguire da una psicologa e non è detto che quello che psicologa e psichiatra le dicono sia poi riportato interamente e correttamente a lei che la interpella.
Ci aveva anche scritto che la ragazza iniziava a manifestare dubbi circa i propri sentimenti, cosa che succede di frequente quando una relazione inizia in età molto giovane e negli anni i partner crescono e cambiano, e ora aggiunge che non state più assieme, ma che è presente ugualmente nella vita della ragazza.
Come mai?
La sua domanda sulla felicità è di pertinenza filosofica e non psicologica e non ha senso risponderle perchè non si può andare oltre a considerazioni generali come quella che ognuno percepisce e dà un senso diverso alla parola "felicità" e che conciliare egoismo ed egocentrismo non è un compito facile per nessuno.
Nel concreto, su quali argomenti vi state scontrando?
nel precedente consulto lei ha scritto che la ragazza soffre di forte ansia che l'ha gradualmente portata a rinchiudersi in casa assieme alla madre agorafobica, che fa in modo di non restare mai sola perchè paralizzata a propria volta dall'ansia, e al fratello alcolista, rientrato da poco in famiglia.
E' tutto corretto?
E' importante che la ragazza si stia facendo finalmente seguire da una psicologa e non è detto che quello che psicologa e psichiatra le dicono sia poi riportato interamente e correttamente a lei che la interpella.
Ci aveva anche scritto che la ragazza iniziava a manifestare dubbi circa i propri sentimenti, cosa che succede di frequente quando una relazione inizia in età molto giovane e negli anni i partner crescono e cambiano, e ora aggiunge che non state più assieme, ma che è presente ugualmente nella vita della ragazza.
Come mai?
La sua domanda sulla felicità è di pertinenza filosofica e non psicologica e non ha senso risponderle perchè non si può andare oltre a considerazioni generali come quella che ognuno percepisce e dà un senso diverso alla parola "felicità" e che conciliare egoismo ed egocentrismo non è un compito facile per nessuno.
Nel concreto, su quali argomenti vi state scontrando?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Sì, la situazione è esattamente quella.
Per il nostro rapporto, io parlo di sicuro per me, mentre per lei per quel che ne so/mi ha detto:
c'è ancora attrazione fisica e sessuale, a cui diamo "sfogo" di tanto in tanto; ci vogliamo molto bene ed entrambi vogliamo essere di aiuto se l'altro ne necessita. Detto questo le differenze sono che a me manca e la amo, lei dice di non sapere cosa prova, di stare bene da sola, senza nessuno e che io non le manchi particolarmente (infatti spesso si fa sentire solo perchè sa quanto soffro in merito). Detto questo, lei però presenta questa "non nostalgia" verso tutto e tutti tranne, la casa, la mamma e la biblioteca/studio. Il nostro scontro capita, a volte, quando ci vediamo/sentiamo (da dire anche il fatto che lei quando è fuori con me sembra divertirsi, ne sono abbastanza sicuro, anche se non posso esserne certo al 100% naturalmente, ma se le faccio la domanda diretta, lei prende tempo, spiegandomi che non è che non sta bene fuori con me, ma non sa se è felicità o non sa se vuole dirlo apertamente, il che mi confonde ancor di più, come potrete intuire), ed io, sbagliando, cerco di addentrarmi nel discorso, cercando di capirla (cerco di evitare sempre, ma capite anche il mio punto di vista) e di capire questo suo cambiamento: a quel punto si finisce sempre sul fatto che lei crede di dover assolutamente evitare tutto ciò che non si sente di fare ed io, a sostenere, che pur capendo che le basi di ciò che dice sono esatte, non sempre funziona così e non per forza, a volte, dover fare una cosa controvoglia porta danni.
Grazie mille per la risposta.
Mi scuso se non dovessi essere stato chiaro e anche per la poca chiarezza nel primo post.
Per il nostro rapporto, io parlo di sicuro per me, mentre per lei per quel che ne so/mi ha detto:
c'è ancora attrazione fisica e sessuale, a cui diamo "sfogo" di tanto in tanto; ci vogliamo molto bene ed entrambi vogliamo essere di aiuto se l'altro ne necessita. Detto questo le differenze sono che a me manca e la amo, lei dice di non sapere cosa prova, di stare bene da sola, senza nessuno e che io non le manchi particolarmente (infatti spesso si fa sentire solo perchè sa quanto soffro in merito). Detto questo, lei però presenta questa "non nostalgia" verso tutto e tutti tranne, la casa, la mamma e la biblioteca/studio. Il nostro scontro capita, a volte, quando ci vediamo/sentiamo (da dire anche il fatto che lei quando è fuori con me sembra divertirsi, ne sono abbastanza sicuro, anche se non posso esserne certo al 100% naturalmente, ma se le faccio la domanda diretta, lei prende tempo, spiegandomi che non è che non sta bene fuori con me, ma non sa se è felicità o non sa se vuole dirlo apertamente, il che mi confonde ancor di più, come potrete intuire), ed io, sbagliando, cerco di addentrarmi nel discorso, cercando di capirla (cerco di evitare sempre, ma capite anche il mio punto di vista) e di capire questo suo cambiamento: a quel punto si finisce sempre sul fatto che lei crede di dover assolutamente evitare tutto ciò che non si sente di fare ed io, a sostenere, che pur capendo che le basi di ciò che dice sono esatte, non sempre funziona così e non per forza, a volte, dover fare una cosa controvoglia porta danni.
Grazie mille per la risposta.
Mi scuso se non dovessi essere stato chiaro e anche per la poca chiarezza nel primo post.
[#3]
Capire se c'è ancora amore o se il rapporto si è tramutato in un legame affettivo d'altro tipo può essere piuttosto complicato.
Legga questo articolo:
http://www.serviziodipsicologia.it/amore-o-abitudine-come-capirlo/
Mi può dire cosa intende esattamente con questo?
"si finisce sempre sul fatto che lei crede di dover assolutamente evitare tutto ciò che non si sente di fare ed io, a sostenere, che pur capendo che le basi di ciò che dice sono esatte, non sempre funziona così e non per forza, a volte, dover fare una cosa controvoglia porta danni."
Cosa secondo lei dovrebbe fare anche se controvoglia?
Legga questo articolo:
http://www.serviziodipsicologia.it/amore-o-abitudine-come-capirlo/
Mi può dire cosa intende esattamente con questo?
"si finisce sempre sul fatto che lei crede di dover assolutamente evitare tutto ciò che non si sente di fare ed io, a sostenere, che pur capendo che le basi di ciò che dice sono esatte, non sempre funziona così e non per forza, a volte, dover fare una cosa controvoglia porta danni."
Cosa secondo lei dovrebbe fare anche se controvoglia?
[#4]
Utente
Grazie ancora per la risposta.
Andiamo per punti, sperando di riuscire a scrivere in una lingua comprensibile. Mi rendo conto che spesso non riesco a spiegarmi bene e chiedo scusa.
Per il discorso dell'amore, ho letto l'articolo, molto interessante, la ringrazio però, se era rivolto a me, so che ne avrete sentiti tanti dire queste parole, ma io sono certo di amarla più di me stesso. Per quel che riguarda lei, mi ha già detto che non sa più cosa prova, quindi potrebbe essersi tramutato in un altro sentimento, come dice l'articolo.
Per le domande, io intendo dire che lei sostiene di dover solo pensare a lei in questo momento, ovvero: domanda, ho voglia o meno di fare una cosa? Se sì la faccio, altrimenti nada, senza nemmeno pensarci o provarci (tranne solo quando, "per pietà", fa qualcosa per/con me). Tutto questo senza nemmeno prendere in considerazione voglie, speranze, e tutto il resto, di tutte le persone che ha intorno, me compreso, ma non solo. Viene esclusa da questo "ciclone" solo sua madre, perchè sua grande amica e, secondo lei, bisognosa del suo aiuto.
Per la seconda domanda. Partiamo dal presupposto che io non capisco nulla di tutto ciò, quindi so che sarebbe meglio non dirle proprio nulla o quasi, perchè devono parlare gli esperti come voi, però faccio, mio malgrado, fatica a volte e forse potete provare a capirmi. Io sostengo, avendo vissuto tante cose con lei, che sicuramente anche io sono in parte un problema, in particolare il nostro rapporto, anche perchè ho sbagliato a dare tutto per scontato tra noi e pensare prima ad altre cose, perchè credevo che quel pezzo di puzzle della mia vita fosse già incastrato e potevo tornare ad occuparmene come avrei voluto, una volta risolti vari casini (nemmeno la mia è una vita che si può definire facilissima, anche se so che c'è chi sta peggio e non mi lamento). Detto questo, credo anche che la maggior parte del problema sia dato da sua madre (che lei pensa essere la sua sola ancora di salvezza in certi momenti) e suo fratello. Non sto qui, se non me lo chiederete successivamente, a spiegare il perchè di questa mia convinzione. Quindi, ora il problema è diventato, sempre per me, quella casa/gabbia in cui si è rinchiusa e si sente protetta. Certo, anche la pressione dello studio e degli esami non aiuta, e quindi penso si possa mettere nel calderone anche questo.
Mi scuso per la lunga premessa. Per tutti questi motivi, io le dico che secondo me dovrebbe innanzitutto uscire di più, che sia con me, con amici/amiche o entrambe le cose, e sostengo anche che uno sport/qualche ora di lavoro potrebbero farle bene per una questione di dover imparare a superare certi problemi e anche per essere più sicura di se/indipendente per l'entrata economica che ora non ha e la sua famiglia non può garantirle.
Capisco di essere contorto ma faccio fatica a spiegare.
Mi scuso e ringrazio ancora.
A presto.
Andiamo per punti, sperando di riuscire a scrivere in una lingua comprensibile. Mi rendo conto che spesso non riesco a spiegarmi bene e chiedo scusa.
Per il discorso dell'amore, ho letto l'articolo, molto interessante, la ringrazio però, se era rivolto a me, so che ne avrete sentiti tanti dire queste parole, ma io sono certo di amarla più di me stesso. Per quel che riguarda lei, mi ha già detto che non sa più cosa prova, quindi potrebbe essersi tramutato in un altro sentimento, come dice l'articolo.
Per le domande, io intendo dire che lei sostiene di dover solo pensare a lei in questo momento, ovvero: domanda, ho voglia o meno di fare una cosa? Se sì la faccio, altrimenti nada, senza nemmeno pensarci o provarci (tranne solo quando, "per pietà", fa qualcosa per/con me). Tutto questo senza nemmeno prendere in considerazione voglie, speranze, e tutto il resto, di tutte le persone che ha intorno, me compreso, ma non solo. Viene esclusa da questo "ciclone" solo sua madre, perchè sua grande amica e, secondo lei, bisognosa del suo aiuto.
Per la seconda domanda. Partiamo dal presupposto che io non capisco nulla di tutto ciò, quindi so che sarebbe meglio non dirle proprio nulla o quasi, perchè devono parlare gli esperti come voi, però faccio, mio malgrado, fatica a volte e forse potete provare a capirmi. Io sostengo, avendo vissuto tante cose con lei, che sicuramente anche io sono in parte un problema, in particolare il nostro rapporto, anche perchè ho sbagliato a dare tutto per scontato tra noi e pensare prima ad altre cose, perchè credevo che quel pezzo di puzzle della mia vita fosse già incastrato e potevo tornare ad occuparmene come avrei voluto, una volta risolti vari casini (nemmeno la mia è una vita che si può definire facilissima, anche se so che c'è chi sta peggio e non mi lamento). Detto questo, credo anche che la maggior parte del problema sia dato da sua madre (che lei pensa essere la sua sola ancora di salvezza in certi momenti) e suo fratello. Non sto qui, se non me lo chiederete successivamente, a spiegare il perchè di questa mia convinzione. Quindi, ora il problema è diventato, sempre per me, quella casa/gabbia in cui si è rinchiusa e si sente protetta. Certo, anche la pressione dello studio e degli esami non aiuta, e quindi penso si possa mettere nel calderone anche questo.
Mi scuso per la lunga premessa. Per tutti questi motivi, io le dico che secondo me dovrebbe innanzitutto uscire di più, che sia con me, con amici/amiche o entrambe le cose, e sostengo anche che uno sport/qualche ora di lavoro potrebbero farle bene per una questione di dover imparare a superare certi problemi e anche per essere più sicura di se/indipendente per l'entrata economica che ora non ha e la sua famiglia non può garantirle.
Capisco di essere contorto ma faccio fatica a spiegare.
Mi scuso e ringrazio ancora.
A presto.
[#5]
Gentile utente, siamo sicuri che essere sempre lì devoto, presente, paziente sia una mossa vincente.. ? questa ragazza è cambiata e pensa di volere altro, forse anche lei dovrebbe cambiare un pò, amare un uomo " controvoglia" è complicato e difficile..
Restiamo in ascolto
Restiamo in ascolto
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#6]
Utente
No io non sono sicuro di nulla, proprio per quello vi scrivo. A parte le battute, non volevo mancare di rispetto naturalmente, io dico che lei potrebbe avere tranquillamente ragione ed io sto già cercando di cambiare, per una serie di motivi: per non soffrire troppo io, per vedere se cambia appunto qualcosa tra noi e torniamo ad essere quelli di prima e, a volte, sbagliando, per rabbia nei suoi confronti.
I problemi però sono vari.
1) a volte non riesco, sapete meglio di me che reprimere i sentimenti/i giochi della mente, a volte risulta quasi impossibile;
2) a volte i suoi comportamenti mi confondono;
3) se lei non sa cosa può/non può fare, se non all'ultimo, figuriamoci io, che sono esterno alla sua mente: di conseguenza, io vorrei magari lasciarla stare un mese intero e poi farle una sorpresa, come una gita al mare, ma la paura che qualcosa vada storto all'ultimo mi assale, perchè non si sa come si sveglia la mattina, e l'umore cambia da un secondo all'altro, quindi dopo, a volte, faccio cose che non vorrei.
Aggiungo solo una cosa: dalle parole dette dalla mia ex, lei non è che vuole altro, lei non sa cosa vuole, potrebbe anche volere la stessa cosa che ha ora, ma non capisce, perchè a volte sta male ed a volte bene. E questa cosa, non è solo per me, ma per tutti i suoi rapporti "profondi", tolti quelli nati da poco con amiche/amici, perchè non vanno oltre al divertiamoci, studiamo in biblioteca, facciamo un aperitivo ed andiamo a ballare una sera: intendiamoci, parlano anche di cose serie e si fanno confidenze, ma non come con gli amici/amiche di vecchia data.
Non so proprio che dire/fare.
Grazie ancora a tutti.
I problemi però sono vari.
1) a volte non riesco, sapete meglio di me che reprimere i sentimenti/i giochi della mente, a volte risulta quasi impossibile;
2) a volte i suoi comportamenti mi confondono;
3) se lei non sa cosa può/non può fare, se non all'ultimo, figuriamoci io, che sono esterno alla sua mente: di conseguenza, io vorrei magari lasciarla stare un mese intero e poi farle una sorpresa, come una gita al mare, ma la paura che qualcosa vada storto all'ultimo mi assale, perchè non si sa come si sveglia la mattina, e l'umore cambia da un secondo all'altro, quindi dopo, a volte, faccio cose che non vorrei.
Aggiungo solo una cosa: dalle parole dette dalla mia ex, lei non è che vuole altro, lei non sa cosa vuole, potrebbe anche volere la stessa cosa che ha ora, ma non capisce, perchè a volte sta male ed a volte bene. E questa cosa, non è solo per me, ma per tutti i suoi rapporti "profondi", tolti quelli nati da poco con amiche/amici, perchè non vanno oltre al divertiamoci, studiamo in biblioteca, facciamo un aperitivo ed andiamo a ballare una sera: intendiamoci, parlano anche di cose serie e si fanno confidenze, ma non come con gli amici/amiche di vecchia data.
Non so proprio che dire/fare.
Grazie ancora a tutti.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.9k visite dal 15/04/2014.
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