La mamma
Buonasera, Vi scrivo perché vorrei sottoporVi un mio problema. In breve: quando avevo quattro anni i miei genitori si separarono, io sviluppai un bellissimo rapporto con mio padre mentre di mia madre conoscevo il volto ma non sapevo quasi nulla. A 10 anni i miei si son rimessi insieme, con mia grande gioia inizialmente, poi tutto è cambiato. Da 'star' di casa sono finita in un angolino, ho cominciato a soffrire di disturbi alimentari vari (dal mangiare troppo al troppo poco) e l'ho sempre mal digerita. Abbiamo anche cambiato casa. Io non l'ho mai considerata mia madre, lei ne è stata messa al corrente e invece di darmi la sua opinione ha preferito non discuterne (ma da anni mi minaccia con 'se non fai così ti tolgo questo', se non fai colà ti tolgo quell'altro). Abbiamo sempre litigato per qualunque cazzata(l'ultima, proprio questo pomeriggio: ho preso un sacchetto appoggiato sul tavolo con dentro una giacca per vederla e lei ha inveito contro di me). Lei dice che sono matta, io mi ritengo strana ma penso che lei sia matta. Sono stata seguita da una psicologa per qualche tempo (1 volta ogni 3 settimane per via di mio padre che era contrario) e ho avuto un colloquio anche con uno psichiatra, i quali mi hanno detto che il mio problema alimentare (ho difficoltà a deglutire il cibo in automatico) è dovuto a una violenza psicologica subita proprio con l'ingresso della suddetta donna nella mia vita. Vorrei sapere se sono davvero malata o se c'è un modo per guarire (oltre che andare via di casa). Vorrei semplicemente sapere cosa ne pensate voi professionisti. Grazie
[#1]
Gentile utente,
non ci sono strategie che possono essere efficaci con un click, almeno in psicologia.
Credo che la mossa migliore sia quella di intraprendere seriamente un percorso di terapia.
L'ingresso di sua madre nella sua vita probabilmente è stato traumatico, dal punto di vista psicologico. Tuttavia più lei rimarrà legata emotivamente a questa figura più sarà difficile crescere.
Non ha necessariamente bisogno dell'approvazione di sua madre.
Restiamo in ascolto
non ci sono strategie che possono essere efficaci con un click, almeno in psicologia.
Credo che la mossa migliore sia quella di intraprendere seriamente un percorso di terapia.
L'ingresso di sua madre nella sua vita probabilmente è stato traumatico, dal punto di vista psicologico. Tuttavia più lei rimarrà legata emotivamente a questa figura più sarà difficile crescere.
Non ha necessariamente bisogno dell'approvazione di sua madre.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Mi riallaccio a quanto scritto dal dott. Mori perché mi ha colpito molto il titolo che ha dato alla sua richiesta, dove la "protagonista" non è Lei con la sua sofferenza, ma sua madre (che Lei ritiene causa di questo dolore).
Penso anch'io che il focus dell'attenzione vada spostato su di sé, tanto più se è corretta l'età indicata nella scheda anagrafica.
Ciò che è stato il più delle volte non può essere modificato, ma nel presente si può scegliere se continuare a rimanerne invischiati o cercare di uscirne fuori, dandone una lettura più matura e più variegata.
Con tutta la professionalità e la buona volontà della Collega che ha incontrato, non penso che nel suo caso possa essere molto efficace (almeno all'inizio) una seduta pressoché mensile.
Potrebbe provare ad informarsi se presso la sua Asl è attivo un servizio multidisciplinare (nutrizionista, endocrinologo, psicologo...) per la cura dei disturbi alimentari, in modo da iniziare ad affrontare il problema nel suo complesso.
Cordialmente,
Penso anch'io che il focus dell'attenzione vada spostato su di sé, tanto più se è corretta l'età indicata nella scheda anagrafica.
Ciò che è stato il più delle volte non può essere modificato, ma nel presente si può scegliere se continuare a rimanerne invischiati o cercare di uscirne fuori, dandone una lettura più matura e più variegata.
Con tutta la professionalità e la buona volontà della Collega che ha incontrato, non penso che nel suo caso possa essere molto efficace (almeno all'inizio) una seduta pressoché mensile.
Potrebbe provare ad informarsi se presso la sua Asl è attivo un servizio multidisciplinare (nutrizionista, endocrinologo, psicologo...) per la cura dei disturbi alimentari, in modo da iniziare ad affrontare il problema nel suo complesso.
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Ex utente
Gent.ma Dott.ssa Scalco,
grazie per l'attenzione, innanzitutto. Alcune precisazioni. Le sedute con la mia psicologa le pagava mio padre e due sedute alla settimana per 4 settimane ogni mese non le pagava; io non avevo un'entrata allora perchè studiavo. Non ho un'entrata neanche adesso visto che sto facendo praticantato gratuitamente. Come diceva il precedente (SUO) collega più rimarrò legata a questa figura più mi sarà impossibile crescere...questo è il mio problema. Io voglio crescere, lo voglio! MA come faccio a crescere se in casa più io mi comporto come un'adulta più loro mi trattano come una bambina? Mi continuano a rinfacciare che ho 26 anni, che sono vecchia...intanto, non posso toccare la lavatrice, se faccio la lavastoviglie piovono polemiche, non mi posso avvicinare al ferro da stiro, non posso cucinare perchè altrimenti sporco la cucina (ovvio la pulisco se non la pulisco bene come la Signora è un guaio), l'ho scritto nel mio primo post: ieri ho preso una giacca da un sacchetto sembrava che le avessi rotto una porcellana preziosa. Da tre anni parlo con mio padre del progetto di andare via di casa, lui continua a dirmi che è legittimo, che ho assolutamente ragione ma poi? Niente. Però lui è costretto ad assistere a 'ste cose. Poi, Lei dice che la protagonista della mia storia è mia madre. Forse mi sono spiegata male io: nel titolo ho usato il generico 'La Mamma'; la mia di 'mamma' sono io, sono tutte le vicine di casa che ho avuto, la mia di madre è stato il mio papà (fino all'adolescenza). Poi sono rimasta sola. Non solo quella che doveva essere mia madre è stata sempre assente ma si è allontanato anche mio padre e sono rimasta sola come un cane. Così ho pensato magari hanno ragione loro, forse son davvero matta, forse devo cambiare, essere più come vogliono loro. Oggi sono come loro mi volevano. Risultato? Continuano a criticarmi, a minacciarmi e io mi odio. Avrei desiderato tanto dirLe certe cose ma non posso, in un forum pubblico non è il caso. Ma ci sono delle cose, pensieri che ho avuto, che ancora oggi ho, non belli ma che nessuno può togliermi.Certo, io mi ritengo una persona problematica (i disturbi alimentari sono soltanto il sintomo di un malessere più intenso), ma sono sempre stata consapevole che è il mio problema è questa donna, che a sua volta è problematica. Chissà perché, o vista che Lei è un medico me lo potrebbe spiegare, fino ai nove anni non ho avuto niente. E' rientrata questa 'donnaccia' in casa e...i disturbi alimentari, i problemi comportamentali, di tutto ho avuto, ho meditato la fuga a 13 anni. Le uniche volte che ho provato a dirle quello che sentivo lei s'è rifiutata di ascoltarmi ma il giorno dopo mio padre mi minacciava che dovevo vedere in lei una madre, dovevo rispettarLa. Una persona che è entrata in casa mia a dettar legge senza preoccuparsi dello stile di vita o del carattere che il mio solo genitore mi aveva dato. Mi scusi lo sfogo ma è da quasi vent'anni che son costretta a subire e sono molto, molto, molto stanca. E questo fastidiosissimo disturbo alimentare mi rende ancor più debole. Mi scuso ancora se sto offendendo la sensibilità di qualcuno ma non so più cosa devo fare. Ringrazio comunque la mia psicologa, che ad un certo punto ha scelto di seguirmi gratuitamente. Grazie di cuore.
Cordialmente
LAURA
grazie per l'attenzione, innanzitutto. Alcune precisazioni. Le sedute con la mia psicologa le pagava mio padre e due sedute alla settimana per 4 settimane ogni mese non le pagava; io non avevo un'entrata allora perchè studiavo. Non ho un'entrata neanche adesso visto che sto facendo praticantato gratuitamente. Come diceva il precedente (SUO) collega più rimarrò legata a questa figura più mi sarà impossibile crescere...questo è il mio problema. Io voglio crescere, lo voglio! MA come faccio a crescere se in casa più io mi comporto come un'adulta più loro mi trattano come una bambina? Mi continuano a rinfacciare che ho 26 anni, che sono vecchia...intanto, non posso toccare la lavatrice, se faccio la lavastoviglie piovono polemiche, non mi posso avvicinare al ferro da stiro, non posso cucinare perchè altrimenti sporco la cucina (ovvio la pulisco se non la pulisco bene come la Signora è un guaio), l'ho scritto nel mio primo post: ieri ho preso una giacca da un sacchetto sembrava che le avessi rotto una porcellana preziosa. Da tre anni parlo con mio padre del progetto di andare via di casa, lui continua a dirmi che è legittimo, che ho assolutamente ragione ma poi? Niente. Però lui è costretto ad assistere a 'ste cose. Poi, Lei dice che la protagonista della mia storia è mia madre. Forse mi sono spiegata male io: nel titolo ho usato il generico 'La Mamma'; la mia di 'mamma' sono io, sono tutte le vicine di casa che ho avuto, la mia di madre è stato il mio papà (fino all'adolescenza). Poi sono rimasta sola. Non solo quella che doveva essere mia madre è stata sempre assente ma si è allontanato anche mio padre e sono rimasta sola come un cane. Così ho pensato magari hanno ragione loro, forse son davvero matta, forse devo cambiare, essere più come vogliono loro. Oggi sono come loro mi volevano. Risultato? Continuano a criticarmi, a minacciarmi e io mi odio. Avrei desiderato tanto dirLe certe cose ma non posso, in un forum pubblico non è il caso. Ma ci sono delle cose, pensieri che ho avuto, che ancora oggi ho, non belli ma che nessuno può togliermi.Certo, io mi ritengo una persona problematica (i disturbi alimentari sono soltanto il sintomo di un malessere più intenso), ma sono sempre stata consapevole che è il mio problema è questa donna, che a sua volta è problematica. Chissà perché, o vista che Lei è un medico me lo potrebbe spiegare, fino ai nove anni non ho avuto niente. E' rientrata questa 'donnaccia' in casa e...i disturbi alimentari, i problemi comportamentali, di tutto ho avuto, ho meditato la fuga a 13 anni. Le uniche volte che ho provato a dirle quello che sentivo lei s'è rifiutata di ascoltarmi ma il giorno dopo mio padre mi minacciava che dovevo vedere in lei una madre, dovevo rispettarLa. Una persona che è entrata in casa mia a dettar legge senza preoccuparsi dello stile di vita o del carattere che il mio solo genitore mi aveva dato. Mi scusi lo sfogo ma è da quasi vent'anni che son costretta a subire e sono molto, molto, molto stanca. E questo fastidiosissimo disturbo alimentare mi rende ancor più debole. Mi scuso ancora se sto offendendo la sensibilità di qualcuno ma non so più cosa devo fare. Ringrazio comunque la mia psicologa, che ad un certo punto ha scelto di seguirmi gratuitamente. Grazie di cuore.
Cordialmente
LAURA
[#4]
Gentile Laura,
andando via di casa forse riuscirebbe a circoscrivere un po' il problema, ma non credo lo potrebbe risolvere. Perché secondo me il "problema" è radicato dentro di Lei e la donna che l'ha partorita ne è indubbiamente parte, ma non costituisce il tutto. La giusta distanza che dovrebbe raggiungere tra Lei e quella donna non è fisica, ma psicologica.
Per cercare di essere più chiara e, ovviamente, estremizzando, le pongo una domanda: ritiene che se sua madre morisse (l'allontanamento più definitivo possibile) Lei riuscirebbe a recuperare la serenità che ora le manca?
andando via di casa forse riuscirebbe a circoscrivere un po' il problema, ma non credo lo potrebbe risolvere. Perché secondo me il "problema" è radicato dentro di Lei e la donna che l'ha partorita ne è indubbiamente parte, ma non costituisce il tutto. La giusta distanza che dovrebbe raggiungere tra Lei e quella donna non è fisica, ma psicologica.
Per cercare di essere più chiara e, ovviamente, estremizzando, le pongo una domanda: ritiene che se sua madre morisse (l'allontanamento più definitivo possibile) Lei riuscirebbe a recuperare la serenità che ora le manca?
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Cara ragazza, quanto dolore nelle sue parole..ma proprio per questo dolore cerchi di andare avanti si rivolga come consigliato alle strutture pubbliche che sono gratuite praticamente.. e cerchi di diventare la mamma di sè stessa, si voglia bene, cerchi di mangiare poco , spesso, cose buone che le piacciono quelle che le fanno bene, quello che le dicono se lo lasci scivolare addosso, che la vita lavora per lei..Cerchi di valorizzare il suo fisico , diventi sempre più carina, interessante, legga e si guardi intorno e pensi progetti positivi per la sua vita nuova che verrà, presto..
Auguri davvero..
Auguri davvero..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
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Ex utente
Alla Dott.ssa Scalco, che gentilmente mi ha risposto, Le posso solo dire che l'unica volta che sono riuscita ad allontanarmi dalla 'Signora' ho messo su 5 kili, le mie guance han ripreso colore ed io ero molto più felice (a dirmelo sono state persone a me vicine, che mi vedevano tutti i giorni). Lei ha ragione a dire che la distanza che devo raggiungere è quella psicologica ma finché continuo ad averla davanti... Io lo confesso che ho sempre avuto per questa donna una grande rabbia, non lo nego, ma so anche che quando mi allontano da loro sto bene. Una persona a me molto vicina dice che lontano da loroio sono un'altra persona, sono più loquace e più allegra. Sa come si dice 'lontano dagli occhi lontano dal cuore' per me è vero. A causa loro ora disdegno persino la presenza dei miei familiari materni, solo perchè sono collegati a questo individuo. Forse non riuscirò mai a recuperare la spensieratezza di quando ero bambina ma a stare meglio (senza il continuo lamentarsi di tal figura), starei indubbiamente meglio. Ogni giorno che io vivo potrebbe essere il più bello se questa presenza non lo rovinasse con le sue continue, stupide lamentele. Io ho sempre pensato che fossero dettate dal fatto che signora non ha un vero ruolo nella famiglia, nè di madre nè di moglie (se non sulla carta). Lei mi chiede se morisse...a me non interessa se muore, ma solo che esca fisicamente dalla mia vita. Perché psicologicamente non ne ha mai fatto parte.
Alla Dott.ssa Fregonese vorrei dire che lo sto già facendo. Ma poi torni a casa e nulla è cambiato. Quante discussioni ho avuto con mio padre per quanto riguarda l'atteggiamento della moglie, quanto volte mi ha appoggiato e poi non ha fatto niente. Sono arrivata al punto di chiedere ad entrambi di cacciarmi fuori di casa...dall'esasperazione. Gentil dottoressa, Leinon sa da quanto tempo faccio quello che Lei mi consiglia eppure...sono ancora qua. Comunque proverò ad informarmi sulle strutture pubbliche di cui parlava, vediamo. Grazie a entrambe dell'attenzione. E scusate nuovamente gli sfoghi.
Buona settimana
Laura
Alla Dott.ssa Fregonese vorrei dire che lo sto già facendo. Ma poi torni a casa e nulla è cambiato. Quante discussioni ho avuto con mio padre per quanto riguarda l'atteggiamento della moglie, quanto volte mi ha appoggiato e poi non ha fatto niente. Sono arrivata al punto di chiedere ad entrambi di cacciarmi fuori di casa...dall'esasperazione. Gentil dottoressa, Leinon sa da quanto tempo faccio quello che Lei mi consiglia eppure...sono ancora qua. Comunque proverò ad informarmi sulle strutture pubbliche di cui parlava, vediamo. Grazie a entrambe dell'attenzione. E scusate nuovamente gli sfoghi.
Buona settimana
Laura
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.6k visite dal 14/04/2014.
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